Dal 2001 l'Honda SH
125/150 è di gran lunga lo scooter più venduto
in Italia e di conseguenza anche il motoveicolo più
venduto sia in Italia che in Europa. Un successo
travolgente su cui non molti avrebbero scommesso al tempo
della sua presentazione
nel dicembre 2000 a Bologna.
Come abbiamo già avuto modo di scrivere nella prova
della versione che va a sostituire, non si tratta di un
veicolo che attira al primo sguardo, ma che centra meglio
di altri competitor le esigenze dello scooterista urbano:
ruote alte, compatto ma comodo, scattante, affidabile,
ben costruito e con un rapporto qualità-prezzo
di assoluto riferimento.
Dopo 4 anni sempre al vertice, oltre
130.000 esemplari venduti e qualche concorrente
che inizia a dar battaglia, è però arrivato
il momento di un concreto restyling.
La 'i' che contraddistingue
la versione 2005 sta principalmente per 'iniezione',
il propulsore adotta infatti un'evoluzione del sistema
di alimentazione introdotto con il Pantheon due anni fa.
Questa soluzione consente una riduzione
dei consumi, un aumento delle
prestazioni e soprattutto, di questi tempi, un
abbassamento delle emissioni inquinanti,
tanto che l'SH 125/150 i è il
primo scooter a superare le normative Euro 3, obbligatorie
solo da gennaio 2006.
Cambia poi anche l'aspetto estetico e s'incrementano funzionalità
e comfort mentre il prezzo non si discosta poi di molto,
in particolare nella versione 150cc.
Protagonista del nostro Test Anteprima è la versione
da 125cc, quella che ha tratto più giovamento
dalla 'i' in termini prestazionali e che si è reso
protagonista di un sostanzioso incrementato di vendite
nel corso del 2004.
Si è trattato di una rapida sessione nel centro
cittadino, sufficiente per trarre le prime indicazioni,
in attesa di una più articolata prova su strada.
CONTESTO
Gli ottavo di litro, vuoi per l'accesso con la patente
B, vuoi per le note vicende riguardanti il patentino per
i ciclomotori, stanno vivendo un momento di grande interesse
e numerose sono le proposte del mercato, soprattutto nel
segmento 'ruote alte'. Il più accreditato competitor
(con ruote da 15") è sicuramente l'Aprilia
SportCity 125 che come suggerisce il nome ha una
connotazione più sportiva e qualche plus ciclistico
ad un prezzo leggermente inferiore. Ad un gradino inferiore,
sia di prezzo che di contenuti, troviamo una serie di
proposte, capitanate dal Piaggio
Liberty, che vanno dal Kymco People al Sym HD,
passando per il Malaguti Ciak ed il Peugeot Looxor.
LINEA/DOTAZIONE
Pur riprendendo lo stile del predecessore, in realtà
le plastiche sono interamente ridisegnate,
così come i fari, la sella, il portapacchi e i
parafanghi. A colpo d'occhio risulta più corposo
e al contempo dinamico, merito del diverso andamento dello
scudo, della sella più importante e della coda
più slanciata, anche la marmitta è più
inclinata. Particolare cura è stata dedicata al
frontale con la nuova griglia del radiatore incorniciata
da indicatori di direzione e luci di posizione che formano
un inconfondibile 'tris' d'illuminazione con il nuovo
faro multi-reflector. Osservandolo
con maggiore attenzione appare anche più 'ricco'
e curato, grazie al nuovo cruscotto, agl'indicatori di
direzione chiari e alle belle pedane retrattili del passeggero.
La coda infine richiama in modo evidente le moto 'più
scooter' di casa Honda, ovvero le CBF 500 e 600.
Massima cura anche al comfort con una sella
più imbottita, che non fa pesare il centimetro
in più grazie alla particolare conformazione e
alle svasature della pedana. Appena percepibile l'incremento
di spazio per le gambe, dovuta ad una diversa conformazione
di sella e retroscudo, ma apprezzabile l'estensione delle
plastiche non verniciate nelle zone più esposte
della pedana.
Due gli elementi più significativi a livello funzionale:
l'unificazione delle serrature
con il blocchetto d'accensione che apre finalmente anche
la sella e il bel bauletto opzionale
offerto a 100 Euro (invece di 170) se ordinato assieme
allo scooter di cui, in questo caso, condivide la chiave
dell'avviamento. Si tratta di un elegante modello da 35
litri, dotato di poggiaschiena e verniciato come lo scooter,
che si aggancia negli appositi incastri del portapacchi
senza l'interposizione di alcuna piastra.
