>> MALAGUTI


 

 

SCHEDA
Cilindrata: 250 cc
Peso: 156 kg
Velocità: ND
Potenza kW: 15,8/7500
Coppia Nm: 21/6500
Norme: Euro 2
Prezzo: 3.890 Euro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ABBIGLIAMENTO
Casco:
Givi
HPS 10.2
Giacca:
Tucano Urbano
'Starsky'
Guanti:
M-Tech 'M-Touring'
Pantaloni:
Spidi
'J&K'

Stivali:
XPD
'X-Combat'

 

 · Malaguti PASSWORD 250
11/05/05
ANTEPRIMA SU STRADA
pag 1/1

Millenovecentotrenta - duemilacinque: 75 anni di storia. Sono quelli che festeggia Malaguti con la presentazione del suo ultimo nato: Password 250. Simbolica "chiave d'accesso" alla mobilità urbana, ma anche al successo commerciale di un'Azienda insensibile alle crisi, che hanno invece assottigliato i concorrenti italiani.
Con una solida situazione finanziaria e produttiva, la family company bolognese guarda avanti con le promesse di lanciare due nuovi modelli ogni anno, crescere nelle esportazioni e aggredire nuove fasce di mercato, riservandoci magari anche qualche sorpresa.
Passato in soli diciotto mesi dal foglio bianco all'avvio produttivo, Password 250 concretizza la flessibilità organizzativa aziendale e centra un segmento di riferimento, quello dei ruota alta di media cilindrata, in cui Malaguti non era presente. Grazie a questo modello e al recente SpiderMax 500 l'Azienda punta ad incrementare le vendite di oltre il 10% rispetto all'anno appena passato, arrivando a circa 70.000 veicoli, da 50 a 500cc, nel 2005.
Concept del progetto Password, la combinazione fra utility, comfort, safety e fun, quindi peso e dimensioni abbordabili ai più, comodità e dotazioni elevate, ciclistica e frenata all'altezza col divertimento offerto dal brio del propulsore.
Fin qui almeno quanto dichiarato nel corso della conferenza stampa, al "Grand Hotel des Iles Borromees" di Stresa.

CONTESTO
Ruote alte da un quarto di litro: non ancora affollato, ma costituito da competitor molto aggressivi. Due italiani motorizzati Piaggio: l'Aprilia Scarabeo 250 che ha dato il via al fenomeno nel 1999 e il Piaggio Beverly 250 da sempre ai vertici della classifica di vendite, entrambi a 3.990 Euro. Il taiwanese Kymco People 250 offre invece un propulsore autoctono e una quotazione che si ferma a 3.295 euro. Non strettamente ortodosso il confronto con il giapponese (prodotto in Italia) Yamaha Versity XC 300, che utilizza ruote da 14", ma risulta simile per quotazione (3.990 Euro) e destinazione d'uso.

LINEA
Pur se con personalità differenti è possibile identificare un filo che lega lo stile delle ultime produzioni di Engines Engineering, il contro stile e progettazione dove nascono tutti i modelli Malaguti. Saranno i doppi fari aggressivi, le frecce in stile Madison o il cupolino in stile Ciak, ma non si può certo dire che si cerchino stimoli dalla concorrenza. Questi arrivano semmai dal mondo dell'automobile, da dove traggono ispirazione l'elaborato (anche troppo) gruppo ottico posteriore e l'ampio cruscotto.
Il vincolo della pedana piatta crea un'inevitabile stacco fra le zona anteriore e posteriore, ma i volumi sono ben proporzionati e l'alternanza fra linee morbide e spezzate dona a Password uno stile moderno senza eccessi. Originali gli sfoghi d'aria calda del radiatore nello scudo e il parafango anteriore sollevato che lascia libera la vista al pneumatico.
Discreta la qualità delle plastiche e degli accoppiamenti, ma gli esemplari a disposizione erano di pre-serie, aspettiamo quindi quelli definitivi per un parere 'conclusivo'. Tre le colorazioni disponibili, il nero metallizzato delle foto, argento artic metallizzato e il titanium, già visto sullo SpiderMax.

