Non saprei proprio
da dove cominciare. Il Burgman 650 l’ho sognato,
desiderato già al momento dell’acquisto
del 400, oltre due anni fa.
Trovate infatti la mia
prova del Burgman 400 sempre in questo ottimo
sito e con l’occasione, devo ricordare nuovamente
l’ottima esperienza fatta con il 400 (come
del resto nel 2003 con il 150, sempre Burgman ovviamente).
Oltre 21.000 km senza mai e poi mai alcun problema
o fermo per inconvenienti.
Quindi come dice il detto, non c’è
due senza tre, 150, 400 e finalmente 650.
Detta così, la mia scelta sembrerebbe scontata,
ma ancora una volta il Tmax mi ha lasciato per qualche
nottata nel dubbio. Le cifre in gioco sono elevate,
l’acquisto andava valutato molto attentamente.
Valutato soprattutto il tipo di utilizzo prevalentemente
casa ufficio, il Burgman è apparso più
adatto. In primis per la capacità di carico
nettamente superiore rispetto al Tmax, poi utilizzandolo
tutto l’anno, quindi anche nei mesi più
freddi, il 650 appare anche molto più protettivo.
Chiaro che tutto questo si paga con una linea meno
dinamica ed anche con un’impostazione generale
meno sportiva anche se in fatto di prestazioni pure
il 650 appare più performante rispetto al
Tmax.
Dopo cinque mesi dall’acquisto e quasi 5000
km posso anticiparvi che di meglio proprio non mi
potevo aspettare e sono al momento completamente
soddisfatto…
Anche in questa occasione soprassiedo alla descrizione
statica più volte letta e commentata. Che
piaccia o meno, è una questione molto soggettiva.
Il Tmax a mio avviso è molto più bello
e accattivante ma il Burgman 650 da un senso di
opulenza e solidità che pochi altri possono
vantare. Gli anni passati dalla presentazione non
sono pochi quindi è lecito attendersi qualche
aggiornamento, ma a mio avviso le sue linee sono
diventate un classico che potrebbero rimanere attuali
ancora per diverso tempo.
Ho tolto volutamente il poggia schiena posteriore
per il passeggero (lo utilizzo praticamente sempre
solo) e questo serve a mio avviso per alleggerire
un po’ la linea e dare un’immagine “un
pelo” più dinamica.
Ma quello che mi interessa in questa occasione è
raccontarvi le mie impressioni di guida, dirvi dei
primi costi di manutenzione e di normale esercizio
sostenuti.
Direi che di questo scooter tutto gira attorno
al cambio, ben supportato da un motore (anche se
per logica è il contrario) che gira regolare
e potente in ogni situazione. Si sente dire, anche
leggendo diverse opinioni, che l’utilizzo
del cambio manuale è relegato al puro divertimento
o in situazioni limite di forte pendenze, ma che
alla lunga ci si dimentica quasi di averlo, sfruttando
l’automatico in versione normale o in caso
di fretta la modalità power. Assolutamente
no, almeno per me! Praticamente lo uso sempre in
manuale perché ti permette di sfruttare alla
grande il freno motore dimenticandoti quasi l’uso
dei freni tradizionali. Ti permette inoltre di andare
al trotto snocciolando in maniera veramente immediata
tutte le 6 marce (5 + OD) per girare a bassissimo
numero di giri, come, nell’istante dopo, scalare
alcune marce e vedere balzare il contagiri subito
sulla zona alta con evidenti benefici sulle prestazioni.
Certo appena si arriva nel traffico più caotico
premi il bottone dell’automatico e concentrandoti
esclusivamente sul traffico, sfrutti tutta la sua
comodità. Chiaro che nella guida “impegnata”
anche in situazione automatica POWER si ottengono
risultati che hanno ben poco a che vedere con i
normali scooter. Ma ribadisco che sta proprio nel
cambio manuale la grande differenza con tutti gli
altri scooter e fa avvicinare questo mezzo ad una
vera e propria moto, ma cosa importante senza la
noia della frizione.
