Dopo la presentazione
a sorpresa al Salone di Milano, eccoci alla presentazione
stampa della versione 'slim' di Scarabeo 500, modello
che affianca la conosciuta versione, ora denominata
GT.
Aprilia continua quindi nell'opera di 'smagrimento'
della propria gamma maxiscooter, iniziata con Atlantic
500, sostituito lo scorso anno dall'Atlantic 500
Sprint.
Una mossa che deriva dalla considerazione che uno
scooter, anche se maxi, non deve perdere le doti
di agilità nel traffico, pur mantenendo la
possibilità di un impiego turistico a medio
ed ampio raggio.
Condizioni che Atlantic Sprint e 'nuovo' Scarabeo
sono sicuramente in grado di svolgere al meglio,
pur rinunciando all'opulenza delle precedenti versioni.
Impreziosito dal marchio Scarabeo, famiglia di modelli
'aristocratici' e icona del 'classico-moderno' nella
gamma Aprilia, il nuovo 500 reinterpreta il concetto
di scooter potente, ma agile e compatto introdotta
dal Piaggio Beverly 500. Modello che fornisce la
base telaistica e propulsiva, su cui i tecnici veneti
hanno sviluppato un progetto indipendente, destinato
ad un target di utenti più esigenti.
LINEA/DOTAZIONE
Se il GT 500 aveva lasciato molti utenti perplessi
per via di forme abbondanti e forse eccessivamente
retrò, questa nuova versione centra in pieno
il concetto di classico hi-tech con forti richiami
sia agli stilemi tipici di Scarabeo, come l'ovale
del fianco sottosella e lo scudo anteriore, che
al mondo motociclistico con l'importante faro anteriore
e il posteriore sfuggente quasi in stile street-fighter.
Complessivamente un design molto equilibrato che
farà invecchiare velocemente molti concorrenti.
La cura del dettaglio e la ricercatezza di alcune
soluzioni come gl'indicatori di direzione anteriori
e il gruppo ottico posteriore si alternano ad altri
forse meno riusciti, come l'anonimo cruscotto o
il plasticoso filtro aria esterno.
Bella la piastra coprimarmitta, finalmente in grado
di non mortificare il silenziatore cromato.
La qualità dei materiali, delle finiture
e degli accoppiamenti è invece quasi ovunque
di primo livello, fatto salvo il tappetino pedana
non del tutto stabile.
Per la prima volta uno Scarabeo è dotato
di sottosella, fra l'altro molto ampio, sfruttabile
e rifinito, in grado di ospitare un casco integrale
o una valigia rigida in formato A3. Risultato ancor
più rimarchevole se si considera la snellezza
del retrotreno, ma non certo per le ruote alte,
visto che la posteriore è da 14" (come
nell'Atlantic Sprint).
Simbolico il vano retroscudo, apribile dal blocchetto
d'accensione, mentre per la sella è previsto
addirittura un telecomando inserito nel portachiavi
che controlla anche l'antifurto con sensore di sollevamento
e sirena ad integrare l'immobilizer.
Apprezzabile anche l'idea del parabrezza regolabile,
ma le dimensioni contenute e l'utilizzo di sporgenti
sostegni metallici non lo fa apprezzare del tutto.
La strumentazione offre le funzioni fondamentali,
anche grazie al display digitale e non manca del
livello carburante e relativa spia della riserva.
I comandi al manubrio derivano dal precedente modello
e ne conservano le doti di funzionalità,
anche se nell'azionare gl'indicatori di direzione,
manca un qualunque riscontro acustico-tattile, richiedendo
la verifica visiva delle spie luminose. Come in
tutti i 500cc di origine Piaggio manca il freno
di stazionamento.
Al centro del tunnel, protetto da uno sportello
in plastica con serratura, si trova il tappo del
serbatoio carburante con capienza di 13,2 litri.
Incredibile la leggerezza con cui si solleva sul
cavalletto centrale, veramente a prova di fanciulla.
Agevole, anche stando in sella l'uso di quello laterale,
con blocco motore di sicurezza.
