14,5kW
per 135kg e meno di due metri
di lunghezza, questo il biglietto da visita di uno scooter
che vuole dire la sua nel segmento degli scooter sportivi
di piccola cilindrata. In Malaguti hanno coniato un acronimo
tutto per lui: S.A.S.: Sport Activity
Scooter, tanto per non lasciare dubbi sulla sua
destinazione d'uso.
La linea riprende a piene mani quella del fratellino da
50cc che ha fatto innamorare schiere di 14enni, nei suoi
dieci anni di commercializzazione (e 350.000 pezzi venduti!).
La tecnologia e la componentistica non hanno però
nulla a che vedere con il 50ino e, per la parte propulsiva
si fa affidamento al generoso e collaudato Piaggio
Leader da 198cc. Parente più prossimo potrebbe
essere l'F18 Warrior,
che in qualche modo viene a sostituire, e che CyberScooter
ha avuto modo di testare un paio d'anni fa.
Per una volta quindi non ci soffermeremo su comfort regale
e infiniti vani bagaglio per concentrarci su leggerezza,
maneggevolezza, scatto e prestazioni.
Per il test ci siamo dedicati alla versione 200,
ma a listino esiste anche la versione 125,
motorizzata Minarelli/Yamaha e destinata ai titolari di
patente B: a livello ciclistico non cambia molto, ma le
prestazioni non sono certo la stessa cosa.
LINEA
Il frontale è pressoché indistinguibile
dall'omonimo 50cc e si caratterizza per i piccoli fari
poliellissoidali, sormontati dalla doppia presa d'aria
e affiancati dagl'indicatori di direzione in plastica
incolore. Una carenatura avvolge gli strumenti e il manubrio,
da cui partono gli aerodinamici specchi retrovisori.
La vista laterale è spezzata da un profilo cromato
che continua in una linea fino alla coda, resa più
filante dalle maniglie del passeggero a mo' di spoiler.
Sul fianco destro si nota la voluminosa marmitta con elemento
paracalore in elegante alluminio spazzolato, dalla parte
opposta, sopra al carter motore, la cassetta filtro, che
sarebbe forse potuta essere occultata altrove. Originale
il posteriore con il doppio faro circolare a suggerire
le turbine del famoso aereo militare da cui trae nome
ed ispirazione. Il retroscudo è verniciato nello
stesso colore dello scooter con tre elementi gommosi per
parte a movimentare e proteggere la zona più esposta.
Complessivamente le dimensioni
compatte e la linea sportiva ne consigliano l'abbinamento
ad un pubblico 'giovanile', che non vuole assolutamente
confondersi con il serioso professionista con 24ore al
seguito.
Per i colori si può
scegliere fra due tonalità monocolori: argento
metallizzato o nero opaco, e altre bicolori: blu/nero
metallizzato o Blu notte/titanio metallizzato.
QUALITÀ COSTRUTTIVA
La qualità delle plastiche, degli accoppiamenti
e delle finiture ci è parsa leggermente inferiore
alla media nazionale, che sta rapidamente avvicinandosi
a quella giapponese. Alcuni accoppiamenti poco precisi
o elementi adesivi instabili richiederebbero una maggior
cura, pur tenendo presente l'indole sportiva dello scooter.
Per altro si notano elementi di pregio come le robuste
ed eleganti maniglie per il passeggero in alluminio e
il bel supporto della pinza freno posteriore.
STRUMENTAZIONE
Un mix digitale/analogico di derivazione Madison trova
spazio in tre elementi circolari distinti, con finiture
in 'simil' alluminio e carbonio. A sinistra l'indicatore
livello carburante con l'utile spia della riserva, a destra
la temperatura del liquido refrigerante. Al centro un
display a cristalli liquidi mostra, in modo sequenziale,
un'infinità d'informazioni: velocità massima,
contagiri, contachilometri totale e parziale, voltmetro,
orologio, termometro con indicazione ghiaccio, intervallo
cambio olio e pressione insufficiente, il tutto comandato
da un pulsante alla manubrio. Le informazioni sono moltissime,
peccato che per tenerle d'occhio sia necessario agire
ripetutamente sul pulsante per ricercare quella voluta
e il consiglio è di farlo solo quando si è
fermi! Non mancano poi le spie per anabbaglianti, abbaglianti
e 'frecce'.
COMANDI
Comuni a tutta la più recente produzione Malaguti
i comandi al manubrio sono caratterizzati da tasti in
colori differenti, comprendono anche il lampeggio e lo
spegnimento d'emergenza.
Le leve freno sono a portata
di dita e gli specchi retrovisori facilmente regolabili.
Il blocchetto d'accensione comprende il bloccasterzo,
ma non consente l'apertura della sella a cui è
dedicata un'apposita serratura sul lato destro della coda.
Il tappo del serbatoio carburante,
con filettatura in plastica, è protetto da uno
sportello in plastica piuttosto leggera, la cui chiusura
a chiave dà poco affidamento. La capienza è
di 9,4 litri di cui 3 come
riserva.
Entrambi i cavalletti sono
di serie e di facile azionamento, con il laterale che,
correttamente, non permette l'avviamento del motore una
volta estratto estratto.
Volendo fare i pignoli manca il freno a mano, ma dato
il peso ridotto e la destinazione prevalentemente urbana,
lo consideriamo un peccato veniale.
