Sicuri di avervi incuriositi,
eccoci alla prova dinamica svolta nel traffico caotico
e sulle principali direttive del nord Italia, dalla Liguria
alla Lombardia, passando per l'Emilia e la Toscana.
POSIZIONE IN SELLA
Si scavalca il tunnel centrale e si sale in sella, posta
a 82 centimetri da terra. L'operazione è sufficientemente
agevole ai più alti, un po' meno per gli altri.
Una volta seduti si possono allungare agevolmente le gambe,
mentre le braccia incontrano un manubrio piuttosto basso
e ravvicinato, che obbliga il busto ad un'insolita posizione
arretrata.
La sella pare subito meglio conformata della precedente
ed è gradevole il pur abbozzato sostegno offerto
dallo schienale.
Seguendo con lo sguardo lo stretto ed alto parabrezza
si incontra la strumentazione, un po' in basso per una
visualizzazione ottimale.
In compenso gli specchi retrovisori sono molto ravvicinati,
comunque più comodi ed efficaci dei precedenti.
Caratteristica la sporgenza determinata dalle frecce,
in corrispondenza delle manopole, con funzione di deflettori.
Utile la feritoia alla base del plexiglas, per ridurre
le turbolenze alle velocità più elevate.
CITTÀ
Data la stagione, l'avviamento richiede l'utilizzo dello
starter manuale, regolazione a cui ci eravamo disabituati
e che necessita di un minimo di apprendistato.
Una volta avviato, il propulsore mostra da subito un bel
caratterino, vuoi per il rombo corposo, al limite del
consentito, vuoi per le pulsazioni trasmesse al veicolo.
La partenza è un po' brusca, tanto che sulle strisce
o sul bagnato non è difficilie 'sgommare'. Tanto
brio intriga il pilota più smaliziato, ma può
stancare nel traffico urbano dove l'azione risulta poco
morbida. Situazione ribaltata nelle partenze semaforiche,
dove non è difficile 'mettersi dietro' mezzi anche
più prestanti.
Le nuove quote ciclistiche e soprattutto il maggior peso
gravante al retrotreno hanno reso il Madison 400 meno
neutro negli slalom rispetto al modello
da 180cc precedentemente testato, anche se la
maneggevolezza non ne ha risentito più di tanto.
La posizione di guida elevata permette una buona visibilità
e solo il bordo superiore del parabrezza interferisce
con lo sguardo più ravvicinato.
Le sospensioni tarate sul rigido non possono molto sul
martoriato asfalto milanese, ma non per questo si avvertono
vibrazioni o scricchiolii di sorta.
La frenata integrale risulta poco modulabile per vie di
leve troppo lontane dalle manopole e per la notevole forza
richiesta, peccato perché l'impianto è ben
dimensionato. Le gomme Maxxis, che non se l'erano cavata
male con la versione di minore cilindrata, in questo caso
mostrano la corda, particolarmente in caso di fondo viscido,
richiedendo una guida oltremodo attenta.
Nessun problema sulle arterie più veloci e sulle
tangenziali dove le prestazioni sempre vigorose, fanno
la differenza nei confronti della 'concorrenza' di soli
250cc.
STRADE EXTRAURBANE
Se siete in dubbio fra un 250cc o una cilindrata maggiore,
basterebbero pochi chilometri per convincervi dei vantaggi
offerti da un 400cc.
I 23kW del propulsore bolognese sono sempre disponibili
quando servono: in caso di sorpassi, di guida in coppia
e anche in salita. Naturalmente anche il piacere di guida
ne guadagna, potendo contare su accelerazioni e riprese
sempre corpose.
Questa apprezzata cavalleria invita ad una guida più
brillante sia in rettilineo che su belle strade curvilinee.
In queste condizioni la ciclistica viene stressata ben
più che con le cilindrate inferiori.
In rettilineo, grazie alle quote ciclistiche maggiorate,
non si hanno problemi e il K400 fila diritto in tutta
sicurezza, di contro, nelle curve veloci prevale una certa
inerzia direzionale.
Nelle strade più tortuose dove la guida si fa più
impegnata, è facile impostare la piega, ma poi
si avverte una certa resistenza ad inclinarsi ulteriormente.
Questo comportamento invita a non inserirsi in curva troppo
allegramente e sfruttando invece l'accelerazione in uscita.
Fra l'altro il cavalletto centrale arriva a strisciare
sull'asfalto fin troppo presto, anche nella guida a soli.
Capitolo a parte per le gomme Maxxis che non danno mai
particolare confidenza e in caso di strada bagnata diventano
piuttosto impegnative, tanto che ne consigliamo la sostituzione
con altre più performanti.
Le sospensioni hanno un comportamento onesto pur senza
mostrare un'eccessiva scorrevolezza.
