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 · Suzuki Burgman 650 Executive
by Paolo Cattaneo
13/07/07

Non saprei proprio da dove cominciare. Il Burgman 650 l’ho sognato, desiderato già al momento dell’acquisto del 400, oltre due anni fa.
Trovate infatti la mia prova del Burgman 400 sempre in questo ottimo sito e con l’occasione, devo ricordare nuovamente l’ottima esperienza fatta con il 400 (come del resto nel 2003 con il 150, sempre Burgman ovviamente). Oltre 21.000 km senza mai e poi mai alcun problema o fermo per inconvenienti.
Quindi come dice il detto, non c’è due senza tre, 150, 400 e finalmente 650.
Detta così, la mia scelta sembrerebbe scontata, ma ancora una volta il Tmax mi ha lasciato per qualche nottata nel dubbio. Le cifre in gioco sono elevate, l’acquisto andava valutato molto attentamente. Valutato soprattutto il tipo di utilizzo prevalentemente casa ufficio, il Burgman è apparso più adatto. In primis per la capacità di carico nettamente superiore rispetto al Tmax, poi utilizzandolo tutto l’anno, quindi anche nei mesi più freddi, il 650 appare anche molto più protettivo. Chiaro che tutto questo si paga con una linea meno dinamica ed anche con un’impostazione generale meno sportiva anche se in fatto di prestazioni pure il 650 appare più performante rispetto al Tmax.
Dopo cinque mesi dall’acquisto e quasi 5000 km posso anticiparvi che di meglio proprio non mi potevo aspettare e sono al momento completamente soddisfatto…

Anche in questa occasione soprassiedo alla descrizione statica più volte letta e commentata. Che piaccia o meno, è una questione molto soggettiva. Il Tmax a mio avviso è molto più bello e accattivante ma il Burgman 650 da un senso di opulenza e solidità che pochi altri possono vantare. Gli anni passati dalla presentazione non sono pochi quindi è lecito attendersi qualche aggiornamento, ma a mio avviso le sue linee sono diventate un classico che potrebbero rimanere attuali ancora per diverso tempo.
Ho tolto volutamente il poggia schiena posteriore per il passeggero (lo utilizzo praticamente sempre solo) e questo serve a mio avviso per alleggerire un po’ la linea e dare un’immagine “un pelo” più dinamica.
Ma quello che mi interessa in questa occasione è raccontarvi le mie impressioni di guida, dirvi dei primi costi di manutenzione e di normale esercizio sostenuti.

Direi che di questo scooter tutto gira attorno al cambio, ben supportato da un motore (anche se per logica è il contrario) che gira regolare e potente in ogni situazione. Si sente dire, anche leggendo diverse opinioni, che l’utilizzo del cambio manuale è relegato al puro divertimento o in situazioni limite di forte pendenze, ma che alla lunga ci si dimentica quasi di averlo, sfruttando l’automatico in versione normale o in caso di fretta la modalità power. Assolutamente no, almeno per me! Praticamente lo uso sempre in manuale perché ti permette di sfruttare alla grande il freno motore dimenticandoti quasi l’uso dei freni tradizionali. Ti permette inoltre di andare al trotto snocciolando in maniera veramente immediata tutte le 6 marce (5 + OD) per girare a bassissimo numero di giri, come, nell’istante dopo, scalare alcune marce e vedere balzare il contagiri subito sulla zona alta con evidenti benefici sulle prestazioni. Certo appena si arriva nel traffico più caotico premi il bottone dell’automatico e concentrandoti esclusivamente sul traffico, sfrutti tutta la sua comodità. Chiaro che nella guida “impegnata” anche in situazione automatica POWER si ottengono risultati che hanno ben poco a che vedere con i normali scooter. Ma ribadisco che sta proprio nel cambio manuale la grande differenza con tutti gli altri scooter e fa avvicinare questo mezzo ad una vera e propria moto, ma cosa importante senza la noia della frizione.
L’utilizzo dei tradizionali scooter lo si fa col gas e con il freno sempre in mano perché di fatto, per rallentare l’andatura o fermarsi, la “pinzata” è obbligatoria. Con il Burgman 650 per esempio ci si può avvicinare ad una rotonda e scalando 1 o 2 marce, rallentare in maniera sensibile senza toccare il freno. Già al solo rilascio del gas il freno motore è molto molto avvertibile, tale che sui i primi km ho dovuto prenderci molto la mano, abituato com’ero al 400.

