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 · Suzuki Burgman 400 k7
by Franco Pennaricola
21/07/008

Linea
La linea del Burgman K7 riprende lo stile della precedente versione migliorandolo; il muso è la parte a mio avviso meglio riuscita, molto aggressiva e dotata di un parabrezza inclinato ed abbastanza alto che permette una discreta copertura a chi, come me, è di altezza media. Lateralmente la fiancata sale nel posteriore, abbastanza voluminoso, ma slanciato. Bello il gruppo ottico posteriore ampio. Complessivamente ritengo che sia il più bello dal punto di vista estetico anche perché il parafango posteriore non risulta invaso da parti di motore (air box ed ammortizzatori ad esempio) e tutto risulta perfettamente celato dalle ottime plastiche che compongono lo scooter. Buona la gamma colori: grigio chiaro. Bordeaux, blu e nero.
Discutibile la scelta di offrire lo schienalino del passeggero come optional (da sempre di serie e diventato un elemento distintivo della gamma Burgman); io ho preferito (spendendo gli stessi soldi) equipaggiarlo con un bel bauletto Givi da 46 litri e di schienale; la linea perde un po’, ma carico comodamente due caschi integrali.
Posso affermare senza ombra di dubbio che l’estetica coniuga alla perfezione un’immagine sportiva, elegante e moderna allo stesso tempo.

Posizione in sella
Come ho già detto ho una statura media (1,71) e la sella del Burgman sembra fatta proprio per me; è molto bassa e questo mi permette di poggiare comodamente i piedi in terra (grazie anche alle pedane rastremate all’altezza delle caviglie) e di governare in maniere formidabile gli oltre 200 chilogrammi di peso quando non si è in movimento. In marcia inoltre mi permette di stare comodamente sia seduto (con le ginocchia correttamente piegate), sia con le gambe distese e la schiena appoggiata allo schienalino regolabile presente sulla sella (che sarebbe stato sicuramente più comodo se avessero previsto un movimento anche verticale oltre a quello longitudinale).
L’imbottitura è ben realizzata e la posizione di guida in entrambi i casi risulta davvero confortevole anche nei lunghi tragitti. L’unico neo è costituito dal grosso tunnel centrale che occupa quasi tutto lo spazio e lascia lateralmente delle pedane un po’ strette (anche se molto lunghe). Una curiosità: il rivestimento della sella impedisce di scivolare e così anche per micro-spostamenti, è necessario alzarsi.

Strumentazione
E’ composta da due strumenti circolari che alloggiano il tachimetro ed il contagiri ed altri due più piccoli alle estremità per gli indicatori del carburante e della temperatura del motore; al centro un piccolo disply segnala i chilometri totali, parziali (due rilevamenti) la temperatura esterna, il consumo medio di carburante (in km/l e litri per 100 km), lo scadere dei tagliandi ed altre anomalie.
Alcuni piccoli appunti:
Inspiegabilmente manca la spia della riserva carburante (necessaria vista l’imprecisione dell’indicatore).
Manca la spia eccessiva temperatura acqua (c’è l’indicatore è vero ma se ci fosse anche una spia a richiamare l’attenzione non sarebbe male).
I pulsanti che permettono di gestire il disply multifunzione si trovano sulla strumentazione e perciò azionarli in movimento risulta estremamente scomodo (e pericoloso come la stessa Suzuki segnala sul libretto di manutenzione) dal momento che ci si deve sporgere in avanti non poco; ritengo che se fossero stati alloggiati sul manubrio sarebbero stati sicuramente più funzionali.
Non capisco la logica dei progettisti Suzuki in relazione all’azionamento della stampella laterale: quando è inserita sul disply compare la scritta check (e fin qui ok) e contestualmente l’indicatore della temperatura liquido di raffreddamento va al massimo (?); una spia luminosa non sarebbe stata più efficace e visibile?
Infine un piccolissimo neo (ma avendolo riscontrato ve lo segnalo): sotto il contagiri si trova lo stemma della casa molto bello da vedere e realizzato in materiale riflettente; riflette talmente bene che a volte ho l’impressione che lampeggi qualche spia e mi trovo spesso a scrutare nella strumentazione inutilmente.
A parte tutto la trovo molto bella visivamente e correttamente illuminata di un bel colore arancione.