DOTAZIONE
Partiamo dal cruscotto che è il primo ad attirare lo sguardo con il suo look da berlina d'oltreoceano. Una palpebra oblunga (come su SpiderMax) contiene tutte le indicazioni, con in evidenza l'ampio tachimetro a semicerchio con ottimistico fondo scala a 180km/h o 110mph. Subito sotto, il display digitale, tipico per gli scooter Malaguti: si tratta di un'unità multifunzione, comandata dal manubrio, che mostra in sequenza un'infinità di funzioni, da quelle più usate come contachilometri totale e parziale, contagiri, tachimetro, livello carburante, orologio, a quelle di uso meno frequente come velocità media, termometro esterno con allarme ghiaccio, carica batteria, temperatura liquido di raffreddamento e cambio olio. La navigazione fra le funzioni utilizza menù e sottomenù e non risulta molto intuitiva, tanto da rischiare che una buona parte rimanga inutilizzata dai più. Vanno infine considerate le spie luminose poste agli estremi del quadrante: luce anabbagliante, luce abbagliante, indicatori di direzione, riserva carburante, allarme temperatura liquido refrigerate ed Engine Stop, mentre altre tre risultano inutilizzate.
I comandi al manubrio sono i consueti e multicolore che equipaggiano tutti gli scooter Malaguti e le leve freno sono ben proporzionate.
Passiamo ai vani bagagli che, si sa, nel caso dei 'ruote alte' difficilmente regalano sorprese. Al sottosella si accede sbloccandolo dalla chiave d'accensione (occorre comunque spegnere il motore), qui troviamo i tappo per il rifornimento carburante (10 litri), che obbliga quindi a scendere dalla sella e un modesto vano anteriore che contiene a fatica anche un casco demi-jet, il nostro Givi ad esempio, non c'è stato verso di farcelo stare. Anche lo sportello nel retroscudo, con serratura indipendente, cela un vano frastagliato e poco sfruttabile, che però contiene la presa di corrente e i fusibili. A questo punto, per il trasporto di bagagli non rimane che utilizzare la pedana piatta (coadiuvata dal gancio con sicura), questa sì ampia e sfruttabile, tanto che ospita perfettamente una confezione da sei bottiglie d'acqua minerale, lasciando spazio per i piedi. È naturalmente possibile utilizzare l'elegante portapacchi, predisposto per il montaggio del bauletto opzionale.
Paragonato ai competitor, non c'è confronto con lo Scarabeo che non prevede neppure il sottosella, mentre il Beverly fa meglio ospitando due demi-jet, ma il People 'straccia' tutti alloggiando un casco integrale e non solo.
Peccato veniale, dato il peso, l'assenza del freno di stazionamento, mentre troviamo entrambi i cavalletti, il laterale correttamente dotato di consenso all'accensione.

CICLISTICA
L'imput è stato categorico, Password avrebbe dovuto avere la pedana piatta, garantendo al tempo stesso la necessaria stabilità in velocità. Compito non facile, tanto che la concorrenza (Kymco escluso) ha preferito adottare una doppia culla d'irrigidimento e il relativo tunnel, ma attraverso un'accurata progettazione e lunghe sessioni di 'stress meccanico' si è arrivati ad un telaio con travi di grande diametro e scatolature d'irrigidimento che garantiscono la necessaria solidità strutturale. Il tutto senza appesantire troppo lo scooter che, con 156kg dichiarati, si pone ad un livello intermedio fra i competitor.
Le misure caratteristiche sono invece al massimo della categoria, sia per lunghezza (2.170mm) che per passo (1.484mm) e larghezza (760mm come il Piaggio). Al contrario la sella è posta a 778mm da terra, quindi la più bassa del lotto.
Venendo al reparto ruote, i cerchi in lega leggera da 16 pollici, a cinque razze sdoppiate, calzano pneumatici Pirelli GTS tubeless da 110/70 e 140/70.
Sostanzioso l'impianto frenante, di tipo tradizionale, che vede un disco da 270mm davanti (record di categoria) e un 240mm dietro, 'stretti' rispettivamente da pinze a doppio e singolo pistoncino.
Infine le sospensioni: una forcella idraulica con steli da 35mm ed escursione di 110mm e due ammortizzatori regolabili su cinque posizioni, sempre con 110mm di corsa.

