Peugeot
è uno storico marchio motociclistico fin dal lontano
1899, ma ha giocato un ruolo
di primo piano anche nell'evoluzione dello scooter moderno,
basti pensare all'SV, un
due tempi con carrozzeria in plastica e cambio a variazione
continua, introdotto nel lontano 1990,
che fra i primi riuscì ad infrangere il monopolio
Vespa in Italia.
Vari modelli si sono poi succeduti con una particolare
attenzione ai 50cc, tanto diffusi in Francia, ma negli
ultimi anni anche la gamma fino a 250cc ha avuto la necessaria
attenzione, anzi potrebbe anche crescere
a cilindrate più sostanziose, in breve tempo.
Vista la stretta parentela con il settore auto,
la gamma di scooter Peugeot si avvantaggia di sofisticate
soluzioni volte alla sicurezza attiva
e al contenimento degli inquinanti.
La gamma Elystar a 4 tempi, di cui ci occupiamo in queste
pagine, oltre ad un evidente richiamo stilistico alle
'sorelle' a quattro ruote, esibisce infatti un sistema
di frenata con ABS ed un
motore ad iniezione, come
una moderna una berlina, ma su due ruote.
LINEA
Assolutamente inconfondibile, parte dal design di Elyseo
ammodernandolo in modo significativo, con numerosi elementi
d'ispirazione automobilistica come il complesso gruppo
ottico anteriore, la presa d'aria superiore, o la coda
con il "terzo stop" centrale e le frecce laterali,
quasi a voler disegnare il posteriore di una station wagon.
Su tutto svettano gli specchi retrovisori, mentre il basso
cupolino fumé suggerisce una protezione piuttosto
limitata.
Compatte le dimensioni, come si confà ad uno scooter
prettamente urbano, ma con un'idea di solidità
e ricercatezza, senza fronzoli sportiveggianti. Un insieme
che piacerà ad un'utenza over 30, intenzionata
a sostituire l'auto per trasferimenti prevalentemente
urbani.
Le colorazioni monocolore e profondamente metallizzate
sono: il Rosso Splendor delle foto, Blu Star, Grigio Shark
e Grigio Technium.
STRUMENTAZIONE
Incassati nel cruscotto, i tre elementi circolari con
bordo cromato e fondo color panna, offrono le informazioni
di bordo. Al centro il tachimetro con indicazione in chilometri
e miglia, più due spie: diagnostica motore e carica
batteria. Nell'elemento destro l'indicatore temperatura
liquido refrigerante, e quattro spie: controllo ABS, livello
olio, frecce e abbaglianti, oltre alla spia dell'antifurto
con trasponder. Sulla sinistra un elemento digitale segnala
il chilometraggio totale e parziale, l'ora ed il livello
carburante attraverso sette tacche di cui due dedicate
alla riserva. A dire la verità i numeri sono minuscoli,
mentre la visibilità complessiva è nella
norma. Si può dire che non manca praticamente nulla.
COMANDI
I blocchetti al manubrio sono intuitivi e colorati, comprensivi
del lampeggio abbagliante, sono gli stessi utilizzati
per la serie Madison di Malaguti. Le leve cromate sono
alla giusta distanza e stupisce il fatto che da fermo,
la leva destra si possa tirare fino alla manopola, naturalmente
tutto si ripristina appena partiti.
Gli specchi retrovisori sono fissati alla carenatura,
risultano piuttosto ampi, offrono un'ottima visibilità
e si regolano agendo direttamente sulla superficie specchiante,
come sul Suzuki Burgman 650.
La chiave d'avviamento è dotata di un codice di
riconoscimento che attiva l'antifurto inserendola, quindi
attenzione a non perderla, (com'è
successo a noi...) altrimenti va richiesto un duplicato
alla Casa madre.
Per aprire la sella è necessario sfilare la chiave
d'avviamento, per inserirla in una seconda serratura sul
fianco destro, a lungo andare è un po' scomodo.
Dato il peso contenuto dell'Elystar è una pecca
veniale, però manca il freno a mano per le soste
in pendenza.
Il cavalletto centrale si aziona senza particolare sforzo,
mentre il laterale è richiamato nella posizione
di riposo da una potente molla e richiede una maggiore
attenzione nell'utilizzo.
Una chicca è la regolazione dei fari anteriori
tramite un pomello nel piccolo sportello del retroscudo.
VANI BAGAGLIO
Nel retroscudo è presente un piccolo ripostiglio
sotto chiave per i guanti o il telefono cellulare, mentre
il sottosella, occupato in gran parte dal serbatoio carburante,
offre uno spazio ottimamente rifinito ed illuminato, ma
non enorme. Sufficiente ad ospitare un casco integrale,
ma non una valigia da ufficio.
Una cosa è sicura, non dovrete riporre la catena
antifurto nel sottosella, visto che questa è offerta
di serie e collocata permanentemente nella parte posteriore
dello scooter. Per estrarla basta sbloccare la serratura
e sfilare il metro abbondante di cavo corazzato, potendo
ancorare l'Elystar ad un solido palo ed abbandonarlo tranquilli.
A parte la comodità e l'ingombro inesistente, non
sporca il sottosella! Quasi impossibile invece infilare
un bloccadisco nel freno anteriore, visti i fori minuscoli.
