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PREGI
Linea: piacevole
Ingombri: contenuti
Stabilità: buona
Maneggevolezza: discreta
Accelerazione: corposa
Ripresa: di più
Velocità: elevata
Prezzo: stracciato

 

 

 

 

 

 

ABBIGLIAMENTO
Casco: Nolan N100E
Giacca:
Spidi 'MID'
Guanti: Spidi 'AL3'

 

 

 · PIAGGIO BEVERLY 500
02/04/03
TEST SU STRADA
pag. 3/3
>>> Vedi anche: Anteprima, Descrizione

Non abbiamo avuto a disposizione il Beverly 500 per lungo tempo, ma più che sufficiente per saggiarlo in ogni situazione e percorrere quasi 500 chilometri. Di questi, poco meno della metà in città, il resto su statali e divertenti strade dell'Oltrepò, con anche una veloce tirata in autostrada.
Un percorso che dovrebbe rispecchiare l'utilizzo reale di un veicolo con queste caratteristiche.

POSIZIONE IN SELLA
Chi arriva dal 125/200 troverà una sella più bassa ed un manubrio leggermente più alto, che conferiscono una posizione più comodosa e permettono a (quasi) tutti di poggiare entrambi i piedi a terra. Elemento quest'ultimo spesso sottovalutato, ma che trasmette a chi guida una maggiore sensazione di sicurezza e familiarità.
La posizione è eretta, con una leggera tendenza all'infossamento, che fa combaciare il culmine del ridotto cupolino alla mentoniera del casco, facendo presagire un'inaspettata protezione aerodinamica.
Le gambe hanno una minima possibilità di variare posizione, coerente del resto con quella del busto.
In posizione adeguata la strumentazione e gli ampi specchi retrovisori.
L'assenza di carenatura dà una sensazione di maneggevolezza e immediatezza che gli scooter 'super tourer' non possono fornire e rende più agevoli le manovre da fermo. Anche il peso, che in ordine di marcia si aggira intorno ai 200kg, sembra inferiore, peccato che il raggio di sterzo sia piuttosto limitato, obbligando a numerose manovre in spazi angusti.

CITTÀ
Avviamento immediato e trasmissione di 'pulsazioni' a tutto il veicolo con il motore al minimo. Come già notato sull'X9 500, il propulsore trasmette la propria vitalità, senza diventare fastidioso, anche se altre realizzazioni con lo stesso propulsore risultano meno 'vibranti'. Del resto può anche risultare piacevole, nei confronti di veicoli più asettici, comunicando un sapore più motociclistico.
Le sensazioni di guida variano a seconda degli spazi a disposizione: nel traffico più congestionato, il motore non riesce a 'liberare' la sua potenza e ci si trova spesso a viaggiare 'sotto coppia' con qualche incertezza d'erogazione e di trasmissione, ma non appena si affronta un vialone con poco traffico e si ruota generosamente la manopola del gas, l'esuberante progressione del motore da 460cc permette di 'frantumare' i limiti di velocità in poche decine di metri e trasmette un piacere sconosciuto a tutti gli scooter di cubatura inferiore.
La pressione dell'aria sul busto dà poi una maggiore percezione di velocità e ci si sente più 'motociclisti'.
Inutile dire che nelle partenze ai semafori, tolta l'incertezza dei primissimi metri (voluta, per evitare sgommate!) non siano molti gli scooter, e neppure le moto che tengono testa al 'naked' Piaggio.
La larghezza contenuta e gli specchi alti permettono di svicolare agevolmente fra code di autoveicoli ed un colpo d'acceleratore è sufficiente per toglierci d'impaccio in ogni situazione. Un limite negli zig zag e nelle inversioni viene però dal raggio di sterzo, inspiegabilmente limitato.
Abbastanza bene le sospensioni, tarate sul morbido che fanno 'quasi' il loro dovere, anche sul porfido, digerito meglio che da molti altri scooter, in fondo è sempre un 'ruotA alta'. Gli ammortizzatori posteriori vanno però regolati almeno sulla terza tacca anche da soli, altrimenti si arriva facilmente a strisciare il cavalletto in caso di avvallamenti, o di curve e rotonde prese allegramente.
La frenata ci è piaciuta, con buona modulabilità e sufficiente mordente per 'chiudere' anche in casi d'emergenza. Normalmente si utilizza la sola leva sinistra, che comanda un disco anteriore e quello posteriore, demandando alla leva destra esclusivamente le frenate più decise. Non abbiamo notato nessun fenomeno di bloccaggio, se non andandolo proprio a cercare, ma limitato al posteriore.
Naturalmente, vista l'esigua protezione dall'aria, va previsto un abbigliamento più caldo e tecnico rispetto ad un mezzo maggiormente protettivo. In compenso si sta più freschi nella stagione estiva.
L'assenza di spazio per i caschi nel sottosella, e di un gancio sottochiave, obbliga a portarseli appresso o all'acquisto di un bauletto.


