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 · Piaggio X8 125
by Benny Spina
06/05/05

Perché mai, per viaggiare comodi e sicuri, bisogna acquistare un mezzo con i “fari a mandorla”? Le proposte offerte dai vari costruttori sono sempre più provocanti e, con l’andare del mercato, ci si aspetta sempre qualcosa di più e di più nuovo che sorpassi a colpi d’abbaglianti quello che c’è in giro.
Però, a lungo andare, il rischio è che il mercato sia zeppo di proposte che si assomigliano un po’ tutte tra loro, non solo per i contenuti (che per uno scooter sono sempre gli stessi tranne qualche eccezione di nicchia) ma soprattutto per lo stile e l’immagine.
In fondo, gli sforzi dei costruttori, sono epici perché l’acquirente è diventato esigente e lo scooter-utente è ormai alla stregua dell’automobilista, attento ai consumi, alla qualità generale ed allo stile molto di più di un tempo, quando il mercato era fatto da tre o quattro marchi e non di più.
E i giapponesi hanno dato un grosso impulso alla creatività generale, inventando i maxi-scooter ad esempio, con generose cilindrate e con vani bagagli degni di un taxi inglese.
E i marchi di casa nostra hanno tenuto testa. Madison di Malaguti è un pezzo di storia, come lo è la famiglia X9 che, tra alti e bassi, rimane una tra le pietre miliari della nostra Italia a due ruote automatiche! E Piaggio, infatti, con l’era Colaninno, vuole mantenere una linea di congiunzione storica tra utilità (Vespa), immagine (uno dei marchi storici del motociclismo mondiale) e futuro (contenuti tecnici e stilistici che fanno tanto “maestro alle superiori”!).

X8 è una conferma a questa tendenza tutta italiana di fare scooter che ha pochi ingredienti ma tanta pappa da mangiare quando è pronta.
Il nuovo nato della Maison di Pontedera è un mezzo concreto, stilisticamente bello, qualitativamente diverso dal resto della gamma Piaggio e molto affabile nel feeling di guida, tutti ingredienti che, come sapete, fanno di un mezzo un successo.
Da novembre dello scorso anno, data della presentazione, il Midi Piaggio ha avuto notevoli consensi in e fori il BelPaese, proponendosi come forse unica alternativa di taglia grande pur se con un propulsore a bordo ruota che inneggia al piccolo, con cilindrate di 125 e 200cc che, a dispetto totale della loro cubatura, sfoderano una grinta di rispetto.
Il 125cc è quello che stupisce di più. Il compartimento propulsivo è formato da un ormai famosissimo L.E.A.D.E.R. con testata a quattro valvole e catalizzatore per omologazione Euro2. Il regime di rotazione a “pieno sangue” è alto con i suoi quasi 8000giri/min ma la spinta in accelerazione pura è assolutamente spiazzante. Ci si aspetterebbe un comportamento di spinta un po’ sofferto, con uno spunto veloce che si fiacca dopo qualche metro, come la maggior parte dei 125 con la pedana. Invece, sorpresa! Il bel SerieX si spinge in avanti con una progressione degna di un 200 e stacca ottimi tempi ma, soprattutto, appaga chi ha la Patente B e non può quindi gironzolare con un 250. Un gran bel motore, pronto e con una trasmissione a punto che, staccando dolce, si rivela progressiva lungo tutto l’arco d’utilizzo del motore con una buona pace dei consumi e del bel viaggiare.
Ho provato anche il 200 e, credetemi, la differenza di circa il 35% di potenza in più tra i due X8 non si sente quasi. Il 200 è più “rotondo” e pieno ma lo spunto e l’accelerazione sono le stesse. Sembra anche più grintoso il 125, che si spinge col muso più avanti per un bel po’, cedendo poi quella manciata di km/h in più al fratellone che fila via fermandosi a circa 125orari, lasciando il 125 dietro al circa 110 con punte più alte se si sfruttano lunghe galoppate diritte. Non male per un ottavo di litro, vero?

