Poco più
di cento chilometri sulle tortuose strade dell'isola
mediterranea, con saliscendi, tornanti, un breve
tratto autostradale (qui è possibile anche
con i 125) e un giro per i vicoli della città
di Palma. Un concentrato di situazioni che probabilmente
va oltre l'utilizzo urbano a cui sarà dedicato
il 'piccolo-grande' Satelis.
Ho scelto di testare la versione Executive,
perché dotata della frenata
ABS/PBS, che mi aveva già favorevolmente
impressionato sull'Elystar,
che rappresenta un punto forte a suo favore e di
cui nessun concorrente di pari cilindrata può
vantarsi.
POSIZIONE IN SELLA
La casa francese ci ha abituato a scooter con selle
ad altezze inarrivabili alla media degli italiani,
ma con Satelis cambia pagina e i 784mm, uniti a
fianchi sagomati e pedana rastremata, permettono
ad un pubblico più vasto di poggiare uno
o entrambi i piedi a terra.
Il tunnel è generoso, ma non ostacola più
di tanto la salita in sella. Una volta a bordo si
apprezza la morbidezza sostenuta della sella e soprattutto
l'esteso appoggio lombare, purtroppo non regolabile.
La triangolatura fra manubrio, sella e pedana è
compatibile con le stature più frequenti
e lo spazio a disposizione è sempre abbondante.
Le gambe poi si possono tenere ad angolo retto o
anche allungare sulla parte inclinata della pedana,
senza per questo assumere una postura 'sdraiata'.
Nulla a che vedere quindi con altri 125cc in scala
ridotta, Satelis è nato per spaziare fino
a 500cc, con un comfort adeguato fin dalla cilindrata
più piccola.
Tutti i comandi sono a portata di mano e come detto
risultano comodi e solidi da azionare. Ben visibile
anche la strumentazione, in particolare quella analogica,
mentre il display digitale ha caratteri un po' piccoli
per un rapido colpo d'occhio.
Il passeggero è sistemato parecchio più
in alto del pilota, gode di comode maniglie e pedane
ben distanziate, ma influisce negativamente sul
baricentro del veicolo, oltre a rimanere maggiormente
esposto al vento della corsa.
Comodo da azionare e stabile il cavalletto centrale,
al contrario del laterale con ritorno a molla, pronto
a tradirvi al minimo urto o distrazione.
ACCESSO AI VANI
Particolarmente ampio l'accesso al sottosella grazie
alla porzione di sella unita al 'cofano' che si
apre a 62°. Si può comandare direttamente
dal blocchetto d'avviamento oppure tramite telecomando
opzionale, anche a motore acceso. La sella del pilota
rimane ferma, questo permette (finalmente) di poggiare
il casco o altri oggetti, mentre si utilizza il
baule. Meno comodo il portaoggetti sulla sinistra
del retroscudo (con presa di corrente), a causa
della chiusura a serratura, che obbliga ogni volta
a spegnere il motore, togliere la chiave... A portata
di mano l'intelligente vano portaocchiali nel manubrio,
peccato per la chiusura e per le cerniere decisamente
sottotono. Idem lo sportello per accedere al tappo
carburante, con serratura e fremo in plastica di
puro valore simbolico. C'è anche un vano
per il coprisella, ma è esterno, e quindi
soggetto all'interessamento altrui, meglio conservarlo
altrove.
CITTA'
Dopo aver regolato gli ampi specchi retrovisori,
che offrono una visione panoramica di ciò
che accade alle nostre spalle, si è pronti
a partire. Il monocilindrico si desta subito, ma
richiede un certo riscaldamento per offrire il meglio
di sé. Non è neppure scevro da vibrazioni
e rumorosità meccaniche di poco sopra la
media, ma non bisogna dimenticare di avere a che
fare con un 'frullino' che arriva a 11.000giri,
praticamente un motore da corsa di qualche anno
fa.
La partenza è dolce, poi occorre abbondare
con la manopola dell'acceleratore, per allungare
con decisione. Del resto 11kW per 160kg di peso
fanno quello che possono, soprattutto calcolando
che il meglio si ottiene a regimi decisamente elevati.
Spalancando il gas il contagiri si posiziona quasi
subito a 9000giri e lì rimane, con un'accelerazione
costante che ben presto porta a superare il fatidico
limite dei 50km/h. Nell'apri e chiudi, soprattutto
ai regimi più bassi, si può notare
qualche leggero impuntamento, dovuto forse ad una
regolazione perfettibile dell'impianto d'iniezione.
Le sospensioni sono la prima cosa che si nota del
reparto ciclistico, non cedevoli, ma neppure morbide,
sembrano essere un buon compromesso per garantire
il necessario comfort, anche dove le strade abbisognerebbero
di manutenzione.
Solida la carrozzeria che non accusa vibrazioni
e risonanze, bene anche i pneumatici Sava che offrono
buon grip e comunicativa.
Peso e dimensioni non sono eccessivi (in assoluto)
e anche nel traffico ci si muove agili, soprattutto
grazie ad un raggio di sterzo particolarmente contenuto,
che consente slalom serratissimi.
Arriviamo ai freni, che raggiungono la massima potenza
frenante anche se azionati con la sola leva sinistra,
con quella destra nel ruolo di sicurezza 'psicologica'.
