LINEA
e COSTRUZIONE
Inutile cercare punti di contatto con il resto della gamma,
SpiderMax introduce stili radicalmente nuovi che probabilmente
segneranno le future proposte. Memore dell'impronta Madison
non rinuncia ad una forte caratterizzazione che in qualche
modo vuole stemperare volumi considerevoli soprattutto
al posteriore.
Caratteristici ed unici nell'attuale panorama scooteristico
i due radiatori laterali, sottolineati dagli estrattori
con elementi cromati, inconfondibile anche l'ampio frontale
con la griglia a separare i gruppi ottici oblunghi, incorporanti
gli indicatori di direzione. Altro stacco con il passato
l'utilizzo di retrovisori discreti che privilegiano la
funzionalità all'estetica, forse memori della prima
versione Madison.
Nella vista anteriore la ruota da 16 pollici e l'estesa
carenatura lo fanno facilmente confondere con una moto
da turismo, ruolo che del resto SpiderMax tende a ricoprire.
Bella ed high-tech la parte centrale con il telaio d'alluminio
in evidenza, mentre la vista posteriore è quella
che convince meno, più che altro per le dimensioni,
ma mettere d'accordo la ruota da 16 pollici con un vano
per due caschi integrali lascia ben poche alternative!
L'aspetto estetico finale è anche frutto di lunghe
prove in galleria del vento dove si sono ottimizzati i
flussi d'aria che lambiscono pilota e passeggero.
Qualità dei materiali e verniciatura ci sono sembrati
generalmente buoni, con limitati margini di miglioramento
nella chiusura dell'ampio baule posteriore.
STRUMENTAZIONE
Ricchissima la strumentazione, anche se meno accattivante
di quanto le numerose funzioni e la posizione in evidenza
avrebbero fatto sperare. Tutto è raccolto in un'unica
palpebra con indicatore analogico della velocità,
display digitale e spie laterali. Per quanto riguarda
il numero di funzioni del 'computerino' di bordo sappiate
che l'argomento occupa sette fogli A4 della cartella stampa!
Il consiglio è d'impratichirsi da fermo, manuale
alla mano, anche se le varie funzioni sono comodamente
selezionabili con un tasto al manubrio, eventualmente
durante la guida. Fra le principali funzioni: velocità
massima raggiunta e quella media di percorso, contagiri,
orologio, consumo medio, temperatura ambientale con indicatore
ghiaccio, temperatura liquido refrigerante e livello benzina,
contachilometri totale e parziale, indicazione interventi
di manutenzione ed altro ancora, si può persino
variare il colore di fondo dello strumento. Si potrebbe
forse ambire all'esposizione contemporanea di più
funzioni, senza selezionarle in alternativa, ma facendo
le medesime considerazioni sulla concorrenza si capisce
di essere al vertice di quanto attualmente disponibile.
COMANDI
I comandi al manubrio sono gli stessi, colorati, delle
famiglie Madison e PhantomMax, ritroviamo anche il pulsante
d'accensione luci, scomparso sulla concorrenza per via
della recente legislazione italiana, ma che consideriamo
un plus in talune situazioni.
Il blocchetto d'avviamento, posto al centro del retroscudo,
permette di accedere ai vari bauli con una semplice rotazione,
anche a motore acceso: molto comodo e non così
diffuso fra i competitor, anche di ben altro listino.
Il tappo del serbatoio carburante é al centro del
tunnel, comodo da utilizzare senza scendere dalla sella.
Peccato che manchi il freno di stazionamento, indispensabile
per l'utilizzo turistico di uno scooter da due quintali.
La sella del pilota ha lo schienalino regolabile longitudinalmente,
per adattarsi alle varie taglie, ma occorre agire su due
brugole, avremmo preferito un 'comando' più agevole.
VANI BAGAGLIO
Veniamo così ai tanto ambiti vani bagaglio, capaci
di condizionare l'acquisto di uno scooter piuttosto che
di un altro, a nostro avviso la ricerca di spazio sempre
maggiore è forse eccessiva, ma Malaguti non ha
voluto rischiare, offrendo un sottosella in grado di ospitare
comodamente due caschi integrali oppure una valigia 48ore.
Naturalmente è illuminato e con presa di corrente.
Siamo al top di quanto viene attualmente offerto anche
se qualche concorrente può vantare un vano più
regolare. A questo proposito va però ricordato
che stiamo parlando di uno scooter con ruota posteriore
da 16 pollici e l'unico altro scooter con questa soluzione,
l'Aprilia Scarabeo 500 il sottosella non lo possiede proprio.
Pensiamo che in Malaguti abbiano fatto quasi un miracolo
e il posteriore giunonico ne è l'inevitabile conseguenza.
Al contrario nel retroscudo lo spazio è davvero
minuscolo, praticamente limitato ad un un paio di guanti
estivi o al cellulare, ma anche in questo caso va considerato
l'ingombro del doppio radiatore laterale.
Se serve altro spazio è previsto un baule posteriore
da montare direttamente sul portapacchi predisposto. In
combinazione con il baule possono essere montati anche
ammortizzatori reggisella più rigidi, visto che
in questo caso devono sostenere anche il peso del baule,
ogni volta che viene sollevato per accedere al sottosella.
