QUELLO
CHE ANCORA NON SI E’ DETTO SUL BURGMAN 650
EXECUTIVE
Sono un motociclista convinto, convertito al Burgman
650 Executive, l’unico scooter diventato moto
o, se preferite, l’unica moto vestita da scooter.
Prima di appendere il casco al chiodo, ho fatto
105.000 Km. negli ultimi anni con la mia moto, una
Honda CX650E, dalla Turchia a CapoNord passando
dal Marocco ed erano ormai 4 anni che, dopo averla
venduta per l’arrivo della bambina, mi ero
messo l’anima in pace.
Perchè una promessa era una promessa, mai
e poi mai le mie velleità di motociclista
Easy-Rider sarebbero miseramente declinate verso
uno scooter (mi vengono gli eritemi solo a pronunciare
quella parola!); se da una parte, non potevo pensare
di utilizzare La Moto per andare in ufficio in giacca
e cravatta o per portare i pannolini della bambina,
dall’altra parte (ammesso e non concesso che
potessimo prenderci una vacanza in due), per noi
duri e puri era inimmaginabile ipotizzare uno dei
mitici viaggi su una banana con le ruote, in quella
orribile posizione rattrappita modello folgorazione
elettrica.
Ed è così che, appesi i caschi al
chiodo, ogni volta guardavo con struggente invidia
gli amici motociclisti sfilarmi in sorpasso mentre,
in auto con la famiglia nelle lunghe colonne quotidiane,
mi allargavo per fargli strada nell’intima
speranza che quel impercettibile gesto di cortesia
potesse rivelare loro che, sì anch’io,
sia pure chiuso nella mia scatola di metallo ero
pur sempre uno di loro, un motociclista vero, uno
di quelli da abbaglio di fari in incrocio in segno
di saluto, uno di quelli da movimento esterno della
gamba raddrizzata come ringraziamento.
Conscio del mio ineludibile declino decisi di uscirmene
elegantemente con un’affermazione altisonante
che a ben vedere suonava come un epitaffio nella
sua accezione paradossale: << Passerò
allo scooter quando ne faranno uno che sarà
come una Moto!>>, e quando mai sarebbe successo?
Quindi, placata la coscienza, da quel momento mai
più moto con buona ed eterna pace perché
appunto non esisteva nulla di ciò al mondo.
La Suzuki non sa di aver creato uno spergiuro; io
(ma con me anche tanti altri), sono praticamente
diventato l’icona del “Lazzaro che guida”,
il Burgman ha ridato nuova vita ad una moltitudine
di motociclisti che ora non si vergognano di avere
uno scooter, perchè sotto il vestito…
c’è tutto e di più.
Cominciamo dalla non trascurabile posizione di
guida, ampia, confortevole, imponente, paragonabile
a quella di una Honda Goldwing, mentre per la posizione
del passeggero… pure.
Ho letto la prova di un amico che si lamentava del
fatto che ogni tanto andava a toccare con le ginocchia
gli sportellini dello scudo interno, fortunatamente
ha precisato che è alto ben 194 cm!!!! Auguri!
Mia moglie si lamenta invece del fatto che c’è
così tanto spazio anche tra noi due (ci mette
tranquillamente lo zainetto) che non può
più abbracciarmi mentre andiamo e mia figlia
è talmente magra ed esile che quando si tiene
ai maniglioni mi fa l’effetto “bauletto”;
avviene quando si è da soli senza il passeggero
e lo spazio tra il pilota ed il bauletto è
tale che tra i due si forma un vortice d’aria
di disturbo dell’aerodinamica per cui la moto
in velocità comincia a sbacchettare.
A proposito di disegno aerodinamico, c’è
da osservare che la posizione degli specchietti,
ritenuti da molti eccessivamente ingombranti o ad
altezza sbagliata (mica vero: con il ripiegamento
elettrico passo ovunque), assolvono invece ad una
funzione aerodinamica utile ad aumentare il comfort
di marcia: aperti fanno da paravento alle mani,
provate ad andare con gli specchietti ripiegati
in inverno e capirete immediatamente cosa intendo.
Una doppia libidine coi fiocchi (Jerry Calà)
dei progettisti Suzuki, non una pecca.
Passiamo sotto, nel telaio, sì perché
quello che non viene messo sufficientemente in risalto
nelle prove è che il Burgman, a differenza
degli scooter, è costruito con un vero telaio
portante, significa che la moto potrebbe andare
in giro completamente “svestita” senza
risentirne per niente, nelle curve non c’è
minimamente torsione (rispetto agli scooter, chiaramente)
e va da se che questo significhi, prestazioni, sicurezza
e confort, il tutto coadiuvato (unico scooter sul
mercato) dalle gomme rinforzate. Ho sentito di racconti
da paura di motociclisti passati al primo scooter
che si sono trovati con la moto in imbardata piegati
nel bel mezzo di una curva.
