Dopo quasi vent’anni di
astinenza dalle due ruote, salvo sporadici episodi,
mi ha ripreso il sacro fuoco. Non volevo certo uno
di quei pachidermici (e costosi) maxiscooter, oggi
tanto di moda, ma una via di mezzo né troppo
grande né troppo piccola, con una buona capacità
di carico. La scelta è caduta sul nuovo X8
200 (erede designato dell’Hexagon), colore
“rosso cherry”. Ecco le mie impressioni
dopo 1700 Km (1727, per la precisione).
1. ESTETICA E FINITURE
I giudizi sullo stile, si sa, sono sempre soggettivi,
tuttavia trovo che l’estetica dell’X8,
senza essere tra quelle che fanno girare la testa,
sia molto gradevole. La parte anteriore è
somigliante all’Aprilia Atlantic, sicuramente
più originale la parte posteriore, rastremata
e filante, con lo sportello di accesso al sottosella,
sempre nero indipendentemente dal colore del veicolo.
Eleganti i profili cromati sulle fiancate e sullo
scudo. Nel complesso l’aspetto ha un che di
‘rassicurante’.
Le finiture appaiono discrete, forse non ancora
a livello dei giapponesi – vedi ad esempio
le molte viti in vista che si potevano coprire con
tappini di gomma – ma comunque sufficientemente
curate: anche sul pavè più duro, non
ho avvertito scricchiolii o rumori di altro genere,
segno che il tutto è ben montato. Le plastiche
sembrano anch’esse di buona qualità.
Un esempio banale è quello da me soprannominato
“prova scarpa” ovvero quando si sale
a bordo senza troppa attenzione, graffiando le plastiche
dello scudo – non ho mai visto un solo scooter
con le plastiche immacolate! – E’ bastata
una spugnetta imbevuta d’acqua per rimediare
(a onor del vero, per un paio di graffi un pò
più ostici, ho utilizzato una gomma di matita
morbida). Gli specchietti, sebbene piuttosto duri
da regolare, non vibrano in nessuna circostanza,
nemmeno ad alta velocità.
Molto grande e sfruttabile il vano di carico, illuminato
e con il doppio accesso – dalla sella, appunto,
e post.-. La capacità reale è di circa
30 litri, sufficienti per contenere due caschi jet
(integrali no: ho provato, senza successo) con ancora
spazio disponibile. Sotto il sellone è presente
il telo coprisella, utilissimo per le lunghe soste
sotto il sole. Oltre all’allarme elettronico,
ho richiesto il portapacchi basculante e il bauletto
da 48 litri. Con questa configurazione, le possibilità
di carico sono davvero notevoli. Per dare un’idea,
quando ho trasferito lo scooter al mare in previsione
di usarlo quest’estate, ho trasportato:
- Due caschi jet (oltre all’integrale che
indossavo)
- Telo copriveicolo (da solo, occupava quasi metà
del vano)
- Catena e bloccadisco
- Playstation del figlio, con accessori e giochi
- Indumenti vari (ovviamente sciolti)
Tutto questo solo con i vani a disposizione, senza
nessuna appendice esterna (borse ecc.)
2. COMANDI – STRUMENTAZIONE
I comandi al manubrio sembrano di buona fattura
e di funzionamento intuitivo e sicuro (ho preso
un paio di acquazzoni, senza conseguenze). Oltre
ai classici, sono presenti due ulteriori pulsanti
che comandano l’apertura della sella a sn.
e dello sportello post. a ds. Ho trovato durette
le leve dei freni, ci si deve abituare. La strumentazione,
completamente analogica, comprende tachimetro (con
scala anche in miglia), contaKm totale e parziale,
termometro acqua, livello benzina e orologio, quest’ultimo
molto grande in modo da creare un certo effetto
di simmetria con il tachimetro. Non è previsto
il contagiri, del resto pressoché inutile.
Completa il tutto una serie di spie luminose (tra
cui la riserva, l’apertura dello sportello
posteriore e della sella), ben visibili anche sotto
il sole. Potrebbe fare comodo l’indicatore
della temperatura esterna ma, in fondo, si tratta
di uno sfizio. Il complesso è bello da vedere
e bene illuminato di notte, senza riflessi o confusioni
nella lettura.
