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 · APRILIA SCARABEO 500
23/04/03
PROVA DI FRANCESCO ROBERTI
pag. 5/6
Vedi anche: Anteprima, Presentazione Statica, Presentazione Dinamica, Prova Fabio Scotti, Prova 5.000 km

L’altro giorno, mentre mi recavo da CyberScooter in un’area di servizio autostradale ho incontrato un giramondo. “Ma che c'è di speciale in questo?” Direte voi. Tutti  abbiamo  sicuramente conosciuto un giramondo; in genere hanno moto coperte di adesivi e polveri provenienti da antiche civiltà... Siccome sei un motociclista da 30 anni, tra te e lui scatta immediatamente l'empatia e dopo 10 minuti ti ritrovi seduto al tavolo di un bar col giramondo davanti a 2 birre. Lo osservo e qualcosa non quadra… solitamente i giramondo hanno la giacca e la visiera del casco sporche di moscerini e la tomaia della scarpa sinistra consunta. Questo invece era lindo come se fosse appena uscito dalla lavatrice e indossava eleganti mocassini intonsi, pareva quasi un avvocato… insomma aveva qualcosa di strano… Finite le birre lo accompagno alla moto e con sorpresa mi accorgo che monta su uno scooter, precisamente su uno Scarabeo 500 attrezzato con tanto di bauletto e di borse laterali; accende il motore e dopo un ultimo saluto parte verso nuovi orizzonti…
Mi riavvio verso la sede di CyberScooter con ancora negli occhi la sagoma dello Scarabeo che si staglia all’orizzonte e penso che scene come quella che mi sono inventato potrebbero avverarsi in quantità,in futuro, vista la propensione ai viaggi del nuovo ruote alte della casa di Noale.

Dopo le foto di rito, dopo aver impedito a CyberFabrizio il guado di un fiume (“tanto c’ha la ruota alta…” diceva il folle…) ed aver capito che il computer di bordo dello Scarabeo riesce ad articolare più funzioni logiche di noi 4 tester messi assieme (vedasi foto), mi sono impadronito del mezzo e sono partito per svolgere la mia prova autostradale ed extraurbana, cercando di coinvolgere qualche amico di IHMS, possibilmente già dotato di scooter Aprilia.
L’occasione è diventata andare a trovare l’amico ‘The Pool’ di Roma, ‘apriliista’ convinto, attualmente motorizzato “Leonardo 250” con all’attivo oltre 44.000 km.
Ci diamo pertanto un puntello ad Arezzo con l’idea di fare un giro a Castiglion Fiorentino, ove si mangia un’ottima “tagliata”, e a Cortona.

M’infilo pertanto in autostrada a Palazzolo sull’Oglio (BS) in direzione Brescia-Piacenza-Bologna. Lo Scarabeo trova nell’autostrada il suo terreno congeniale. Grazie alle ruote da 16 pollici e alla valida ciclistica, si muove rapido e sicuro alle velocità autostradali, con il plus della terza luce di stop sul coperchio del baule: veramente utile nelle frenate, specie dopo il crepuscolo.
Sino ai 120 km orari effettivi la protezione offerta da scudo e parabrezza è totale: vi accorgete di essere in scooter solo perchè indossate il casco. Oltre tale velocità, se siete alti più di un metro e settantacinque, troverete che il parabrezza devia il flusso d’aria sulla sommità del casco, il che non crea vortici fastidiosi, ma dei notevoli fruscii e una sensibile rumorosità, specie se indossate un casco a mentoniera apribile.
A 130 km di tachimetro il motore ronfa sui 6.000 giri senza la minima vibrazione! Se poi amate viaggiare all’estero e vi recate in paesi ove non esistono limiti di velocità, mettendo alla frusta il mezzo, il computer di bordo vi comunicherà che vi muovete a 173 km orari, col contagiri fisso sulla tacca degli 8.000 ove inizia la zona rossa e in completa assenza di vibrazioni. Il tutto senza il minimo disturbo a patto che pieghiate il busto leggermente in avanti e che non vi mettiate in scia a veicoli di grosse dimensioni.
Ho molto apprezzato i paramani di serie che limitano la percezione del freddo alle dita, specie con temperature rigide e i deflettori laterali antiaria che possono essere facilmente sostituiti in caso di deterioramento per gli inevitabili contatti nell’utilizzo urbano.
Il motore è ben isolato e trasmette delle pulsazioni poco gradevoli solo al momento della partenza e nella marcia a bassissima velocità; basta superare i 4.000 giri e non sembra neppure un monocilindrico! Vista la classe del mezzo io penserei seriamente a dotarlo di un bicilindrico con qualche kW in più…

