Il
Madison 180 vuole coniugare comfort con sportività
e questo rende ancora più appetitosa la nostra
prova su strada, per verificare quanto i tecnici
bolognesi abbiano davvero centrato l'obbiettivo.
POSIZIONE
IN SELLA
Saliamo, è il caso di dirlo visto che la sella
è posta a 80cm dal suolo, constatando come
l'abitabilità sia dedicata a persone medio
alte, per chi non supera il metro e settanta infatti
non è facile toccare a terra con entrambi i
piedi.
Il manubrio è
piuttosto ravvicinato mentre le gambe
possono posizionarsi ad angolo retto per una condotta
più 'dinamica' oppure in avanti per una guida
più rilassata.
La sella accoglie in
un'unica posizione, per via di un avvallamento fra
l'accenno di schienale e l'anteriore più rigido,
utile per non scivolare in avanti nelle frenate
più 'tirate'.
I comandi sono tutti
al loro posto, ma la strumentazione
risulta piuttosto in basso rispetto al punto di
vista, obbligando chi guida a distogliere lo sguardo
dalla strada. Stesso discorso per gli specchi
retrovisori che, pur donando un aspetto inconfondibile
al Madison, difettano in funzionalità: trovandosi
al di sotto il manubrio, inquadrano troppo quest'ultimo
e le braccia del pilota.
Il cavalletto centrale
offre un appoggio stabile e uno sforzo nella media
per parcheggiare; il laterale è assistito dal
blocco dell'alimentazione una volta estratto, scongiurando
partenze indesiderate. Entrambi sono un po' difficili
da trovare, le prime volte, nascosti come sono dalla
pedana del passeggero.
Il passeggero, una
volta raggiunta la 'sommità' della sella aiutandosi
con la comoda pedana, trova una sella conformata
correttamente e può distendere bene le gambe.
CITTÀ
Date le dimensioni e la propensione al turismo anche
in due, non ci si può aspettare di sgusciare
tra le macchine come su un 'cinquantino', anche
se la conduzione fluida,
la buona maneggevolezza
e la dolcezza del gruppo propulsore-trasmissione,
rendono la vita piuttosto piacevole nel casa-lavoro
quotidiano. Il vero tallone d'achille risultano
gli specchi retrovisori
che, posizionati alla stessa altezza di quelli degli
autoveicoli rendono disagevole la guida fra le colonne
di auto e richiedono attenzione per non rovinarne
la bella superficie verniciata e le frecce incassate.
A parte questo, ci si muove agevolmente, manca solo
una maggiore verve nelle partenze
al semaforo, situazione che nelle nostre
affollate città si sta trasformando sempre
più in ridicole partenze di mini grand prix...
La trasmissione dolce
e il motore che sale
di giri con regolarità danno l'impressione
di una progressione più lenta di quella effettiva,
ma una maggiore reattività nell'apri e chiudi
non risulterebbe sgradita. Anche la frenata,
di tipo classico (un freno per ogni leva) risulta
morbida e, per ottenere un effetto frenante deciso,
occorre pinzare con decisione sulle leve piuttosto
lontane dalle manopole. Le sospensioni
sono un po' rigide e con modesta escursione, per
cui faticano a tenere testa ai 'crateri' che spesso
si incontrano in città. Anche la prova pavé
rende qualche scossone.
Il passeggero può
'guardarsi in giro' dalla sua posizione 'panoramica'
non influendo negativamente nella conduzione del
Madison, ma sente le buche attraverso la sospensione
posteriore.
STRADE
EXTRAURBANE
Qui il Madison si esprime al meglio, in particolare
nei percorsi con curve ampie
e veloci dove sfodera una stabilità ed un rigore
nel mantenere la traiettoria superiori alla concorrenza,
e stiamo parlando di mezzi da 250cc! Non si verifica
quasi nessuna forma di beccheggio e l'anteriore
si dimostra sicuro nel seguire i nostri comandi,
anche variando inclinazione all'interno dei curvoni.
