Linea
La linea del Burgman K7 riprende lo stile della
precedente versione migliorandolo; il muso è
la parte a mio avviso meglio riuscita, molto aggressiva
e dotata di un parabrezza inclinato ed abbastanza
alto che permette una discreta copertura a chi,
come me, è di altezza media. Lateralmente
la fiancata sale nel posteriore, abbastanza voluminoso,
ma slanciato. Bello il gruppo ottico posteriore
ampio. Complessivamente ritengo che sia il più
bello dal punto di vista estetico anche perché
il parafango posteriore non risulta invaso da parti
di motore (air box ed ammortizzatori ad esempio)
e tutto risulta perfettamente celato dalle ottime
plastiche che compongono lo scooter. Buona la gamma
colori: grigio chiaro. Bordeaux, blu e nero.
Discutibile la scelta di offrire lo schienalino
del passeggero come optional (da sempre di serie
e diventato un elemento distintivo della gamma Burgman);
io ho preferito (spendendo gli stessi soldi) equipaggiarlo
con un bel bauletto Givi da 46 litri e di schienale;
la linea perde un po’, ma carico comodamente
due caschi integrali.
Posso affermare senza ombra di dubbio che l’estetica
coniuga alla perfezione un’immagine sportiva,
elegante e moderna allo stesso tempo.
Posizione
in sella
Come ho già detto ho una statura media (1,71)
e la sella del Burgman sembra fatta proprio per
me; è molto bassa e questo mi permette di
poggiare comodamente i piedi in terra (grazie anche
alle pedane rastremate all’altezza delle caviglie)
e di governare in maniere formidabile gli oltre
200 chilogrammi di peso quando non si è in
movimento. In marcia inoltre mi permette di stare
comodamente sia seduto (con le ginocchia correttamente
piegate), sia con le gambe distese e la schiena
appoggiata allo schienalino regolabile presente
sulla sella (che sarebbe stato sicuramente più
comodo se avessero previsto un movimento anche verticale
oltre a quello longitudinale).
L’imbottitura è ben realizzata e la
posizione di guida in entrambi i casi risulta davvero
confortevole anche nei lunghi tragitti. L’unico
neo è costituito dal grosso tunnel centrale
che occupa quasi tutto lo spazio e lascia lateralmente
delle pedane un po’ strette (anche se molto
lunghe). Una curiosità: il rivestimento della
sella impedisce di scivolare e così anche
per micro-spostamenti, è necessario alzarsi.
Strumentazione
E’ composta da due strumenti circolari che
alloggiano il tachimetro ed il contagiri ed altri
due più piccoli alle estremità per
gli indicatori del carburante e della temperatura
del motore; al centro un piccolo disply segnala
i chilometri totali, parziali (due rilevamenti)
la temperatura esterna, il consumo medio di carburante
(in km/l e litri per 100 km), lo scadere dei tagliandi
ed altre anomalie.
Alcuni piccoli appunti:
Inspiegabilmente manca la spia della riserva carburante
(necessaria vista l’imprecisione dell’indicatore).
Manca la spia eccessiva temperatura acqua (c’è
l’indicatore è vero ma se ci fosse
anche una spia a richiamare l’attenzione non
sarebbe male).
I pulsanti che permettono di gestire il disply multifunzione
si trovano sulla strumentazione e perciò
azionarli in movimento risulta estremamente scomodo
(e pericoloso come la stessa Suzuki segnala sul
libretto di manutenzione) dal momento che ci si
deve sporgere in avanti non poco; ritengo che se
fossero stati alloggiati sul manubrio sarebbero
stati sicuramente più funzionali.
Non capisco la logica dei progettisti Suzuki in
relazione all’azionamento della stampella
laterale: quando è inserita sul disply compare
la scritta check (e fin qui ok) e contestualmente
l’indicatore della temperatura liquido di
raffreddamento va al massimo (?); una spia luminosa
non sarebbe stata più efficace e visibile?
Infine un piccolissimo neo (ma avendolo riscontrato
ve lo segnalo): sotto il contagiri si trova lo stemma
della casa molto bello da vedere e realizzato in
materiale riflettente; riflette talmente bene che
a volte ho l’impressione che lampeggi qualche
spia e mi trovo spesso a scrutare nella strumentazione
inutilmente.
A parte tutto la trovo molto bella visivamente e
correttamente illuminata di un bel colore arancione.
