Incominciamo dalla storia
dell'acquisto di questo scooter - sperando di non annoiare
il lettore - per dire che dopo un buon numero di motociclette
'vere' (ho 47 anni) qualche stagione orsono, per motivi
di tempo, sono passato agli scooteroni con grande soddisfazione.
L'ultimo acquisto, nel 2001, è stato un fantastico
TMax 500 che ho tenuto per più di 14 mesi
facendo 14.000 chilometri in lungo e in largo per l'Italia
e anche all'estero (CyberScooter credo che annoveri ancora
un mio racconto di un giro
alpino in Austria) con grande soddisfazione.
Il TMax è stato infine venduto per la mia nuova
voglia di moto 'vera' che è emersa ancora ed è
stata gratificata dall'acquisto di una Fazer 600 ma poi...
galeotta è stata l'iniziativa del marzo scorso
della Suzuki quando i concessionari italiani hanno messo
in prova la V-Strom 650 e il Burgman 650 con ABS. Devo
dire che qualche pentimento per lo scooterone nei mesi
del Fazer lo avevo sentito e più di una volta:
la comodità intrinseca dello scooter, la piacevolezza
del cambio automatico (o con variatore continuo che dir
si voglia) e varie altre cose mi avevano più di
una volta impegnato nel superare i vari pentimenti ma
altre cose mi avevano fatto desistere dal ritornare sui
miei passi.
Nell'attesa del nuovo TMax avevo rimandato ancora il nuovo
acquisto ma quando vidi la nuova versione del 500 di casa
Yamaha rimasi non contento dalle tante modifiche (è
un vanto ovviamente di Yamaha) ma non del fatto che non
avevano variato l'assetto di guida, abbassando la sella
di qualche centimetro per agevolare chi proprio alto non
è (sono alto 1,77 centimetri): una modifica che
io avrei fatto perché degli scooteroni ho sempre
apprezzato la seduta 'bassa' che offre grandi benefici
in tema di maneggevolezza.
Eravamo rimasti alla prova del Burgman 650 con ABS: del
tutto positiva, devo ammetterlo, e quindi proposi al concessionari
un cambio 'alla dispari' il mio Fazer 600 per un modello
di Burgman 650 senza ABS, versione 2004 (variata di poco
in alcuni piccoli particolari) e di colore grigio metallizzato.
Nel frattempo la voglia di moto 'vera' è sempre
comunque appagata da una splendida Kawasaki W650 che ho
acquistato due anni orsono e che mi fa sempre ritrovare
il piacere di andare in moto con anche la voglia e il
gusto di guidare una moto dalla linea retro' ma dai contenuti
moderni.
Ritiro il mio Burgman in un giorno di
pioggia: i primi venti chilometri sono sotto l'acqua ma
il primissimo bilancio è positivo; motore dolcissimo,
assenza di vibrazioni, maneggevolezza ottima dopo aver
però notato che da fermo questo 'Burgmanone' è
davvero pesante così come difficile è tirare
già dal cavalletto centrale lo scooter mentre la
salita - sul cavalletto centrale ovviamente - è
davvero un gioco da ragazzi. Causa pioggia comunque rimando
ad altri giorni una prova un pochino più sensata
e appena posso imbocco la strada del lago di Iseo cercando
qualche salitella per provare le varie combinazioni del
cambio e per testare la potenza dei freni.
Sulla tangenziale che mi porta da Brescia sul Lago di
Iseo tutte le doti di comfort di marcia emergono ma un
appunto devo farlo alla rumorosità del mio casco
(un ottimo Arai SZ) che, complice l'altezza del parabrezza
originale, viene un po' sballottato a velocità
tachimetriche superiori ai 120 km / ora. Poca cosa comunque
e vedendo la strada per Polaveno sulla destra la imbocco
subito cercando di provare il Suzukone su un misto strettissimo
- all'inizio della salita dal Lago di Iseo - per poi passare
ad un misto più ampio e largo.
In salita il 650 Burgman è davvero divertente:
già il cambio in posizione del tutto automatica
mette in luce le caratteristiche di potenza e di coppia
di questo bicilindrico ma se si vuole ancora maggior brio
- con l'automatismo totale ma con la funzione 'power'
- il tutto diventa ancora più divertente e possente.
