Dopo un anno esatto dall'anteprima
del modello Forza
(come viene chiamato il Jazz in Giappone), eccoci con
la prova completa del modello definitivo, in vendita in
Italia da quest'autunno. Disponibile in due allestimenti,
abbiamo provato il più completo denominato ES ABS,
dotato di numerose 'diavolerie' e dell'insostituibile
ABS.
Destinato al combattuto segmento dei 'quarto di litro'
questo modello, presentato e venduto prima nel mercato
Giapponese, presenta dei tratti spiccatamente sportivi,
così come 'in voga' fra gli appassionati nel Paese
del sol levante.
Nella gamma Honda si affianca al Foresight
che rimane a listino (a prezzo 'trattabile'), mentre il
mitico CN non
viene più importato nel nostro Paese.
Soprattutto nella vista frontale,
mostra una spiccata ispirazione a quel best seller del
settore moto che è la Honda VFR
e questo è solo un piacere perché le linee
tese e appuntite con quelle piccole feritoie sotto al
doppio faro e la presa d'aria sormontata dal plexiglas
gli conferiscono una grande personalità, accresciuta
dalle frecce sporgenti a mo' di alette stabilizzatrici.
Anche la coda è tesa
e grintosa, accentuata dal portapacchi/alettone che si
protende indietro come spinto dal vento della corsa. Il
gruppo ottico posteriore è assolutamente originale,
con quei quattro tondi che comprendono anche le frecce
e ricordano molto lo spider Honda S2000.
La vista laterale è
caratterizzata dalle doppie prese d'aria, dal voluminoso
tunnel che ospita il serbatoio e i tubi del telaio e,
sul lato destro, dalla marmitta cilindrica rivestita da
una protezione antiscottature cromata.
Le quote ciclistiche parlano di un incremento, rispetto
al Foresight, in tutte le direzioni: maggiore la lunghezza
(2.210 mm), la larghezza (760 mm) e l'interasse (1.545
mm), superiore anche il peso, solo l'altezza della sella
diminuisce (720 mm), diciamo che le misure sono molto
simili a quelle del concorrente della Casa dei tre diapason.
Partendo dall'avantreno, troviamo un cerchio
a cinque razze con pneumatico da 13
pollici, parzialmente coperto dall'affusolato parafango,
e un freno a disco da 240
mm con pinza a triplo pistoncino.
La forcella è di tipo
classico, non regolabile, con steli da 33
mm ed escursione di 100 mm.
All'opposto troviamo una ruota
da 12 pollici abbinata ad
un freno a disco da 220
mm con pinza a singolo pistoncino; la coppia di
ammortizzatori è regolabile su ben sette
posizioni e offre 120 mm di escursione.
La pedana è rientrante
nella zona dove si poggiano a terra i piedi e, al suo
estremo, ci sono gli affilati poggiapiedi retrattili
per il passeggero, di foggia racing.
La sella è sagomata
per non far scivolare il pilota in avanti e dotata di
un ampio schienale regolabile
a piacere; il passeggero ha una porzione sufficiente,
ma piuttosto alta e senza alcun appoggio per la schiena.
Sollevando lateralmente la sella possiamo accedere al
baule da 39 litri, dotato
di luce, che può ospitare un casco integrale e
poco più.
Nel tunnel troviamo uno sportello sotto serratura che
cela il tappo del serbatoio benzina (12
litri), anch'esso dotato di chiave e quello di
rifornimento per il circuito di raffreddamento.
Il 'ponte di comando' è piuttosto ricco, caratterizzato
com'è dalla strumentazione
a quattro elementi circolari, che richiama alla mente
quella di alcune auto sportive e fa 'coppia' con i fari
posteriori. A sinistra l'indicatore del livello
benzina, a destra la temperatura del liquido di
raffreddamento e al centro il contachilometri con un parziale
e il contagiri con un piccolo orologio digitale. Quattro
spie segnalano le frecce, l'abbagliante e il freno di
stazionamento, manca la spia
della riserva.
