L’altro giorno,
mentre mi recavo da CyberScooter in un’area di servizio
autostradale ho incontrato un giramondo. “Ma che
c'è di speciale in questo?” Direte voi. Tutti
abbiamo sicuramente conosciuto un giramondo; in
genere hanno moto coperte di adesivi e polveri provenienti
da antiche civiltà... Siccome sei un motociclista
da 30 anni, tra te e lui scatta immediatamente l'empatia
e dopo 10 minuti ti ritrovi seduto al tavolo di un bar
col giramondo davanti a 2 birre. Lo osservo e qualcosa
non quadra… solitamente i giramondo hanno la giacca
e la visiera del casco sporche di moscerini e la tomaia
della scarpa sinistra consunta. Questo invece era lindo
come se fosse appena uscito dalla lavatrice e indossava
eleganti mocassini intonsi, pareva quasi un avvocato…
insomma aveva qualcosa di strano… Finite le birre
lo accompagno alla moto e con sorpresa mi accorgo che
monta su uno scooter, precisamente su uno Scarabeo 500
attrezzato con tanto di bauletto e di borse laterali;
accende il motore e dopo un ultimo saluto parte verso
nuovi orizzonti…
Mi riavvio verso la sede di CyberScooter con ancora negli
occhi la sagoma dello Scarabeo che si staglia all’orizzonte
e penso che scene come quella che mi sono inventato potrebbero
avverarsi in quantità,in futuro, vista la propensione
ai viaggi del nuovo ruote alte della casa di Noale.
Dopo le foto di rito, dopo aver impedito a CyberFabrizio
il guado di un fiume (“tanto
c’ha la ruota alta…” diceva il folle…)
ed aver capito che il computer di bordo dello Scarabeo
riesce ad articolare più funzioni logiche di noi
4 tester messi assieme (vedasi foto),
mi sono impadronito del mezzo e sono partito per svolgere
la mia prova autostradale ed extraurbana,
cercando di coinvolgere qualche amico di IHMS,
possibilmente già dotato di scooter Aprilia.
L’occasione è diventata andare a trovare
l’amico ‘The Pool’ di Roma, ‘apriliista’
convinto, attualmente motorizzato “Leonardo 250”
con all’attivo oltre 44.000 km.
Ci diamo pertanto un puntello ad Arezzo
con l’idea di fare un giro a Castiglion
Fiorentino, ove si mangia un’ottima “tagliata”,
e a Cortona.
M’infilo pertanto in autostrada a Palazzolo sull’Oglio
(BS) in direzione Brescia-Piacenza-Bologna. Lo Scarabeo
trova nell’autostrada
il suo terreno congeniale. Grazie alle ruote
da 16 pollici e alla valida ciclistica, si muove
rapido e sicuro alle velocità autostradali, con
il plus della terza luce di stop sul coperchio del baule:
veramente utile nelle frenate, specie dopo il crepuscolo.
Sino ai 120 km orari effettivi la protezione
offerta da scudo e parabrezza è totale: vi accorgete
di essere in scooter solo perchè indossate il casco.
Oltre tale velocità, se siete alti più di
un metro e settantacinque, troverete che il parabrezza
devia il flusso d’aria sulla sommità del
casco, il che non crea vortici fastidiosi, ma dei notevoli
fruscii e una sensibile rumorosità, specie se indossate
un casco a mentoniera apribile.
A 130 km di tachimetro il motore
ronfa sui 6.000 giri senza la minima vibrazione! Se poi
amate viaggiare all’estero e vi recate in paesi
ove non esistono limiti di velocità, mettendo alla
frusta il mezzo, il computer di bordo vi comunicherà
che vi muovete a 173 km orari,
col contagiri fisso sulla tacca degli 8.000 ove inizia
la zona rossa e in completa assenza di vibrazioni. Il
tutto senza il minimo disturbo a patto che pieghiate il
busto leggermente in avanti e che non vi mettiate in scia
a veicoli di grosse dimensioni.