Comandi e dotazioni
I comandi di servizio sul manubrio sono veramente
ben realizzati e belli da vedere (e da toccare)
e danno una sensazione di qualità. Davanti
al pilota in evidenza e comodi da usare il blocchetto
di avviamento (con la consueta saracinesca che chiude
la serratura) e il freno di stazionamento; sotto
un ampio cassetto con serratura. Molto piacevole
al tatto la plastica morbida e ottimo l’assemblaggio;
lo sportello si chiude con precisione sulla sua
guarnizione morbida e la serratura quando è
chiusa lascia la maniglia libera di girare impedendo
di forzarla.
La qualità percepita è molto alta
e per questo motivo forse i due piccoli vani posti
ai lati del manubrio (che ruotano su un perno),
sembrano ancora di più fragili e mal concepiti
di quanto non siano in realtà, ma è
solo una sensazione.
La sella da accesso ad un grandissimo vano rivestito
in moquette che si sgancia dal blocchetto di accensione
(non sarebbe stato male anche un pulsante sulla
chiave); non ha il fondo piatto (c’è
in rilievo nel centro una gobba per far posto alla
ruota) ma è meglio così piuttosto
che piatto ma meno profondo. L’angolo di apertura
della sella mi sembra un po’ limitato e questo
rende un po’ scomodo l’accesso al vano
inoltre sul mio l’ammortizzatore è
molto lento e spesso non riesce a sopportare il
peso della sella in posizione aperta.
Le dotazioni comprendono: parabrezza di media grandezza,
chiave con immobilizer, tre freni a disco (due all’anteriore),
strumentazione multifunzione, schienalino sella
regolabile, vano sottosella in grado di accogliere
2 caschi integrali ed altro, rivestito e con luce
di cortesia, freno a mano, interruttore di sicurezza
stampella laterale, presa corrente nel vano portaoggetti
anteriore, frecce d’emergenza.
Ciclistica
Il telaio è ben realizzato e questo permette
al Burgman una ottima guida; quando si sale longitudinalmente
su piccoli dislivelli la torsione che si rileva
è minima anche considerando la lunghezza
non indifferente. In marcia risulta preciso e la
ruota da 14 pollici all’anteriore ed un passo
non esagerato permettono, oltre all’agilità
dei ruote basse, anche una precisione e stabilità
notevoli anche se le “ruotine” si trovano
spesso a saltare in velocità sui dislivelli
e buche cittadine.
Le sospensioni sono correttamente tarate e, pur
risultando sempre confortevoli, non sono eccessivamente
morbide; l’ampiezza e l’imbottitura
della sella poi accentuano la sensazione di confort.
Freni
Sicuramente qualcuno non sarà d’accordo
ma preferisco i due sistemi frenanti separati: leva
destra anteriore (due dischi), sinistra posteriore
(un disco). Anche la frenata è dolce e le
leve morbide arrestano lo scooterone in maniera
efficace e progressiva senza arrivare al bloccaggio.
Inspiegabile, a mio parere, che su un veicolo di
questo livello e prezzo non sia previsto nemmeno
a richiesta l’ABS che ho avuto modo di provare
su un altro scooter (BMW C1) su fondo viscido ed
averne apprezzato l’efficacia in frenata di
emergenza.
Trasmissione
Se si gira un po’ tra i forum dedicati, ci
si spaventa per quello che si legge sulla trasmissione
del K7 tanto che stavo pensando di desistere dall’acquisto.
Vi comunico la mia esperienza in merito:
dopo 4.800 chilometri (in un mese e mezzo) e un
rodaggio fatto in maniera accurata come raccomanda
la casa, accelerando con progressione (stranamente
a freddo) la frizione strappava in maniera vistosa
e sgradevoli rumori provenivano dalla ruota; a caldo
ciò si attenuava notevolmente e, pur continuandosi
a manifestare, risulta maggiormente tollerabile.
Sui forum ho letto spesso di “piccioni”
e delle continue ed inutili sostituzioni della frizione
(per fortuna in garanzia) sui primi esemplari che
hanno esasperato non poco i malcapitati; mi sono
sempre chiesto come fosse “il rumore di piccioni”
descritto; si, sono proprio piccioni e il suono
cupo che proviene dalla ruota ricorda molto da vicino
quello prodotto dai simpatici pennuti. Sul mio,
inoltre, ho riscontrato anche timidi “grilli”
e “canarini”. A parte la divagazione
zootecnica, è un componente delicato che
ha spesso fatto disperare i primi proprietari
A 14.000 chilometri è intervenuta mamma Suzuki
che ha effettuato la sostituzione di cinque parti
(compresa una carenatura di plastica sul carter)
che ha risolto il problema fino ad ora; attualmente
ho 24.000 chilometri (percorsi in un anno) e a volte
riesco a percepire piccoli strappi comunque tollerabili.