L’eccellente stabilità del mezzo denota un notevole progresso della ciclistica dello Scarabeo rispetto a quella dell’Atlantic 500 provato lo scorso anno. In particolare lo scudo e il parabrezza molto ampi consentono di viaggiare a qualunque andatura con le gambe, le caviglie e le ginocchia perfettamente al riparo da vortici e dal freddo e con il busto all’interno di una bolla d’aria calma (solo per i più alti i gomiti, le spalle e parte del casco sono lambiti dal vento); il rovescio della medaglia è che con un tale frontale il mezzo diventa sensibile alle scie di auto e furgoni. Niente di pericoloso per il guidatore smaliziato, un po’ di sgradevole apprensione per il neofita: è sufficiente non stare incollati ai mezzi che viaggiano a 130 km/h in autostrada e tutto si risolve.

A Sasso Marconi termina la monotona pianura e finalmente con la salita iniziano le curve. Qui lo Scarabeo si rivela superiore alle aspettative, mantenendo con rigorosa precisione le traiettorie sui curvoni autostradali, senza scomporsi, né per le asperità del fondo stradale, né per le giunture dei viadotti che tante apprensioni creano negli scooter a ruota bassa. Con questi ultimi, la schiena è molto più sollecitata, specie quando s’incappa nelle buche, cosa che con lo Scarabeo non accade, grazie al diametro delle ruote, praticamente solo di 1 pollice inferiore a quello delle moto stradali. Salendo per i curvoni appenninici vengo superato da una BMW RT 850 e mi ci accodo: lo Scarabeo tiene tranquillamente il passo autostradale della moto, e anche quello delle auto. Solo qualche insolente Porsche mi ha ‘scanalato’ chiedendo strada… il nuovo mezzo di Noale assomiglia molto più ad una vera moto automatica che ad uno scooter.

L’indicatore del carburante dopo 240 km segnala che il capiente serbatoio (17 litri) è vuoto e mi fermo a far benzina. Il serbatoio è sotto la sella e ha il bocchettone piuttosto stretto, probabilmente al fine di limitare la fuoriuscita dei vapori di benzina durante il rifornimento. Se volete riempirlo sino all’orlo, dovete usare una certa cautela nell’erogare gli ultimi 3 o 4 litri, altrimenti rischiate rigurgiti di carburante. Altra cautela da osservare è quella di parcheggiare il mezzo non in salita o rischiate che la sella, priva di molla si chiuda da sola e possibilmente (per agevolarne la chiusura) sul cavalletto centrale, che peraltro richiede una certa energia nell’azionamento.

Il cavalletto laterale è posizionato piuttosto indietro, fuori dal campo visivo del conducente e occorre andare a cercarlo con gesto ginnico finché non se ne memorizza la posizione. Si consiglia quindi alle gentili guidatrici di non indossare strette gonne a tubo al manubrio dello Scarabeo…

