Non abbiamo avuto a disposizione il
Beverly 500 per lungo tempo, ma più che sufficiente
per saggiarlo in ogni situazione e percorrere quasi 500
chilometri. Di questi, poco meno della metà in
città, il resto su statali e divertenti strade
dell'Oltrepò, con anche una veloce tirata in autostrada.
Un percorso che dovrebbe rispecchiare l'utilizzo reale
di un veicolo con queste caratteristiche.
POSIZIONE IN SELLA
Chi arriva dal 125/200 troverà una sella più
bassa ed un manubrio leggermente più alto, che
conferiscono una posizione più comodosa e permettono
a (quasi) tutti di poggiare entrambi i piedi a terra.
Elemento quest'ultimo spesso sottovalutato, ma che trasmette
a chi guida una maggiore sensazione di sicurezza e familiarità.
La posizione è eretta, con una leggera tendenza
all'infossamento, che fa combaciare il culmine del ridotto
cupolino alla mentoniera del casco, facendo presagire
un'inaspettata protezione aerodinamica.
Le gambe hanno una minima possibilità di variare
posizione, coerente del resto con quella del busto.
In posizione adeguata la strumentazione e gli ampi specchi
retrovisori.
L'assenza di carenatura dà una sensazione di maneggevolezza
e immediatezza che gli scooter 'super tourer' non possono
fornire e rende più agevoli le manovre da fermo.
Anche il peso, che in ordine di marcia si aggira intorno
ai 200kg, sembra inferiore, peccato che il raggio di sterzo
sia piuttosto limitato, obbligando a numerose manovre
in spazi angusti.
CITTÀ
Avviamento immediato e trasmissione di 'pulsazioni' a
tutto il veicolo con il motore al minimo. Come già
notato sull'X9 500, il propulsore trasmette la propria
vitalità, senza diventare fastidioso, anche se
altre realizzazioni con lo stesso propulsore risultano
meno 'vibranti'. Del resto può anche risultare
piacevole, nei confronti di veicoli più asettici,
comunicando un sapore più motociclistico.
Le sensazioni di guida variano a seconda degli spazi a
disposizione: nel traffico più congestionato, il
motore non riesce a 'liberare' la sua potenza e ci si
trova spesso a viaggiare 'sotto coppia' con qualche incertezza
d'erogazione e di trasmissione, ma non appena si affronta
un vialone con poco traffico e si ruota generosamente
la manopola del gas, l'esuberante progressione del motore
da 460cc permette di 'frantumare' i limiti di velocità
in poche decine di metri e trasmette un piacere sconosciuto
a tutti gli scooter di cubatura inferiore.
La pressione dell'aria sul busto dà poi una maggiore
percezione di velocità e ci si sente più
'motociclisti'.
Inutile dire che nelle partenze ai semafori, tolta l'incertezza
dei primissimi metri (voluta, per evitare sgommate!) non
siano molti gli scooter, e neppure le moto che tengono
testa al 'naked' Piaggio.
La larghezza contenuta e gli specchi alti permettono di
svicolare agevolmente fra code di autoveicoli ed un colpo
d'acceleratore è sufficiente per toglierci d'impaccio
in ogni situazione. Un limite negli zig zag e nelle inversioni
viene però dal raggio di sterzo, inspiegabilmente
limitato.
Abbastanza bene le sospensioni, tarate sul morbido che
fanno 'quasi' il loro dovere, anche sul porfido, digerito
meglio che da molti altri scooter, in fondo è sempre
un 'ruotA alta'. Gli ammortizzatori posteriori vanno però
regolati almeno sulla terza tacca anche da soli, altrimenti
si arriva facilmente a strisciare il cavalletto in caso
di avvallamenti, o di curve e rotonde prese allegramente.
La frenata ci è piaciuta, con buona modulabilità
e sufficiente mordente per 'chiudere' anche in casi d'emergenza.
Normalmente si utilizza la sola leva sinistra, che comanda
un disco anteriore e quello posteriore, demandando alla
leva destra esclusivamente le frenate più decise.
Non abbiamo notato nessun fenomeno di bloccaggio, se non
andandolo proprio a cercare, ma limitato al posteriore.
Naturalmente, vista l'esigua protezione dall'aria, va
previsto un abbigliamento più caldo e tecnico rispetto
ad un mezzo maggiormente protettivo. In compenso si sta
più freschi nella stagione estiva.
L'assenza di spazio per i caschi nel sottosella, e di
un gancio sottochiave, obbliga a portarseli appresso o
all'acquisto di un bauletto.
STRADE EXTRAURBANE
Le strade extraurbane non troppo lente, con punte massime
intorno ai 100/120 km/h rappresentano la condizione ideale
per gustarsi il 'Beverlone'. La progressione del motore
ha modo di dare il meglio di sé gratificando chi
ne governa l'erogazione. I sorpassi dei veicoli più
lenti si svolgono velocemente e quindi con maggiore sicurezza
e la stabilità e percezione del veicolo sono al
massimo livello per quanto attiene ad uno scooter tradizionale.