CICLISTICA
La ciclistica è al vertice del mondo maxiscooter
e non nasconde di volersi confrontare anche con il segmento
delle moto da turismo entry level.
Tutto parte dal telaio portante in alluminio pressofuso,
denominato V-Box che collega il cannotto di sterzo all'attacco
del motore, i tubi in acciaio si occupano poi di sostenere
il posteriore, le carenature e la pedana. Non è
escluso che a partire dall'ossatura in alluminio si possano
in futuro declinare altri modelli, più sportivi,
più compatti etc. sarà il mercato a determinarlo.
Al cannotto di sterzo è collegata una forcella
Paioli a doppia piastra, come nelle moto e in pochissimi
altri scooter, con steli da 41mm, perno in asse ad ampia
escursione: 120mm. Al retrotreno gli ammortizzatori regolabili
(corsa 75mm) sfruttano il motore come forcellone oscillante,
abbinato ad un braccio in alluminio sul lato opposto.
Altro punto forte le ruote da 16 pollici con pneumatici
(Maxxis) di ampia sezione, pur senza 'esagerare': 120/80
e 150/70 davanti e dietro.
Tre dischi, da 270mm davanti e 260mm dietro, caratterizzano
l'impianto frenante ad azionamento combinato. La leva
sinistra comanda il disco posteriore e quello anteriore,
con una valvola ripartitrice, mentre quella destra il
restante disco anteriore. Tutte le pinze sono a doppio
pistoncino, quelle anteriori anche flottanti. La logica
vuole la leva sinistra con funzione di rallentamento abituale
e quella destra da utilizzare in caso di necessità.
Ed eccoci alle misure caratteristiche, che hanno stupito
anche noi, risultando inferiori a quello che l'impatto
visivo farebbe presupporre. Dell'interasse abbiamo già
detto: 1490mm non hanno eguali fra gli scooter di pari
cilindrata e sono anche inferiori a numerosi 250cc, per
fare dei paragoni diciamo che l'altro 500cc con ruote
da 16", l'Aprilia Scarabeo 500, raggiunge la misura
record di 1605mm, mentre il 'compatto' Yamaha Majesty
250 arriva a 1535. Certamente la sola misura d'interasse
non è esaustiva delle doti ciclistiche di un due
ruote, ma può fornire utili indicazioni 'di base',
ricordiamo che più questa misura è contenuta
e più aumenta 'idealmente' la sua maneggevolezza,
a dispetto della stabilità.
La lunghezza massima di 2240mm è superiore di 10mm
a quella dello Yamaha Majesty 400, ma inferiore ai 2310
dello Scarabeo 500. Rimane consistente il dato sulla larghezza
che con i suoi 810mm lo accomuna al Suzuki Burgman 650,
mentre lo Scarabeo 500 si ferma a 785.
Buone notizie per quanto riguarda l'altezza sella, abituale
'punto debole' degli scooter Malaguti, visto che 760mm
sono abbordabili ai più ed in linea con i 750mm
di Burgman 650 o Majesty 400 e lontani dai 795 dello Yamaha
Tmax 500 e dagli 800 dello Scarabeo 500.
In conclusione il peso, dichiarato in 204kg, non si discosta
più di tanto dai 201 del Majesty 400 e dai 206
del Piaggio X9 500 Evo, mentre si avvantaggia nei confronti
dei 217 e 220kg, dichiarati rispettivamente per Aprilia
Atlantic e Scarabeo 500.
Serbatoio carburante da 14,5 litri e tre colori disponibili:
argento metallizzato, titanium (opaco) e blu notte metallizzato
(praticamente nero).
MOTORE
Che altro dire sulla diffusa unità Piaggio che
equipaggia Aprilia Atlantic e Scarabeo 500, Piaggio Beverly
ed X9 500, fino al Gilera Nexus 500? Che si tratta di
un monocilindrico da 459cc (460 per gli altri?!) con distribuzione
monoalbero a camme in testa con 4 valvole e sistema ad
iniezione elettronica Magneti Marelli con interruttore
di sicurezza anticaduta. Rapporto di compressione 10,5:1,
alesaggio e corsa di 92 x 69mm e cambio a variazione continua
CVT. La versione montata su Spidermax è omologata
Euro 2 ed accreditata di 30kW a 7.250 giri di potenza
massima con una coppia di 42Nm a 6.000 giri.
QUOTAZIONE
Franco concessionario parliamo di 5.990 euro, una richiesta
che consideriamo concorrenziale con l'attuale panorama
di competitor da 500 ed anche 400cc, soprattutto tenendo
presente la ciclistica fuori dal comune mixata all'ampia
disponibilità di spazio per i bagagli. Il competitor
più vicino per dotazione ciclistica: lo Scarabeo
500 vale 6.340 Euro, mentre il Piaggio X9 500 Evo passa
dai 5.795 ai 6.195 a seconda dell'allestimento. Anche
i giapponesi da 400cc non sono da meno con quotazioni
di 5.998 e 5.999 rispettivamente per Suzuki Burgman 400
e Yamaha Majesty 400. Isola felice l'Aprilia Atlantic
500 offerto all'incredibile prezzo di 4.990 euro, mentre
il fratellino Madison 400 si ferma a 4.985.
L'analisi continua con le doti dinamiche...
Testo: Fabrizio Villa
Foto: Alex
Foto, Fabrizio Villa
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