Scooterista da sempre, entusiasta
di un Aprilia Scarabeo 150 ho deciso di cedere alla nomea
della Suzuki e cambiare il mio mezzo con un Burgman 150
attirato dalla linea e dalla qualità costruttiva
del mezzo.
Dopo più di 1 anno di uso
intenso che ha compreso anche un paio di viaggi
a lungo raggio posso affermare che non lo rimpiangerò
(appena venduto) per numerosi motivi che rendono un mezzo
potenzialmente fantastico un flop commerciale.
Non mi dilungherò sulla descrizione del mezzo già
approfondita nelle altre prove quanto sulle sensazoni
e le cose che non mi son piaciute.
Iniziamo dai pregi, lo scooter
è costruito con cura, le plastiche sono ottime
e saliti in sella la sensazione è quella di trovarsi
su un mezzo di categoria superiore.
La presenza del freno a mano inizialmente mi ha lasciato
perplesso (esteticamente è inguardabile) ma ormai
non ne potrei più fare a meno, è davvero
utile e comodo.
Il cavalletto centrale e laterale sono comodi e facili
da azionare, comodo anche il passing e e il fantastico
sottosella che è regolare nelle forme ed enorme
come capacità.
Altri pregi sicuramente sono la seduta (comoda e naturale)
e la protezione offerta dal parabrezza di serie che devia
quello che deve deviare senza alterare la stabilità
o creare vortici.
Anche alle velocità più elevate gli specchietti
sono saldi e le vibrazioni minime.
Da segnalare l'ottima forcella anteriore da 33mm, sempre
stabile e che raramente arriva a fine corsa.
Insomma l'uovo di colombo penserete voi; purtroppo non
è così e veniamo alle note dolenti
I difetti sono talmente
stupidi che viene da pensare siano fatti apposta per far
innervosire noi proprietari.
Anzitutto la chiave che comanda tutto (accensione, serbatoio
e sottosella) è giustamente una sola, solo che
è fatta del metallo più tenero che ci sia
in commercio, in un anno sono riscito a piegarne 2 e spezzarne
1. E' impossibile tenerla nella tasca dei jeans (altrimenti
si storce) e quando si apre la sella si deve sempre fare
attenzione a non forzare.
Sempre parlando di sella diciamo subito che il sistema
di chiusura è degno di un forse di un cinquantino.
Mi hanno già rubato 2 caschi, aprire la sella è
un gioco da ragazzi, basta svitare 2 viti (a vista), rimuovere
un pezzetto della carrozzeria e sganciare la serratura
(non sarò più preciso, magari ci sono ladri
che ancora non lo sanno anche se dubito) quindi se pensate
di lasciarlo fuori la notte non lo comprate.
Altra genialata sono le luci di parcheggio stile auto
tedesche, utilissime per scaricare la batteria. Quando
girate la chiave per spegnere lo scooter non dovete arrivare
a fine corsa ma fermarvi prima; difatti se andate fino
a fine corsa accenderete le luci di posizione e... addio
batteria! Certo è una questione di attenzione ma
se si ha fretta e non ci si pensa sono guai, a me è
successo ad esempio quando, pressato dagli addetti di
carico del traghetto per la Sardegna, ho avuto la piacevole
sorpesa di trovarmi il mattino dopo ad Olbia (15 agosto)
con scooter starcarico, zavorrina imbestialita e batteria
a terra!
Questi i difetti stupidi ma purtroppo c'è qualcosa
di sbagliato proprio nell'impostazione del progetto.
Anzitutto le ruote da 12' sono una scelta secondo me poco
valida vista l'epoca in cui è stato pensato il
Burghy.
Piccole, davvero troppe piccole rispetto al mezzo e alla
strade italiane (tralasciando l'effetto visivo non appagante).
Il cruscotto e la strumentazione sono ridotti all'osso
e di scarso appeal. Manca un computer di bordo (comodo
soprattutto l'indicatore della temperatura per il rischio
ghiaccio), manca un contachilometri parziale e la spia
della riserva. Il contachilometri sballa parecchio, indicando
130 km/h con il gps ho potuto verificare una velocità
effettiva di 108 km/h (tra l'altro velocità massima
che raggiunge lo scooter).
Da ultimo un motore davvero poco potente, 10,7 KW sono
pochini per un 150 e non consentono grandi viaggi a meno
di vera passione ed è un vero peccato perché
con pochi accorgimenti ed un motore sui 200/250 avrebbe
potuto essere la giusta soluzione per unire la praticità
dello scooter cittadino con qualche giro al mare o per
i monti.
In definita l'idea che mi
sono fatto è di uno scooter nato vecchio, una bella
carrozzeria ma la stessa idea di scooter di 7 anni fa.
Sicuramente uno scooter senza anima, non è riuscito
a farsi odiare per fluidità di erogazione e qualità
delle plastiche ma neanche a farsi amare nonostante ci
abbia fatto viaggi e numerose gite...
Testo a cura di Tommaso
Francini
Foto
originali Suzuki
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