Poi cosa completamente singolare su uno scooter è la disposizione dei pesi. Il motore fisso in posizione avanzata e non più in funzione oscillante, la forcella a doppia piastra e le gomme radiali di misura importante sconvolgono le abitudini di guida a chi come me era abituato ai classici scooter.
Fatte queste premesse scordatevi di essere alla guida di uno scooter, forse anche di una moto, ma la vicinanza è molto più a quest’ultima che agli scooter.
Questa singolare situazione ha il vero surplus nell’avere a disposizione un mezzo sufficientemente prestante con la grande versatilità e duttilità dello scooter. Per chi come me lo usa quotidianamente per 365 giorni all’anno penso che al momento non esista mezzo più adatto.
Parlando di prestazioni pure, il paragone con il 400 come è ovvio non inizia neppure, forse l’unico motivo importante che mi ha spinto a fare questa spesa. Nelle partenze al semaforo può impensierire anche una moto di media cilindrata. Anche l’allungo non è male ed il tachimetro è sempre li a dimostrarlo. In pochi metri dalla partenza si superano i 100 km/h con i rischi di eventuali multe sempre dietro l’angolo, visto che tutto ciò avviene oltretutto con una semplicità disarmante. Per fermarsi poi, oltre al freno motore menzionato si è supportati da un impianto frenante al passo con tutto il resto. Mi ero abituato con molta fatica ad un impianto con frenata combinata, tale era quello del 400 e tutto sommato pur rimanendo scettico a questa soluzione alla fine ne ho apprezzato l’equilibrio. Ora sono ritornato al tradizionale, come lo era al tempo il mio primo scooter Burgman 150 e alla fine è la soluzione che comunque preferisco. L’ABS di serie poi da quel surplus di sicurezza che un mezzo di questa mole e peso devono esigere.

In effetti sulle prime il Burgman 650 impensierisce per la stazza. Dimensioni e peso infatti sono li a dimostrarlo. Appena ci si sale e si fa solo qualche metro gran parte di questi due limiti però spariscono. Anche nel traffico più intenso, grazie anche all’utilissima possibilità di ripiegare gli specchietti retrovisori con un pulsante guadagnano così preziosi centimetri, ci si infila tra una macchina e l’altra senza grossi problemi. Chiaro, non è agile come tanti altri scooter ma un centro città trafficato non deve impensierire più di tanto.
I conti del peso bisogna farli da fermo. La mattina per esempio quando mi devo recare al lavoro e devo spostare il bestione dal garage bisogna fare un attimo di mente locale. Spostare oltre 270 kg. a freddo (freddi i miei muscoli ma soprattutto l’olio che lubrifica la trasmissione ad ingranaggi) bisogna essere ben presenti e quindi non ancora addormentati. Per il resto avere a disposizione un mezzo così grosso porta solo benefici. Infatti la comodità penso sia da primo della classe, oltretutto basta già il nome Burgman quale sinonimo di poltrona. La posizione di guida tipica dei suoi fratelli di cilindrata minore, ha il pregio importantissimo rispetto questi ultimi di essere sensibilmente più rialzata.

