Con una sontuosa presentazione nel centro
di Roma, alla presenza di giornalisti da tutta Europa,
il vertice Piaggio ha fatto debuttare Carnaby 125/200,
il nuovo scooter a ruote alte, studiato per dare
l'assalto ai vertici della classifica di vendita.
Arriva a completare la gamma Piaggio con ruote da
16 pollici, posizionandosi fra il più leggero
e compatto Liberty 125/200 e il più potente
e costoso Beverly 250. Inevitabile immaginare una
sfida diretta con l'Honda
SH125i/150i suo naturale competitor per taglia
e quotazione, ma anche con l'Aprilia
Sport City 125/200 di cui condivide motore
e parte della ciclistica.
LINEA/DOTAZIONE
Costruire uno scooter, anche ben curato e posizionato
nel mercato non basta decisamente più, occorre
costruirgli un progetto di comunicazione, uno stile
mediatico e in questo caso il marketing di Pontedera
ha utilizzato l'icona 'pop'
degli anni settanta, con un supporto promozionale
che ricorda la strepitosa campagna "chi Vespa
mangia le mele" rifacendosi a Carnaby
Street, icona londinese della moda e dell'emancipazione
in quegli anni.
Il design dello scooter
è però ben più conservativo,
anche se rompe con gli stilemi classici Piaggio
e porta un pizzico d'innovazione con i simpatici
gruppi ottici anteriori e la griglia del radiatore
'sorridente'. Una linea pensata per piacere a tutti
e non solo ai giovani, cui sembra dedicata la campagna
pubblicitaria. Pochi azzardi anche nella scelta
dei colori, in cui solo lo sbarazzino Giallo Cometa
si affianca ai canonici nero, grigio e azzurro metallizzati.
I materiali impiegati
e le finiture non appaiono
al massimo di quanto mostrato da Piaggio ultimamente
e anche la strumentazione
con il contachilometri meccanico, l'assenza del
parziale e spie poco visibili non appare particolarmente
accattivante.
Si rifà però a livello di spazio
sottosella, è infatti uno dei pochi
modelli con ruota posteriore da 16 pollici a poter
ospitare un casco jet con visiera, oltre a due
tasche interne dove poter alloggiare piccoli
oggetti. Sempre sotto la sella troviamo il tappo
per il rifornimento del carburante. Manca
ogni vano nel retroscudo, ma non il gancio
portaborse, in più è disponibile
(optional) una sacca a soffietto
(Easy bag) per riporre oggetti anche discretamente
voluminosi, peccato che sia imbullonata alle plastiche
e non si possa asportare per portare tutto con sé,
una volta scesi. Solido, anche se poco esteso, il
portapacchi posteriore
in resina che incorpora i comodi maniglioni
per il passeggero.
Leve, manopole, comandi al
manubrio e specchietti sono nella norma,
piacevole la placca a contrasto che incornicia anello
portaborse e blocchetto d'avviamento.
Se premuto, quest'ultimo consente l'apertura della
sella, ma non dispone del sistema codificato immobilizer.
Utili in inverno gli sfoghi
del radiatore ai lati dello scudo, che possono
fungere da 'riscaldamento' se abbinati alla copertina
opzionale. Mancano
però il freno di stazionamento ed il cavalletto
laterale (opzionale). Quello centrale,
con sistema 'easy parking' è piuttosto agevole,
ma non così dissimile dai competitor di pari
peso.
CICLISTICA
Offre esattamente quello che sembra desiderare buona
parte del pubblico italiano: misure compatte, ruote
da sedici pollici di ampia sezione, pedana piatta
e due freni a disco a comando tradizionale.
Il telaio è
derivato da quello dell'Aprilia SportCity, ma ad
un esame attento le similitudini si fermano qui:
le ruote hanno misure diverse e anche impianto frenante
e sospensioni sono differenti.
I cerchi da 16 pollici
a cinque razze sdoppiate sono infatti quelli del
Beverly e montano pneumatici tubeless marchiati
Vee Rubber da 110/70
all'anteriore e 130/70
dietro.