Uscito dall’autostrada incontro 'The Pool' e dopo i convenevoli di rito gli cedo lo Scarabeo in cambio del Leo e ci rechiamo verso il ristorante.
Lo Scarabeo si comporta bene anche sulle statali. Se ci si ferma l’accelerazione non è brillante, ma caratterizzata da una progressione dolce e regolare specie nelle prime decine di metri. La sensazione a pelle è che il Leonardo abbia più spunto in partenza. Ritengo che questa scelta (a mio avviso apprezzabile) sia dovuta alla volontà di non mettere in difficoltà l’utenza meno smaliziata nelle partenze ai semafori, specie sul bagnato e sulla segnaletica orizzontale. Comunque dopo qualche decina di metri il motore si posiziona sui 5800 giri e la spinta si fa vigorosa, tanto che al termine dei 400 metri il gap rispetto ai 5/600 cc più brillanti è nell’ordine del secondo e non fa desiderare una maggior progressione.

I freni: il mezzo ci è stato consegnato coi freni nuovi; inizialmente l’impianto sembrava poco potente, ma è bastato rodarlo un po’ per rendersi conto della sua efficienza: il mezzo è ben bilanciato e rallenta senza scompensi a patto però di applicare una forza davvero robusta sulle leve.
A proposito dei freni e di quanto siano soggettive le valutazioni valga questo esempio:
The Pool che proviene da un Leo 250 ha trovato i freni spugnosi e poco incisivi, mentre ‘Pasc’ che proviene da un Suzuki Burgman 650 ha trovato i freni ottimi. È difficile pertanto essere obiettivi nelle valutazioni… anche se in tutta onestà ci sono concorrenti che frenano meglio. (N.d.R.: Aprilia ci ha poi segnalato che le pastiglie dei freni erano di una 'partita' non conforme a quelle definitive.)
In più occasioni in autostrada ho dovuto frenare vigorosamente in curva e il sistema di frenata assistita si è sempre comportato bene, anche sotto la pioggia e con asfalto viscido. In questo è stato agevolato dalla gommatura; spesso ho criticato le Maxxis come gomme di primo equipaggiamento di parecchie case italiane. Devo fare ammenda: le Maxxis progettate e costruite appositamente per il grosso Aprilia hanno ottimamente figurato su ogni tipo di fondo e in ogni condizione.

I consumi sono buoni: ho percorso16,73 km/litro nei 1000 km della trasferta autostradale e 22.39 km/litro nei 765 km dell’extraurbano; sarebbe poco ragionevole pretendere di più data la massa e la sezione frontale del mezzo.

Per pochi km ho fatto le veci del passeggero: ho goduto di ottimo trattamento, con un corretto posizionamento delle pedane e delle maniglie, un comodo poggiaschiena e una sella confortevole.
Gli splendidi panorami delle colline toscane si godono magnificamente dalla sella dello Scarabeo e finalmente giungiamo da “Mozzicone” ove ci aspetta una splendida tagliata. Si chiacchiera del più e del meno, ma il tempo è tiranno e dopo una puntatina alla splendida Cortona, io e The Pool riprendiamo a malincuore la via di casa.
Calato il buio apprezzo il buon lavoro della fanaleria e noto con soddisfazione che l’abbagliante non implica l’automatico spegnimento dell’anabbagliante, come accade molto spesso.

Affidabilità: il motore è sempre partito al primo colpo, raggiungendo rapidamente la temperatura d’esercizio e problemi meccanici non se ne sono presentati. Gli unici nei sono stati: la perdita del pulsantino inseriscifrecce e lo specchietto destro che si è allentato. Per qualche km ha malfunzionato il contakm, ma poi si è ripreso da solo.

Un’ultima nota sull’estetica: due cinquantenni seduti su una panchina alla vista dello Scarabeo hanno esclamato: “il Galletto!!!! Anch’io ce l’avevo!!! È Guzzi vero?!?!?”
“Si, quasi” ho risposto… in fondo oramai Guzzi e Aprilia fanno parte della stessa famiglia…
Grazie Scarabeo... anche solo perchè fai rivivere le emozioni di gioventù a chi oramai ha i nipotini che iniziano a voler andare in scooter!!!

Testo: Francesco Roberti
Foto: Francesco Roberti, Fabrizio Villa

 

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