>> SUZUKI
Per prezzo, link e dati tecnici vai alla SuperScheda >>

 

si nota, vicino alla chiave di avviamento,  il comando per accensione delle manopole riscaldate a 2 intensità

 · Suzuki Burgman 650 Executive
by Maurizio Fumi
17/09/07

QUELLO CHE ANCORA NON SI E’ DETTO SUL BURGMAN 650 EXECUTIVE
Sono un motociclista convinto, convertito al Burgman 650 Executive, l’unico scooter diventato moto o, se preferite, l’unica moto vestita da scooter.
Prima di appendere il casco al chiodo, ho fatto 105.000 Km. negli ultimi anni con la mia moto, una Honda CX650E, dalla Turchia a CapoNord passando dal Marocco ed erano ormai 4 anni che, dopo averla venduta per l’arrivo della bambina, mi ero messo l’anima in pace.
Perchè una promessa era una promessa, mai e poi mai le mie velleità di motociclista Easy-Rider sarebbero miseramente declinate verso uno scooter (mi vengono gli eritemi solo a pronunciare quella parola!); se da una parte, non potevo pensare di utilizzare La Moto per andare in ufficio in giacca e cravatta o per portare i pannolini della bambina, dall’altra parte (ammesso e non concesso che potessimo prenderci una vacanza in due), per noi duri e puri era inimmaginabile ipotizzare uno dei mitici viaggi su una banana con le ruote, in quella orribile posizione rattrappita modello folgorazione elettrica.
Ed è così che, appesi i caschi al chiodo, ogni volta guardavo con struggente invidia gli amici motociclisti sfilarmi in sorpasso mentre, in auto con la famiglia nelle lunghe colonne quotidiane, mi allargavo per fargli strada nell’intima speranza che quel impercettibile gesto di cortesia potesse rivelare loro che, sì anch’io, sia pure chiuso nella mia scatola di metallo ero pur sempre uno di loro, un motociclista vero, uno di quelli da abbaglio di fari in incrocio in segno di saluto, uno di quelli da movimento esterno della gamba raddrizzata come ringraziamento.
Conscio del mio ineludibile declino decisi di uscirmene elegantemente con un’affermazione altisonante che a ben vedere suonava come un epitaffio nella sua accezione paradossale: << Passerò allo scooter quando ne faranno uno che sarà come una Moto!>>, e quando mai sarebbe successo? Quindi, placata la coscienza, da quel momento mai più moto con buona ed eterna pace perché appunto non esisteva nulla di ciò al mondo.
La Suzuki non sa di aver creato uno spergiuro; io (ma con me anche tanti altri), sono praticamente diventato l’icona del “Lazzaro che guida”, il Burgman ha ridato nuova vita ad una moltitudine di motociclisti che ora non si vergognano di avere uno scooter, perchè sotto il vestito… c’è tutto e di più.

Cominciamo dalla non trascurabile posizione di guida, ampia, confortevole, imponente, paragonabile a quella di una Honda Goldwing, mentre per la posizione del passeggero… pure.
Ho letto la prova di un amico che si lamentava del fatto che ogni tanto andava a toccare con le ginocchia gli sportellini dello scudo interno, fortunatamente ha precisato che è alto ben 194 cm!!!! Auguri!
Mia moglie si lamenta invece del fatto che c’è così tanto spazio anche tra noi due (ci mette tranquillamente lo zainetto) che non può più abbracciarmi mentre andiamo e mia figlia è talmente magra ed esile che quando si tiene ai maniglioni mi fa l’effetto “bauletto”; avviene quando si è da soli senza il passeggero e lo spazio tra il pilota ed il bauletto è tale che tra i due si forma un vortice d’aria di disturbo dell’aerodinamica per cui la moto in velocità comincia a sbacchettare.
A proposito di disegno aerodinamico, c’è da osservare che la posizione degli specchietti, ritenuti da molti eccessivamente ingombranti o ad altezza sbagliata (mica vero: con il ripiegamento elettrico passo ovunque), assolvono invece ad una funzione aerodinamica utile ad aumentare il comfort di marcia: aperti fanno da paravento alle mani, provate ad andare con gli specchietti ripiegati in inverno e capirete immediatamente cosa intendo. Una doppia libidine coi fiocchi (Jerry Calà) dei progettisti Suzuki, non una pecca.

Passiamo sotto, nel telaio, sì perché quello che non viene messo sufficientemente in risalto nelle prove è che il Burgman, a differenza degli scooter, è costruito con un vero telaio portante, significa che la moto potrebbe andare in giro completamente “svestita” senza risentirne per niente, nelle curve non c’è minimamente torsione (rispetto agli scooter, chiaramente) e va da se che questo significhi, prestazioni, sicurezza e confort, il tutto coadiuvato (unico scooter sul mercato) dalle gomme rinforzate. Ho sentito di racconti da paura di motociclisti passati al primo scooter che si sono trovati con la moto in imbardata piegati nel bel mezzo di una curva.