Anche la forcella arriva
dal 'fratellone', ha steli
da 35mm e corsa di 104mm, qui però
gli steli sono a vista. Soluzione tradizionale al
retrotreno con motore oscillante e doppio
ammortizzatore regolabile su quattro posizioni
con corsa utile di 90mm.
L'impianto frenante
invece è dedicato e utilizza soluzioni identiche
davanti e dietro: dischi da 260mm e pinze flottanti
a due pistoncini, comandati separatamente dalle
leve al manubrio.
Purtroppo, come in tutti gli scooter del Gruppo
Piaggio, l'ABS non è previsto.
740mm di larghezza e 1365mm d'interasse sono leggermente
superiori al competitor giapponese, mentre la lunghezza
di 2000mm è appena più ridotta. Il
peso sale però a 146kg mentre la sella è
allineata a quota 790mm.
PROPULSORI
L'unica differenza fra le due versioni è
il propulsore, in particolare la parte termica,
visto che appartengono entrambi alla famiglia Leader.
Si tratta di unità a quattro
tempi raffreddate a liquido con distribuzione monoalbero
a quattro valvole che rispondono alle normative
Euro 3 pur adottando
l'alimentazione a carburatore,
grazie al sistema d'aria secondaria e al doppio
catalizzatore allo scarico.
Il 125cc arriva alla potenza massima consentita
dalla legge: 11kW a 9750giri,
mentre il 200 sale fino a 15,4kW
a 9000giri. La coppia, parametro fondamentale
per capire le prestazioni effettive nelle condizioni
più frequenti di utilizzo è di 12Nm
a 8000 per il 125 e 17Nm
a 7250 per il 200.
Il consumo di carburante
nel ciclo ECE è di 24
o 25 km/litro, a favore del 200, ma superiore
a quanto dichiarato da Honda.
Si tratta delle stesse unità che equipaggiano
gli Aprilia Sport City e Scarabeo Street così
come su altri scooter, sia del Gruppo che concorrenti.
Novità dedicata a Carnaby è il nuovo
motorino d'avviamento, definito Easy Start,
che ne riduce la rumorosità di trascinamento,
pur non eliminandola del tutto.
TEST SU STRADA
Il centro di Roma, con buche, pavé, asfalto
liscio e traffico sostenuto in ogni ora del giorno
è una location impegnativa per ogni veicolo,
in particolare per gli scooter, che raramente sfoggiano
sospensioni di qualità. E Carnaby non fa
eccezione con una forcella
solo discreta, ed una coppia di ammortizzatori
troppo rigidi per assorbire il fondo stradale disastrato
della capitale. Il comfort
non si può così definire 'regale',
anche perché la sella,
in particolare sui lati potrebbe essere più
imbottita. Sella che è piacevolmente ampia,
ma anche per questo adatta a chi supera il metro
e settanta, limitando di fatto l'accesso a buona
parte del pubblico femminile, come evidenziato dalla
foto con la modella (di taglia mediterranea).
Per i più alti invece lo spazio a bordo è
adeguato e la pedana
offre spazio superiore alla media sia per i piedi
che per eventuali bagagli.
Bene a punto motori
e trasmissioni, in
grado di offrire accelerazioni e riprese più
che sufficienti per muoversi spediti nel traffico
e comunque ben al di sopra dei limiti di legge.
Ovviamente il 200 spinge di più, un po' a
tutti i regimi e dovrebbe assicurare velocità
massime e di crociera più adatte ai tratti
autostradali che gli sono concessi.
Decisamente ridotta invece la protezione
aerodinamica, come per tutti i concorrenti
'naked', in particolare a busto e braccia, mentre
lo scudo, sufficientemente esteso, offre un minimo
di riparo a gambe e piedi.
Poco armoniosa la frenata,
modulabile e discretamente potente all'anteriore,
ma sovradimensionata al posteriore che può
portare ad indesiderati bloccaggi della gomma, in
particolare su fondi scivolosi con ulteriore attenzione
quando piove. Gli pneumatici
thailandesi non sono particolarmente d'aiuto, anche
se piuttosto sinceri nel comunicare il grip disponibile.