CICLISTICA
È un modello definibile a 'pedana piatta', offre
quindi una maggiore abitabilità e possibilità
di carico sulla pedana, con una minore rigidità
torsionale del telaio.
Il reparto ciclistico è un mix fra classico e innovativo,
infatti telaio, ruote e sospensioni ricalcano un cliché
consueto, mentre il reparto freni offre quanto di meglio
sia attualmente disponibile, e non solo nel settore scooter.
Partiamo dal classico: le ruote sono in lega a tre razze
da 12 pollici e montano pneumatici 120/70 ant. e 130/70
post. di marca Hutchinson; la forcella dell'italiana Paioli
è a perno avanzato con steli da 36mm ed escursione
di 97mm; i doppi ammortizzatori regolabili su tre posizioni
scorrono per 93mm.
Volendo 'dare i numeri' ecco le misure caratteristiche
dell'Elystar: lunghezza 1900mm, larghezza 720mm, altezza
parabrezza 1315 mm, altezza sella 825mm, interasse 1368
mm per un peso di 149 kg. Stupisce la lunghezza contenuta,
che assieme all'interasse la dice lunga riguardo alla
maneggevolezza. Il peso non è proprio contenuto,
mentre la sella è molto distante da terra offrendo
comodità solo ai più alti.
Nove litri è la capacità del serbatoio il
cui tappo è alloggiato nel sottosella.
Veniamo quindi all'aspetto a mio avviso più interessante
dell'Elystar e cioè la frenata,
che si avvale di un disco anteriore da 226mm con pinza
AJP a doppio pistoncino e di un disco da 210mm al posteriore
con tubature in pregiata treccia aeronautica. Ma parlare
di 'freni' è riduttivo, ci troviamo infatti di
fronte ad un 'sistema' progettato
al fine di rendere più veloce, potente e sicuro
il rallentamento del veicolo, indipendentemente dall'abilità
del pilota.
Per conseguire tale ambizioso progetto concorrono tre
dispositivi: il PBS, l'SBS
e l'ABS. In pratica azionando
i freni si attiva una sofisticata centralina elettronica
che valuta tutti i parametri necessari e in un tempo infinitesimale
regola la frenata nel modo ottimale.
Il Powering Braking System è un evoluto servofreno
che moltiplica la pressione sulla leva ottenendo una frenata
più potente, ma soprattutto più veloce.
Il Syncro Braking System si occupa di ripartire in modo
ottimale la forza frenante sui due assi, per mantenere
la stabilità del veicolo, mentre l'Antilock Braking
Systems previene il bloccaggio della ruota anteriore,
la più importante.
La frenata integrale è interamente comandata dalla
leva sinistra, mentre quella
destra, detta d'emergenza, comanda il solo freno posteriore.
Peugeot afferma che questo sistema permette di ridurre
lo spazio di frenata dal 20
al 30%, con particolare efficacia
su fondi viscidi o incostanti. Un contributo davvero notevole
alla sicurezza, soprattutto nel sempre più insidioso
e imprevedibile traffico urbano.
MOTORE
Il propulsore è un quattro tempi con distribuzione
a 2 valvole comandata da un albero a camme in testa, dotato
di alimentazione ad iniezione elettronica
EFI.
Peugeot parla di una riduzione media dei consumi del 10%,
e del 29% per le emissioni inquinanti. Il propulsore è
infatti già in regola con le imminenti norme Euro
2.
Non si è andati alla ricerca di potenze specifiche
elevate (per quelle è in arrivo il JetForce...)
che risultano infatti nella media delle rispettive categorie:
9kW a 8750giri e 10,2Nm a 7500giri per il 125cc, 10kW
a 8500giri e 12,6Nm a 6500giri per il 150cc. Variatore
di velocità a due pulegge variabili e trasmissione
con cinghia e riduttore a doppio treno d'ingranaggi.
Sino all'arrivo del nuovo Honda Pantheon 125/150, l'Elystar
può fregiarsi di essere l'unico scooter 4T di questa
cilindrata alimentato ad iniezione.
CONCLUSIONI 'STATICHE'
L'approccio Peugeot ci sembra evidente: portare sull'Elystar
tutta la tecnologia automobilistica possibile, al fine
di rendere indolore all'utente delle quattro ruote, il
passaggio alla mobilità individuale 'esente da
code'.
Lo styling, la cura delle finiture, i motori moderni ed
ecologici, assieme ad un sistema frenante di livello superiore
ne sono la testimonianza. Ci sono poi chicche inedite
come il cavo antifurto incorporato nel veicolo e la regolazione
dei fari senza attrezzi, elementi che confermano quanto
si possa ancora fare per rendere più comodi e piacevoli
i nostri scooter.
A livello statico mi sembra quindi che i soli appunti
da fare riguardino l'altezza della sella, il cavalletto
laterale con ritorno a molla ed uno spazio bagagli non
eccelso.
Prima di andare ad analizzare il
rapporto qualità/prezzo è necessario valutare
le qualità dinamiche a cui vi rimando nella prossima,
imminente, puntata.
Testo by Fabrizio
Villa
Foto by Monica
Il Grande e Fabrizio
Villa
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