A sinistra del manubrio uno sportello a pressione ospita
due vaschette per le monete o piccole cose. A destra del
manubrio troneggia il 'freno a mano'
di dimensioni ragguardevoli e un piccolo tasto per l'inserimento
del sistema Auto Idle Stop di cui parleremo più
avanti. Poco più in basso un ampio sportello, con
serratura, cela due vani per un totale di 7
litri di volume e la presa
di alimentazione per l'immancabile 'cellulare'.
Fino ad ora abbiamo parlato di quello che si vede, ma
il Jazz nasconde un'infinità di raffinatezze da
renderlo un vero prodotto hi-tech.
Partiamo dal motore: derivato
da quello del Foresight, un classico due valvole per cilindro
alimentato da un carburatore, è stato aggiornato
nella parte termica e nell'aspirazione, è inoltre
dotato di un sistema per ridurre le emissioni inquinanti
denominato "PAIR"
(Pulse secondary Air Induction), che inietta un piccolo
getto dÁaria fresca a valle del condotto di scarico.
Innovativo anche il sistema adottato per il variatore,
denominato "Hyper-Belcon",
che mira a simulare un cambio a tre marce per ottimizzare,
nelle intenzioni del progettista, l'accelerazione e il
mantenimento del regime ideale di rotazione del motore,
attraverso una curvatura differenziata delle "piste"
per i rulli nel variatore.
Fin qui quello che offre la versione "base",
mentre l'allestimento "ES ABS"
prevede anche un'ingegnosa funzione per il risparmio di
carburante e conseguente riduzione dell'inquinamento che
prende il nome di "Auto Idle
Stop"; in pratica una centralina provvede
a spegnere il motore ad ogni sosta superiore ai 3 secondi,
per farlo ripartire immediatamente alla minima rotazione
dell'acceleratore; un sensore sotto la sella verifica
la presenza del pilota a bordo e inibisce l'avviamento
in sua mancanza; ovviamente il tutto è inseribile
o disinseribile a piacimento;
se prevedete un massiccio utilizzo urbano, potreste vedere
la differenza ad ogni pieno, si parla di 2-3 km/l nell'uso
urbano.
Passando ai freni, troviamo il conosciuto sistema di
frenata integrale CBS dove,
la leva sinistra comanda il freno posteriore e un pistoncino
della pinza anteriore, la leva destra i rimanenti due
pistoncini anteriori, mentre una valvola ripartitrice
ne bilancia l'azione.
Ci sarebbe già da essere soddisfatti ma, nella
versione "ES ABS", il tutto è abbinato
all'azione di un evoluto sistema antibloccaggio
ABS che risolve alla radice ogni dubbio sulla dosabilità
d'intervento di una frenata "integrale"; in
pratica, voi pensate solo a tirare le leve, al resto pensa
l'elettronica, in base all'aderenza, alla velocità
e a tutti quei parametri a cui difficilmente un essere
umano riflette, in caso di frenata
d'emergenza.
Inevitabili i due cavalletti, centrale e laterale, i
due specchietti aerodinamici montati sul manubrio e una
feritoia sul frontale che invia un flusso d'aria all'interno
della carenatura, in direzione del casco del pilota, per
ridurre le turbolenze intorno ad esso.
I colori disponibili sono: rosso, nero, blu metallizzato
e argento metallizzato, quest'ultimo è l'unico
disponibile per la versione ES ABS, che forse meritava
una colorazione esclusiva.
La costruzione e le finiture
sono nella migliore tradizione a cui Honda ci ha abituati
da sempre.
Tirando le conclusioni sull'analisi statica
del mezzo, non si può certo dire che Honda si sia
risparmiata con questo mezzo, anzi ha sfoderato un'infinità
di innovazioni tecnologiche, oltre ad una linea grintosa
e innovativa per portare l'attacco a quel Majesty
250 Yamaha, che da qualche anno è il modello
più venduto.
Il prezzo è allineato
alla concorrenza e quindi piuttosto salato ma, chiedere
non costa nulla e non è escluso qualche sconto.
Un discorso diverso per la versione ES ABS, quel milione
in più lo porta un
po' oltre le quotazioni del suo segmento di mercato, ma
quello che offre, in particolare l'ABS, vi
ripagherà con tanta sicurezza di questo
sforzo in più.
Nel Test su Strada trovate
le valutazioni di quanto, quello descritto fin qui, si
traduce nella guida....
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