PROPULSORE
Il 'vantaggio' di non produrre motori al proprio interno è, almeno in alcuni casi, la possibilità di scegliere quello che più confà alle esigenze del progetto. In questo caso si è preferito lo Yamaha/Minarelli da 250cc, in una versione rivista di quello utilizzato dal Majesty 250. In particolare si è lavorato sulla trasmissione, visto che questo propulsore si accoppia per la prima volta ad una ruota motrice da 16 pollici. Ma cambia anche l'albero a camme e si utilizza un carburatore con diffusore cresciuto a 30mm. Il risultato è una potenza massima di 15,8kW a 7.500giri e una coppia di 21Nm a 6.500giri, comunque molto simile a quella del propulsore 'originale'. Il Piaggio ha qualcosa in più come potenza e qualcosa in meno quanto a coppia, mentre il Kymco risulta decisamente meno prestante.
In generale si tratta di un monocilindrico, monoalbero a camme in testa con distribuzione a due valvole, raffreddato a liquido e rispondente alle normative Euro 2 con scarico catalizzato.
Non vengono dichiarati i consumi e neppure le prestazioni.

TEST SU STRADA
Stresa è in ottima posizione quanto a percorsi guidati, alle sue spalle si erge infatti il Mottarone, immancabile meta per una gita che, oltre ad offrire un panorama spettacolare, presta anche numerose strade, con curve, controcurve e un asfalto in buone condizioni, per divertirsi, meglio se durante la settimana. Non è mancato neppure il traffico del centro e una puntata in autostrada per saggiare la stabilità sul veloce. Un'anteprima piuttosto completa quindi, con un chilometraggio finale vicino ai 200km.
La posizione in sella è alla portata dei più, oltre che per l'altezza, anche per la conformazione e la svasatura dei fianchi. L'imbottitura non ne ha sofferto, ma si nota una leggera inclinazione che spinge il pilota leggermente in avanti. Modesto, ma presente, il piccolo appoggio posteriore, mentre la porzione destinata al passeggero risulta più rigida e compatta. Aspetto l'occasione di 'scarrozzare' un passeggero/a per un parere complessivo, intanto segnalo che le pedane sono del tipo retrattile e le maniglie inglobate nel portapacchi.
Ritornando a noi, lo spazio sulla pedana non manca, soprattutto lateralmente, mentre la posizione di guida non richiede di allungare le gambe. Il busto rimane infatti eretto e il manubrio si impugna con naturalezza, mentre alle ginocchia rimane tutto lo spazio necessario, anche ai più alti.
Pronti via, ecco la prima sorpresa, il variatore attacca deciso e la progressione è notevole, ad occhio la più autorevole della sua classe. Il motore continua a salire velocemente fino a circa 6.000giri, e giunto a 50km/h cambia marcia! Si, la trasmissione è a variazione continua, ma la taratura del variatore sembra simulare una marcia 'corta' fino a circa 50km/h e una successiva più 'lunga'. Il tutto accompagnanto da una rumorosità allo scarico un po' superiore alla media. Inutile dire che è difficile resistere e ogni partenza è l'occasione per uno sprint, ideale per lasciarsi alle spalle il traffico urbano o per uscire veloci dai tornanti.
Viaggiando senza forzare, l'effetto 'cambio' risulta meno evidente, e la progressione appare più costante.
Il comportamento in curva è leggermente sovrasterzante, occorre quindi lavorare di più sul manubrio e anticipare l'inserimento in curva, quando si cerca una guida spedita, mentre nella guida turistica non ci si accorgerà di nulla.