L’utilizzo dei tradizionali scooter lo si
fa col gas e con il freno sempre in mano perché
di fatto, per rallentare l’andatura o fermarsi,
la “pinzata” è obbligatoria.
Con il Burgman 650 per esempio ci si può
avvicinare ad una rotonda e scalando 1 o 2 marce,
rallentare in maniera sensibile senza toccare il
freno. Già al solo rilascio del gas il freno
motore è molto molto avvertibile, tale che
sui i primi km ho dovuto prenderci molto la mano,
abituato com’ero al 400.
Poi cosa completamente singolare su uno scooter
è la disposizione dei pesi. Il motore fisso
in posizione avanzata e non più in funzione
oscillante, la forcella a doppia piastra e le gomme
radiali di misura importante sconvolgono le abitudini
di guida a chi come me era abituato ai classici
scooter.
Fatte queste premesse scordatevi di essere alla
guida di uno scooter, forse anche di una moto, ma
la vicinanza è molto più a quest’ultima
che agli scooter.
Questa singolare situazione ha il vero surplus nell’avere
a disposizione un mezzo sufficientemente prestante
con la grande versatilità e duttilità
dello scooter. Per chi come me lo usa quotidianamente
per 365 giorni all’anno penso che al momento
non esista mezzo più adatto.
Parlando di prestazioni pure, il paragone con il
400 come è ovvio non inizia neppure, forse
l’unico motivo importante che mi ha spinto
a fare questa spesa. Nelle partenze al semaforo
può impensierire anche una moto di media
cilindrata. Anche l’allungo non è male
ed il tachimetro è sempre li a dimostrarlo.
In pochi metri dalla partenza si superano i 100
km/h con i rischi di eventuali multe sempre dietro
l’angolo, visto che tutto ciò avviene
oltretutto con una semplicità disarmante.
Per fermarsi poi, oltre al freno motore menzionato
si è supportati da un impianto frenante al
passo con tutto il resto. Mi ero abituato con molta
fatica ad un impianto con frenata combinata, tale
era quello del 400 e tutto sommato pur rimanendo
scettico a questa soluzione alla fine ne ho apprezzato
l’equilibrio. Ora sono ritornato al tradizionale,
come lo era al tempo il mio primo scooter Burgman
150 e alla fine è la soluzione che comunque
preferisco. L’ABS di serie poi da quel surplus
di sicurezza che un mezzo di questa mole e peso
devono esigere.
In effetti sulle prime il Burgman 650 impensierisce
per la stazza. Dimensioni e peso infatti sono li
a dimostrarlo. Appena ci si sale e si fa solo qualche
metro gran parte di questi due limiti però
spariscono. Anche nel traffico più intenso,
grazie anche all’utilissima possibilità
di ripiegare gli specchietti retrovisori con un
pulsante guadagnano così preziosi centimetri,
ci si infila tra una macchina e l’altra senza
grossi problemi. Chiaro, non è agile come
tanti altri scooter ma un centro città trafficato
non deve impensierire più di tanto.
I conti del peso bisogna farli da fermo. La mattina
per esempio quando mi devo recare al lavoro e devo
spostare il bestione dal garage bisogna fare un
attimo di mente locale. Spostare oltre 270 kg. a
freddo (freddi i miei muscoli ma soprattutto l’olio
che lubrifica la trasmissione ad ingranaggi) bisogna
essere ben presenti e quindi non ancora addormentati.
Per il resto avere a disposizione un mezzo così
grosso porta solo benefici. Infatti la comodità
penso sia da primo della classe, oltretutto basta
già il nome Burgman quale sinonimo di poltrona.
La posizione di guida tipica dei suoi fratelli di
cilindrata minore, ha il pregio importantissimo
rispetto questi ultimi di essere sensibilmente più
rialzata.
I vani per riporre “il mondo” anch’essi
non scherzano. Gli oltre 50 litri disponibili sotto
la sella sono ben accessibili e dalle forme regolari
evitando così l’acquisto di un bauletto
esterno. Forse il 400 aveva un fondo più
piatto ma sono piccolezze. Nel retro scudo le cose,
sempre rispetto al 400, sono un po’ peggiorate.