Alle velocità di cui sopra, la mancanza di un adeguato
riparo aerodinamico non pone particolari problemi, e nella
stagione più calda, l'aria addosso offre un piacevole
massaggio. La 'palpebra' sul faro offre comunque un modesto
riparo a gran parte del busto.
La guida in relax per la gita domenicale ha nel Beverly
un compagno adeguato, con una notevole riserva di potenza,
utilizzabile quando serve. Le vibrazioni non risultano
mai fastidiose, contribuendo a rendere la guida più
'coinvolgente'.
Laddove la strada si fa salita, la generosa coppia erogata
permette una conduzione sempre autorevole e la potenza
è più che sufficiente, sempre che non si
desiderino il doppio dei cavalli, in quel caso siete pronti
per passare ad una moto.
Solo in strade particolarmente frastagliate con rapido
susseguirsi di curve, magari in pendenza, il motore può
trovarsi a lavorare ad un regime di giri non ottimale
con qualche sussulto e minor prontezza. Ci piacerebbe
provare una configurazione con i rulli del variatore più
leggeri...
Tarati gli ammortizzatori nella posizione più rigida,
ci si può buttare in un bella strada curvilinea
alla ricerca di qualche soddisfazione di guida. Noi ci
siamo portati a sud di Broni e Stradella (PC) con curve
e saliscendi davvero invitanti, dove vedete ambientate
le foto.
La discesa in piega non risulta del tutto neutra con la
sensazione che il retrotreno scenda più agevolmente
dell'anteriore. Sarà per via delle differenti sezioni
e misure dei pneumatici o per il rapporto fra interasse
e avancorsa, fatto sta che basta comunque una mezza giornata
di curve per prendere la necessaria confidenza e dimenticarsi
di quanto detto sopra.
La forcella manca un po' in scorrevolezza e gli ammortizzatori,
piuttosto economici, se la cavano solo se non strapazzati;
va però tenuta presente la massa del motore oscillante,
che pone non pochi problemi alla loro efficacia.
Buona la performance offerta dalle gomme Pirelli, che
hanno sempre offerto il giusto grip, permettendo di 'sentire'
la strada. Allo stesso modo l'impianto frenante, modulabile
e potente, permette una conduzione anche 'allegra' in
sicurezza.
AUTOSTRADA
Non è indubbiamente il suo luogo ideale, ma per
qualche trasferimento veloce, quando serve, se la può
cavare.
La stabilità risulta sufficiente anche alla massima
velocità, che abbiamo visto appena sopra i 170km/h
indicati e i veloci curvoni possono essere affrontati
in sicurezza, se non al massimo, comunque senza eccessivi
rallentamenti. L'importante è non aggrapparsi al
manubrio, ma lasciare scorrere il Beverly puntandosi più
sulla pedana e sulla sella.
Fino a velocità codice, basta accucciarsi leggermente
dietro la 'palpebra' e si possono percorrere anche notevoli
distanze, se invece si vuole sfruttare al massimo il motore,
bisogna rannicchiarsi maggiormente e alla lunga sarà
il collo il primo a soffrirne. Avrete però un'idea
di cosa significhi condurre una moto 'naked' ad alte velocità.
Scarsina anche la protezione alle gambe offerta dallo
scudo.
La percezione delle vibrazioni diventa meno coinvolgente
e più fastidioso, ma siamo sicuri che se volete
fare migliaia di chilometri in autostrada, non starete
certo pensando al Beverly e quindi queste considerazioni
vanno ricondotte all'utilizzo per cui il mezzo è
stato realizzato.
Montare un cupolino maggiorato potrebbe risolvere significativamente
la situazione, ma quello Piaggio compromette in modo significativo
la bella linea dello scooter, e della sua efficacia non
possiamo dirvi, non avendolo provato; sconsigliamo invece
parabrezza più voluminosi che ne comprometterebbero
anche la stabilità. Aspettiamo che dall'aftermarket
arrivi il giusto compromesso.
AL LIMITE
Con tanta cavalleria a disposizione, dopo aver preso la
giusta confidenza, non è difficile trovarsi sempre
con il polso ruotato al massimo e lo scooter che viaggia
a velocità elevate.
La sensazione di facilità di guida, offerta dalla
mancanza di carenatura, porta ad esagerare, cercando e
anche trovando, a volte, il limite strutturale del veicolo.
Non capiterà a tutti, ma se avete qualche esperienza
motociclistica e siete un po' smaliziati il Beverly può
diventare un mezzo molto divertente.
