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 · PIAGGIO CARNABY 125/200
09/03/07
TEST SU STRADA
pag. 1/1

Con una sontuosa presentazione nel centro di Roma, alla presenza di giornalisti da tutta Europa, il vertice Piaggio ha fatto debuttare Carnaby 125/200, il nuovo scooter a ruote alte, studiato per dare l'assalto ai vertici della classifica di vendita.
Arriva a completare la gamma Piaggio con ruote da 16 pollici, posizionandosi fra il più leggero e compatto Liberty 125/200 e il più potente e costoso Beverly 250. Inevitabile immaginare una sfida diretta con l'Honda SH125i/150i suo naturale competitor per taglia e quotazione, ma anche con l'Aprilia Sport City 125/200 di cui condivide motore e parte della ciclistica.

LINEA/DOTAZIONE
Costruire uno scooter, anche ben curato e posizionato nel mercato non basta decisamente più, occorre costruirgli un progetto di comunicazione, uno stile mediatico e in questo caso il marketing di Pontedera ha utilizzato l'icona 'pop' degli anni settanta, con un supporto promozionale che ricorda la strepitosa campagna "chi Vespa mangia le mele" rifacendosi a Carnaby Street, icona londinese della moda e dell'emancipazione in quegli anni.
Il design dello scooter è però ben più conservativo, anche se rompe con gli stilemi classici Piaggio e porta un pizzico d'innovazione con i simpatici gruppi ottici anteriori e la griglia del radiatore 'sorridente'. Una linea pensata per piacere a tutti e non solo ai giovani, cui sembra dedicata la campagna pubblicitaria. Pochi azzardi anche nella scelta dei colori, in cui solo lo sbarazzino Giallo Cometa si affianca ai canonici nero, grigio e azzurro metallizzati.
I materiali impiegati e le finiture non appaiono al massimo di quanto mostrato da Piaggio ultimamente e anche la strumentazione con il contachilometri meccanico, l'assenza del parziale e spie poco visibili non appare particolarmente accattivante.
Si rifà però a livello di spazio sottosella, è infatti uno dei pochi modelli con ruota posteriore da 16 pollici a poter ospitare un casco jet con visiera, oltre a due tasche interne dove poter alloggiare piccoli oggetti. Sempre sotto la sella troviamo il tappo per il rifornimento del carburante. Manca ogni vano nel retroscudo, ma non il gancio portaborse, in più è disponibile (optional) una sacca a soffietto (Easy bag) per riporre oggetti anche discretamente voluminosi, peccato che sia imbullonata alle plastiche e non si possa asportare per portare tutto con sé, una volta scesi. Solido, anche se poco esteso, il portapacchi posteriore in resina che incorpora i comodi maniglioni per il passeggero.
Leve, manopole, comandi al manubrio e specchietti sono nella norma, piacevole la placca a contrasto che incornicia anello portaborse e blocchetto d'avviamento. Se premuto, quest'ultimo consente l'apertura della sella, ma non dispone del sistema codificato immobilizer.
Utili in inverno gli sfoghi del radiatore ai lati dello scudo, che possono fungere da 'riscaldamento' se abbinati alla copertina opzionale. Mancano però il freno di stazionamento ed il cavalletto laterale (opzionale). Quello centrale, con sistema 'easy parking' è piuttosto agevole, ma non così dissimile dai competitor di pari peso.