STRADE EXTRAURBANE
Le strade extraurbane non troppo lente, con punte massime intorno ai 100/120 km/h rappresentano la condizione ideale per gustarsi il 'Beverlone'. La progressione del motore ha modo di dare il meglio di sé gratificando chi ne governa l'erogazione. I sorpassi dei veicoli più lenti si svolgono velocemente e quindi con maggiore sicurezza e la stabilità e percezione del veicolo sono al massimo livello per quanto attiene ad uno scooter tradizionale.
Alle velocità di cui sopra, la mancanza di un adeguato riparo aerodinamico non pone particolari problemi, e nella stagione più calda, l'aria addosso offre un piacevole massaggio. La 'palpebra' sul faro offre comunque un modesto riparo a gran parte del busto.
La guida in relax per la gita domenicale ha nel Beverly un compagno adeguato, con una notevole riserva di potenza, utilizzabile quando serve. Le vibrazioni non risultano mai fastidiose, contribuendo a rendere la guida più 'coinvolgente'.
Laddove la strada si fa salita, la generosa coppia erogata permette una conduzione sempre autorevole e la potenza è più che sufficiente, sempre che non si desiderino il doppio dei cavalli, in quel caso siete pronti per passare ad una moto.
Solo in strade particolarmente frastagliate con rapido susseguirsi di curve, magari in pendenza, il motore può trovarsi a lavorare ad un regime di giri non ottimale con qualche sussulto e minor prontezza. Ci piacerebbe provare una configurazione con i rulli del variatore più leggeri...
Tarati gli ammortizzatori nella posizione più rigida, ci si può buttare in un bella strada curvilinea alla ricerca di qualche soddisfazione di guida. Noi ci siamo portati a sud di Broni e Stradella (PC) con curve e saliscendi davvero invitanti, dove vedete ambientate le foto.
La discesa in piega non risulta del tutto neutra con la sensazione che il retrotreno scenda più agevolmente dell'anteriore. Sarà per via delle differenti sezioni e misure dei pneumatici o per il rapporto fra interasse e avancorsa, fatto sta che basta comunque una mezza giornata di curve per prendere la necessaria confidenza e dimenticarsi di quanto detto sopra.
La forcella manca un po' in scorrevolezza e gli ammortizzatori, piuttosto economici, se la cavano solo se non strapazzati; va però tenuta presente la massa del motore oscillante, che pone non pochi problemi alla loro efficacia.
Buona la performance offerta dalle gomme Pirelli, che hanno sempre offerto il giusto grip, permettendo di 'sentire' la strada. Allo stesso modo l'impianto frenante, modulabile e potente, permette una conduzione anche 'allegra' in sicurezza.

AUTOSTRADA
Non è indubbiamente il suo luogo ideale, ma per qualche trasferimento veloce, quando serve, se la può cavare.
La stabilità risulta sufficiente anche alla massima velocità, che abbiamo visto appena sopra i 170km/h indicati e i veloci curvoni possono essere affrontati in sicurezza, se non al massimo, comunque senza eccessivi rallentamenti. L'importante è non aggrapparsi al manubrio, ma lasciare scorrere il Beverly puntandosi più sulla pedana e sulla sella.
Fino a velocità codice, basta accucciarsi leggermente dietro la 'palpebra' e si possono percorrere anche notevoli distanze, se invece si vuole sfruttare al massimo il motore, bisogna rannicchiarsi maggiormente e alla lunga sarà il collo il primo a soffrirne. Avrete però un'idea di cosa significhi condurre una moto 'naked' ad alte velocità.
Scarsina anche la protezione alle gambe offerta dallo scudo.
La percezione delle vibrazioni diventa meno coinvolgente e più fastidioso, ma siamo sicuri che se volete fare migliaia di chilometri in autostrada, non starete certo pensando al Beverly e quindi queste considerazioni vanno ricondotte all'utilizzo per cui il mezzo è stato realizzato.
Montare un cupolino maggiorato potrebbe risolvere significativamente la situazione, ma quello Piaggio compromette in modo significativo la bella linea dello scooter, e della sua efficacia non possiamo dirvi, non avendolo provato; sconsigliamo invece parabrezza più voluminosi che ne comprometterebbero anche la stabilità. Aspettiamo che dall'aftermarket arrivi il giusto compromesso.