Comandi e dotazioni
I comandi di servizio sul manubrio sono veramente ben realizzati e belli da vedere (e da toccare) e danno una sensazione di qualità. Davanti al pilota in evidenza e comodi da usare il blocchetto di avviamento (con la consueta saracinesca che chiude la serratura) e il freno di stazionamento; sotto un ampio cassetto con serratura. Molto piacevole al tatto la plastica morbida e ottimo l’assemblaggio; lo sportello si chiude con precisione sulla sua guarnizione morbida e la serratura quando è chiusa lascia la maniglia libera di girare impedendo di forzarla.
La qualità percepita è molto alta e per questo motivo forse i due piccoli vani posti ai lati del manubrio (che ruotano su un perno), sembrano ancora di più fragili e mal concepiti di quanto non siano in realtà, ma è solo una sensazione.
La sella da accesso ad un grandissimo vano rivestito in moquette che si sgancia dal blocchetto di accensione (non sarebbe stato male anche un pulsante sulla chiave); non ha il fondo piatto (c’è in rilievo nel centro una gobba per far posto alla ruota) ma è meglio così piuttosto che piatto ma meno profondo. L’angolo di apertura della sella mi sembra un po’ limitato e questo rende un po’ scomodo l’accesso al vano inoltre sul mio l’ammortizzatore è molto lento e spesso non riesce a sopportare il peso della sella in posizione aperta.
Le dotazioni comprendono: parabrezza di media grandezza, chiave con immobilizer, tre freni a disco (due all’anteriore), strumentazione multifunzione, schienalino sella regolabile, vano sottosella in grado di accogliere 2 caschi integrali ed altro, rivestito e con luce di cortesia, freno a mano, interruttore di sicurezza stampella laterale, presa corrente nel vano portaoggetti anteriore, frecce d’emergenza.

Ciclistica
Il telaio è ben realizzato e questo permette al Burgman una ottima guida; quando si sale longitudinalmente su piccoli dislivelli la torsione che si rileva è minima anche considerando la lunghezza non indifferente. In marcia risulta preciso e la ruota da 14 pollici all’anteriore ed un passo non esagerato permettono, oltre all’agilità dei ruote basse, anche una precisione e stabilità notevoli anche se le “ruotine” si trovano spesso a saltare in velocità sui dislivelli e buche cittadine.
Le sospensioni sono correttamente tarate e, pur risultando sempre confortevoli, non sono eccessivamente morbide; l’ampiezza e l’imbottitura della sella poi accentuano la sensazione di confort.

Freni
Sicuramente qualcuno non sarà d’accordo ma preferisco i due sistemi frenanti separati: leva destra anteriore (due dischi), sinistra posteriore (un disco). Anche la frenata è dolce e le leve morbide arrestano lo scooterone in maniera efficace e progressiva senza arrivare al bloccaggio.
Inspiegabile, a mio parere, che su un veicolo di questo livello e prezzo non sia previsto nemmeno a richiesta l’ABS che ho avuto modo di provare su un altro scooter (BMW C1) su fondo viscido ed averne apprezzato l’efficacia in frenata di emergenza.

Trasmissione
Se si gira un po’ tra i forum dedicati, ci si spaventa per quello che si legge sulla trasmissione del K7 tanto che stavo pensando di desistere dall’acquisto.
Vi comunico la mia esperienza in merito:
dopo 4.800 chilometri (in un mese e mezzo) e un rodaggio fatto in maniera accurata come raccomanda la casa, accelerando con progressione (stranamente a freddo) la frizione strappava in maniera vistosa e sgradevoli rumori provenivano dalla ruota; a caldo ciò si attenuava notevolmente e, pur continuandosi a manifestare, risulta maggiormente tollerabile.
Sui forum ho letto spesso di “piccioni” e delle continue ed inutili sostituzioni della frizione (per fortuna in garanzia) sui primi esemplari che hanno esasperato non poco i malcapitati; mi sono sempre chiesto come fosse “il rumore di piccioni” descritto; si, sono proprio piccioni e il suono cupo che proviene dalla ruota ricorda molto da vicino quello prodotto dai simpatici pennuti. Sul mio, inoltre, ho riscontrato anche timidi “grilli” e “canarini”. A parte la divagazione zootecnica, è un componente delicato che ha spesso fatto disperare i primi proprietari
A 14.000 chilometri è intervenuta mamma Suzuki che ha effettuato la sostituzione di cinque parti (compresa una carenatura di plastica sul carter) che ha risolto il problema fino ad ora; attualmente ho 24.000 chilometri (percorsi in un anno) e a volte riesco a percepire piccoli strappi comunque tollerabili.
La frizione sicuramente non è uno dei punti di forza dello scooter e, confrontata con l’ottima realizzazione di tutte le altre componenti, risulta ancora di più inaccettabile.