Ho molto apprezzato i paramani
di serie che limitano la percezione del freddo alle dita,
specie con temperature rigide e i deflettori
laterali antiaria che possono essere facilmente sostituiti
in caso di deterioramento per gli inevitabili contatti
nell’utilizzo urbano.
Il motore è ben isolato
e trasmette delle pulsazioni poco gradevoli solo al momento
della partenza e nella marcia a bassissima velocità;
basta superare i 4.000 giri e non sembra neppure un monocilindrico!
Vista la classe del mezzo io penserei seriamente a dotarlo
di un bicilindrico con qualche kW in più…
L’eccellente stabilità del mezzo denota un
notevole progresso della ciclistica dello Scarabeo rispetto
a quella dell’Atlantic
500 provato lo scorso anno. In particolare lo
scudo e il parabrezza molto ampi consentono di viaggiare
a qualunque andatura con le gambe, le caviglie e le ginocchia
perfettamente al riparo da vortici e dal freddo e con
il busto all’interno di una bolla d’aria calma
(solo per i più alti i gomiti, le spalle e parte
del casco sono lambiti dal vento); il rovescio della medaglia
è che con un tale frontale il mezzo diventa sensibile
alle scie di auto e furgoni. Niente di pericoloso per
il guidatore smaliziato, un po’ di sgradevole apprensione
per il neofita: è sufficiente non stare incollati
ai mezzi che viaggiano a 130 km/h in autostrada e tutto
si risolve.
A Sasso Marconi termina la
monotona pianura e finalmente con la salita iniziano le
curve. Qui lo Scarabeo si rivela superiore alle aspettative,
mantenendo con rigorosa precisione
le traiettorie sui curvoni autostradali, senza scomporsi,
né per le asperità del fondo stradale, né
per le giunture dei viadotti che tante apprensioni creano
negli scooter a ruota bassa. Con questi ultimi, la schiena
è molto più sollecitata, specie quando s’incappa
nelle buche, cosa che con lo Scarabeo non accade, grazie
al diametro delle ruote, praticamente solo di 1 pollice
inferiore a quello delle moto stradali. Salendo per i
curvoni appenninici vengo superato da una BMW RT 850 e
mi ci accodo: lo Scarabeo tiene tranquillamente il passo
autostradale della moto, e anche quello delle auto. Solo
qualche insolente Porsche mi ha ‘scanalato’
chiedendo strada… il nuovo mezzo di Noale assomiglia
molto più ad una vera moto
automatica che ad uno scooter.
L’indicatore del carburante dopo 240 km segnala
che il capiente serbatoio
(17 litri) è vuoto e mi fermo a far benzina. Il
serbatoio è sotto la sella e ha il bocchettone
piuttosto stretto, probabilmente al fine di limitare la
fuoriuscita dei vapori di benzina durante il rifornimento.
Se volete riempirlo sino all’orlo, dovete usare
una certa cautela nell’erogare gli ultimi 3 o 4
litri, altrimenti rischiate rigurgiti di carburante. Altra
cautela da osservare è quella di parcheggiare il
mezzo non in salita o rischiate che la sella, priva di
molla si chiuda da sola e possibilmente (per agevolarne
la chiusura) sul cavalletto centrale, che peraltro richiede
una certa energia nell’azionamento.
Il cavalletto laterale è
posizionato piuttosto indietro, fuori dal campo visivo
del conducente e occorre andare a cercarlo con gesto ginnico
finché non se ne memorizza la posizione. Si consiglia
quindi alle gentili guidatrici di non indossare strette
gonne a tubo al manubrio dello Scarabeo…
Uscito dall’autostrada incontro 'The Pool' e dopo
i convenevoli di rito gli cedo lo Scarabeo in cambio del
Leo e ci rechiamo verso il ristorante.
Lo Scarabeo si comporta bene anche sulle statali.