Sulla sn dello scudo vi è un ulteriore piccolo
scomparto, chiuso a pressione, utile per riporre
oggetti come spiccioli, biglietto dell’autostrada
ecc. ma soprattutto con la presa di ricarica del
cellulare. Questo è un accorgimento molto
funzionale in quanto, nella maggioranza degli scooters,
la presa – quando c’è –
è posizionata nel sottosella, quindi il telefonino
è libero di andare dove vuole con rischio
di danneggiamenti.
3. SU STRADA
Premetto che l’utilizzo del mio X8 è
essenzialmente per svago (per fortuna) perché
vivo in Grecia e, per ora, lo uso solo in occasione
dei miei rientri in Italia. Dopo l’estate
– spero verso Settembre / Ottobre –
ho intenzione di trasferirlo ad Atene, sobbarcandomi
il relativo viaggio.
Il sellone è un po’ largo (sono alto
179 cm e tocco terra con le punte dei piedi), comodo
e non troppo cedevole, con un piccolo gradino fungente
da poggiaschiena (molto confortevole) che separa
la sezione del passeggero. La posizione di guida
è, per me, pressoché ideale. L’avviamento
elettrico è piuttosto rumoroso (ma ho saputo
che è una peculiarità dei motori Piaggio).
Una volta in movimento, si prova una piacevole sensazione
di solidità sul manubrio. Il motore è
brillante e silenzioso, la trasmissione ‘attacca’
dolcemente; l’accelerazione è notevole
(“vado via” a molti 250), mentre la
frenata, affidata a un disco ant e uno post, è
potente ma, come già accennato, si deve fare
l’abitudine alla durezza delle leve –
Piaggio afferma di aver adottato questa caratteristica
per ridurre le possibilità di bloccaggio
dei freni da parte principalmente dei motociclisti
più inesperti –. Qualche attenzione
al freno posteriore che blocca con una certa facilità.
In questa situazione però lo scooter rimane
dritto, almeno sull’asciutto (sul bagnato
non ho ancora avuto modo di provarlo e spero di
non provarlo mai!). Frenando, si sente un rumore
tipo ‘sfarfallio’ da entrambi i dischi,
ma i concessionari (ne ho interpellati due per maggiore
certezza) mi hanno rassicurato dicendomi che è
dovuto al fatto che i dischi stessi sono forati.
Stupisce però la mancanza di un sistema integrale.
A parte questo, non ho altri appunti sulla frenata.
Senza pretendere di emulare la MotoGP (tanto meno
con un mezzo di questo tipo), la tenuta mi è
parsa ottima. Si riescono a tenere traiettorie molto
precise. Le sospensioni lavorano bene, soprattutto
la forcella: sul famigerato pavè milanese
non si sentono colpi particolari sul manubrio (e
neppure sulla schiena), mentre gli ammortizzatori
posteriori sono più ‘secchi’
(ma regolabili su quattro posizioni). Grazie al
nuovo telaio bello rigido – rinforzato con
piastre in lamiera stampata - e alle gomme da 120/70
anteriore e 130/70 posteriore, montati su ruote
– in lega – rispettivamente da 14 e
12 pollici, il limite di tenuta dovrebbe essere
verosimilmente molto elevato, tuttavia non intendo
certamente trovare questo limite, men che meno sul
bagnato per il quale ho sempre un timore reverenziale.
In autostrada, il passo lungo – 1490 mm -
conferisce un’ottima stabilità in rettilineo
e nei curvoni, anche se si ‘sentono’
molto le scie dei camion. In queste condizioni,
tenendo il manubrio ben saldo tra le mani, è
meglio superarli appena possibile. Non è
certo difficile poiché a circa 100 Km/h tachimetrici,
se si apre il gas, si sente ancora un buon spunto
in avanti, sufficiente per trarsi d’impaccio
in tutte le situazioni. I 110-120 Km/h tachimetrici
si possono mantenere come velocità di crociera
senza problemi. La punta massima corrisponde a circa
135 Km/h, sempre al tachimetro, raggiunti dopo un
lancio nemmeno troppo lungo. Solo a questa velocità
si avvertono alcune vibrazioni sulla pedana, peraltro
non fastidiose. Viaggiando spediti, la pressione
dell’aria rimane entro limiti più che
tollerabili, senza vortici alle gambe o sulla schiena
ma, per chi volesse una maggiore protezione, è
disponibile un parabrezza più alto comprensivo
di paramani (costo intorno ai 95 Euro). Il clacson
è sempre ben percepibile.
