>> MALAGUTI


 

 

 

 

SCHEDA
Cilindrata: 198 cc
Peso: 135 kg
Velocità: N.D.
Potenza kW: 14,5
Coppia Nm: 17
Norme: Euro 2
Prezzo: F.P. 3.295 Euro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 · MALAGUTI F12 PHANTOM MAX 200
07/05/04
DESCRIZIONE
pag. 1/2
Vedi anche: Prova su strada,

14,5kW per 135kg e meno di due metri di lunghezza, questo il biglietto da visita di uno scooter che vuole dire la sua nel segmento degli scooter sportivi di piccola cilindrata. In Malaguti hanno coniato un acronimo tutto per lui: S.A.S.: Sport Activity Scooter, tanto per non lasciare dubbi sulla sua destinazione d'uso.
La linea riprende a piene mani quella del fratellino da 50cc che ha fatto innamorare schiere di 14enni, nei suoi dieci anni di commercializzazione (e 350.000 pezzi venduti!). La tecnologia e la componentistica non hanno però nulla a che vedere con il 50ino e, per la parte propulsiva si fa affidamento al generoso e collaudato Piaggio Leader da 198cc. Parente più prossimo potrebbe essere l'F18 Warrior, che in qualche modo viene a sostituire, e che CyberScooter ha avuto modo di testare un paio d'anni fa.
Per una volta quindi non ci soffermeremo su comfort regale e infiniti vani bagaglio per concentrarci su leggerezza, maneggevolezza, scatto e prestazioni.
Per il test ci siamo dedicati alla versione 200, ma a listino esiste anche la versione 125, motorizzata Minarelli/Yamaha e destinata ai titolari di patente B: a livello ciclistico non cambia molto, ma le prestazioni non sono certo la stessa cosa.

LINEA
Il frontale è pressoché indistinguibile dall'omonimo 50cc e si caratterizza per i piccoli fari poliellissoidali, sormontati dalla doppia presa d'aria e affiancati dagl'indicatori di direzione in plastica incolore. Una carenatura avvolge gli strumenti e il manubrio, da cui partono gli aerodinamici specchi retrovisori.
La vista laterale è spezzata da un profilo cromato che continua in una linea fino alla coda, resa più filante dalle maniglie del passeggero a mo' di spoiler. Sul fianco destro si nota la voluminosa marmitta con elemento paracalore in elegante alluminio spazzolato, dalla parte opposta, sopra al carter motore, la cassetta filtro, che sarebbe forse potuta essere occultata altrove. Originale il posteriore con il doppio faro circolare a suggerire le turbine del famoso aereo militare da cui trae nome ed ispirazione. Il retroscudo è verniciato nello stesso colore dello scooter con tre elementi gommosi per parte a movimentare e proteggere la zona più esposta.
Complessivamente le dimensioni compatte e la linea sportiva ne consigliano l'abbinamento ad un pubblico 'giovanile', che non vuole assolutamente confondersi con il serioso professionista con 24ore al seguito.
Per i colori si può scegliere fra due tonalità monocolori: argento metallizzato o nero opaco, e altre bicolori: blu/nero metallizzato o Blu notte/titanio metallizzato.

QUALITÀ COSTRUTTIVA
La qualità delle plastiche, degli accoppiamenti e delle finiture ci è parsa leggermente inferiore alla media nazionale, che sta rapidamente avvicinandosi a quella giapponese. Alcuni accoppiamenti poco precisi o elementi adesivi instabili richiederebbero una maggior cura, pur tenendo presente l'indole sportiva dello scooter. Per altro si notano elementi di pregio come le robuste ed eleganti maniglie per il passeggero in alluminio e il bel supporto della pinza freno posteriore.

STRUMENTAZIONE
Un mix digitale/analogico di derivazione Madison trova spazio in tre elementi circolari distinti, con finiture in 'simil' alluminio e carbonio. A sinistra l'indicatore livello carburante con l'utile spia della riserva, a destra la temperatura del liquido refrigerante. Al centro un display a cristalli liquidi mostra, in modo sequenziale, un'infinità d'informazioni: velocità massima, contagiri, contachilometri totale e parziale, voltmetro, orologio, termometro con indicazione ghiaccio, intervallo cambio olio e pressione insufficiente, il tutto comandato da un pulsante alla manubrio. Le informazioni sono moltissime, peccato che per tenerle d'occhio sia necessario agire ripetutamente sul pulsante per ricercare quella voluta e il consiglio è di farlo solo quando si è fermi! Non mancano poi le spie per anabbaglianti, abbaglianti e 'frecce'.

COMANDI
Comuni a tutta la più recente produzione Malaguti i comandi al manubrio sono caratterizzati da tasti in colori differenti, comprendono anche il lampeggio e lo spegnimento d'emergenza.
Le leve freno sono a portata di dita e gli specchi retrovisori facilmente regolabili.
Il blocchetto d'accensione comprende il bloccasterzo, ma non consente l'apertura della sella a cui è dedicata un'apposita serratura sul lato destro della coda.
Il tappo del serbatoio carburante, con filettatura in plastica, è protetto da uno sportello in plastica piuttosto leggera, la cui chiusura a chiave dà poco affidamento. La capienza è di 9,4 litri di cui 3 come riserva.
Entrambi i cavalletti sono di serie e di facile azionamento, con il laterale che, correttamente, non permette l'avviamento del motore una volta estratto estratto.
Volendo fare i pignoli manca il freno a mano, ma dato il peso ridotto e la destinazione prevalentemente urbana, lo consideriamo un peccato veniale.