Motore
Il motore del K7 400 è pronto a salire di giri e questo permette di raggiungere rapidamente velocità elevate; tuttavia la carta migliore dello scooter a mio avviso è il confort dal momento che il monocilindro fino ai 6500 giri risulta pastoso e silenzioso e perfettamente in linea con la filosofia del mezzo; la lancetta del tachimetro sale a circa 120 km/h e l’aria è efficacemente deviata dal parabrezza di serie.
Oltre questi parametri il confort acustico ed aerodinamico decadono, il motore dimostra i suoi limiti e il parabrezza di grosse dimensioni inizia a vibrare (anche se non così eccessivamente come ho letto su alcune riviste).
E’ comunque dotato di una buona cavalleria in linea con la cilindrata, di quattro valvole con doppio albero a cammes, di un confortevolissimo monoammortizzatore al posteriore montato in posizione orizzontale che in accelerazione lo fa abbassare un po’, come un felino che vuole spiccare un balzo.
I consumi sono nella norma della categoria monocilindrici 400 e le medie che ho riscontrato sono di circa 22/24 km/l con una guida veloce ma non esasperata.
Un serbatoio un po’ più grande sicuramente non avrebbe guastato.
Da segnalare comunque che in un anno e 24.000 chilometri il mio mezzo ha effettuato due richiami (centralina di iniezione e componenti della frizione) e due interventi (per fortuna in garanzia) per la sostituzione della guarnizione di scarico a 14.000 e 22.000 chilometri.

In città
E’ più agile di quanto non si pensi sia per le ruote piccole, per il baricentro basso e per il buon raggio di sterzata; inoltre, anche se non sembra credibile, è più lungo di soli 6 cm rispetto al Beverly 400 (e ha un interasse maggiore di soli 3 cm); è solo un po’ più largo ma questo permette una ottima copertura del pilota da vento e pioggia.
Agile, abbastanza rapido nel salire di giri, con la sella bassa che permette di appoggiare comodamente e saldamente i piedi durante le soste, con un buon angolo di sterzata, capienti vani portaoggetti e freni efficaci; tutto questo permette al Burgman di essere perfettamente rispondente ad un utilizzo cittadino. Peccato che in città si debba anche poter contare su una trasmissione a prova di bomba e proprio su questo argomento risulta non perfettamente allineato alle sue ottime qualità.
Personalmente penso che sarebbe perfetto con il cerchio da 15 pollici all’anteriore e da 14 al posteriore (come il Burgman 650) e una lunghezza complessiva (e passo) inferiore di 20 centimetri anche se forse non sarebbe più Burgman da sempre in versione XXL

Tangenziale ed autostrada
E’ il suo habitat naturale se di decide di avere una guida volta al comfort; sospensioni morbide, motore e trasmissione che in marcia non trasmettono vibrazioni, rumorosità contenuta entro regimi medi, alta proiettività del grande scudo anteriore e del parabrezza di serie, stabilità buona, super sella comoda per pilota e passeggero. Si viaggia in tutto relax.

Conclusioni
Si gira la chiave e si guarda la bella strumentazione fare il check, si avvia il motore, si gira la manopola del gas, e gli oltre 200 kg si muovono con un’agilità insospettata e dolcemente si parte con la sensazione di avere tra le mani qualche cosa di ben fatto sia a livello di progettazione che di realizzazione (veramente curata nella scelta dei materiali e nei relativi accoppiamenti).
Pregi: ottima qualità, estetica accattivante, comfort e spazio sia sulla sella che sotto, agilità, stabilità e buona tenuta dell’usato.
Si aumenta la velocità ed il motore agli alti regimi diventa più ruvido ed alza la voce eccessivamente andando a disturbare un comfort elevato; la trasmissione soprattutto a freddo strappa e qualche rumorino di troppo dalla frizione risulta decisamente fuori luogo su un veicolo così ben progettato e realizzato.
Difetti: motore rumoroso agli alti regimi, frizione non all’altezza dell’ottima qualità generale affidabilità di alcuni componenti.
Complessivamente un veicolo molto godibile con molte luci e piccole ombre.

Testo e foto by: Franco Pennaricola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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