Le quote ciclistiche importanti e la ruota alta richiedono
una guida più decisa che su scooter più
maneggevoli (e meno stabili) e la conduzione trova qualche
similitudine con le potenti 'cruiser' di qualche anno
fa, tipo la Yamaha Vmax (da non confondersi con il Tmax)
dove la guida avveniva più di polso (acceleratore)
che di piega, cercando il divertimento più nelle
accelerazioni da una curva all'altra che nell'angolazione
in curva.
Inclinazioni limitate, come detto, dal cavalletto centrale
che entra in contatto con l'asfalto, anche in situazioni
non proprio 'limite'.
Se vi piace questo tipo di guida 'sporca' probabilmente
non troverete un grande feeling con la frenata integrale:
visto che non è difficile far derapare la ruota
posteriore in uscita di curva, qualche coreografico bloccaggio
in entrata di curva, pur se non particolarmente efficace,
renderebbe il tutto più divertente. Ma siamo ben
oltre ogni previsione fatta per l'utilizzo di questo veicolo,
che rimane pur sempre uno scooter, divertente e prestante,
ma non una 'supermotard'.
Certo che togliendo il cavalletto, sostituendo gli ammortizzatori
e con dei rulli più leggeri...
PASSEGGERO
Da fermo la posizione è molto comoda, con una sella
ergonomica e pedane ben distanziate per distendere le
gambe. In movimento il ridotto dislivello rispetto al
pilota e la sua vicinanza non creano troppi vortici ed
eccessiva resistenza aerodinamica. Naturalmente all'aumentare
della velocità, quanto detto per il pilota, vale
anche per il passeggero, a meno che il pilota copra in
'sezione frontale' quella del passeggero, in questo caso
saremmo di fronte ad una vera e propria 'carenatura umana'.
La sospensione fornisce un giusto comfort, se la strada
non è troppo 'devastata'.
Complessivamente ci sembra un mezzo adeguato anche per
l'utilizzo a due.
CONSUMI E COSTI
Nonostante i continui strapazzi il motore Master ha mostrato
la sua caratteristica di parco bevitore, con una media
di poco superiore ai 19km/litro, che vuol dire fare poco
meno tirando sempre, e superare agevolmente i 20/22km/litro
con una guida più signorile.
Le soste ai 'box' sono previste ogni 6.000km, con un controllo
intermedio del livello olio.
Frequenti gli interventi alla trasmissione, con sostituzione
dei rulli ogni tagliando, e della cinghia ogni due, indice
che le prestazioni stressano non poco tutto il comparto.
Conveniente rispetto alla concorrenza giapponese il prezzo
di ricambi ed accessori.
CONCLUSIONI DINAMICHE
A dispetto della linea elegante il Beverly si è
dimostrato una sorta di 'scooter dragster' con prestazioni
ai massimi livelli, soprattutto nella ripresa a tutti
i regimi.
Lo stesso tragitto urbano o extraurbano, percorso fino
a ieri con scooter meno prestanti, mostra con il Beverly
un divertimento sconosciuto e porta, ahimè, ad
una facile trasgressione del Codice della Strada.
In tema velocità massima (170km/h abbondanti indicati)
non è però riuscito a staccare un X9 500,
usato come riferimento.
I freni se la cavano sempre bene e le gomme offrono il
grip necessario anche esagerando un po', mentre le sospensioni
sono l'elemento che più ha risentito della voce
risparmio.
Qualche limite nella conduzione sportiva, da imputarsi
soprattutto al cavalletto, e laddove il motore non riesce
a raggiungere il suo regime di utilizzo ideale.
Naturalmente sconsigliate le lunghe tirate autostradali
per la mancanza di un riparo adeguato, mentre per il freddo
invernale si può sopperire con copertina, paramani
ed un cupolino maggiorato.
CONCLUSIONI FINALI
A circa 5.000 euro è veramente difficile (se non
impossibile) trovare un veicolo altrettanto prestante
e divertente. Aggiungiamo che la linea, classica ma muscolosa,
ha ottenuto un favorevole responso, che stabilità
e maneggevolezza hanno raggiunto un invidiabile compromesso,
che la frenata è di ottimo livello e che le sospensioni
sono tutto sommato decenti e capiremo perché il
Beverly 500 è uno dei mezzi più venduti
in Italia, ruote alte o meno.
Un successo che potrebbe risultare anche piuttosto duraturo,
vista la mancanza di diretti concorrenti, tranne forse
l'MBK Kilibre.
Piaggio ha quindi creato un segmento, quello dello scooter,
'naked' e prestante, in cui nessuno avevo osato avventurarsi
e i risultati le hanno dato ragione. Del resto nel settore
moto, non è proprio questa tipologia a farla da
padrone?
Per contro lo spazio bagagli è ridotto, tanto quanto
la strumentazione e la protezione da vento e freddo.
Se però non volete spendere un capitale e cercate
il divertimento anche nel tragitto casa-lavoro o in gite
non troppo impegnative, le concessionarie Piaggio aspettano
proprio voi.
Testo & tester: Fabrizio
Villa
Foto: Cristian Crespi
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