Colpa della centralina dell’ABS che ruba spazio,
ma ancora una volta siamo ai vertici nel mondo dello
scooter. Esistono inoltre altri due capientissimi
portaoggetti ai lati estremi del retro scudo ma
hanno la pecca di non aver la serratura per mettere
al sicuro oggetti di valore.
Accennando ai costi di esercizio parlerei per primo
del consumo di benzina. Premesso che lo uso molto
spesso in mezzo al traffico il mio consumo medio
è attorno ai 17,5/18 km/litro. Con una guida
che alterna sempre gli apri e chiudi e laddove possibile
brevi allunghi dove vengono sfruttati tutti i cavalli,
penso che non ci si possa lamentare.
Ho notato inoltre che ad andature costanti, tipo
autostrada, in quelle poche occasioni che ho avuto,
si può arrivare a fare anche oltre i 20/21
km/litro senza tante riserve sulla velocità.
Quest’ultima per la cronaca in autostrada
è arrivata ad oltre 180 km/ora indicati.
Si poteva insistere ancora con l’impressione
di poter aumentare qualcosina in velocità,
ma le condizioni di sicurezza del traffico non lo
consentivano.
Tutto comunque con la sensazione di massima sicurezza,
anche se ritengo che il mezzo sia adatto a mantenere
medie già importanti, intorno ai 140/150
km/ora, e che oltre risulta comunque un di più
seppur sempre alla portata ed in assoluta piena
sicurezza e comodità. Chiudendo il discorso
su i consumi utile l’indicatore di consumo
medio, peraltro tarato al pessimismo di esattamente
0,5 km/litro.
Parlando di strumentazione la situazione è
all’altezza del mezzo. Completa e molto chiara
in fatto di visibilità in qualsiasi condizione
di luce. Utile anche il termometro temperatura esterna
che però al difetto al pari del trip computer
(conta/km parziali – totali e consumo medio)
di essere comandato da piccoli pulsantini direttamente
sul cruscotto. Scomodi e soprattutto pericolosi
da azionare in movimento. Utile in una prossima
edizione vedere il comando demandato sul blocchetto
di destra e quindi utilizzabile in qualsiasi situazione.
Parlo del blocchetto di destra perché come
sapete quello di sinistra dire che è affollato
è dir poco. Sulle prime tanti pulsanti disorientano
ma alla lunga ci si prende la mano e si è
completi padroni dell’utilizzo. Al limite
prevedere un’illuminazione notturna sarebbe
oltre di utilità anche una vera chicca!
Proseguendo invece sul fronte costi vi posso dire
che il primo tagliando ha avuto un costo di 115
euro. Tanti forse, considerando che si tratta del
solo cambio olio con relativo filtro più
un controllo generale ma comunque non lontano da
cifre che ho sentito essere state spese per più
sobri ed economici monocilindrici. Inoltre, parentesi,
la concessionaria mi ha messo a disposizione una
moto di cortesia per la giornata di fermo.
Alla fine quindi veri difetti a questo scooter
(nome che le va veramente stretto) non ne ho trovati.
Essendo arrivato al quarto anno di produzione è
quasi perfetto. Certo, spostare come detto il comando
del trip computer, spostare la presa di corrente
dal retro scudo al sotto sella, visto che dov’è
attualmente situata è di fatto inutilizzabile,
pena il dover tenere aperto lo sportellino del retro
scudo, sono dettagli che vista la cifra in gioco
sarebbe molto utile migliorare. Perché di
fatto il prezzo di listino di questo due ruote è
importante ed oltremodo, almeno per me, molto impegnativo,
quindi sono e rimarrò estremamente esigente
e severo.
Spero in futuro potervi aggiornare sulla vita del
mio Burgman e come ho fatto molto volentieri in
passato per il mio 400 rimango a completa disposizione
per qualsiasi domanda o confronto su di esso, con
la speranza che Cyberscooter ci dia sempre voce
come ha fatto sino ad ora. A presto.
Testo e foto by: Paolo
Cattaneo
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