VANI BAGAGLIO
Il sottosella è abbastanza capiente e di forma
regolare, ma è stretto e poco profondo, così
può ospitare due caschi,
ma solo di tipo demi-jet
e non una ventiquattr'ore, sostituibile con un più
agile zainetto dall'utente tipo. Data l'indole sportiva
lo spazio si potrebbe considerare sufficiente, ma la ruota
posteriore da soli 13 pollici ci fa dire che si sarebbe
potuto fare di più, vista anche l'altezza non contenuta
della sella. Una nota positiva e una negativa riguardano
l'apertura della sella: la prima è che per accedere
al vano si solleva solo la
porzione del pilota e questo consente, all'occorrenza,
d'appoggiare il casco sulla porzione del passeggero, la
seconda è che occorre estrarre la chiave dal blocchetto
d'accensione ed inserirla in quello apposito, spegnendo
ogni volta il motore.
Il retroscudo prevede un minuscolo
vano che ospita a fatica anche un cellulare fra
i più compatti ed è protetto da uno sportellino
dall'azionamento inaffidabile. Comodo e dotato di sicura
il gancio portatutto, in
plastica, al centro del retroscudo.
CICLISTICA
Dimensioni compatte, ma non certo da cinquantino e più
importanti del predecessore 'Warrior': la lunghezza
è 1980mm, la larghezza
di 760mm e l'interasse raggiunge
i 1410mm per un peso a vuoto
di 135kg.
La sella è tradizionalmente
alta nei modelli Malaguti, ma questa volta infrange la
barriera degli 800mm, in basso però, fermandosi
a quota 790, risultando così leggermente più
accessibile.
Le ruote sono da 13 pollici,
e 'calzano' pneumatici Maxxiss dalle dimensioni piuttosto
generose: 130/70 davanti e 140/60 dietro.
Le sospensioni, di marca
Paioli, vedono una forcella con perno in asse e steli
da 33mm abbinata ad una coppia di ammortizzatori regolabili
su quattro posizioni. La corsa ammortizzate, rispettivamente
di 90 e 80mm è da considerarsi contenuta, pur se
nella media.
I freni Grimeca sono entrambi
a disco e da 220mm di diametro: l'anteriore con pinza
a doppio pistoncino, singolo al posteriore; l'azionamento
è di tipo classico con le leve al manubrio dedicate
ognuna ad una ruota, per accontentare chi desidera una
frenata personalizzata, o 'sportiva'.
Un anello solidale al telaio
permette di agganciare una catena per un ancoraggio a
qualcosa di solido, non si sa mai...
MOTORE
Per il propulsore si è andati sul sicuro montando
un'unità Piaggio,
serie Leader, che spopola
fra gli scooter delle Aziende nazionali. Si tratta della
stessa unità che equipaggia il suo concorrente
più accreditato, il Gilera Runner VXR, ed è
nota per le prestazioni, vicine a quelle di un 250cc.
Si tratta di un monocilindrico a 4 tempi da 198cc, disposto
orizzontalmente, raffreddato a liquido, con distribuzione
monoalbero a camme in testa e 4 valvole. L'avviamento
è elettrico e come la maggior parte dei suoi concorrenti
non dispone di avviamento a pedale.
Malaguti dichiara 14,5kW a 9.000 giri di potenza
massima e 17Nm a 7.000 giri di coppia
massima, rispettando le normative Euro
2 attraverso l'utilizzo di una marmitta catalitica.
Il rapporto peso/potenza risulta piuttosto interessante
e fa presagire buone performance dinamiche, certo ben
superiori al 'vecchio' Warrior 150.
MANUTENZIONE
Gl'interventi di manutenzione, dopo il classico 'tagliando'
dei 1.000km, sono previsti
alternati ogni 3.000 e 6.000km. Ogni 3.000
per i controlli di: olio motore, filtro aspirazione, livello
liquido refrigerante e pressione pneumatici. Ogni 6.000km
per (fra gli altri): sostituzione olio motore e relativo
filtro, sostituzione cinghia trapezoidale, pulizia e/o
sostituzione della candela e dei filtri aria aspirazione/trasmissione.
Per il resto si tratta delle consuete verifiche, senza
sostituzioni prestabilite. Intervalli che ci paiono nella
media, anche perché il Piaggio Leader 'è'
la media.
ACCESSORI ORIGINALI
Antifurto elettronico Moto Alarm, cupolino, parabrezza,
baulone e telo coprimoto. Da provare sicuramente il cupolino,
mentre il parabrezza ne snatura l'indole, a voi la scelta
o meno del baule, in questo caso utile per riporre un
casco integrale.
CONCLUSIONI 'STATICHE'
La linea non lascia dubbi e l'utente tipo non può
che essere ricercato nel mondo giovanile, più attento
alle performance e all'agilità nel traffico che
al comfort. In questo senso vanno lette alcune carenze
a livello di spazio disponibile o di qualità delle
finiture, barattate con quote ciclistiche e dati caratteristici
del motore che lo fanno rientrare nella rosa dei modelli
più sportivi, nella sua classe di cilindrata.
In più il prezzo di 3.295
Euro appare piuttosto contenuto, sia in generale,
che paragonato al suo competitor diretto, il Gilera
Runner 200 VXR (3.470), ma anche al Kymco
Bet&Win 250 (3.390), purtroppo nessuno dei
due è stato oggetto di un nostro test e quindi
le comparazioni finiscono qui.
Testo: Fabrizio Villa
Foto: Monica Il Grande
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