Avevo deciso di
acquistare uno scooterone, ma mi trovavo un po' disorientato:
le ruote da 12 o 13 pollici mi lasciavano un po' perplesso
sul piano della stabilità, mentre i 16 pollici targati
rimanevano dei semplici cicloscooter vitaminizzati. Finché
un bel giorno ci pensa l'Aprilia a risolvere i miei dubbi
amletici, presentando lo Scarabeo 125 - 150, il primo
maxi con ruote di grande diametro, ma anche di grossa
sezione.
Si distingue con immediatezza
dalla massa degli scooter: l'aspetto è quasi da moto
e l'uso di plastica è molto ben dissimulato dalle
forme eleganti e retrò, tanto che le sovrastrutture
sembrano quasi realizzate in metallo; il faro anteriore
con lente trasparente offre un notevole impatto estetico
e, grazie alla sua potenza e posizione, viene inevitabilmente
notato dal più distratto degli automobilisti; nell'insieme
la "moto" trasmette una sensazione di grande qualità
e solidità.
Sulla versione Touring il
set costituito da borse laterali, baulone integrato (optional),
parabrezza di medie dimensioni e paramani (non bellissimi,
ma molto utili nella brutta stagione) conferisce allo
scooter un aspetto da piccola GT, oltre ad offrire una
capacità di carico (90 litri) ed un riparo aerodinamico
ineguagliabili. Ottimamente rifinite le borse laterali,
che hanno le chiusure a leva in acciaio inox; a differenza
del baulone, non offrono la possibilità di uno sgancio
rapido, ma si possono togliere con un'operazione che richiede
complessivamente 4 - 5 minuti. Insomma, non è possibile
utilizzarle come valigie rigide una volta giunti in albergo;
considerato che sono in tinta, forse, è meglio così.
Come optional, oltre al baulone, ho fatto montare l'antifurto
elettronico ed il cavalletto laterale, che però è
poco funzionale, in quanto è del tipo a richiamo
automatico, come sul Monster tanto per intenderci.
La strumentazione non è
particolarmente curata per essere uno scooter: oltre a
presentare una veste grafica un po' variopinta e un orologio
quasi illeggibile di notte, è priva del contachilometri
parziale.
L'avviamento a caldo è
istantaneo, mentre quello a freddo richiede una leggera
apertura dell'acceleratore.
La posizione in sella è
perfetta: niente a che vedere con gli scooteroni a ruote
basse che impongono gambe rannicchiate o, alternativamente,
distese a mo' di custom; le braccia impugnano il manubrio
nel modo più naturale possibile; la sella, oltre
a vantare un rivestimento di qualità, è perfettamente
orizzontale, offre un'imbottitura dalla consistenza molto
equilibrata ed è talmente larga da accogliere le...
natiche di qualunque taglia: purtroppo, tale caratteristica
impone un'eccessiva divaricazione delle gambe che rende
poco agevole l'appoggio di entrambi i piedi a terra per
chi è alto meno di 1.80 m.
In città l'ingombro
delle borse è meno drammatico di quel che si pensi:
dove passo con gli specchietti e con i gomiti, passo anche
con le borse; dove passa un Majesty o un X9, con un po'
di cautela passo tranquillamente anch'io col mio Scarabeone;
viaggiando senza borse la situazione non migliora più
di tanto, forse perché non è mia abitudine intrufolarmi
nei pertugi più stretti: non mi sembra piacevole
avere lo specchietto di un furgone a 10 cm dal mio casco...
Sempre in città, si apprezza il comportamento
delle sospensioni, né troppo rigide né
troppo morbide; neppure con il passeggero a bordo vanno
mai a fondo corsa. Merito forse della lunga escursione,
pari a 110 mm su entrambe le ruote.
I freni sono potenti, modulabili
e lontani dall'innescare un pericoloso bloccaggio della
ruota posteriore: l'azione combinata del potente impianto
frenante (dischi da 260 mm all'anteriore e 220 al posteriore)
e della luce a terra degli pneumatici garantiscono un
margine di sicurezza sempre elevato.
In extraurbano, non avendo
guidato altri scooteroni, se non un Burgman 400, non ho
molti parametri di raffronto. Posso soltanto dire che,
mentre in tema di prestazioni lo Scarabeo è chiaramente
surclassato, mi è sembrato invece molto più
rassicurante in piega.
Al fine di non vanificare le doti di stabilità, sconsiglio
di montare il parabrezza grande, che, tra l'altro compromette
notevolmente la visibilità in caso di pioggia o al
crepuscolo.
Per quanto riguarda le prestazioni,
il discorso è un po' articolato.
In relazione alla cilindrata, il
motore si meriterebbe 10 e lode: la distribuzione
a 4 valvole e lo scarico non eccessivamente soffocato
(e quindi anche un po' rumoroso), unitamente al lavoro
delle grandi ruote che assicurano una trazione sempre
efficace, garantiscono prestazioni paragonabili a quelle
di molti 250: secondo le rilevazioni di Motociclismo,
in ripresa tallona il brillante
Majesty 250 (16,9 sec. contro 16,4), in
accelerazione è addirittura più rapido
(18,5 contro 18,7), mentre in velocità
massima è vicino ai valori fatti registrare
dal meno scattante X9 (114 Km/h contro 116). Se poi si
considera che in curva è notevolmente più stabile
rispetto ai 12 - 13 pollici, si comprende quanto sia facile
stare al passo dei 250.
Il tutto con un consumo medio
di 27 Km con un litro.
Queste prestazioni sono più che sufficienti in condizioni
normali. Se invece si vogliono percorrere lunghi tratti
autostradali, scalare impegnativi passi alpini, magari
in coppia, allora le performances offerte dal motore si
rivelano inadeguate ad un uso extraurbano a largo raggio.
La nuova versione 200 (in realtà 176 cc) dovrebbe
aver colmato parzialmente questi gap prestazionali, ma
un 400 avrebbe certamente sortito risultati migliori.
La presenza del passeggero
rende problematico qualsiasi sorpasso, ma, rispetto agli
altri maxi, una passeggera di media statura non si ritrova
a viaggiare in una posizione eccessivamente rialzata e
rimane quindi ben riparata dall'aria; inoltre, può
contare sull'appoggio fornito dallo schienale imbottito
del baulone.
Da migliorare:
la capienza del serbatoio, veramente limitata;
il foro per il rabbocco dell'olio, posto in una posizione
raggiungibile con notevole difficoltà;
ed infine il rivestimento superficiale dei cerchi, troppo
delicato.
In 10 mesi ho percorso oltre 12.000
Km ed ho riscontrato due problemi, prontamente
risolti in garanzia: la rottura del cavo del tachimetro
- contachilometri e la formazione di condensa all'interno
del faro anteriore in caso di pioggia intensa (anche se
questo è un difetto che affligge pure le costosissime
BMW RT 1150...).
Fabio Scotti
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