CICLISTICA
Offre esattamente quello che sembra desiderare buona parte del pubblico italiano: misure compatte, ruote da sedici pollici di ampia sezione, pedana piatta e due freni a disco a comando tradizionale.
Il telaio è derivato da quello dell'Aprilia SportCity, ma ad un esame attento le similitudini si fermano qui: le ruote hanno misure diverse e anche impianto frenante e sospensioni sono differenti.
I cerchi da 16 pollici a cinque razze sdoppiate sono infatti quelli del Beverly e montano pneumatici tubeless marchiati Vee Rubber da 110/70 all'anteriore e 130/70 dietro.
Anche la forcella arriva dal 'fratellone', ha steli da 35mm e corsa di 104mm, qui però gli steli sono a vista. Soluzione tradizionale al retrotreno con motore oscillante e doppio ammortizzatore regolabile su quattro posizioni con corsa utile di 90mm.
L'impianto frenante invece è dedicato e utilizza soluzioni identiche davanti e dietro: dischi da 260mm e pinze flottanti a due pistoncini, comandati separatamente dalle leve al manubrio.
Purtroppo, come in tutti gli scooter del Gruppo Piaggio, l'ABS non è previsto.
740mm di larghezza e 1365mm d'interasse sono leggermente superiori al competitor giapponese, mentre la lunghezza di 2000mm è appena più ridotta. Il peso sale però a 146kg mentre la sella è allineata a quota 790mm.

PROPULSORI
L'unica differenza fra le due versioni è il propulsore, in particolare la parte termica, visto che appartengono entrambi alla famiglia Leader. Si tratta di unità a quattro tempi raffreddate a liquido con distribuzione monoalbero a quattro valvole che rispondono alle normative Euro 3 pur adottando l'alimentazione a carburatore, grazie al sistema d'aria secondaria e al doppio catalizzatore allo scarico.
Il 125cc arriva alla potenza massima consentita dalla legge: 11kW a 9750giri, mentre il 200 sale fino a 15,4kW a 9000giri. La coppia, parametro fondamentale per capire le prestazioni effettive nelle condizioni più frequenti di utilizzo è di 12Nm a 8000 per il 125 e 17Nm a 7250 per il 200.
Il consumo di carburante nel ciclo ECE è di 24 o 25 km/litro, a favore del 200, ma superiore a quanto dichiarato da Honda.
Si tratta delle stesse unità che equipaggiano gli Aprilia Sport City e Scarabeo Street così come su altri scooter, sia del Gruppo che concorrenti.
Novità dedicata a Carnaby è il nuovo motorino d'avviamento, definito Easy Start, che ne riduce la rumorosità di trascinamento, pur non eliminandola del tutto.

TEST SU STRADA
Il centro di Roma, con buche, pavé, asfalto liscio e traffico sostenuto in ogni ora del giorno è una location impegnativa per ogni veicolo, in particolare per gli scooter, che raramente sfoggiano sospensioni di qualità. E Carnaby non fa eccezione con una forcella solo discreta, ed una coppia di ammortizzatori troppo rigidi per assorbire il fondo stradale disastrato della capitale. Il comfort non si può così definire 'regale', anche perché la sella, in particolare sui lati potrebbe essere più imbottita. Sella che è piacevolmente ampia, ma anche per questo adatta a chi supera il metro e settanta, limitando di fatto l'accesso a buona parte del pubblico femminile, come evidenziato dalla foto con la modella (di taglia mediterranea).
Per i più alti invece lo spazio a bordo è adeguato e la pedana offre spazio superiore alla media sia per i piedi che per eventuali bagagli.
Bene a punto motori e trasmissioni, in grado di offrire accelerazioni e riprese più che sufficienti per muoversi spediti nel traffico e comunque ben al di sopra dei limiti di legge. Ovviamente il 200 spinge di più, un po' a tutti i regimi e dovrebbe assicurare velocità massime e di crociera più adatte ai tratti autostradali che gli sono concessi.
Decisamente ridotta invece la protezione aerodinamica, come per tutti i concorrenti 'naked', in particolare a busto e braccia, mentre lo scudo, sufficientemente esteso, offre un minimo di riparo a gambe e piedi.
Poco armoniosa la frenata, modulabile e discretamente potente all'anteriore, ma sovradimensionata al posteriore che può portare ad indesiderati bloccaggi della gomma, in particolare su fondi scivolosi con ulteriore attenzione quando piove. Gli pneumatici thailandesi non sono particolarmente d'aiuto, anche se piuttosto sinceri nel comunicare il grip disponibile. Avrei preferito un sistema integrale, meglio ancora se con ABS, più costoso certo, ma anche più sicuro.
Difficile mettere alla prova la ciclistica in questo contesto, ma la guida appare neutra ed intuitiva, particolarmente orientata alla maneggevolezza, anche nel traffico più intenso, nonostante ruote alte e panciute, utili però a dare stabilità al crescere della velocità.
Il passeggero gode di una porzione di sella meglio imbottita rispetto a quella del pilota e poco rialzata, comodi appigli per le mani e pedane retrattili alla giusta distanza, in più il maggior peso che grava sugli ammortizzatori li fa anche lavorare meglio donando maggior comfort.