Nel misto più stretto
risulta ancora ben guidabile, la velocità d'inserimento
in curva non è fulminea e nei veloci passaggi
da una curva all'altra si sente il peso gravante
al posteriore, ma meno che in altri scooter.
Le sospensioni rigide
che garantiscono le buone performance sul veloce,
di contro assorbono male lo sconnesso e saltano
un po' sulle buche, in particolare al posteriore.
La buona tenuta invita
a piegare e, insistendo molto, si arriva a toccare
il cavalletto, un po' troppo presto con il passeggero.
La guida turistica
risulta gratificante, la protezione
aerodinamica è buona per il busto e
anche le mani sono parzialmente protette dagli specchietti.
Il casco è solo
lambito dal flusso d'aria proveniente dal parabrezza,
la cui feritoia riduce le turbolenze, naturalmente
molto dipende dall'altezza e dal casco indossati
da chi guida, ma un jet con visiera è più
che sufficiente per ottenere un buon comfort. Un
leggero ricircolo d'aria
si forma dietro lo scudo e lambisce le gambe dal
ginocchio in giù: piacevole d'estate, da coibentare
d'inverno. La sella
non è proprio una poltrona e alla lunga la
posizione obbligata stanca una po'.
Il motore sale di giri
con regolarità, ma non con lo stesso tiro dei
250cc più prestanti, a causa della coppia
massima che è, ovviamente, inferiore.
Nelle salite, il peso
di 150 kg si fa sentire e risulta più difficile
prendere i giri, specialmente se si è stati
costretti a chiudere il gas per affrontare un tornante
(non dovrebbe però essere difficile ottenere
maggiore spunto agendo sulla taratura del variatore).
Dove invece conta la potenza
agli alti regimi, il distacco dai 250cc è più
esiguo e si raggiungono i 110/120km/h piuttosto
velocemente.
Il passeggero apprezza
la posizione anche su tragitti più significativi,
l'esposizione all'aria non è eccessiva anche
se è preferibile un casco integrale. La sella
è confortevole, ma se il tragitto si allunga,
si cominciano a sentire gli spiacevoli effetti di
un contatto fra i polpacci e i fianchi dello scooter.
AUTOSTRADA
La velocità massima, che abbiamo letto sul
display digitale in 125 km/h
a 9.800 giri, permette di affrontare trasferimenti
autostradali di una certa lunghezza senza annoiarsi
troppo. Abbiamo affrontato oltre 200 km sempre 'a
stecca', in due, e il motore non ha fatto una piega,
naturalmente una velocità di crociera intorno
ai 110 km/h sarebbe più consona al mezzo e
alla sua longevità.
Ci ha favorevolmente impressionato la stabilità:
affrontando i curvoni alla massima velocità
il mezzo non si scompone assolutamente mostrando
un rigore quasi da ruote alte. In più non risente
delle scie dei camion
e pochissimo di giunture
e avvallamenti garantendo sempre un'ottima sicurezza
di guida.
Lo scudo protettivo
svolge bene il suo compito e non ci si stanca anche
sui lunghi tragitti, mentre il 'posteriore' non
disdegnerebbe una seduta più sontuosa.
Il passeggero soffre
un po' per il già citato contatto con i fianchi
bombati dello scooter che lo obbliga ad allargare
i piedi, scivolando dalle pedane e costringendolo
a forzare sulle gambe. Nella media la pressione
dell'aria su gambe e casco.
AL
LIMITE
Il Madison può essere assimilato al filone
degli 'sport touring'
quindi la guida al limite non rientra nelle sue
prerogative, ma come resistere?
Non conviene usare una guida 'di forza' con continue
accelerazioni e frenate, ma far
correre il Madison fino a metà curva
inclinando progressivamente e tenendo il motore
in tiro, purtroppo il cavalletto
rappresenta un limite invalicabile, soprattutto
a sinistra e non è il caso di insistere.
