Rieccoci, a quasi
due anni dalla presentazione
stampa, a parlare di SpiderMax GT500, e
questa volta dopo un'approfondita convivenza di
alcune settimane e circa 2000km percorsi.
Mancavano, nella dettagliata anteprima, le valutazioni
in ambito urbano ed autostradale, oltre al feeling
complessivo che solo l'uso quotidiano può
trasmettere; in più adesso la situazione
di mercato si è diversificata e abbiamo dati
sul suo gradimento da parte del pubblico, quindi
un'occasione interessante per riparlare dell'ammiraglia
bolognese.
DESTINAZIONE
D'USO
Ogni modello può essere considerato riuscito
o meno solo se inquadrato correttamente nell'utilizzo
a cui è destinato e SpiderMax nasce per allargare
i confini di chi trova nel maxiscooter il veicolo
ideale per fare del turismo anche a largo raggio.
Al contempo non vuole perdere la possibilità
di muoversi agevolmente nel traffico. Come vedrete
continuando la lettura entrambe le aspettative sono
raggiunte con qualche riserva, ma se avete un animo
turistico, cioè preferite godervi il viaggio
piuttosto che arrivare e non vi disturba fare un
po' di coda in città quando il traffico si
fa più serrato, SpiderMax può rappresentare
una soluzione interessante, sicuramente originale
e tutto sommato anche economica.
I MUST
Nel panorama dei monocilindrici da 'mezzo litro'
è sicuramente quello che più si distingue
dalla concorrenza, sia per soluzioni estetiche che
tecnologiche.
Partiamo dal telaio in alluminio
'V-Box' che unisce il cannotto di sterzo
ai supporti del propulsore. Scelta impegnativa sia
dal punto vista economico che ingegneristico, ma
con dalla sua vantaggi in termini di rigidità
torsionale e leggerezza.
Continuiamo con la forcella
che, sempre con l'obiettivo della rigidità,
è realizzata con steli da 41mm e soprattutto
con l'utilizzo di una doppia
piastra, sopra e sotto il cannotto di sterzo
proprio come nelle moto, e che vanta pure un'escursione
superiore alla media.
Sempre derivato dal mondo moto il doppio
radiatore laterale, anziché frontale,
che consente il contenimento della misura d'interasse,
a tutto vantaggio della maneggevolezza.
Quasi da moto anche entrambe le ruote,
con diametro di 16 pollici
e pneumatici ben dimensionati.
Passando ai vani bagagli
siamo di fronte all'unico scooter con ruota posteriore
'alta' che può ospitare due
caschi integrali nel sottosella, in più
il vano è illuminato, foderato, dotato di
presa a 12 volt e comodamente apribile dal blocchetto
d'accensione, anche a motore acceso.
La strumentazione analogico/digitale
è poi una delle più complete attualmente
disponibili, anche se dall'utilizzo poco intuitivo.
L'ampia e protettiva carenatura completa un quadro
da ammiraglia gran turismo, così come era
nelle intenzioni dei progettisti.
CONTESTO
Dalla sua presentazione il quadro dei competitor
si è un po' diversificato e probabilmente
i prossimi Saloni rimescoleranno ancora le carte,
ma intanto valutiamo i suoi concorrenti diretti.
Per prima cosa scarterei i bicilindrici, fuori portata
per prezzo, prestazioni e godibilità del
propulsore, se non fosse per l'introduzione dell'Honda
SilverWing 400, offerto allo stesso
prezzo e con destinazione d'uso pressoché
identica.
Uscito di produzione l'Aprilia
Atlantic 500 prima versione, e tenuto
a listino con poca convinzione lo Scarabeo
500 GT, l'altro 500 'opulento' è
rappresentato dal Kymco
Xciting 500 che, al di là
di una linea ispirata allo Yamaha Tmax 500, ha nel
turismo senza fretta la sua collocazione naturale
e una quotazione inferiore di circa 800 Euro.
Per trovare altri concorrenti si deve scendere leggermente
di cilindrata, ma non di prezzo, valutando il giapponese
Suzuki Burgman 400
recentemente rinnovato completamente, e lo Yamaha
Majesty 400, l'unico a condividere
con Spidermax il telaio in alluminio. Sicuramente
più compatti ed economici, ma anche sprintosi
ed eclettici, l'Aprilia
Atlantic 500 Sprint e il Piaggio
X8 400 offerti anche a prezzi competitivi.