Rimanendo in ambito bagagli
il vano nel retroscudo è stato ridisegnato ma rimane
minimale, appena sotto troviamo il gancio appendiborse
a moschettone; incrementa leggermente invece il sottosella,
pur ospitando solo caschi di tipo demi-jet, di cui è
in arrivo un modello appositamente realizzato da Honda.
Lo spazio recuperato nel sottosella è in gran parte
dovuto al serbatoio carburante
che ha 'perso' poco meno di un litro di carburante (ora
7,5), compensato però da consumi più contenuti
che mantengono inalterata l'autonomia disponibile, peccato
che per fare rifornimento sia sempre necessario sollevare
la sella.
Invariate leve e comandi al manubrio dove si segnala l'ingegnoso
quanto semplice 'freno a mano'
che agisce sulla leva sinistra.
Il cruscotto ha un nuovo look, pur offrendo le medesime
funzionalità con in più la spia di check
dell'iniezione e le frecce sdoppiate, manca a nostro avviso
la spia di riserva carburante, mentre si ritrova l'utile
contachilometri parziale.
Cavalletto unico centrale, una scelta condivisibile visti
i modesti pesi in gioco.
Ben cinque le colorazioni
disponibili, oltre al Velvet Red Metallic del servizio,
trovate: Cynos Grey Metallic, Iceland Blue Metallic, Quasar
Silver Metallic e Pearl Montana Blue.
CICLISTICA
A livello ciclistico da segnalare l'utilizzo di nuove
sospensioni Showa, che risultano più omogenee
a livello di escursione, con la posteriore, regolabile
su tre posizione, che sale da 70 a 82mm e l'anteriore,
con steli da 33mm, che passa da 120 a 100mm. Cresce di
due millimetri l'interasse (1.330mm), per offrire una
maggiore stabilità e anche il peso a secco di 3kg,
per un totale in ordine di marcia di 133,9kg.
Cambiano leggermente anche le misure caratteristiche con
2.038mm di lunghezza (+28mm), 712 di larghezza e 1.141
in altezza (+26).
In molti avrebbero auspicato una maggiorazione dell'impianto
frenante che rimane invariato e caratterizzato
dal sistema combinato CBS con la leva sinistra che agisce
sul tamburo posteriore (da 130mm) e contemporaneamente,
tramite un rinvio meccanico, sul disco anteriore (da 220mm);
la leva destra lavora tradizionalmente sul freno anteriore
attraverso la pinza a doppio pistoncino.
Nessuna variazione anche per ruote
e pneumatici che vedono cerchi in lega leggera
a cinque razze da 16 pollici e pneumatici 100/80 e 120/80
davanti e dietro.
PROPULSORE
Si tratta della stessa unità che equipaggia anche
le precedenti versioni oltre ai numerosi 'cugini' Dylan,
@ e Pantheon, ma da quest'ultimo eredita l'impianto d'alimentazione
ad iniezione elettronica PGM FI,
anzi ne utilizza una versione ulteriormente evoluta, sempre
in un modulo leggero e compatto posizionato a ridosso
della testata, che integra corpo farfallato, centralina
e sensori.
L'adozione dell'iniezione ha consentito l'utilizzo del
più avanzato sistema catalizzante
Honda HECS3 con sonda lambda rendendo superfluo
ed eliminando il sistema d'immissione d'aria (AIS).
I risultati di tanta sofisticazione ne fanno il propulsore
più parco sia in termini
di consumi che per emissioni inquinanti, e al contempo
fra i più prestazionali del suo settore.
Diamo un po' di numeri: consumo medio dichiarato 34,1
km/litro, emissioni inferiori alla normativa Euro 3, coppia
massima 11,5Nm a 7.000 giri, potenza massima 10,1kW a
9.000 giri.
Naturalmente il sistema di trasmissione è affidato
alla cinghia V-Matic e al cambio a variazione continua.
TEST SU STRADA
Come detto si è trattato solo di un assaggio, quindi
non chiedeteci la media dei consumi o l'affidabilità
meccanica, per questi aspettiamo l'occasione di una prova
più articolata e, come sempre, la vostra collaborazione.
La posizione in sella è
confortevole con un accenno di schienale e sufficiente
spazio per i piedi e le gambe anche dei più alti.