Notevoli gli angoli di piega, che mi risulti solo un tester ha toccato con il cavalletto laterale, e questo è un ottimo risultato, ma prometto d'impegnarmi di più alla prossima occasione...
La maneggevolezza nel traffico più intenso non è ai massimi livelli, come consuetudine per chi calza ruote da 16", in compenso l'ampio raggio di sterzo agevola le manovre, anche da fermo.
Altra piacevole sorpresa sono i freni, davvero potenti, in particolare il posteriore che riesce a fermare velocemente lo scooter senza l'aiuto di quello anteriore, arrivando anche difficilmente al bloccaggio, pur con una modulabilità non eccelsa. Potente e modulabile l'anteriore che 'chiude' le frenate con decisione, portando anche a fondo corsa la forcella, pensata più per il traffico urbano che per le 'staccate al limite. Le sospensioni comunque se la sono cavate egregiamente, anche se come spesso succede il posteriore è più 'secco' soprattutto nell'assorbire le piccole asperità, mentre la forcella, più cedevole, meriterebbe forse un maggiore freno in compressione, anche se sul pavé va sicuramente meglio com'è.
Ultimo test quello autostradale, dove, sfruttando tutto l'acceleratore e anche una leggera pendenza ho visto i 142km/h di strumento, ma 135-140 sono sembrati alla sua portata in ogni condizione.
Con queste andature la pedana piatta era impensabile, solo pochi anni fa, invece il Password è irreprensibile sul dritto, richiedendo un po' più d'attenzione sui curvoni, lasciandolo correre ed evitando d'attaccarsi al manubrio, in questo modo si limitano al massimo eventuali oscillazioni, ingenerate anche dalle malformazioni del fondo. Devo però dire che, con una guida più consona alla sua destinazione d'uso, il Password mi ha stupito per la sicurezza che sa infondere, e da un 'pedana piatta' così prestante non me lo sarei aspettato.
La protezione aerodinamica è perfetta per le gambe, dove non arriva praticamente nessuno spiffero, mentre più limitato è l'effetto del piccolo cupolino, sufficiente in estate, ma limitato in inverno.
Qualche vibrazione, soprattutto in partenza localizzata a cupolino e strumenti, per il resto tutto nella norma.
Purtroppo non ho avuto modo di testare con altrettanta cura i contendenti italiani, ma il Password esce sicuramente vincente dal confronto col People, sia per prestazioni che per guidabilità.

ACCESSORI OPZIONALI
Il bauletto posteriore sarà praticamente irrinunciabile e infatti non manca un modello da 35litri, verniciato nei colori dello scooter. Troviamo naturalmente anche il parabrezza, ma fin troppo alto e fissato con 'poco simpatiche' aste metalliche sporgenti. Belli invece i paramani indipendenti e per maggior sicurezza dai furti c'è l'antifurto elettronico.

CONCLUSIONI
Per festeggiare i suoi primi 75 anni, un prodotto niente male: centrato nel segmento più combattuto del mercato, con estetica personale e qualità costruttiva di buon livello. Ad una quotazione di 3.890 Euro, leggermente inferiore alla concorrenza (Kymco escluso), offre prestazioni eccellenti, una guidabilità sincera e ottimi freni. Pecca un po' nella disponibilità di spazi, ma esagera in completezza della strumentazione. Sperando che non serva mai, offre anche l'assicurazione ACI Global gratuita per il primo anno e naturalmente la garanzia per due anni.
Disponibile da pochi giorni nella rete di vendita, rappresenta una valida alternativa ai 'soliti' modelli, con buone possibilità nella classifica di vendite.

Testo: Fabrizio Villa
Foto: MCP e Fabrizio Villa

 

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