Avrei preferito un sistema integrale, meglio ancora
se con ABS, più costoso certo, ma anche più
sicuro.
Difficile mettere alla prova la ciclistica
in questo contesto, ma la guida appare neutra ed
intuitiva, particolarmente orientata alla maneggevolezza,
anche nel traffico più intenso, nonostante
ruote alte e panciute, utili però a dare
stabilità al crescere della velocità.
Il passeggero gode
di una porzione di sella meglio imbottita rispetto
a quella del pilota e poco rialzata, comodi appigli
per le mani e pedane retrattili alla giusta distanza,
in più il maggior peso che grava sugli ammortizzatori
li fa anche lavorare meglio donando maggior comfort.
ACCESSORI
Oltre alla citata Easy Bag,
troviamo il bauletto da 38
litri, denominato 'Easy case', peccato che
venga imbullonato direttamente al portapacchi, senza
la possibilità del canonico sgancio a chiave.
Chiave che però, finalmente, è unificata
con quella d'avviamento.
Per la protezione dalle intemperie abbiamo il classico
parabrezza ampio, che
come sempre vi sconsigliamo, sia per i supporti
metallici non protetti, che per l'effetto vela e
la scarsa visibilità in caso di pioggia.
Utile invece la copertina
paragambe, con imbottitura removibile e sfiziosa
finestra trasparente in stile nautico all'altezza
dei piedi. Interessante per le soste all'aperto
il telo copriscooter
griffato.
In foto vedete anche il cupolino
piccolo, piacevole esteticamente e in grado
di alleggerire la pressione dell'aria sul busto.
Come protezione dai malintenzionati esiste l'antifurto
elettronico con telecomando e/o il bloccadisco
con allarme sonoro.
Per facilitare le soste si può montare il
cavalletto laterale
e per trasportare bambini dai 3 (follia!)
agli 8 anni, il seggiolino
con poggiapiedi.
COMPETITOR
Dei concorrenti diretti abbiamo già accennato:
gli Honda
SH hanno dalla loro il vantaggio della notorietà
e di un equilibrio fra comfort, affidabilità,
prestazioni ed economia di gestione invidiabile,
in più costano leggermente meno e sono alimentati
ad iniezione, però sono meno potenti, anche
se lo si nota solo in allungo; Aprilia
SportCity è molto simile e anche differente,
meglio nella strumentazione e con un look più
sportivo, ma con sottosella più piccolo e
serratura separata, a prezzi allineati.
Outsider può essere considerato il SYM
HD Evo 125/200, con motori ad iniezione
elettronica (il 171cc), meno potenti, dimensioni allineate,
ma peso inferiore e prezzi più aggressivi.
CONCLUSIONI
Questo primo assaggio non ha particolarmente entusiasmato,
sia a livello costruttivo che di guida, in particolare
per freni e sospensioni, anche se la guida intuitiva
e la buona maneggevolezza lo rendono comunque un
mezzo a suo agio nel traffico. Va certo tenuto presente
che Roma offre condizioni estreme per traffico e
per fondo stradale, ma è anche uno dei mercati
più interessanti e purtroppo altre città
italiane non sono poi messe tanto meglio.
La personalità sostenuta dal marketing non
sembra trasparire in modo altrettanto evidente dal
design, valutazione questa sicuramente soggettiva,
mentre la strumentazione appare oggettivamente modesta.
Bene invece il sottosella, almeno per un ruota alta,
la sistemazione del passeggero e bene anche i numerosi
accessori, qualcuno migliorabile.
Prezzi ai vertici del segmento e disponibilità
da fine marzo.
Da segnalare una piccola promozione che riguarda
il solo 125cc, ribassato a 2990 Euro fino al termine
di Aprile, mentre il bauletto viene venduto a 100
Euro.
Testo: Fabrizio Villa
Foto: Marco
Campelli, originali Piaggio
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