CICLISTICA
Deriva in modo evidente dal Piaggio Beverly, anche
in virtù delle economie di scala garantite
dall'appartenenza al gruppo Piaggio.
Ma questo non vuol dire che sia una copia identica,
i progettisti di Noale sono infatti intervenuti
apportando una serie di modifiche, come l'inclinazione
del cannotto di sterzo e l'attacco del propulsore
per ottimizzarne la dinamica. Cambiano anche freni,
forcella e cerchioni.
Il telaio è sempre un doppia culla con il
propulsore in funzione oscillante, abbinato al forcellone
sul lato destro e sostenuto da un doppio ammortizzatore
regolabile su 4 posizioni per 100mm di escursione.
Poco meno della forcella teleidraulica con steli
da 40mm che arriva a 103mm.
Le ruote sono da 16 pollici all'anteriore con pneumatico
tubeless Pirelli GTS 110/70 e da 14 pollici dietro
con 'gommone' da 150/70, sempre Pirelli. Data la
disparità di diametro dei cerchi, come per
il Beverly 500, è più corretto definirlo
'ruota alta', al singolare!
La frenata è di tipo combinato e utilizza
due dischi anteriori da 260mm e uno posteriore da
240, con pinze Grimeca. La leva sinistra comanda
un disco anteriore e quello posteriore, mentre quella
destra il secondo disco anteriore, il tutto gestito
da una valvola ripartitrice, che ne ottimizza il
funzionamento.
Purtroppo non è prevista, almeno per il momento
una versione dotata di sistema antibloccaggio ABS.
Il peso è contenuto in 189kg, l'interasse
arriva a 1535mm e la lunghezza massima a 2263mm
per una larghezza, al manubrio di 765mm. Abbordabile
l'altezza sella a quota 780mm.
PROPULSORE
Minime in questo caso le differenze con il Beverly,
anche a livello estetico, visto che si è
abbandonato il carter trasmissione utilizzato su
Scarabeo GT per uniformarsi a quello Piaggio.
I dati caratteristici sono quindi quelli degli ultimi
propulsori Piaggio Master 500 omologati Euro 3.
Potenza massima 29kW a 7500giri e coppia di 43Nm
a 5500giri. Alimentazione ad iniezione elettronica,
raffreddamento a liquido, distribuzione a quattro
valvole con albero a camme in testa.
Cambio a variazione continua con frizione a 5 massette.
TEST SU STRADA
Difficile tenere gli occhi attaccati alla strada,
visti gli splendidi panorami che catturano lo sguardo
da Rapallo a Portofino e dintorni, località
dove si è svolto il test e fra le più
belle del nord Italia.
Non è proprio il caso di cercare differenze
rispetto allo Scarabeo GT, si tratta di un veicolo
completamente diverso, semmai confrontabile con
il più volte citato 'ruota alta' di mamma
Piaggio.
Rimarchevole sin dal primo impatto la sensazione
di leggerezza, anche nelle manovre da fermo, premesso
che si sta sempre parlando di 190kg, valore elevato
in assoluto, ma record nella sua cilindrata.
Si assume una posizione 'motociclistica' leggermente
inclinata in avanti, con manubrio ampio e sollevato,
di stampo turistico e dal buon controllo. Le gambe
hanno spazio a sufficienza e i piedi hanno spazio
a sufficienza per cambiare posizione di tanto in
tanto. L'altezza minima richiesta è nell'ordine
del metro e settanta.
Il motore romba corposo e rapido nel salire di giri,
come le ultime versioni testate, i borbottii e le
vibrazioni dell'utilizzo sotto coppia sono un lontano
ricordo, tanto che non sembra di avere a che fare
con un monocilindrico di tale cubatura. Almeno fino
a che non si spalanca l'acceleratore! Dopo uno spunto
da fermo solo discreto (per evitare sgommate indesiderate...)
la progressione si fa via via più decisa
e non c'è rettilineo ligure che gli resista.