La frenata è ben bilanciata, ma l'efficacia è
limitata dalla notevole forza richiesta alle leve, cosa
che significa tempi di reazione più alti e limitata
sensibilità.
Sopra la media le vibrazioni generate dal grosso monocilindrico,
particolarmente alle manopole.
AUTOSTRADA
In autostrada si ha un comportamento piuttosto omogeneo,
la velocità codice di 130km/h può essere
mantenuta tranquillamente come velocità di crociera,
e anche spremendo il propulsore al massimo per ore, non
abbiamo riscontrato nessun problema.
La velocità massima indicata dal display digitale
è stata di 145 km/h, con la sensazione che fosse
molto vicina a quella effettiva.
La protezione aerodinamica è buona, e non si avvertono
turbolenze neppure all'altezza del casco, anche le mani
sono parzialmente protette dalle frecce, mentre solo le
spalle risultano esposte.
Poco sensibile alle scie dei camion, permette di tenere
velocità medie elevate, sufficienti per affrontare
anche viaggi piuttosto impegnativi.
Il comfort è appena limitato dalla posizione di
guida obbligata da un manubrio particolarmente ravvicinato,
mentre sella e spazio per le gambe sono adeguati.
L'abbiamo verificato anche a velocità inferiori,
ma è soprattutto nella guida autostradale notturna
che si evidenziano i limiti dei pur belli fanali anteriori:
il fascio luminoso è ridotto, sia in ampiezza che
in profondità.
AL LIMITE
Come avrete capito non si tratta di un veicolo studiato
per aggredire le curve, ma per l'utilizzo quotidiano ed
il turismo in relax, quindi la conduzione al limite non
offre alcun vantaggio. In particolare, è più
redditizia una guida 'di motore' con inserimenti in curva
non troppo veloci e uscite anticipando al massimo l'accelerazione,
potendo contare sulla sostanziosa coppia del motore.
PASSEGGERO
Migliorato anche il comfort per il passeggero, grazie
a fiancate più snelle e una porzione di sella meglio
imbottita. Un po' ravvicinate le pedane, mentre lo spazio
per aggrapparsi ai maniglioni è riservato alle
mani più affusolate.
CONSUMI E COSTI
Ci aspettavamo qualcosa di più alla voce consumi,
in realtà la potenza erogata bruscamente e un rapporto
finale un po' corto li fanno avvicinare ai concorrenti
bicilindrici di cilindrata superiore. Abbiamo notato un
consumo fra i 16 e i 19Km/litro, a seconda del ritmo.
Positivi gli intervalli di 6000 km fra un tagliando e
l'altro, che consentono minori fermi del veicolo e anche
minori spese.
CONCLUSIONI DINAMICHE
Se nella conclusione del modello
R180 si evidenziava il sovradimensionamento della
ciclistica rispetto alle prestazioni, in questo caso la
situazione si è capovolta, con un motore che, in
alcune situazioni, porta la ciclistica al suo limite.
Il limitato angolo di piega, con una certa tandenza all'autoraddrizzamento,
riduce le possibilità di divertimento, messe a
disposizione dalla potenza ben distribuita del propulsore.
Nessun problema sui rettilinei, anche alla massima velocità,
dove il K400 fila veloce e sicuro.
Qualche appunto ai freni, che richiedono mani piuttosto
forti, mentre le gomme andrebbero sostituite prima possibile.
Buona la protezione aerodinamica. Alti i consumi.
Un mezzo quindi sicuramente non sportivo, come l'immagine
potrebbe far supporre, ma dedicato al turismo come all'uso
quotidiano, soddisfacente per la maggior parte del pubblico
che ambisce ad uno scooter concreto e tuttofare.
CONCLUSIONI FINALI
Ad un prezzo, 5485 euro, di poco superiore a quello di
un 250cc, vi 'portate a casa' un veicolo ben più
prestante e polivalente. Dalla linea inconfondibile e
dotato di comfort e protezione sufficienti sia in città
che in viaggio.
Dispone di numerosi vani per i bagagli anche se potrebbero
essere sfruttati meglio. Ha guadagnato in qualità
costruttiva ed in funzionalità rispetto alla serie
precedente, pur mantenendo invariata la quotazione.
Se ne può quindi confermarne l'ecletticità
a 300 gradi. Ne mancano 60, di gradi, per arrivare a 360,
questo perché si poteva ottenere qualcosa di più
nella conduzione dinamica più disinvolta. Aspetto
quest'ultimo che può anche non interessare a tutti.
In questo caso i vantaggi rimangono sempre ben più
dei pochi difetti peraltro migliorabili.
Del resto al prezzo a cui viene offerto ci riesce difficile
trovargli concorrenti, senza calcolare le interessanti
promozioni, attive in questo momento d'inizio
stagione.
Testo e foto: Fabrizio
Villa
Tester: Francesco
Roberti
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