AL LIMITE
Con tanta cavalleria a disposizione, dopo aver preso la giusta confidenza, non è difficile trovarsi sempre con il polso ruotato al massimo e lo scooter che viaggia a velocità elevate.
La sensazione di facilità di guida, offerta dalla mancanza di carenatura, porta ad esagerare, cercando e anche trovando, a volte, il limite strutturale del veicolo. Non capiterà a tutti, ma se avete qualche esperienza motociclistica e siete un po' smaliziati il Beverly può diventare un mezzo molto divertente.
Le quote ciclistiche importanti e la ruota alta richiedono una guida più decisa che su scooter più maneggevoli (e meno stabili) e la conduzione trova qualche similitudine con le potenti 'cruiser' di qualche anno fa, tipo la Yamaha Vmax (da non confondersi con il Tmax) dove la guida avveniva più di polso (acceleratore) che di piega, cercando il divertimento più nelle accelerazioni da una curva all'altra che nell'angolazione in curva.
Inclinazioni limitate, come detto, dal cavalletto centrale che entra in contatto con l'asfalto, anche in situazioni non proprio 'limite'.
Se vi piace questo tipo di guida 'sporca' probabilmente non troverete un grande feeling con la frenata integrale: visto che non è difficile far derapare la ruota posteriore in uscita di curva, qualche coreografico bloccaggio in entrata di curva, pur se non particolarmente efficace, renderebbe il tutto più divertente. Ma siamo ben oltre ogni previsione fatta per l'utilizzo di questo veicolo, che rimane pur sempre uno scooter, divertente e prestante, ma non una 'supermotard'.
Certo che togliendo il cavalletto, sostituendo gli ammortizzatori e con dei rulli più leggeri...

PASSEGGERO
Da fermo la posizione è molto comoda, con una sella ergonomica e pedane ben distanziate per distendere le gambe. In movimento il ridotto dislivello rispetto al pilota e la sua vicinanza non creano troppi vortici ed eccessiva resistenza aerodinamica. Naturalmente all'aumentare della velocità, quanto detto per il pilota, vale anche per il passeggero, a meno che il pilota copra in 'sezione frontale' quella del passeggero, in questo caso saremmo di fronte ad una vera e propria 'carenatura umana'.
La sospensione fornisce un giusto comfort, se la strada non è troppo 'devastata'.
Complessivamente ci sembra un mezzo adeguato anche per l'utilizzo a due.

CONSUMI E COSTI
Nonostante i continui strapazzi il motore Master ha mostrato la sua caratteristica di parco bevitore, con una media di poco superiore ai 19km/litro, che vuol dire fare poco meno tirando sempre, e superare agevolmente i 20/22km/litro con una guida più signorile.
Le soste ai 'box' sono previste ogni 6.000km, con un controllo intermedio del livello olio.
Frequenti gli interventi alla trasmissione, con sostituzione dei rulli ogni tagliando, e della cinghia ogni due, indice che le prestazioni stressano non poco tutto il comparto.
Conveniente rispetto alla concorrenza giapponese il prezzo di ricambi ed accessori.

CONCLUSIONI DINAMICHE
A dispetto della linea elegante il Beverly si è dimostrato una sorta di 'scooter dragster' con prestazioni ai massimi livelli, soprattutto nella ripresa a tutti i regimi.
Lo stesso tragitto urbano o extraurbano, percorso fino a ieri con scooter meno prestanti, mostra con il Beverly un divertimento sconosciuto e porta, ahimè, ad una facile trasgressione del Codice della Strada.
In tema velocità massima (170km/h abbondanti indicati) non è però riuscito a staccare un X9 500, usato come riferimento.
I freni se la cavano sempre bene e le gomme offrono il grip necessario anche esagerando un po', mentre le sospensioni sono l'elemento che più ha risentito della voce risparmio.
Qualche limite nella conduzione sportiva, da imputarsi soprattutto al cavalletto, e laddove il motore non riesce a raggiungere il suo regime di utilizzo ideale.
Naturalmente sconsigliate le lunghe tirate autostradali per la mancanza di un riparo adeguato, mentre per il freddo invernale si può sopperire con copertina, paramani ed un cupolino maggiorato.

CONCLUSIONI FINALI
A circa 5.000 euro è veramente difficile (se non impossibile) trovare un veicolo altrettanto prestante e divertente. Aggiungiamo che la linea, classica ma muscolosa, ha ottenuto un favorevole responso, che stabilità e maneggevolezza hanno raggiunto un invidiabile compromesso, che la frenata è di ottimo livello e che le sospensioni sono tutto sommato decenti e capiremo perché il Beverly 500 è uno dei mezzi più venduti in Italia, ruote alte o meno.
Un successo che potrebbe risultare anche piuttosto duraturo, vista la mancanza di diretti concorrenti, tranne forse l'MBK Kilibre.
Piaggio ha quindi creato un segmento, quello dello scooter, 'naked' e prestante, in cui nessuno avevo osato avventurarsi e i risultati le hanno dato ragione. Del resto nel settore moto, non è proprio questa tipologia a farla da padrone?
Per contro lo spazio bagagli è ridotto, tanto quanto la strumentazione e la protezione da vento e freddo.
Se però non volete spendere un capitale e cercate il divertimento anche nel tragitto casa-lavoro o in gite non troppo impegnative, le concessionarie Piaggio aspettano proprio voi.

Testo & tester: Fabrizio Villa
Foto: Cristian Crespi

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in arrivo
 


 

 

 

DIFETTI
Protezione: quasi assente
Sottosella: ridotto
Raggio di sterzo: ampio
Sospensioni: poco scorrevoli
Cavalletto: tocca presto in curva
Erogazione: ruvida ai bassi
Vibrazioni: presenti
Strumentazione: essenziale

 

 

 

 

 

 

 

 

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