E vogliamo parlare del motore? Cosa non è stato detto fin’ora, ma la cosa più ovvia, naturalmente! Consuma pochissimo. Mi dava sinceramente fastidio che sul manuale d’uso fossero riportate percorrenze fantasmagoriche senza che mi ci potessi neanche lontanamente avvicinare, certo immaginiamo tutti come vengono effettuate queste prove, scelgono una giornata con temperatura e pressione ottimali, prendono un puffo vestito con tuta spaziale, lo mettono su un circuito ovale, gli inchiodano l’acceleratore, accendono la moto con la ruota posteriore sollevata che già gira e la lasciano andare appena raggiunto il numero di giri corretto, da lì scatta il cronometro ma cavolo, potremmo almeno avvicinarci al numero della decina? E’ mai possibile che la differenza sia proprio così tanta? La risposta è facile, basta avere un po’ di tempo e pazienza, non far caso alle risa degli automobilisti che ti vedono andare avanti a singhiozzo, inchiodare e ripartire a razzo, rischiare tamponamenti o multe per passaggio con il rosso, perché nel tentativo di fare il figo ed utilizzare tutte le funzioni del blocchetto comandi di sinistra a memoria, senza guardare, hai azionato tutto quello che si può azionare, in ordine: lampeggio luci, abbaglianti fissi, ripiegamento specchietti, trombe, frecce, inserimento/disinserimento cambio automatico, sistema di aumento dei giri (power) e, finalmente, dopo aver fatto funzionare tutto il luna-park ed essere riuscito a centrare i due pulsanti (up-down) per domare il Cambio Manuale, scopri quanto sia bello, esaltante, sicuro ed economico possedere questa importante e snobbata funzione, ottieni un consumo di 20 km/l sul misto in una città come Milano la mattina e la sera in orari di punta. Quanti sono gli scooter che hanno questa media? Ma la condizione sine-qua-non è l’utilizzo del cambio manuale, altrimenti si passa drasticamente a 16,5 km/l, lo ammetto ho fatto una fatica bestia ma ora se non lo uso mi sembra di violentare il motore, come quei neopatentati che si ricordano di avere la 5^ marcia solo in autostrada.
E vogliamo parlare del “tiro” che si sente sulla ruota quando affronti una curva od una guida veloce in montagna? La differenza è come andare in macchina affrontando le curve in folle (folle in tutti i sensi!) oppure con la marcia più opportuna, uguale, stessa differenza.

Ora, presa confidenza(?) con la funzionalità dei comandi, verifichiamone la conducibilità in strada. E’ vero, è ingombrate, ma la differenza tra me ed il mio amico con un agilissimo scooter 50 è che ai semafori lui è sempre in pole-position, io invece con il baricentro bassissimo e gli specchietti elettrici niente di meno che in seconda o addirittura in terza fila ed il tempo totale per arrivare in ufficio è a suo favore persino di 4/5 minuti su 50 minuti totali di strada, sì ma di che strada? Quella del traffico caotico dell’ora di punta.

Anche il costo è elevato (circa 9.250 euro) ma non c’è paragone con il resto del mercato, una moto BMW con il motore a iniezione, l’ABS, il parabrezza e gli specchietti elettrici e anche il freno a mano e la marmitta catalitica, come ha il Burgman 650 Executive, costa solo il doppio!

Ma un difetto ce l’ha? Ma certo che ce l’ha, mica mi paga la Suzuki! Ha difetti e problemini. Per i primi mi rivolgo direttamente al Signor Suzuki, per favore, faccia togliere lo spegnimento del motore con il cavalletto laterale tirato giù, va bene che è per sicurezza, ma non possiamo sempre metterla (243kg) su quello centrale a scaldare il motore, piuttosto metteteci una spia ed anche un cicalino se volete (a proposito: per le frecce, ma perché bisogna esse così barboni?) e, se ancora non vi basta, pure con il freno a mano tirato (sì, ha anche il freno a mano), ma non considerateci tutti degli impediti totali capaci di partire con il cavalletto laterale giù (a tale proposito scriverò un prossimo articolo sulle modifiche).
Mentre per i problemini …sono quasi contento di averli avuti, mi hanno dato l’opportunità di verificare la serietà e la correttezza della rete di assistenza Suzuki e del loro servizio marketing.
E’ successo, dopo i 6000 km., che si fosse interrotto un filo della ventola di raffreddamento per uno sfregamento contro il telaio dovuto alle vibrazioni con conseguente innalzamento pericoloso della temperatura, portato alla rete di assistenza è stato immediatamente risolto, gratis ovviamente.
In altra circostanza, ad un anno esatto dall’acquisto, l’ufficio clienti mi invia una lettera di richiamo per la sostituzione, sempre gratuita, della centralina immobilizer per possibili malfunzionamenti sotto l’acqua. La lettera è arrivata individualmente per raccomandata, mica come fanno certe case automobilistiche di nostra nazionale conoscenza che si limitano ad un comunicato stampa, mi sono sentito importante, seguito e coccolato. A quel punto mi sono detto: <<Non ho comprato una moto, ho comprato la Mercedes degli scooter, un’auto su 2 ruote.>>
Buona moto a tutti!

Testo e foto by: Maurizio Fumi

In evidenza i profili riflettenti

 

COPYRIGHT CyberScooter, tutti i diritti riservati, per informazioni e contatti clicca QUI>>>