Ci sediamo facendo attenzione al tetto e ci troviamo
in un guscio abbastanza spazioso, limitato solo in altezza,
siamo intorno al metro e ottanta e, con il casco, siamo
in prossimità della moquette del tetto.
Lo spazio per le gambe è buono e i comandi sono a
portata di mano. La sella è bassa e sufficientemente
morbida. La visibilità degli strumenti è in
parte ostacolata dal manubrio, sul lato sinistro lo spazio
per l'autoradio protetta da uno sportellino e nel pannello
sotto il manubrio la predisposizione per gli altoparlanti.
In due lo spazio è piuttosto limitato, costretti
dal baule/poggiaschiena che non permette al passeggero
di indietreggiare. Sconsigliato alle coppie sovrappeso
o un buon motivo per mettersi a dieta.
Scendiamo dal cavalletto e partiamo, il motore gira
subito piuttosto alto e spinge l'Adiva come un analogo
150cc. fino ad una velocità dichiarata di circa 100km/h,
noi abbiamo visto solo gli 80km/h, ma in città con
il traffico non si poteva fare di più.
La stabilità è buona e solo chiudendo il gas
si nota un accenno di "galleggiamento" per via del baricentro
non bassissimo.
La maneggevolezza è appena sacrificata, risulta comunque
una bicicletta a confronto di un Burgman. Scende in piega
dolcemente e anche le inversioni si fanno istintivamente.
La frenata è incisiva e modulabile quanto basta.
Quello che non ci ha convinto è la visibilità,
i montanti del parabrezza sono invadenti e in piega anche
il tetto limita il colpo d'occhio per monitorare il traffico
sempre più caotico delle nostre città. Anche
gli specchietti oltre i deflettori trasparenti, non sono
sempre perfettamente visibili.
Un ulteriore appunto, va fatto alla stabilità in
caso di vento forte o in presenza di scie di grossi veicoli.
Pur non avendo sperimentato la cosa direttamente, in questo
breve assaggio, pensiamo che l'Adiva ne soffra ben più
di un normale scooter, limitandone l'uso autostradale
ed extraurbano.
Del resto il suo habitat ideale è la metropoli dove
se la cava egregiamente, visibilità a parte.
La protezione è eccezionale, si è completamente
riparati dall'ampio parabrezza fornito di deflettori e
anche le mani sono completamente protette da vento e pioggia,
in più anche spalle e testa sono al riparo sotto
al tettuccio rivestito in moquette. Solo dietro la schiena
si richiudono dei vortici, ma se volete più protezione
potete solo passare alla Smart e farvi le code!
In caso di pioggia c'è anche il mastodontico tergicristallo
e lo spruzzino lavavetri (che lava anche chi vi sta a
fianco al semaforo!), nutriamo solo qualche dubbio nella
trasparenza del plexiglass dopo qualche tempo.
Concludendo, siamo di fronte ad una strada aperta su cui
c'è sicuramente ancora da lavorare e da studiare,
ma intanto con poco meno di 10.000.000 chiavi in mano
(poco meno per il 125 in arrivo), vi portate a casa un
mezzo in grado di sostituire l'auto, in contesto urbano,
senza farvi soffrire troppo i disagi legati alle intemperie
e con tutti i vantaggi di mobilità derivanti dalle
due ruote.
Il sasso è stato lanciato e aspettiamo evoluzioni
interessanti in un futuro prossimo, magari anticonvenzionali,
anche con tre ruote che si possono inclinare come già
Honda, Aprilia e recentemente Italjet stanno studiando.
In attesa che i vari Costruttori riescano a stupirci,
l'Adiva è già dai concessionari.
Ringraziamo la Benelli e la concessionaria F.lli
Sacchi di Milano per averci gentilmente permesso questo
test.
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