La maneggevolezza è anch’essa più
che buona considerate le dimensioni che, se non
da maxi, non sono nemmeno mini. Col passeggero,
la cui parte di seduta è invero un po’
corta, la situazione non cambia molto ma devo dire
che, attualmente, il passeggero tipo è soltanto
mio figlio di nove anni (peso 39 Kg). Finora non
ho avuto occasione di trasportare qualcuno di stazza
più elevata.
E’ necessaria, invece, qualche attenzione
nelle manovre da fermo in spazi ristretti per via
del peso (col bauletto, portapacchi e antifurti
vari siamo intorno ai 165-170 kg), ma in ogni modo
basta farci l’abitudine.
Non ho rilevato con esattezza i consumi, ma partendo
da Milano col serbatoio poco sotto il pieno (12
l.) e viaggiando in autostrada fino in Liguria (circa
200 Km), sono arrivato a destinazione con la spia
della riserva (1,8 l) che iniziava a farmi l’occhiolino.
Posso quindi stimare una media intorno ai 20 Km/l.
A proposito, non è necessario scendere per
fare rifornimento perché il bocchettone è
sul tunnel centrale.
4. PREGI E DIFETTI
Il bilancio di questi primi 1700 Km è senza
dubbio OK. I pregi superano di gran lunga i difetti.
Di seguito, provo ad elencare gli uni e gli altri.
- PREGI: in estrema sintesi : confort, comportamento
su strada, prestazioni e, perché no, finiture.
- DIFETTI: non posso dire di aver trovato difetti
veri e propri (l’unico forse è il nome,
foneticamente non molto azzeccato) tuttavia sono
possibili, a mio avviso, diversi miglioramenti.
Ad esempio, in ordine di importanza :
4.1 Freni
Come già detto, la frenata è OK ma
un sistema integrale ci starebbe bene, soprattutto
pensando ai meno esperti. Ritengo utile anche l’ABS,
almeno in opzione, e il freno a mano per i parcheggi
in salita.
4.2 Faro anteriore
Il faro ant è sufficientemente potente (non
potentissimo). È suddiviso in due parti,
anabbagliante e abbagliante (oltre alle due piccole
luci di posizione), e quando funziona uno non funziona
l’altro e viceversa. Sarebbe auspicabile l’adozione
del doppio anabbagliante e doppio abbagliante. Inoltre,
con l’abbagliante acceso, molta luce si riflette
sui fianchi diminuendo così l’illuminazione.
4.3 Cavalletto
Il veicolo è fornito, di serie, del doppio
cavalletto, centrale e laterale, quest’ultimo
sicuramente da rivedere poiché ha il ritorno
automatico (infatti non lo uso mai, se non per soste
brevi). Si corre il rischio di mandare lo scooter
per terra, se ci si dimentica di questa caratteristica.
4.4 Hazard
Senz’altro opportuna l’adozione dell’hazard
(magari con un kit post vendita). Sui comandi al
manubrio, lo spazio c’è.
5. COSTI DI GESTIONE
Al momento, ho eseguito solo il tagliando dei 1000
Km (costo 30 Euro). Il programma di manutenzione
prevede tagliandi ogni 3000 Km.
6. CONCLUSIONI
Cosa dire?? Per me, si tratta di una delle migliori
proposte attualmente sul mercato, nel suo segmento.
D’accordo che 1700 Km sono ancora pochi per
un giudizio definitivo, ma se è vero che
il buongiorno si vede dal mattino….
Salutoni a tutti
Testo a cura di: Paolo
Immagini: CyberScooter
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