STRUMENTAZIONE Qui il passo avanti si fa epocale, dalla strumentazione modello 'cinquantino' della versione precedente, passiamo ad un'unità molto più elegante e fra le più ricche del segmento, completa di display digitale multifunzione. I tre elementi circolari mostrano, da sinistra, il livello carburante, la velocità istantanea e la temperatura del liquido refrigerante. Nel display sottostante, arricchito all'avvio da una piccola animazione, troviamo l'orologio, che si alterna con il voltaggio della batteria, e il contachilometri totale, visualizzabile in alternativa al chilometraggio parziale. A completare il tutto cinque spie che segnalano: luci abbaglianti, indicatori di direzione, check iniezione e cambio olio. Di essenziale manca solo la spia della riserva, che del resto manca nella gran parte dei competitor.
COMANDI/DOTAZIONI Qui gli aggiornamenti rispetto ad HD Evo sono più modesti e si concentrano nei nuovi specchi retrovisori e nel blocchetto d'accensione che prevede anche lo sgancio della sella. Immutate leve, manopole e comandi al manubrio che comprendono il deviatore luci e il flash abbagliante. Più comodo della media il tappo per il rifornimento carburante (8,1 litri), posto sul lato posteriore sinistro della fiancata, che pur obbligando il pilota a scendere, perlomeno non richiede l'apertura della sella. Sotto quest'ultima troviamo poi il tasto giallo che interrompe il circuito elettrico in funzione antifurto e non mancano entrambi i cavalletti, un'esclusiva Sym visto che tutti i competitor montano solo quello centrale. Il portapacchi integra il maniglione per il passeggero e le pedane dedicate sono di tipo ribaltabile, in orizzontale, andandosi ad integrare nella carrozzeria. Mancano una presa di ricarica a 12 volt e il freno di stazionamento, più utile il primo, meno il secondo considerato il peso contenuto e l'uso prevalentemente urbano a cui è destinato.
VANI BAGAGLIO Nel retroscudo fa bella mostra di se lo sportello, con serratura, che nasconde un vano bagagli che prima mancava, ma quello che si è ricavato sulla destra è davvero minuscolo, accontentiamoci quindi di aver messo sotto chiave il tappo per il rifornimento del liquido refrigerante e relativo indicatore di livello. Il vano sottosella è il più capiente del suo segmento essendo l'unico in grado di ospitare un casco jet con visiera, contro i demi-jet dei competitor o nemmeno quello (Yamaha Xenter). In più finalmente HD2 consente lo sgancio della sella direttamente dal blocchetto d'avviamento, senza obbligare a togliere la chiave ed inserirla nell'apposita serratura sul fianco sinistro. Per stivare altri bagagli c'è poi il gancio nel retroscudo, ora dotato di sicura e il portapacchi posteriore, su cui è possibile montare anche un bauletto, con l'interposizione di una piastra. E per una volta un'occhiata ai 'ferri' in dotazione, limitati alla chiave per la candela e ad un cacciavite, che probabilmente la maggior parte degli utenti non utilizzerà mai. Volendo fare il pignolo mancano i ganci appendicasco nel sottosella, anche qui peccato veniale, visto che la maggior parte dei cinturini non risulta compatibile.
CICLISTICA Strutturalmente rimane tutto invariato, con il telaio tubolare che lascia la pedana completamente piatta, la forcella telescopica con perno in asse e il doppio ammortizzatore posteriore regolabile su quattro posizioni. Cambia il look dei cerchi ruota, ora con cinque razze sdoppiate e il freno a disco anteriore, che passa da 220 a 226mm guadagnando l'ormai 'irrinunciabile' profilo a margherita. Confermato invece il disco posteriore da 220mm e le pinze a doppio pistoncino davanti e dietro con frenata di tipo 'separato': ogni leva un disco. Soluzione in controtendenza rispetto alla maggior parte dei competitor che scelgono la frenata 'combinata', mentre nessuno, purtroppo, può vantare l'ABS. Gli pneumatici tubeless da 16 pollici sono prodotti da Maxxis e misurano 100/80 davanti e 120/80 dietro. Le misure caratteristiche parlano di una lunghezza di 2055mm, una larghezza di 765mm (al manubrio) e un interasse di 1385mm. per un peso di 139kg (145 in ordine di marcia) valori nella media della categoria, come l'altezza della sella, posta a 790mm.