I freni sono un po'
scomodi per via della forza richiesta e della lontananza
delle leve, riducendo la sensibilità, ma in
realtà frenano bene senza bloccaggi indesiderati.
Le sospensioni rigide
assicurano poco beccheggio, ma soffrono sullo sconnesso.
Il motore si difende,
ma il peso e una rapportatura un po' lunga non permettono
un grande scatto, soprattutto in uscita di curva.
Tendiamo sempre a fare i confronti con la concorrenza
da 250cc, mentre il paragone con la cilindrata leggermente
inferiore è vinta a mani basse.
Le gomme Maxxis, che
pare non godono di un'ottima reputazione fra gli
appassionati, se la sono invece cavata dignitosamente,
sia con il cavalletto a fare scintille che su strada
bagnata, naturalmente con la dovuta accortezza.
Con il passeggero... non si guida al limite!
PROTEZIONE
Un abbigliamento tecnico è sempre preferibile,
ma vento e pioggia diretta ne arrivano ben pochi,
solo su casco, spalle e braccia, mentre le mani
godono del parziale riparo degli specchi. Un leggero
ricircolo d'aria dietro lo scudo potrà essere
neutralizzato nella stagione invernale dalla classica
'copertina' o da pantaloni foderati.
Il passeggero è naturalmente più esposto,
in particolare gambe, piedi e casco.
CONSUMI
E COSTI
Anche guidando al limite si superano i 20 km a litro,
con una guida accorta si passano i 26 km/litro,
quindi il consumo medio potrebbe attestarsi su
22/24 km/litro. I prezzi di ricambio sono
inferiori alla concorrenza straniera e il motore
richiede interventi di manutenzione ogni 6.000
km, quindi non troppo frequenti e, crediamo,
neppure troppo onerosi, ma per questo dato aspettiamo
conferma dai nostri lettori!
CONCLUSIONI
DINAMICHE
Le doti dinamiche confermano
il buon lavoro dei tecnici bolognesi, in particolare
per le ottime qualità
ciclistiche anche alla massima velocità:
il Madison è stabile
nei curvoni, insensibile
alle scie dei mezzi pesanti e dotato di una buona
aerodinamica. Non difetta neppure dove è
richiesta maneggevolezza e guidabilità. Buona
protezione e comfort
per il pilota, un po' meno per il passeggero, che
alla lunga è scomodo
con le gambe. Le sospensioni
sono però un po' rigide e i freni
richiedono forza per pinzare a fondo. Il motore
riesce quasi nel miracolo di sembrare un 250cc,
con i suoi 125km/h
di velocità massima (indicata), ma accusa una
ripresa leggermente inferiore,
soprattutto in salita.
CONCLUSIONI
FINALI
Prestazioni molto vicine ai 'colleghi' da 250cc,
buona protezione, strumentazione completa, qualità
dinamiche che permettono di sfruttare a fondo la
potenza del motore e anche di più. Un'immagine
molto personale e un prezzo a mezza strada fra 150
e 250cc sono le interessanti qualità che Malaguti
mette in campo con questa versione del Madison.
Le note meno intonate riguardano alcune finiture,
la sfruttabilità dei bauli e la posizione degli
specchi retrovisori. La frenata che richiede un
certo sforzo e le sospensioni un po' rigide. Per
il turismo a largo raggio si potrebbe desiderare
una sella meglio imbottita per il pilota e maggiore
ospitalità per le gambe del passeggero, oltre
ad un pelo di accelerazione in più.
È ndicato per l'uso quotidiano e le gita nel
week-end togliendosi qualche soddisfazione di guida,
a velocità codice; chi vuole più prestazioni
non ha che da rivolgersi al modello da 400cc, a
breve in prova su queste pagine.
Testo e foto: Fabrizio,
Monica
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