E vogliamo parlare del motore? Cosa non è
stato detto fin’ora, ma la cosa più
ovvia, naturalmente! Consuma pochissimo. Mi dava
sinceramente fastidio che sul manuale d’uso
fossero riportate percorrenze fantasmagoriche senza
che mi ci potessi neanche lontanamente avvicinare,
certo immaginiamo tutti come vengono effettuate
queste prove, scelgono una giornata con temperatura
e pressione ottimali, prendono un puffo vestito
con tuta spaziale, lo mettono su un circuito ovale,
gli inchiodano l’acceleratore, accendono la
moto con la ruota posteriore sollevata che già
gira e la lasciano andare appena raggiunto il numero
di giri corretto, da lì scatta il cronometro
ma cavolo, potremmo almeno avvicinarci al numero
della decina? E’ mai possibile che la differenza
sia proprio così tanta? La risposta è
facile, basta avere un po’ di tempo e pazienza,
non far caso alle risa degli automobilisti che ti
vedono andare avanti a singhiozzo, inchiodare e
ripartire a razzo, rischiare tamponamenti o multe
per passaggio con il rosso, perché nel tentativo
di fare il figo ed utilizzare tutte le funzioni
del blocchetto comandi di sinistra a memoria, senza
guardare, hai azionato tutto quello che si può
azionare, in ordine: lampeggio luci, abbaglianti
fissi, ripiegamento specchietti, trombe, frecce,
inserimento/disinserimento cambio automatico, sistema
di aumento dei giri (power) e, finalmente, dopo
aver fatto funzionare tutto il luna-park ed essere
riuscito a centrare i due pulsanti (up-down) per
domare il Cambio Manuale, scopri quanto sia bello,
esaltante, sicuro ed economico possedere questa
importante e snobbata funzione, ottieni un consumo
di 20 km/l sul misto in una città come Milano
la mattina e la sera in orari di punta. Quanti sono
gli scooter che hanno questa media? Ma la condizione
sine-qua-non è l’utilizzo del cambio
manuale, altrimenti si passa drasticamente a 16,5
km/l, lo ammetto ho fatto una fatica bestia ma ora
se non lo uso mi sembra di violentare il motore,
come quei neopatentati che si ricordano di avere
la 5^ marcia solo in autostrada.
E vogliamo parlare del “tiro” che si
sente sulla ruota quando affronti una curva od una
guida veloce in montagna? La differenza è
come andare in macchina affrontando le curve in
folle (folle in tutti i sensi!) oppure con la marcia
più opportuna, uguale, stessa differenza.
Ora, presa confidenza(?) con la funzionalità
dei comandi, verifichiamone la conducibilità
in strada. E’ vero, è ingombrate, ma
la differenza tra me ed il mio amico con un agilissimo
scooter 50 è che ai semafori lui è
sempre in pole-position, io invece con il baricentro
bassissimo e gli specchietti elettrici niente di
meno che in seconda o addirittura in terza fila
ed il tempo totale per arrivare in ufficio è
a suo favore persino di 4/5 minuti su 50 minuti
totali di strada, sì ma di che strada? Quella
del traffico caotico dell’ora di punta.
Anche il costo è elevato (circa 9.250 euro)
ma non c’è paragone con il resto del
mercato, una moto BMW con il motore a iniezione,
l’ABS, il parabrezza e gli specchietti elettrici
e anche il freno a mano e la marmitta catalitica,
come ha il Burgman 650 Executive, costa solo il
doppio!
Ma un difetto ce l’ha? Ma certo che ce l’ha,
mica mi paga la Suzuki! Ha difetti e problemini.
Per i primi mi rivolgo direttamente al Signor Suzuki,
per favore, faccia togliere lo spegnimento del motore
con il cavalletto laterale tirato giù, va
bene che è per sicurezza, ma non possiamo
sempre metterla (243kg) su quello centrale a scaldare
il motore, piuttosto metteteci una spia ed anche
un cicalino se volete (a proposito: per le frecce,
ma perché bisogna esse così barboni?)
e, se ancora non vi basta, pure con il freno a mano
tirato (sì, ha anche il freno a mano), ma
non considerateci tutti degli impediti totali capaci
di partire con il cavalletto laterale giù
(a tale proposito scriverò un prossimo articolo
sulle modifiche).
Mentre per i problemini …sono quasi contento
di averli avuti, mi hanno dato l’opportunità
di verificare la serietà e la correttezza
della rete di assistenza Suzuki e del loro servizio
marketing.
E’ successo, dopo i 6000 km., che si fosse
interrotto un filo della ventola di raffreddamento
per uno sfregamento contro il telaio dovuto alle
vibrazioni con conseguente innalzamento pericoloso
della temperatura, portato alla rete di assistenza
è stato immediatamente risolto, gratis ovviamente.
In altra circostanza, ad un anno esatto dall’acquisto,
l’ufficio clienti mi invia una lettera di
richiamo per la sostituzione, sempre gratuita, della
centralina immobilizer per possibili malfunzionamenti
sotto l’acqua. La lettera è arrivata
individualmente per raccomandata, mica come fanno
certe case automobilistiche di nostra nazionale
conoscenza che si limitano ad un comunicato stampa,
mi sono sentito importante, seguito e coccolato.
A quel punto mi sono detto: <<Non ho comprato
una moto, ho comprato la Mercedes degli scooter,
un’auto su 2 ruote.>>
Buona moto a tutti!
Testo e foto by: Maurizio
Fumi
|