Un test più approfondito richiederà
sicuramente lunghe percorrenze autostradali, meglio
ancora se nella 'terra promessa' germanica, dove
non ci sono limiti di velocità.
Del resto il rapporto peso/potenza è di 6,5kg/kW,
un valore superiore anche allo sportivissimo Gilera
Nexus 500, tanto per capire che le prestazioni in
ripresa ed accelerazione sono da riferimento.
La mano d'oro dei telaisti Aprilia ha fatto fare
al telaio del Beverly un deciso passo in avanti
per facilità ed omogeneità di guida,
anche se in ingresso di curva non si può
considerare del tutto neutro, ma sto cercando il
cosiddetto 'pelo nell'uovo', visto che la guida
è sempre sicura e gratificante, sia negli
stretti tornanti che in curve a medio raggio. Fra
l'altro l'angolo di piega è più che
discreto prima di arrivare a strisciare il cavalletto.
Notevolissima anche la maneggevolezza, segno che
in città dovrebbe trovarsi a suo agio quasi
come un 250cc.
Complimenti per l'azione dei freni: utilizzando
la sola leva sinistra si decelera già in
modo progressivo e consistente, mentre premendo
anche la leva destra gli spazi d'arresto si riducono
sensibilmente, pur senza arrivare al bloccaggio.
caratteristica particolarmente gradita.
Peccato per l'assenza dell'ABS, soprattutto in caso
di frenato improvvise, magari su fondo scivoloso,
che ne avrebbe fatto uno fra gli scooter dalla frenata
più efficace.
Limitata, come prevedibile la protezione dagli agenti
atmosferici, anche se il parabrezza riesce a deviare
il grosso dell'aria dal busto e dalla parte inferiore
del casco. Peccato come detto per i supporti metallici
sporgenti, non il massimo quanto a sicurezza.
Comoda la sella per il pilota anche se il supporto
lombare è appena accennato e ben sistemato
anche il passeggero grazie al ridotto sbalzo con
il pilota e alle morbide pedane, solo leggermente
arretrato il maniglione-portapacchi.
L'antifurto elettronico o si odia o si ama, visto
che s'inserisce automaticamente ad ogni sosta, dopo
50 secondi.
ACCESSORI
Con una dotazione di serie così completa
la lista degli accessori non poteva essere fra le
più nutrite, anche se
rispetto alla tradizione Scarabeo mi sarei aspettato
di più.
Il bauletto posteriore da 45 litri è infatti
piuttosto anonimo e poco integrato nella linea dello
scooter a differenza di quanto accade con i modelli
GT 125/250/500.
Il parabrezza maggiorato, di così grandi
dimensioni e solidale al manubrio, lascia qualche
perplessità per la stabilità sul veloce.
Ottima invece la capiente borsa tunnel con tasca
trasparente portacartina.
COMPETITOR
Al momento si può confrontare solo con il
Beverly 500 o il più recente modello da 400cc.
In entrambi i casi si avvantaggia per qualità,
guidabilità e dotazioni, ad un prezzo assolutamente
concorrenziale, considerate le ampie dotazioni di
serie.
CONCLUSIONI
Un'interpretazione elegante dello scooter tuttofare,
più orientata all'ambito urbano che al turismo
di lungo corso, ma anche capace di prestazioni emozionanti,
per uno scooter, al limite dello sportivo, anche
in frenata.
Pur non risultando inconfondibile come il suo predecessore,
non ha perso in sobria eleganza, anzi, sembra anche
più aderente ai desideri di chi cerca uno
Scarabeo 250 maggiorato o uno scooter che assomigli
il più possibile ad una moto.
Comodo anche per due, con sufficiente spazio per
i bagagli offre una limitata protezione atmosferica,
anche se il parabrezza consente di tenere medie
elevate senza affaticarsi troppo.
Un cattivo cliente per il cugino Beverly, già
in calo di consensi ed un potenziale best seller,
con pochi concorrenti diretti ed un prezzo invitante.
Testo: Fabrizio Villa
Foto: originali Aprilia
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