VANI BAGAGLIO
Il sottosella è abbastanza capiente e di forma regolare, ma è stretto e poco profondo, così può ospitare due caschi, ma solo di tipo demi-jet e non una ventiquattr'ore, sostituibile con un più agile zainetto dall'utente tipo. Data l'indole sportiva lo spazio si potrebbe considerare sufficiente, ma la ruota posteriore da soli 13 pollici ci fa dire che si sarebbe potuto fare di più, vista anche l'altezza non contenuta della sella. Una nota positiva e una negativa riguardano l'apertura della sella: la prima è che per accedere al vano si solleva solo la porzione del pilota e questo consente, all'occorrenza, d'appoggiare il casco sulla porzione del passeggero, la seconda è che occorre estrarre la chiave dal blocchetto d'accensione ed inserirla in quello apposito, spegnendo ogni volta il motore.
Il retroscudo prevede un minuscolo vano che ospita a fatica anche un cellulare fra i più compatti ed è protetto da uno sportellino dall'azionamento inaffidabile. Comodo e dotato di sicura il gancio portatutto, in plastica, al centro del retroscudo.

CICLISTICA
Dimensioni compatte, ma non certo da cinquantino e più importanti del predecessore 'Warrior': la lunghezza è 1980mm, la larghezza di 760mm e l'interasse raggiunge i 1410mm per un peso a vuoto di 135kg.
La sella è tradizionalmente alta nei modelli Malaguti, ma questa volta infrange la barriera degli 800mm, in basso però, fermandosi a quota 790, risultando così leggermente più accessibile.
Le ruote sono da 13 pollici, e 'calzano' pneumatici Maxxiss dalle dimensioni piuttosto generose: 130/70 davanti e 140/60 dietro.
Le sospensioni, di marca Paioli, vedono una forcella con perno in asse e steli da 33mm abbinata ad una coppia di ammortizzatori regolabili su quattro posizioni. La corsa ammortizzate, rispettivamente di 90 e 80mm è da considerarsi contenuta, pur se nella media.
I freni Grimeca sono entrambi a disco e da 220mm di diametro: l'anteriore con pinza a doppio pistoncino, singolo al posteriore; l'azionamento è di tipo classico con le leve al manubrio dedicate ognuna ad una ruota, per accontentare chi desidera una frenata personalizzata, o 'sportiva'.
Un anello solidale al telaio permette di agganciare una catena per un ancoraggio a qualcosa di solido, non si sa mai...

MOTORE
Per il propulsore si è andati sul sicuro montando un'unità Piaggio, serie Leader, che spopola fra gli scooter delle Aziende nazionali. Si tratta della stessa unità che equipaggia il suo concorrente più accreditato, il Gilera Runner VXR, ed è nota per le prestazioni, vicine a quelle di un 250cc.
Si tratta di un monocilindrico a 4 tempi da 198cc, disposto orizzontalmente, raffreddato a liquido, con distribuzione monoalbero a camme in testa e 4 valvole. L'avviamento è elettrico e come la maggior parte dei suoi concorrenti non dispone di avviamento a pedale.
Malaguti dichiara 14,5kW a 9.000 giri di potenza massima e 17Nm a 7.000 giri di coppia massima, rispettando le normative Euro 2 attraverso l'utilizzo di una marmitta catalitica. Il rapporto peso/potenza risulta piuttosto interessante e fa presagire buone performance dinamiche, certo ben superiori al 'vecchio' Warrior 150.

MANUTENZIONE
Gl'interventi di manutenzione, dopo il classico 'tagliando' dei 1.000km, sono previsti
alternati ogni 3.000 e 6.000km. Ogni 3.000 per i controlli di: olio motore, filtro aspirazione, livello liquido refrigerante e pressione pneumatici. Ogni 6.000km per (fra gli altri): sostituzione olio motore e relativo filtro, sostituzione cinghia trapezoidale, pulizia e/o sostituzione della candela e dei filtri aria aspirazione/trasmissione. Per il resto si tratta delle consuete verifiche, senza sostituzioni prestabilite. Intervalli che ci paiono nella media, anche perché il Piaggio Leader 'è' la media.

ACCESSORI ORIGINALI
Antifurto elettronico Moto Alarm, cupolino, parabrezza, baulone e telo coprimoto. Da provare sicuramente il cupolino, mentre il parabrezza ne snatura l'indole, a voi la scelta o meno del baule, in questo caso utile per riporre un casco integrale.

CONCLUSIONI 'STATICHE'
La linea non lascia dubbi e l'utente tipo non può che essere ricercato nel mondo giovanile, più attento alle performance e all'agilità nel traffico che al comfort. In questo senso vanno lette alcune carenze a livello di spazio disponibile o di qualità delle finiture, barattate con quote ciclistiche e dati caratteristici del motore che lo fanno rientrare nella rosa dei modelli più sportivi, nella sua classe di cilindrata.
In più il prezzo di 3.295 Euro appare piuttosto contenuto, sia in generale, che paragonato al suo competitor diretto, il Gilera Runner 200 VXR (3.470), ma anche al Kymco Bet&Win 250 (3.390), purtroppo nessuno dei due è stato oggetto di un nostro test e quindi le comparazioni finiscono qui.

Testo: Fabrizio Villa
Foto: Monica Il Grande


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