PRATICITÀ
Sia che ci si muova in ambito urbano che in spazi
più ampi è la funzionalità
di molti 'dettagli' a fare la differenza. Ad esempio
accedere al sottosella direttamente dalla chiave
d'accensione e senza dover spegnere il motore, altrettanto
comodo poter ricaricare telefonino o fotocamera
con la presa a 12 volt, e avere il vano foderato
ed illuminato con la sella che rimane sollevata
grazie a due solidi ammortizzatori. Allo stesso
tempo il volume molto frastagliato lo rende meno
sfruttabile di altre soluzioni, pur ospitando due
caschi integrali o una valigia 48 ore. Decisamente
gratificante la chiusura del 'portellone posteriore'
con un rumore da berlina che trasmette un'ottima
impressione di solidità.
Delude invece aprire lo sportello nel retroscudo
e accorgersi di non poter riporre praticamente nulla,
così come l'assenza del freno di stazionamento
complica la vita in alcune situazioni.
Altalenante il discorso sulla strumentazione che
se per completezza ha ben pochi rivali, risulta
al tempo stesso troppo macchinosa da fruire nella
miriade di funzioni, non tutte fondamentali. E poi
cosa sono le due voluminose griglie appena sotto?
Se dovevano alloggiare gli altoparlanti di un impianto
musicale, dopo due anni, si sarebbero dovuti proporre,
altrimenti sanno di posticcio.
Fra le comodità infine la possibilità
di fare rifornimento senza scendere di sella, grazie
al tappo serbatoio nel tunnel centrale e l'elevata
autonomia. Entrambi i cavalletti sono piuttosto
comodi da azionare, anche se il centrale richiede
uno sforzo paragonabile alla mole. Lo stesso dicasi
per i movimenti da fermo dove occorre sempre attenzione
visti il peso (sicuramente superiore al dichiarato)
e le dimensioni, con un posteriore da record.
Per la descrizione dettagliata
di dotazioni, ciclistica e motore, evitando ripetizioni,
vi rimando all'anteprima
statica.
COMFORT
Per mettersi in sella occorre superare il voluminoso
tunnel centrale oppure scavalcare l'ancora più
ampio retrotreno; una volta seduti però la
sistemazione è veramente regale, con una
sella ben sagomata, dotata di ampio poggiaschiena
regolabile (peccato servano gli attrezzi), e di
un manubrio ampio e sollevato che si addice al gran
turismo. La posizione che si assume è di
tipo 'motociclistico', nel senso di Honda Gold Wing
o BMW LT, di cui si condivide anche l'angolazione
delle gambe e la posizione dei piedi, a differenza
di altri scooter comfort che consentono di allungare
le gambe in avanti. L'altezza della seduta a 76cm
permette a tutti di poggiare i piedi, anche grazie
alla svasatura della pedana.
Più difficile il compito del passeggero che
deve issarsi a 90cm scavalcando il giunonico posteriore.
La sella è ergonomica, ma meno imbottita
rispetto a quella del pilota, le maniglie offrono
un ottimo appiglio, mentre le belle pedane retrattili
sono piuttosto lontane, anche per via dell'ampia
carrozzeria.
CITTÀ
Velocità massima 50km/h.
Ove indicato 30 o 70km/h.
Se la cava meglio di quanto le dimensioni possano
far supporre, ma occorre pazienza. I limiti principali
derivano infatti dal notevole ingombro che non aiuta
a farsi largo nel traffico, e dal peso elevato che
il motore deve spingere ad ogni stop&go. In
compenso la maneggevolezza e il raggio di sterzo
stupiscono e una volta presa la mano favoriscono
manovre agili e disinvolte. Uno scooter che induce
ad una condotta di guida da 'gentleman driver',
accantonando le gare semaforo-semaforo e gli slalom
'assassini', cosa che sarebbe auspicabile in generale,
ma che sullo SpiderMax avviene in modo più
naturale. Intendiamoci, ruotando a fondo la manopola
del gas le prestazioni arrivano, e i limiti di velocità
vengono polverizzati in un attimo (assieme ai punti
patente...), ma una certa ruvidità del propulsore
ai regimi più bassi unita all'inerzia direzionale
data da peso e dimensioni non aiutano in mezzo al
traffico. Inerzia data in particolare dal posteriore,
sovradimensionato anche per poter reggere il peso
di un bauletto opzionale (che peggiora la situazione).
Contraddittorio il comportamento delle sospensioni
con una forcella scorrevole ed efficace oltre la
media al contrario di ammortizzatori rigidi e dalla
ridotta escursione, anche se in linea con la media
dei competitor con motore oscillante. Dalla prova
pavé esce comunque discretamente bene, in
parte grazie al diametro delle ruote, ma soprattutto
per l'assenza di vibrazioni e rumorosità.
La frenata è un po' come l'accelerazione,
morbida, anche se insistendo e magari chiamando
in aiuto il terzo disco si fa più incisiva.
