È proprio
la prova pratica, il momento più atteso per questo
scooter e come sempre non abbiamo lesinato con il chilometraggio
per interpretare al meglio il 'Phantom feeling'. Mille
chilometri: dagli slalom nel traffico, alle pieghe sulle
strade di campagna, fino a gite con tratte autostradali,
il tutto anche in compagnia del passeggero.
POSIZIONE IN SELLA
L'altezza della sella favorisce chi ha 'la gamba lunga',
ma andando a stringersi verso la punta, permette a molti
di poggiare almeno un piede a terra. La consistenza è
'sportiva' quindi piuttosto rigida, ma senza eccessi e
il leggero rialzo posteriore permette di sentirsi meglio
'nello' scooter. Le gambe si posizionano ad angolo retto,
con i piedi sulla pedana a fianco del tunnel, senza grande
possibilità di movimento. I rostri in gomma nella
parte bassa del retro scudo non traggano in inganno, non
c'è verso di poggiare i piedi lì. Con il
busto eretto e le braccia leggermente inclinate ad impugnare
un manubrio compatto con comode manopole, si completa
una posizione raccolta, ma agevole anche ai più
alti, che non troveranno ostacoli nel retroscudo.
Il passeggero si posiziona sulla parte di sella non ribaltabile
e si accorge subito che la morbidezza non è certo
la caratteristica principale, le gambe poi devono essere
piuttosto lunghe per raggiungere la parte dedicata di
pedana, mentre le mani si possono aggrappare abbastanza
agevolmente alle due 'alette'.
Complessivamente il quadro non invita a lunghi chilometraggi,
in particolare per quanto riguarda il passeggero, ma a
padroneggiare il mezzo nel miglior modo.
CITTÀ
La città 'se la beve', più o meno come il
suo fratellino da 50cc, almeno quanto a maneggevolezza,
perché di motore siamo, ovviamente, su un altro
pianeta! Il 200cc a quattro valvole, già testato
su altri scooter, dà il meglio di se in questa
collocazione, grazie a peso e dimensioni particolarmente
favorevoli. L'accelerazione da fermo è notevole,
anche se lo stacco sui primi metri è giustamente
soft per non creare problemi d'aderenza su fondi sdrucciolevoli,
poi la progressione è vigorosa fino a velocità
che hanno ben poco di 'urbano'. La classica partenza al
semaforo vede il Phantom protagonista anche nei confronti
di cilindrate superiori o dei sempre scattanti Honda 150cc.
Anche la ripresa è briosa, sopperendo ad una coppia
non esuberante ai bassi regimi, con la massa contenuta.
Con la maneggevolezza di un cinquantino ed un raggio di
sterzo persino eccessivo, lo slalom nel traffico è
la cosa più facile del mondo, tanto da invitare
a manovre fin troppo disinvolte.
Meno convincenti sospensioni e freni, in particolare forcella
ed ammortizzatori, dalla corsa esigua e dalla rigidità
eccessiva (anche se regolate al minimo). Pur se caratteristiche
prevedibili in uno scooter sportivo, creano problemi di
comfort e di aderenza nei tratti più martoriati
delle nostre città, tratti che purtroppo stanno
diventando maggioranza. Diverso il discorso freni, che
in realtà non se la cavano male, ma devono essere
spremuti con molta forza, cosa che diminuisce di molto
la sensibilità e finisce anche per stancare guidando
a lungo nel traffico. Grazie allo sforzo richiesto, è
molto raro arrivare al bloccaggio del freno posteriore
e questo è sempre un bene.
Con il passeggero il discorso non cambia gran che (almeno
nel nostro caso, visti i 120kg scarsi in due), sia per
quanto riguarda le prestazioni del propulsore, che per
il comfort, naturalmente chi siede dietro risente maggiormente
della rigidità degli ammortizzatori, che però
con il maggior peso cominciano a 'lavorare' (sempre nella
posizione più 'morbida').
Nelle partenze occorre stare attenti alla sporgenza della
leva del cavalletto laterale, per non incastrare la gamba
sinistra, ma si fa presto l'abitudine, in compenso entrambi
i cavalletti sono stabili e di facile azionamento.
Gli specchi retrovisori, pur piacevoli nella forma, offrono
poco visibilità, ma soprattutto non tengono la
loro posizione e vanno continuamente regolati ad ogni
buca, per non parlare sul pavé.
Per ultima una considerazione sulle gomme di marca Maxxis,
che poco centrano con uno scooter d'indole sportiva non
offrendo il grip desiderato, in particolar modo con fondo
bagnato e sulle insidiose strisce pedonali.
STRADE EXTRAURBANE
Utilizzato per le gite del CyberScooter Club a Busseto
e in Val Serina e per altre veloci puntate in Brianza,
il Phantom ha mostrato doti d'agilità e d'allungo
notevoli, tenendo il passo di scooter anche più
potenti e permettendo di viaggiare spediti anche sulle
strade statali dove si viaggia a velocità automobilistiche.
In questo contesto la stabilità rimane più
che accettabile, anzi ottima se consideriamo l'estrema
maneggevolezza di cui è capace nei tratti più
tortuosi.
Quando il fondo stradale lo permette, il comfort risulta
accettabile, ma la rigidità della sella ed uno
sfavorevole rapporto sella-pedane per il passeggero, non
ne fa un veicolo indicato per il turismo, ma per guizzare
velocemente fra una curva e l'altra, meglio se da soli.