MOTORE Assieme al design, le maggiori innovazioni di HD2 le troviamo nel propulsore, che viene modificato a livello di testata, sempre a 4 valvole e di scarico. Cambia poi il sistema d'iniezione, ora prodotto dalla giapponese Kehin al posto della statunitense Synerject e anche l'impianto elettrico ha ora un layout tutto nuovo. Stando a quanto dichiarato da Sym i benefici sono quantificabili in un +14,5% di potenza alla ruota, +8% d'accelerazione e -13,2% di consumi. Valori non verificabili nel secondo e terzo caso perché non dichiarati (né per HD2 che per HD Evo), mentre la potenza di 11,8kW a 7750 giri appare invariata (ma siamo abituati a considerare i dati dichiarati con una certa 'approssimazione', anche per altri produttori). Facendo un confronto con i competitor (di cilindrata leggermente inferiore) la potenza risulta di poco superiore (escluso lo Scarabeo 200 che con i suoi 181cc arriva a 14kW). Superiore alla media anche la coppia massima (fatto salvo il solito Scarabeo), indicata in 15Nm a 7000giri. Vantaggio che deriva sicuramente dalla cilindrata di 171,2cc contro i 153-156cc dei competitor, ma che non comporta alcuna penalizzazione, né fiscale né di pesi o ingombri, tanto che appare difficile capire perché anche gli altri non spostano l'asticella verso il limite dei 200cc, soprattutto dopo che i 250cc sono ormai tutti saliti verso i 300cc e anche oltre. Ritornando al propulsore di HD2, si tratta di un monocilindrico orizzontale con distribuzione monoalbero e testata a 4 valvole. Un 'corsa corta' visti i 61x58,6mm di alesaggio e corsa. È ovviamente montato sul telaio in funzione oscillante, come tutti i concorrenti (Yamaha Xenter compreso) e rispetta le normative antinquinamento Euro 3. A fare la differenza rispetto ai modelli più economici sono il raffreddamento a liquido e l'iniezione elettronica, che valgono circa il 50% di potenza e coppia in più, con consumi proporzionalmente più contenuti... Purtroppo non vengono forniti valori sulle prestazioni stradali: accelerazione, velocità, frenata e consumi, ma solo la pendenza superabile a pieno carico, che è di 28° e per farsi un'idea, quella massima nella salita al Passo Stelvio è dell'11%.
CONCLUSIONI STATICHE Frutto di una continua evoluzione dal 2002 ad oggi è un prodotto maturo nella tecnologia e fresco nel design, che si è fatto più aggressivo, pur senza esagerare, rimanendo un prodotto in grado di accontentare il giovane come il meno giovane, donne comprese, se non fosse per l'altezza della sella... Ha guadagnato punti anche a livello costruttivo e di dotazioni, soprattutto nella strumentazione e conferma lo spazio sottosella più capiente del segmento, ora anche più accessibile, grazie all'apertura dal blocchetto d'accensione. È poi l'unico ad offrire il comodo cavalletto laterale. Ciclisticamente cambia poco, ma rimane allineato ai competitor, tranne per la frenata, qui di tipo 'classico' mentre la più diffusa risulta essere quella 'combinata'. Il motore ha subito parecchi affinamenti e ha il vantaggio della cilindrata superiore alla media dei competitor, per questo superiori (pur se di poco) sono anche i valori di potenza e coppia massima. Considerando poi un prezzo inferiore alla media dei concorrenti analizzati, merita sicuramente attenzione se stai valutando uno scooter di questo tipo.
Testo: Fabrizio Villa Foto: Fabrizio Villa