La frizione sicuramente non è uno dei punti
di forza dello scooter e, confrontata con l’ottima
realizzazione di tutte le altre componenti, risulta
ancora di più inaccettabile.
Motore
Il motore del K7 400 è pronto a salire di
giri e questo permette di raggiungere rapidamente
velocità elevate; tuttavia la carta migliore
dello scooter a mio avviso è il confort dal
momento che il monocilindro fino ai 6500 giri risulta
pastoso e silenzioso e perfettamente in linea con
la filosofia del mezzo; la lancetta del tachimetro
sale a circa 120 km/h e l’aria è efficacemente
deviata dal parabrezza di serie.
Oltre questi parametri il confort acustico ed aerodinamico
decadono, il motore dimostra i suoi limiti e il
parabrezza di grosse dimensioni inizia a vibrare
(anche se non così eccessivamente come ho
letto su alcune riviste).
E’ comunque dotato di una buona cavalleria
in linea con la cilindrata, di quattro valvole con
doppio albero a cammes, di un confortevolissimo
monoammortizzatore al posteriore montato in posizione
orizzontale che in accelerazione lo fa abbassare
un po’, come un felino che vuole spiccare
un balzo.
I consumi sono nella norma della categoria monocilindrici
400 e le medie che ho riscontrato sono di circa
22/24 km/l con una guida veloce ma non esasperata.
Un serbatoio un po’ più grande sicuramente
non avrebbe guastato.
Da segnalare comunque che in un anno e 24.000 chilometri
il mio mezzo ha effettuato due richiami (centralina
di iniezione e componenti della frizione) e due
interventi (per fortuna in garanzia) per la sostituzione
della guarnizione di scarico a 14.000 e 22.000 chilometri.
In città
E’ più agile di quanto non si pensi
sia per le ruote piccole, per il baricentro basso
e per il buon raggio di sterzata; inoltre, anche
se non sembra credibile, è più lungo
di soli 6 cm rispetto al Beverly 400 (e ha un interasse
maggiore di soli 3 cm); è solo un po’
più largo ma questo permette una ottima copertura
del pilota da vento e pioggia.
Agile, abbastanza rapido nel salire di giri, con
la sella bassa che permette di appoggiare comodamente
e saldamente i piedi durante le soste, con un buon
angolo di sterzata, capienti vani portaoggetti e
freni efficaci; tutto questo permette al Burgman
di essere perfettamente rispondente ad un utilizzo
cittadino. Peccato che in città si debba
anche poter contare su una trasmissione a prova
di bomba e proprio su questo argomento risulta non
perfettamente allineato alle sue ottime qualità.
Personalmente penso che sarebbe perfetto con il
cerchio da 15 pollici all’anteriore e da 14
al posteriore (come il Burgman 650) e una lunghezza
complessiva (e passo) inferiore di 20 centimetri
anche se forse non sarebbe più Burgman da
sempre in versione XXL
Tangenziale ed autostrada
E’ il suo habitat naturale se di decide di
avere una guida volta al comfort; sospensioni morbide,
motore e trasmissione che in marcia non trasmettono
vibrazioni, rumorosità contenuta entro regimi
medi, alta proiettività del grande scudo
anteriore e del parabrezza di serie, stabilità
buona, super sella comoda per pilota e passeggero.
Si viaggia in tutto relax.
Conclusioni
Si gira la chiave e si guarda la bella strumentazione
fare il check, si avvia il motore, si gira la manopola
del gas, e gli oltre 200 kg si muovono con un’agilità
insospettata e dolcemente si parte con la sensazione
di avere tra le mani qualche cosa di ben fatto sia
a livello di progettazione che di realizzazione
(veramente curata nella scelta dei materiali e nei
relativi accoppiamenti).
Pregi: ottima qualità, estetica accattivante,
comfort e spazio sia sulla sella che sotto, agilità,
stabilità e buona tenuta dell’usato.
Si aumenta la velocità ed il motore agli
alti regimi diventa più ruvido ed alza la
voce eccessivamente andando a disturbare un comfort
elevato; la trasmissione soprattutto a freddo strappa
e qualche rumorino di troppo dalla frizione risulta
decisamente fuori luogo su un veicolo così
ben progettato e realizzato.
Difetti: motore rumoroso agli alti regimi, frizione
non all’altezza dell’ottima qualità
generale affidabilità di alcuni componenti.
Complessivamente un veicolo molto godibile con molte
luci e piccole ombre.
Testo e foto by: Franco
Pennaricola
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