A suddividere la frenata sui due assi e a limitare
i fenomeni di bloccaggio della ruota anteriore ci
pensa la centralina elettronica, lasciando a noi
la massima concentrazione nella guida. A livello
pratico, nelle frenate di tutti i giorni, non si
notano vantaggi o svantaggi, i primi arrivano però
puntuali alla prima frenata improvvisa, quando ci
si attacca ai freni per evitare un ostacolo. In
questa condizione il sistema ABS/PBS sfrutta al
massimo l'aderenza del pneumatico fino al limite
impercettibile del bloccaggio, con una sensibilità
sconosciuta alla stragrande maggioranza dei piloti,
soprattutto se colti di sorpresa. Evitare di bloccare
le ruote significa salvare una caduta e fermarsi
qualche metro prima, vantaggi a cui non mi sembra
il caso di rinunciare. Da rimarcare che in caso
di fondo bagnato i vantaggi si amplificano ulteriormente.
È vero che il sistema non interviene sulla
ruota posteriore, ma quest'ultima arriva al bloccaggio
solo in casi limite e la direzionalità offerta
dalla ruota anteriore tiene tutto sotto controllo.
Piuttosto il sistema è in parte limitato
dalla leva al manubrio, dotata di una corsa eccessiva,
che arriva a schiacciare le due dita sulla manopola,
nelle frenate più energiche.
Gli allestimenti Premium e City dispongono invece
di una frenata tradizionale, con le leve a comandare
singolarmente i rispettivi freni a disco. La frenata
è ugualmente potente, ma va maggiormente
gestita e non si possono escludere fenomeni di bloccaggio,
così come accade nella concorrenza.
STRADE EXTRAURBANE
Salite e discese sulle colline che circondano la
capitale dell'isola, non saranno probabilmente il
terreno quotidiano della gran parte di Satelis venduti
nel nostro paese, ma hanno permesso di valutare
il livello raggiunto dal connubio motore-ciclistica
in situazioni più probanti.
Inutile dire che in discesa se l'è cavata
meglio che in salita, dove il propulsore fatica
un po' a raggiungere il regime di coppia massima.
Al contrario in discesa ho potuto mettere alla frusta
il sistema frenante, che pur offrendo feeling e
potenza, ha subito qualche fenomeno pur modesto
di affaticamento.
La posizione di guida risulta comoda e consente
una buona padronanza del mezzo. La stabilità
è la caratteristica che prevale, anche al
crescere della velocità, ma la maneggevolezza
non manca e l'inserimento in curva è veloce
e preciso. Non altrettanto i rapidi cambi di direzione
con curve in rapida successione dove si nota un'inerzia
superiore alla media.
La possibilità di regolare il precarico delle
sospensioni posteriori, consente di guadagnare rigore
al crescere della velocità o di sostenere
il (dolce) peso di un passeggero.
L'angolo d'inclinazione laterale è elevato
e anche se il suo stile elegante non lo farebbe
supporre, ci si può togliere qualche soddisfazione
di guida. Nei limiti della circolazione su strade
aperte al traffico e del rapporto peso-potenza.
Dopo qualche 'tirata' e successiva frenata repentina
ho notato qualche occasionale spegnimento, segno
che il motore, piuttosto spinto, necessita di essere
tenuto oltre i 2000giri, che equivalgono praticamente
al regime del minimo.
AUTOSTRADA
Essendo in Spagna ci siamo concessi una breve puntata
in autostrada, cosa per ora impossibile in Italia.
In questa cornice il propulsore ha potuto dare fondo
agli 11000 giri di cui è accreditato, superando
agevolmente i 110km/h indicati e mostrando di poter
salire ancora. Segno che i 115km/h dichiarati sono
effettivamente alla sua portata.
Buona la protezione aerodinamica, con qualche ricircolo
d'aria solo alle gambe, ma valida per busto e casco
ed eventualmente integrabile con gli accessori opzionali.
Comoda la sella, in particolare l'esteso supporto
lombare e vantaggiosa la possibilità di cambiare
posizione alle gambe, nell'eventuale caso di lunghi
trasferimenti.
CONCLUSIONI
Se non v'interessa uscire dalla città utilizzando
superstrade ed autostrade, ma volete comunque un
veicolo comodo, spazioso elegante e con dotazioni
al massimo livello Satelis può fare al caso
vostro. Soprattutto nella versione Executive, che
offre la sicurezza della frenata integrale con ABS,
un must che non mi stanco mai di consigliare.
Naturalmente non è esente da pecche, come
l'assenza del freno di stazionamento, il cavalletto
laterale con ritorno a molla, la scomodità
di alcuni vani e la potenza del motore concentrata
nell'arco di utilizzo meno congeniale al traffico
urbano. Ma ha anche numerose soluzioni intelligenti
e funzionali che sarebbe troppo lungo riassumere
qui.
In definitiva quindi un veicolo piuttosto sofisticato
che cerca di concentrare su di se le caratteristiche
migliori degli scooter più moderni pur senza
stupire. Il tutto a quotazioni, sicuramente elevate
per un 125, ma non dissimili ai concorrenti dalla
medesima impostazione.
Testo by Fabrizio
Villa
Foto by Alessio
Barbanti e Peugeot MotoCycles
|