Viaggiando 'intorno' ai 100km/h si comincia a sentire
la mancanza di un riparo aerodinamico ed 'atmosferico',
nelle giornate fredde e/o piovose.
Con il crescere della velocità cresce anche lo
sforzo richiesto alle leve freno, mentre le sospensioni
migliorano, rendendosi responsabili della buona stabilità
sia in rettilineo che nelle curve veloci.
Prendendoci la mano si desidererebbe maggiore 'luce' nelle
curve a sinistra, dove il cavalletto striscia con una
certa facilità, ma siamo già al limite delle
gomme.
Apprezzabile l'assenza quasi totale di vibrazioni generate
dal propulsore, meno dell'efficacia del doppio faro anteriore,
sufficiente in città, meno in una strada di campagna
non illuminata.
AUTOSTRADA
Vale il discorso che si fa per le 'naked' nel mondo moto,
e quindi i tratti autostradali richiedono un certo impegno
fisico, per via dell'inesistente riparo aerodinamico,
peccato perché le prestazioni velocistiche ci sono,
altro che! Accucciati ed in leggera discesa abbiamo visto
i 145km/h indicati, ma i 135 in posizione eretta sono
nella norma e in due si sfiorano i 130km/h. Sarebbe interessante
montare un piccolo cupolino (infatti uno è disponibile
fra gli accessori dedicati) per offrire un minimo di riparo
negli occasionali tratti autostradali.
Da rimarcare che anche alle velocità indicate la
stabilità è più che sufficiente,
avendo l'accortezza di non aggrapparsi al manubrio, stringendo
semmai il tunnel centrale con i piedi per controllare
meglio lo scooter. Anche i curvoni si possono affrontare
'allegramante', naturalmente in proporzione alla propria
esperienza di guida, visto che il Phantom non nasce certo
per affrontare la Serravalle e richiede una certa 'malizia'
al crescere della velocità.
AL LIMITE
Per l'impostazione decisamente sportiva che ostenta, il
limite si trova fin troppo presto, anche se gran parte
della responsabilità va ai pneumatici di primo
equipaggiamento, e al cavalletto centrale che limita le
pieghe a sinistra e prendendoci gusto, anche sulla destra.
Peccato perché la rigidità delle sospensioni,
le quote ciclistiche e l'accelerazione, ne farebbero un
cliente scomodo nel misto stretto per molti concorrenti.
Anche la modulabilità dei freni non aiuta quando
si cerca la staccata e poi è da segnalare una certa
tendenza al raddrizzamento entrando frenati in curva.
Attenzione anche ad una certa nervosità dello sterzo,
soprattutto impostando le curve con troppa decisione,
inevitabile contropartita per l'eccezionale maneggevolezza
a bassa velocità.
PROTEZIONE
Minima alle gambe per via dello scudo compatto e assente
dal busto in su.
Quindi abbigliamento tecnico di buona qualità in
inverno e in caso di maltempo.
CONSUMI E INCONVENIENTI
L'abbiamo risparmiato veramente poco, anzi si può
dire che il propulsore ha girato quasi sempre al massimo
dei giri, con frenate ed accelerazioni al massimo delle
possibilità. Il risultato è stato un consumo
massimo urbano di 16,8 km/litro ed uno minimo turistico
di 26,7, la media quindi si assesta sui 21,8, ma in realtà
il Phantom invita a viaggiare quasi sempre 'a manetta'
e così i consumi reali raramente superano i 20km/litro.
Nel corso della prova il gruppo trasmissione è
stato continuamente maltrattato e alla fine ha mostrato
qualche leggero strappo in partenza. Infine uno dei rostri
in gomma 'proteggi-scudo' è volato via dalla sua
sede.
CONCLUSIONI DINAMICHE
Ha una maneggevolezza impagabile nel traffico e un motore
che spinge davvero forte, quindi la guida è sempre
di soddisfazione, anche semplicemente recandosi al lavoro.
Purtroppo le sospensioni rigide e lo sforzo richiesto
alle leve dei freni penalizzano comfort e guida al limite,
dove è richiesta anche un certo 'mestiere' per
sfruttare al meglio una ciclistica estremamente compatta
e con una ridotta avancorsa. Quasi inaspettata la stabilità
sul veloce, grazie a telaio e sospensioni molto rigidi.
Un po' sostenuti i consumi, ma proporzionali alla guida.
Volendo sfruttare tutto il potenziale espresso da Phantom
Max 200, il consiglio è di sostituire i pneumatici
con altri più performanti e al limite levare il
cavalletto centrale.
CONCLUSIONI FINALI
L'identikit già emerso nelle conclusioni statiche
è sostanzialmente confermato nella prova pratica:
Phantom Max è uno sportivo con pochi compromessi,
che sacrifica finiture, protettività e spazio bagagli
in favore di maneggevolezza, guida e prestazioni. Se è
quello che cercate, sopporterete meglio di altri la rigidità
del reparto sospensioni e allenerete le mani alle esigenze
dell'impianto frenante, sostituendo i pneumatici quanto
prima.
Il passo avanti nei confronti del Warrior 150, di cui
accennavamo all'inizio, è più che significativo
e la categoria degli scooter sportivi di piccola cilindrata
ha sicuramente trovato un protagonista. Interessante anche
a livello di quotazione economica, elemento che non guasta
mai in fase decisionale.
Testo: Fabrizio Villa
Foto: Monica Il Grande
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