I vani per riporre “il mondo” anch’essi non scherzano. Gli oltre 50 litri disponibili sotto la sella sono ben accessibili e dalle forme regolari evitando così l’acquisto di un bauletto esterno. Forse il 400 aveva un fondo più piatto ma sono piccolezze. Nel retro scudo le cose, sempre rispetto al 400, sono un po’ peggiorate. Colpa della centralina dell’ABS che ruba spazio, ma ancora una volta siamo ai vertici nel mondo dello scooter. Esistono inoltre altri due capientissimi portaoggetti ai lati estremi del retro scudo ma hanno la pecca di non aver la serratura per mettere al sicuro oggetti di valore.

Accennando ai costi di esercizio parlerei per primo del consumo di benzina. Premesso che lo uso molto spesso in mezzo al traffico il mio consumo medio è attorno ai 17,5/18 km/litro. Con una guida che alterna sempre gli apri e chiudi e laddove possibile brevi allunghi dove vengono sfruttati tutti i cavalli, penso che non ci si possa lamentare.
Ho notato inoltre che ad andature costanti, tipo autostrada, in quelle poche occasioni che ho avuto, si può arrivare a fare anche oltre i 20/21 km/litro senza tante riserve sulla velocità. Quest’ultima per la cronaca in autostrada è arrivata ad oltre 180 km/ora indicati. Si poteva insistere ancora con l’impressione di poter aumentare qualcosina in velocità, ma le condizioni di sicurezza del traffico non lo consentivano.
Tutto comunque con la sensazione di massima sicurezza, anche se ritengo che il mezzo sia adatto a mantenere medie già importanti, intorno ai 140/150 km/ora, e che oltre risulta comunque un di più seppur sempre alla portata ed in assoluta piena sicurezza e comodità. Chiudendo il discorso su i consumi utile l’indicatore di consumo medio, peraltro tarato al pessimismo di esattamente 0,5 km/litro.

Parlando di strumentazione la situazione è all’altezza del mezzo. Completa e molto chiara in fatto di visibilità in qualsiasi condizione di luce. Utile anche il termometro temperatura esterna che però al difetto al pari del trip computer (conta/km parziali – totali e consumo medio) di essere comandato da piccoli pulsantini direttamente sul cruscotto. Scomodi e soprattutto pericolosi da azionare in movimento. Utile in una prossima edizione vedere il comando demandato sul blocchetto di destra e quindi utilizzabile in qualsiasi situazione. Parlo del blocchetto di destra perché come sapete quello di sinistra dire che è affollato è dir poco. Sulle prime tanti pulsanti disorientano ma alla lunga ci si prende la mano e si è completi padroni dell’utilizzo. Al limite prevedere un’illuminazione notturna sarebbe oltre di utilità anche una vera chicca!

Proseguendo invece sul fronte costi vi posso dire che il primo tagliando ha avuto un costo di 115 euro. Tanti forse, considerando che si tratta del solo cambio olio con relativo filtro più un controllo generale ma comunque non lontano da cifre che ho sentito essere state spese per più sobri ed economici monocilindrici. Inoltre, parentesi, la concessionaria mi ha messo a disposizione una moto di cortesia per la giornata di fermo.

Alla fine quindi veri difetti a questo scooter (nome che le va veramente stretto) non ne ho trovati. Essendo arrivato al quarto anno di produzione è quasi perfetto. Certo, spostare come detto il comando del trip computer, spostare la presa di corrente dal retro scudo al sotto sella, visto che dov’è attualmente situata è di fatto inutilizzabile, pena il dover tenere aperto lo sportellino del retro scudo, sono dettagli che vista la cifra in gioco sarebbe molto utile migliorare. Perché di fatto il prezzo di listino di questo due ruote è importante ed oltremodo, almeno per me, molto impegnativo, quindi sono e rimarrò estremamente esigente e severo.
Spero in futuro potervi aggiornare sulla vita del mio Burgman e come ho fatto molto volentieri in passato per il mio 400 rimango a completa disposizione per qualsiasi domanda o confronto su di esso, con la speranza che Cyberscooter ci dia sempre voce come ha fatto sino ad ora. A presto.

Testo e foto by: Paolo Cattaneo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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