Provo anche con il cambio sequenziale: bisogna abituarsi
al doppio pulsante al manubrio - e col tempo mi ci sono
abituato bene - e poi il gioco è fatto con in più
un bel motore che spinge sempre a tutti i regimi.
La lunga discesa di Polaveno verso la Valle Trompia mi
permette di apprezzare la frenata dei tre dischi: in effetti,
come era stato sottolineato più volte in altre
prove su strada, il disco posteriore tende un po' al bloccaggio
(e forse la versione con ABS in questo senso è
molto meglio) ma basta farci l'abitudine a dosare bene
la potenza con la leva sinistra e tutto rientra nei limiti;
frenata dunque a posto.
Nei giorni successivi mi voglio godere
un tour intero del Lago di Garda anche se il tempo non
è ancora bellissimo (siamo
in aprile e tutti ricorderete le bizze meteorologiche,
soprattutto nei week-end) ma ciò mi fa apprezzare
la protezione della carenatura del Burgman e la sua comodità
intrinseca. In sella per molte ore non si sente la fatica
e la totale mancanza di vibrazioni unita ad una silenziosità
di scarico davvero da riferimento, fanno il resto. C'è
qualche cenno di rumorosità meccanica (negli Stati
Uniti gli amanti del Burgman 650 la definisco 'dieseling')
soprattutto ai regimi bassi: sembra che ci sia una soluzione
da parte della Suzuki ma poi, indicato il difetto (almeno
così mi pareva) al primo tagliando devo dire che
lo stesso era quasi del tutto scomparso e mi è
stato detto che è tutto 'normale'.
Il bilancio sin qui è positivo:
rimane la difficoltà nelle manovre da fermo (ma
credo dipenda anche dal tipo di trasmissione ad ingranaggi
al posteriore) e la difficoltà a far scendere dal
cavalletto centrale il Burgman; apprezzo sempre di più
lo spazio sotto la sella - davvero importante - e anche
i tre vani ricavati all'anteriore, davvero comodi per
macchina fotografica digitale, guanti, antifurto, ecc.,
ecc.
Giungo in poco più di un mese al
capolinea dei 1.000 km: da solo ho fatto la regolazione
del regime del minimo (l'ho abbassato secondo le istruzioni
del manuale d'uso, è un gioco da ragazzi) e direi
che tutto va bene; il consumo si attesta sui 18 - 20 chilometri
con un litro di benzina (sono un 'fermone' anche se in
questo caso mi diverto a giocare con le varie opzioni
del cambio) e il consumo d'olio, a vista, è pressoché
nullo. Insomma al tagliando 'non ho niente da dichiarare'
e il cambio dei vari oli mi rimanda d'un soffio al secondo
tagliando fissato a 6.000 chilometri (ma non sono un po'
troppo vicini e inutili questi tagliandi?).
Confronto con il
TMax.
Premetto che ho acquistato il TMax nel 2001 - a gennaio,
era uno dei primi - e ne sono rimasto molto soddisfatto.
Dopo 14.000 chilometri in poco più di 14 mesi l'ho
venduto con grande rimpianto: scooter perfetto, affidabilissimo
(non avevo avuto nessun problema con il tenditore della
distribuzione, ecc., ecc.) e davvero divertente. L'unico
difetto che ho sempre imputato al TMax è stato
quello della sua posizione di guida (per molti è
un pregio) un po' 'alta' e poi - questo però dopo
aver provato il Burgman - una mancanza di coppia del motore
ai medi regimi.
Premetto sempre che io parlo della versione 2001: il TMax
di adesso, con iniezione elettronica, quattro cavalli
in più, tre freni a disco, io non lo conosco ma,
come dicono le vendite e le varie prove, deve essere sempre
un grande immenso perfetto scooter.
Quale dunque meglio tra TMax 500 e Burgman 650? Pari e
patta secondo me (sempre parlando, lo ripeto per l'ennesima
volta, del TMax 2001): sono due gran bei mezzi con i quali
divertirsi, godersi del facile ma intenso mototurismo,
apprezzarli in tutte le varie situazioni.
Arrivederci alle... prossime puntate che
vi racconteranno altri miei chilometri in sella al grosso
Burgman.
Testo e foto: Luca
Scarpat
|