ACCESSORI
Oltre alla citata Easy Bag, troviamo il bauletto da 38 litri, denominato 'Easy case', peccato che venga imbullonato direttamente al portapacchi, senza la possibilità del canonico sgancio a chiave. Chiave che però, finalmente, è unificata con quella d'avviamento.
Per la protezione dalle intemperie abbiamo il classico parabrezza ampio, che come sempre vi sconsigliamo, sia per i supporti metallici non protetti, che per l'effetto vela e la scarsa visibilità in caso di pioggia. Utile invece la copertina paragambe, con imbottitura removibile e sfiziosa finestra trasparente in stile nautico all'altezza dei piedi. Interessante per le soste all'aperto il telo copriscooter griffato.
In foto vedete anche il cupolino piccolo, piacevole esteticamente e in grado di alleggerire la pressione dell'aria sul busto.
Come protezione dai malintenzionati esiste l'antifurto elettronico con telecomando e/o il bloccadisco con allarme sonoro.
Per facilitare le soste si può montare il cavalletto laterale e per trasportare bambini dai 3 (follia!) agli 8 anni, il seggiolino con poggiapiedi.

COMPETITOR
Dei concorrenti diretti abbiamo già accennato: gli Honda SH hanno dalla loro il vantaggio della notorietà e di un equilibrio fra comfort, affidabilità, prestazioni ed economia di gestione invidiabile, in più costano leggermente meno e sono alimentati ad iniezione, però sono meno potenti, anche se lo si nota solo in allungo; Aprilia SportCity è molto simile e anche differente, meglio nella strumentazione e con un look più sportivo, ma con sottosella più piccolo e serratura separata, a prezzi allineati.
Outsider può essere considerato il SYM HD Evo 125/200, con motori ad iniezione elettronica (il 171cc), meno potenti, dimensioni allineate, ma peso inferiore e prezzi più aggressivi.

CONCLUSIONI
Questo primo assaggio non ha particolarmente entusiasmato, sia a livello costruttivo che di guida, in particolare per freni e sospensioni, anche se la guida intuitiva e la buona maneggevolezza lo rendono comunque un mezzo a suo agio nel traffico. Va certo tenuto presente che Roma offre condizioni estreme per traffico e per fondo stradale, ma è anche uno dei mercati più interessanti e purtroppo altre città italiane non sono poi messe tanto meglio.
La personalità sostenuta dal marketing non sembra trasparire in modo altrettanto evidente dal design, valutazione questa sicuramente soggettiva, mentre la strumentazione appare oggettivamente modesta. Bene invece il sottosella, almeno per un ruota alta, la sistemazione del passeggero e bene anche i numerosi accessori, qualcuno migliorabile.
Prezzi ai vertici del segmento e disponibilità da fine marzo.
Da segnalare una piccola promozione che riguarda il solo 125cc, ribassato a 2990 Euro fino al termine di Aprile, mentre il bauletto viene venduto a 100 Euro.

Testo: Fabrizio Villa
Foto: Marco Campelli, originali Piaggio


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ABBIGLIAMENTO
Casco:
Caberg
Justissimo GT Mirage
Giacca:
Tucano Urbano 'Pari'
Guanti:
Tucano Urbano
'Aviatore'
Pantaloni:
Spidi 'Tomcat'
Stivali:
XPD
'X-Combat'

 

 

 

 

 

 

 

 

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