Questo funzionamento graduale è però
efficace per scongiurare bloccaggi indesiderati
che, nonostante l'assenza del sistema ABS, sono
comunque remoti.
Ottima la protezione dal maltempo, in particolare
gambe e piedi risultano schermati molto meglio della
media, poco meno quella di busto e casco alle basse
velocità, più che altro per la lontananza
dal parabrezza, mentre è apprezzabile la
pur parziale protezione delle mani.
STRADE EXTRAURBANE
Velocità massima 90km/h.
Ove indicato 70 o 110km/h.
È la sua condizione ideale, soprattutto se
si vuole guidare godendo dei piaceri del paesaggio,
grazie alla posizione di guida 'contemplativa'.
L'equilibrio della ciclistica consente però
anche una guida più spigliata e l'ottima
maneggevolezza aiuta ad entrare rapidi in curva,
il peso però ritarda l'esecuzione delle 'esse'
se si vuole forzare il ritmo, meglio quindi traiettorie
rotonde per limitare i trasferimenti di carico,
amplificati dalla morbidezza della forcella. Morbidezza
che dona però a SpiderMax l'apprezzato comfort,
peccato si sposi male con la ridotta escursione
degli ammortizzatori. In più 'dandoci dentro'
non è difficile toccare con il cavalletto,
non solo e non tanto in piega, quanto in presenza
di buche e avvallamenti per via della sua posizione
piuttosto vicina al suolo.
L'impianto frenante si accorda alla perfezione con
la condotta di guida citata, ma vanno tirate entrambe
le leve, tanto che si desidererebbe poter controllare
tutti e tre i dischi con la sola leva sinistra (almeno
così capita ai 'pigri' che amano la frenata
combinata).
Ai medi regimi il propulsore Piaggio si esprime
al meglio, con vibrazioni sempre ridotte ed una
spinta costante, sufficiente ad effettuare sorpassi
in sicurezza o a valicare passi alpini. A proposito
di montagna, l'agilità fra i tornanti stupisce
sia chi lo guida che gli altri scooteristi e motociciclisti
incontrati, non altrettanto però la rapidità
in uscita.
Al crescere della velocità migliora anche
la protezione aerodinamica del busto, mentre quella
degli arti inferiori rimane da riferimento.
AUTOSTRADA
Velocità massima 130km/h.
In caso di pioggia 110km/h.
Era la principale incognita dopo la prova in anteprima
e anche l'ambito più prevedibile per un passista
come SpiderMax, ma il giudizio non è del
tutto positivo, almeno volendo 'trasgredire' i limiti.
Viaggiando a non più di 130km/h sul dritto
e rallentando agli 80 o 60km/h previsti sulla Cisa
o sulla Serravalle (percorsi decisamente probanti
per ogni ciclistica), SpiderMax viaggia come su
un binario trasmettendo sicurezza e solidità.
E il discorso potrebbe fermarsi qui. Considerando
però i limiti fin troppo restrittivi e rispettati
da un'esigua fascia di utenti, va detto che affrontando
i curvoni veloci ad un passo più spedito,
gli ondeggiamenti risultano abbastanza frequenti.
Si possono solo limitare, irrigidendo gli ammortizzatori
posteriori e alleggerendo la presa sul manubrio,
per evitare d'amplificarli inavvertitamente.
Del resto la velocità massima indicata sul
display digitale (piuttosto preciso) di 160km/h
è più che sufficiente per tenere elevate
medie turistiche, con riserva di potenza, e senza
rischiare incontri indesiderati con gli autovelox.
A velocità autostradali, magari con passeggero
e bagagli, si desidererebbe un po' di mordente in
più in frenata e magari l'assistenza dell'ABS,
che in caso di panic-stop è una gran bella
sicurezza, anche solo psicologica.
Quando si fanno molti chilometri, nonostante la
comodità, si notano alcune turbolenze sui
fianchi e sul casco, oltre all'impossibilità
di cambiare posizione alle gambe. In compenso la
posizione corretta del busto consente di non affaticare
la schiena.
In autostrada quindi, ancora più che in altri
ambiti, l'ammiraglia Malaguti si connota come un
comodo e tranquillo passista, anche se la sofisticata
ciclistica aveva fatto sperare in qualcosa di più.
Probabilmente si paga lo scotto dell'estrema maneggevolezza
alle basse velocità.
PASSEGGERO
Fare turismo in dolce compagnia è uno dei
più bei piaceri della vita, ma su questo
aspetto SpiderMax dovrebbe avere il coraggio di
una scelta radicale (e vale anche per altri scooter...):
sacrificare parte del vano sottosella per far 'scendere'
il passeggero ad un livello più vicino al
pilota, diminuirebbe un po' la visibilità,
ma ne guadagnerebbe e tanto, la protezione aerodinamica.