Il telaio aiuta in modo lodevole il propulsore. Sia il 125 sia il 200 hanno una ciclistica “ibrida” con ruota anteriore da 14” e posteriore da 12” (per avere maggiore stiva sottosella). La forcella anteriore è la medesima del fratello X9 (anche il cerchio, se è per questo). Il forcellone oscillante posteriore fa il pari al propulsore ed è in fusione di lega d’alluminio (bello da vedere) e, combinato a due ammortizzatori con precarico regolabile, donano stabilità d’eccellenza al retrotreno. X9, ad esempio, non fornisce la stessa sensazione di stabilità sull’avantreno che regala X8, che entra in curva deciso e segue la traiettoria con apparente semplicità, anche se la tendenza al sottosterzo è un po’ presente (tendendo quindi ad allargare la curva) ma non da quasi mai la voglia di pelare il gas, semmai una volta presa la giusta confidenza, si possono affrontare le curve veloci come dei treni.
La soluzione della ruota da 12” pollici posteriore non è per niente sottodimensionata. Il fatto di avere una gomma da 130 è sinonimo di solidità su asfalto che è da provare! X8 si butta facile in curva nonostante il peso non sia poco (si viaggia vicini ai 170 kg con un minimo di cosette a bordo!) e la cosa dona sicurezza anche al pilota meno smaliziato.
La frenata è offerta da due dischi (non tre come su X9) e senza azione integrale. Questa scelta può sembrare strana, oggi che sembrano tutti votati alla “monoleva” per arrestarci. Eppure, la modularità è buona e si possono azionare sinceramente, senza paure, strizzando di più le leve che sono tarate sul duro per evitare inutili bloccaggi effetto del “panico-da-stop”! Una sorta di ABS naturale che evita di sentirsi nervosi alla guida. Il bloccaggio dell’avantreno non è cosa da tutti i giorni, su questo mezzo e, la sensazione di avere due ottimi freni a supporto della nostra sicurezza, da buoni risultati in termini di gestibilità quotidiana del veicolo. Le mani, a fine serata, stanno bene!
La posizione di guida è comoda, intuitiva e molto è lo spazio per gambe e piedi, che stanno su una lunga pedana che serve anche al passeggero.
Quest’ultimo gode di un buon comfort pur se, la sua porzione della bella sella in similpelle, forse può risultare poca per chi è di “seduta larga”.
Invece, il conducente, sta seduto bene, pacioso e comodo su una sella imbottita sul semirigido che fa bene alle terga anche se si sta tanto sopra. I piedi si appoggiano bene a terra e, lo stop&go del traffico, si fa senza problemi di sorta, senza mai avere paura di non riuscire a tenere in piedi il Midi.
Solo nelle manovre da fermo si fatica, data la mole ed il peso che sono decisamente Maxi.