Se ci si ferma l’accelerazione
non è brillante, ma caratterizzata da una progressione
dolce e regolare specie nelle prime decine di metri. La
sensazione a pelle è che il Leonardo abbia più
spunto in partenza. Ritengo che questa scelta (a mio avviso
apprezzabile) sia dovuta alla volontà di non mettere
in difficoltà l’utenza meno smaliziata nelle
partenze ai semafori, specie sul bagnato e sulla segnaletica
orizzontale. Comunque dopo qualche decina di metri il
motore si posiziona sui 5800 giri e la spinta si fa vigorosa,
tanto che al termine dei 400 metri il gap rispetto ai
5/600 cc più brillanti è nell’ordine
del secondo e non fa desiderare una maggior progressione.
I freni: il mezzo ci è
stato consegnato coi freni nuovi; inizialmente l’impianto
sembrava poco potente, ma è bastato rodarlo un
po’ per rendersi conto della sua efficienza: il
mezzo è ben bilanciato e rallenta senza scompensi
a patto però di applicare una forza davvero robusta
sulle leve.
A proposito dei freni e di quanto siano soggettive le
valutazioni valga questo esempio:
The Pool che proviene da un Leo 250 ha trovato i freni
spugnosi e poco incisivi, mentre ‘Pasc’ che
proviene da un Suzuki Burgman 650 ha trovato i freni ottimi.
È difficile pertanto essere obiettivi nelle valutazioni…
anche se in tutta onestà ci sono concorrenti che
frenano meglio. (N.d.R.: Aprilia
ci ha poi segnalato che le pastiglie dei freni erano di
una 'partita' non conforme a quelle definitive.)
In più occasioni in autostrada ho dovuto frenare
vigorosamente in curva e il sistema di frenata assistita
si è sempre comportato bene, anche sotto la pioggia
e con asfalto viscido. In questo è stato agevolato
dalla gommatura; spesso ho
criticato le Maxxis come gomme di primo equipaggiamento
di parecchie case italiane. Devo fare ammenda: le Maxxis
progettate e costruite appositamente per il grosso Aprilia
hanno ottimamente figurato su ogni tipo di fondo e in
ogni condizione.
I consumi sono buoni: ho
percorso16,73 km/litro nei 1000 km della trasferta autostradale
e 22.39 km/litro nei 765 km dell’extraurbano; sarebbe
poco ragionevole pretendere di più data la massa
e la sezione frontale del mezzo.
Per pochi km ho fatto le veci del passeggero:
ho goduto di ottimo trattamento, con un corretto posizionamento
delle pedane e delle maniglie, un comodo poggiaschiena
e una sella confortevole.
Gli splendidi panorami delle colline
toscane si godono magnificamente dalla sella dello
Scarabeo e finalmente giungiamo da “Mozzicone”
ove ci aspetta una splendida tagliata. Si chiacchiera
del più e del meno, ma il tempo è tiranno
e dopo una puntatina alla splendida Cortona,
io e The Pool riprendiamo a malincuore la via di casa.
Calato il buio apprezzo il buon lavoro della fanaleria
e noto con soddisfazione che l’abbagliante non implica
l’automatico spegnimento dell’anabbagliante,
come accade molto spesso.
Affidabilità: il motore
è sempre partito al primo colpo, raggiungendo rapidamente
la temperatura d’esercizio e problemi meccanici
non se ne sono presentati. Gli unici nei sono stati: la
perdita del pulsantino inseriscifrecce e lo specchietto
destro che si è allentato. Per qualche km ha malfunzionato
il contakm, ma poi si è ripreso da solo.
Un’ultima nota sull’estetica:
due cinquantenni seduti su una panchina alla vista dello
Scarabeo hanno esclamato: “il Galletto!!!!
Anch’io ce l’avevo!!! È Guzzi vero?!?!?”
“Si, quasi” ho risposto… in fondo oramai
Guzzi e Aprilia fanno parte della stessa famiglia…
Grazie Scarabeo... anche solo perchè fai rivivere
le emozioni di gioventù a chi oramai ha i nipotini
che iniziano a voler andare in scooter!!!
Testo: Francesco
Roberti
Foto: Francesco
Roberti, Fabrizio
Villa
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