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 · Suzuki Burgman 650
 · by Riccardo
16/07/02
>>> Vedi anche: 2^ puntata,

Premesso che, da più di tre anni, sono possessore di un Burgman 400 e, quindi, il mio approccio è quello di un maxiscooterista e non di un motociclista, posso affermare, in tutta sincerità, che dalla prova su strada dell'attesissimo Burgman 650 (effettuata la scorsa settimana su gentile concessione di uno dei rivenditori Suzuki - l'unico nella mia zona - disponibili a farlo) ho riscontrato esclusivamente piacevoli sensazioni e conferme.

Dopo un'attenta inquadratura, misurazione in lungo e in largo e dettagliata analisi estetica e funzionale del "bestione", sono montato in sella con un certo timore, ma la notevole stazza del mezzo è quasi letteralmente svanita dopo pochi metri percorsi. Sin da subito mi sono divertito. Inizialmente, in un vuoto ed ampio piazzale, ho impegnato il maxi B. in diverse gincane, manovre lente ed in spazi ristretti, frenate (veramente potente e modulabile il sistema separato - eccezionale il doppio disco anteriore, mentre il posteriore tende un po' a bloccare nelle tirate più decise, senza ad ogni modo compromettere la stabilità generale), riprese ed accelerazioni con variatore in funzione Normal (la più docile ed elastica), Power (quella più grintosa, con un formidabile freno motore e, di conseguenza, una risposta più brusca all'apri e chiudi dell'acceleratore) ed infine utilizzando il già famoso cambio sequenziale (davvero un divertente "plus", che però necessita di un po' di pratica ed attenzione).

Su strada ho potuto ancor meglio apprezzare le notevoli doti ciclistiche, supportate dalle generose dimensioni di cerchi e pneumatici (molto efficienti), dalla perfetta distribuzione dei pesi (il motore ancorato al telaio e posto in avanti trasmette una notevole stabilità e precisione all'avantreno), dalla solida forcella anteriore e dagli ammortizzatori posteriori di derivazione motociclistica (effettivamente molto confortevoli, in grado di assorbire correttamente le più comuni asperità ed imperfezioni dell'asfalto e, anche se in alcuni casi mi sono parsi un po' troppo morbidi, dotati di una discreta escursione e di un buon freno idraulico in estensione).
Il motore è potente e si possono raggiungere in un battibaleno velocità incredibili per uno scooter (ma, con le dovute compensazioni allo scarto, il tachimetro digitale è lì a confermarlo, ben visibile nel bellissimo e completo cruscotto).
Per quanto riguarda abitabilità e comfort siamo ai massimi livelli; l'ampio "sellone", anche se leggermente "traballante" quando completamente aperto, è ben imbottito e dotato dell'utilissimo appoggio lombare regolabile (peccato l'eliminazione di quello per il passeggero: forse prossimamente in optional?), mentre la lunga pedana consente di scegliere sia una guida di tipo sportivo, con gambe piegate e busto leggermente in avanti, che di totale relax, con gambe completamente distese e busto più eretto.

Un appunto personale al Costruttore, di carattere estetico, va alle finiture del terminale di scarico; nonostante sia stato migliorato rispetto a quello visto sul modello dello scorso Salone di Milano, rimane sostanzialmente l' unico particolare (se ci si dimentica la mancanza del rientro elettrico degli specchietti retrovisori) non in linea con la pregevole qualità costruttiva, componentistica ed estetica di tutto il resto (ma perché, sempre in opzione, non realizzare una protezione cromata o di colore alluminio, come la porzione finale?)...

Testo a cura di: Riccardo - Treviso
Foto: Suzuki

2^ PUNTATA >>>
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3^ PUNTATA
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