La strumentazione che si gode stando a “cavallo” (il ponte centrale c’è e sotto troviamo il serbatoio del carburante, quindi siamo quasi a cavallo, no?) è piacevole alla vista e completa concretamente: tachimetro con conta-km parziale e totale, un bell’orologio grande e analogico, ago per temperatura liquido di raffreddamento, ago per quantità di benzina a bordo, spie che segnalano la riserva, sella e portello posteriore aperti, olio, check motore (per legge sugli Euro2) e led lampeggiante che segnala che l’immobilizer (di serie) è attivo e protegge il nostro acquisto dai babau. Insomma, c’è tutto e c’è perché è un mezzo serio e pratico, senza computer di bordo che, tanto, dopo un po’ nessuno usa più!
E sotto la sella? Beh, X8 è nato per sostituire Exagon. La filosofia di questi mezzi è la praticità. Infatti, 56litri di capienza sono pratici, che dite? Il vano è quanto di meglio si possa trovare in circolazione. E’ lungo e sufficientemente largo per farci stare la 24ore. E poi, la genialità: due accessi! Uno è canonico e si mette in pratica azionando un bottoncino sotto il freno sinistro, azionando la serratura elettrica che libera la sella, la quale si apre tanto in avanti presentandoci la porzione anteriore del vano. L’altro è un bellissimo portellone posteriore (nero su tutte le versioni).
Si, qui siamo su una station wagon a due ruote! Il riferimento automobilistico non è un caso. Anche su Exagon si accedeva ad una bauliera posteriore con un portello che si apriva verso il basso ma che non era poi così pratico. Qui, su X8 la musica cambia ed in meglio: il bel portello nero (su tutte le versioni) si apre verso l’alto come un portellone d’auto, aprendosi sulla parte posteriore del vano sottosella, largo e profondo che ci sta tranquillamente un casco integrale con altro oggetti. Veramente utile. Il portello ha fattura eccellente. Si apre con un altro bottoncino, stavolta sotto l’acceleratore. E’ dotato di una bella guarnizione automobilistica lungo tutto il perimetro, lo stesso che è superiore al bel faro posteriore.
Io ci ho stivato dodici bottiglie da 2 litri piene d’acqua, uno zainetto ed altro oggetti: fantastico!
Lo stile? X8 non vuole rompere gli schemi ma vuole presentarsi come un Midi Cruiser con dimensioni vicine al Maxi. La presenza scenica è vincente. Nello specchietto sembra un T-Max pure più largo (veramente, misure alla mano) per via di una carenatura anteriore infinita per un 125-200cc.

La copertura dall’aria è quasi totale a livello delle gambe e del busto, pecca un poco solo sulla parte superiore del casco ad alta velocità per via di un parabrezza sportivo, bello e fumé, che però crea qualche vortice che si annulla con il bel parabrezza maggiorato che Piaggio ha studiato come accessorio.
Il codone è piacevolmente elegante, con due molure cromate che ne percorrono la lunghezza fino a congiungersi con il monofanale posteriore.
L’eleganza è, infatti, il vero riferimento di questo bello scooter: cromature non eccessive ma presenti ne sottolineano l’immagine snob da compagno di classe che non sfigura mai in nessun’occasione. Potrete parcheggiarlo davanti al teatro senza sembrare ridicoli.
I colori sottolineano questa sua vocazione dandy, con un Argento Ghiaccio, un bel Cachemire (un argento più caldo), il Nero ed un elegantissimo Rosso Cherry, già noto in Piaggio e cavallo di battaglia del Beverly 500 (con questo colore è il più venduto).
Insomma, non manca niente per viverlo tutti i giorni con piacevolezza. Non dimentichiamo il piccolo vanetto anteriore che contiene due telefoni cellulari, dotato anche di presa 12V per la ricarica degli stessi (che però non si chiude con la chiave e quindi: meglio non dimenticarci dentro nulla, non si sa mai!)
Un mezzo bello, con un imponente e potente doppio faro anteriore, indicatori di direzione luminossimi (sembrano a led!) e un bel faro-stop posteriore che segnalano a meraviglia anche a chi ci segue le nostre mosse: sicurezza è anche questo.

Un mezzo nato per girare senza confini pur se limitato, nella versione di 125cc, dall’impossibilità di scorrazzare sicuro in autostrada, dove sarebbe in grado di filare a 120 di tachimetro senza turbamenti per centinaia di chilometri, con consumi risibili per il rendimento che è ottimo.
Insomma, a me è piaciuto parecchio e, se devo essere sincero, solo in Italia si poteva realizzare un mezzo tanto intelligente, serio e concreto che subisce ai semafori le piacevoli angherie dei passanti che mi chiedono “Bello! E’ un quattrocento??”…
No, è un fantastico 125 che, assieme al fratello di 200cc, vuole fare tanta strada e già ne sta facendo parecchia, scalando le classifiche di vendita mese dopo mese.
Avete visto che per fare un buon Midi, non bisogna per forza montare i fari “a mandorla”?

Testo a cura di: Benny Spina
Immagini: CyberScooter


 

 

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