Il manubrio è compatto e si assume la medesima
posizione che con il predecessore.
La situazione è ottima anche per il passeggero,
che poggia su una sella ben conformata, con pratiche maniglie
e comode pedane retrattili, se poi si è scelto
anche il bauletto, con poggiaschiena, tanto meglio.
Il motore è brioso
sin da subito, sale di giri con una autorevolezza non
facile da ritrovare nella sua classe e gode di una buona
dose di coppia che permette riprese briose senza aspettare
i regimi più elevati. Quanto di meglio quindi per
muoversi nel traffico con una discreta capacità
di allungo quando la strada lo consente. A memoria, i
vantaggi rispetto alla precedente versione sono tangibili
e anche la presenza del passeggero non 'pesa' che in misura
ridotta. Non abbiamo avuto modo di testare la velocità
massima, ma le premesse per migliorare le performance
dell'SH non 'i' ci sono tutte.
Immutata la manrggevolezza
che consente agili slalom anche nel traffico più
congestionato.
Le nuove sospensioni se la
sono cavata più che degnamente, più morbide
nella prima parte della corsa, si irrigidiscono successivamente
per evitare i fondo corsa sulle asperità più
pronunciate e reggono la 'prova pavé' senza scuotimenti
eccessivi. Stiamo parlando di unità orientate al
comfort, appena più sostenute delle precedenti,
e in linea con la filosofia del mezzo.
Infine la frenata, che utilizzando
l'impianto conosciuto, non se ne discosta molto quanto
a rendimento. A nostro avviso risulta sufficientemente
modulabile e potente, a patto di usare contemporaneamente
entrambe le leve, certo non si è in presenza dell'autorevolezza
espressa dal 'cugino' Pantheon offerto anche ad un prezzo
superiore, ma il feeling è buono e i fenomeni di
bloccaggio sono piuttosto remoti. Rimane la strana sensazione
dovuta alla leva destra che segue l'azione di quella sinistra,
ma ci si fa presto l'abitudine.
Bene il reparto trasmissione
che coadiuva alla perfezione la coppia del propulsore,
garantendo partenze e riprese ai vertici della sua classe.
Ovviamente limitata alle sole gambe la protezione
dagli agenti atmosferici con il plus degli sfoghi del
radiatore nel retroscudo che se abbinati ad una 'copertina'
creano un ambiente più 'temperato', integrabile
a piacimento con gli accessori dedicati.
La prova è stata condotta in gran parte con il
bauletto montato, contenente qualche chilo di bagaglio,
senza notare alcuna ripercussione sulla guida né
tantomeno scuotimenti al manubrio o 'shimmy'.
ACCESSORI
Oltre al bauletto che, ormai l'avrete capito, consideriamo
un must, potete richiedere: l'Antifurto
Integrato che consta sia d'immobilizer, che di
sensore con allarme acustico, il Parabrezza
Avvolgente che comprende anche due paramani, preziosi
nel periodo invernale e per chi la preferisse, anche una
Sella Ribassata di 25mm.
CONCLUSIONI
Riassumendo: l'SH125i, si avvantaggia nei confronti del
predecessore di un sofisticato sistema ad iniezione elettronica
che gli consente di rientrare (ad oggi primo ed unico
motociclo) nelle normative Euro 3, di diminuire i consumi
del 10%, guadagnando contemporaneamente coppia e potenza
massima. Ha sospensioni più efficaci ed è
stato completamente ridisegnato risultando più
corposo e dinamico, pur mantenendo un appeal di largo
respiro. Ha anche guadagnato in funzionalità con
il blocchetto centralizzato, altri particolari e i numerosi
optional.
In effetti è cresciuto anche il prezzo, di circa
100 Euro portando la quotazione a 2.845
Euro, che considerando il bauletto in offerta,
arrivano a 2.945, riducendo di fatto il divario con la
medesima configurazione precedente.
Naturalmente qualche spazio di miglioramento c'è
ancora, soprattutto nei confronti di un'utenza più
sportiva che non potrà non subire le lusinghe dello
SportCity 125 Aprilia.
Consideriamo però l'SHi più 'generalista'
e in grado, con questa rinnovata versione, di soddisfare
ancor meglio le variegate esigenze di quel pubblico che
l'ha eletto a modello di riferimento.
Testo: Fabrizio
Villa
Foto: Monica Il
Grande
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