Altezza e lontananza dal parabrezza espongono infatti
chi ci segue non solo al vento della corsa, ma anche
al freddo e alla pioggia.
In città o in trasferimenti brevi, il passeggero
apprezzerà invece la posizione panoramica
e la conformazione della sella.
CONSUMI E
COSTI
Premesso che l'andatura nelle nostre prove su strada
è il più possibile in linea con quanto
consentito dal Codice, lo SpiderMax si è
comportato ottimamente se consideriamo un minimo
di 19,2km/lit e un massimo di 25,2, per un consumo
medio complessivo di 21,5km/lit! Valori non sempre
alla portata di scooter dalla cilindrata anche notevolmente
inferiore, e che confermano l'ottimo rendimento
termodinamico del propulsore Piaggio, pur se 'stressato'
da cotanta mole. Naturalmente spremere l'acceleratore
ad ogni partenza in città porta a risultati
diversi, ma significa anche, a mio avviso, che si
è sbagliato scooter...
Per quanto riguarda gl'intervalli di manutenzione
Malaguti non ha ancora 'raccolto' le nuove indicazioni
Piaggio per cui si ha il controllo dell'olio motore
ogni 3000km, con il cambio e il tagliando previsti
ogni 6000km, anche se quello più sostanzioso
è ogni 12000km, con la sostituzione della
cinghia variatore.
Un quadro complessivamente positivo, soprattutto
alla voce consumi, ideale quindi per chi ha intenzione
di farci tanta strada.
CONSIDERAZIONI
DI MERCATO
Perché uno scooter innovativo e con più
pregi che difetti, nella classifica 2005 degli scooter
più venduti, non ha fatto meglio della 39^
posizione con 1803 pezzi? Bisognerebbe valutare
la posizione in classifica del suo concorrente più
diretto, lo Scarabeo 500 GT (58°), per capire
che non sono le sole 'ruote alte' a far sfondare
nel mercato italiano. Caso emblematico è
il Piaggio Beverly 500, da anni un best seller fra
i 'ruote alte' anche se al posteriore ha una ruota
da 14 pollici. Questo per dire che, oltre al design,
è la percezione di leggerezza e disimpegno
che offrono questi scooter, e non il dimetro delle
ruote, a decretarne il successo.
Decisamente meglio fanno però Suzuki Burgman,
Yamaha Majesty 400 e anche Kymco Xciting 500. I
primi anche grazie ad un riconosciuto blasone e
per la presunta superiore affidabilità che
caratterizza i mezzi giapponesi, mentre il prezzo
accattivante e il look 'sportivo' valgono per il
pacioso Xciting 500.
In più va anche considerato che sono ancora
pochi coloro che acquistano uno scooter espressamente
per farci del turismo, consci di subirne le conseguenze
in ambito urbano.
Ad ogni modo, se Spidermax ha raccolto forse meno
di quanto Malaguti sperasse, può consolarsi
per aver 'stracciato' scooter del calibro di Piaggio
X9 500 (47°) e Honda SilverWing (53°), dotati
fra l'altro di una ben più capillare rete
vendita.
CONCLUSIONI
La quadratura del cerchio non è mai facile
e Malaguti Spidermax, lanciato con l'appellativo
di 'Sport Utility Spider' alla prova dei fatti si
dimostra più un 'Touring Utility Break',
nel senso di confortevole e spazioso scooter turistico.
Di velleità sportive non se ne parla, più
che altro per dimensioni, peso ed interasse contenuto,
che pongono limiti quando si vuole forzare ritmo
e velocità. In ambito urbano, al contrario,
l'ottima e insospettabile maneggevolezza viene in
aiuto, anche se la mole è d'ostacolo quando
il traffico si fa più serrato.
Il meglio di sé lo offre quindi nei tragitti
extraurbani, condotti con piglio turistico, dove
la corretta posizione di guida e l'ottima protezione
aerodinamica consentono ore di guida in tutto comfort.
In autostrada viaggia su un binario; solo sul dritto
però, nei curvoni presi in velocità
si nota qualche ondeggiamento, in più il
passeggero viaggia troppo esposto.
Vista l'esclusività di alcune soluzioni,
la quotazione di poco inferiore ai 6000 Euro appare
del tutto giustificata, inoltre lo 'street price'
è sicuramente inferiore.
In attesa della versione Euro 3, prevista entro
l'anno, un piccolo suggerimento a Malaguti: perché
all'Eicma 2006 non ci fa trovare uno 'Sport Utility
Naked', con carrozzeria ridotta all'indispensabile,
telaio in alluminio e ruote da 16 in bella vista?
Testo: Fabrizio
Villa
Foto: Monica
Il Grande,
Fabio Scotti,
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