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PREGI
Costruzione: buona
Comfort: buono
Frenata: potente
Motore: dolce e potente
Vibrazioni: assenti
Sospensioni: efficaci
Guida: coinvolgente
Stabilità: irreprensibile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 · Yamaha TMAX 500
28/05/03
PROVA SU STRADA, 20.000 KM
pag. 3/6
Vedi anche: Anteprima, Descrizione, Prova Fabio Scotti, Prova Fabio Jacopini, Prova Dario Ighina,

Al test su strada del modello 2002 (500km) affianco le considerazioni maturate in poco più di due anni e 20.000 km, con il modello 2001. Un mix d'informazioni che speriamo accontenterà anche il più esigente.
Le premesse tecnologiche hanno alzato la posta in gioco e le aspettative dinamiche sono di quelle adrenaliniche, avviciniamoci quindi al nostro 'sport tourer'.

POSIZIONE IN SELLA
La sella è piuttosto alta e con i fianchi allargati, creando qualche problema a chi non supera il metro e settanta, bene per gli altri.
Una volta seduti le braccia si allungano ad impugnare un manubrio non troppo largo e leggermente basso, una posizione di compromesso che consente di viaggiare 'tourer' con le gambe e la schiena allungate oppure 'sport' seduti più avanti con le braccia raccolte e i piedi arretrati a stringere il tunnel.
L'imbottitura della sella è dura al punto giusto e lo schienalino è regolabile per trovare la posizione ideale. Le gambe hanno davvero la possibilità di distendersi, segno che i progettisti Yamaha hanno pensato anche ai lunghi percorsi autostradali e non solo ai tratti guidati.
Si avverte la sensazione di essere un po' appoggiati sulla sella e non molto integrati nel veicolo.
Effettuando qualche manovra da fermo si nota una certa resistenza del gruppo trasmissione, soprattutto in retromarcia, ma si apprezza altresì un baricentro estremamente basso.
Il passeggero, a differenza della quasi totalità degli scooter, e come invece avviene sulle moto, si trova alla stessa altezza del pilota, può quindi cingerlo in vita durante i viaggi (a seconda del passeggero, può essere piacevole...). Siede su un'abbondante porzione di sella, e poggia i piedi su pedane retrattili ben distanziate, reggendosi ad un comodo maniglione in alluminio. Lo schienalino opzionale è una buona soluzione per garantire una comodità ancora maggiore, consigliato.

CITTÀ
Tenete un attimo a freno i bollenti spiriti e incamminiamoci in città per saggiarne le capacità a districarsi nel traffico.
Sin dai primi metri si avverte una sensazione che ha poco a che vedere con gli altri scooter, il peso è molto caricato sull'anteriore e quindi i movimenti appaiono più impegnativi. Non basta guardare la curva perché il Tmax ci caschi dentro, ma va inserito, guidato, come una moto. All'inizio può spiazzare, richiedendo maggior impegno, ma non ci vuole molto ad abituarcisi, con i vantaggi che constateremo su strade più congeniali.
Si apprezza l'ampio raggio di sterzo e la ridotta larghezza che gli permettono d'infilarsi laddove riesce a farlo il Majesty 250, con il vantaggio di una seduta più elevata.
Gli specchi sono piuttosto sporgenti, ma passano sopra quelli delle auto e una volta fatto l'occhio non disturbano più di tanto, attenti però ai retrovisori dei furgoni...
Altro vantaggio nei confronti degli scooter tradizionali è l'efficacia delle sospensioni, a lunga escursione. Soprattutto la posteriore, sgravata del peso del motore, lavora piuttosto bene, ammortizzando anche sulle piccole asperità. Un filo più rigida la forcella, che permette di percepire, anche in città, quella sensazione di controllo sulla ruota anteriore familiare ai motociclisti.
Il motore bicilindrico è un altro pianeta, soprattutto per chi arriva da un monocilindrico di cilindrata inferiore. Già all'avvio il borbottio, sommesso ma corposo, risulta piuttosto invitante, tanto che viene istintivo dare un paio di 'sgasate', ma attenzione il cambio è sempre in presa!
Si parte con un filo di gas, senza che il regime di rotazione schizzi verso l'alto, a schizzare è solo la velocità, quindi occhio ai limiti e al traffico. In particolare attenzione sul bagnato e sul pavè, visto che non è difficile 'sgommare' aprendo il gas senza la dovuta accortezza.
La corrispondenza fra rotazione della manopola e accelerazione è millimetrica, non solo, funziona anche chiudendo il gas, potendo contare su di un consistente freno motore, che 'stacca' solo a bassissima velocità, pur senza rendere brusco l'apri e chiudi.
'Nuove' sensazioni si susseguono con il reparto freni, di tipo tradizionale e piuttosto pronto sin dalla prima corsa delle leve. Anche questo è ereditato dalle moto e richiederà un certo apprendistato, soprattutto per dosare il disco posteriore, che può arrivare al bloccaggio.
Già da questa prima presa di contatto urbano, lo scooterista dovrà riparametrare i suoi riferimenti, mentre il motociclista ritroverà meccanismi automatizzati, tanto che qualcuno ci ha confessato di aver istintivamente cercato d'inserire una marcia!

STRADE EXTRAURBANE
Abbandonata la città su qualche bello stradone si comincia a far lavorare l'acceleratore: la spinta è regolarissima, con una progressione continua fino alla massima velocità. Evidentemente l'alimentazione a carburatori ha ancora molte cose da dire, se ben accordata.
Solo nei primissimi metri lo spunto è volutamente contenuto, altrimenti si sprecherebbero strisce nere di pneumatico sull'asfalto, mettendo in difficoltà non solo i neofiti.
Quanto promesso dalle caratteristiche tecniche del propulsore è mantenuto con un'erogazione di coppia sostanziosa fin dai regimi più bassi, generando quel piacevole 'effetto fionda' accelerando senza riguardo in uscita di curva. Allo stesso modo l'allungo è meno incisivo, nei confronti della concorrenza più dotata, ma sul misto si hanno ugualmente pochi rivali.
Utile la possibilità di sfruttare il freno motore in discesa, coadiuvando l'azione dell'impianto frenante.
Arrivati in una zona di belle curve, non troppo veloci, è ora di saggiare il tanto decantato comportamento dinamico, Attenzione perché il test sarà reciproco, anche il Tmax cercherà di capire chi sta ai comandi. Questo sta a significare che il Tmax non scivola da una curva all'altra come il fratellino Majesty, ma pretende che ad interpretare la strada ci sia un pilota conscio del proprio ruolo. Il lungo interasse e la ricerca di una stabilità irreprensibile sul veloce fa sì che il Tmax sia un po' duro da inserire in piega, ma una volta capito come prenderlo, vi ripagherà con una precisione di guida e una sensazione di sicurezza superiori anche a molte moto, per non parlare di scooter.
In particolare il feeling con le gomme è assoluto e in piega sembra di sentir snocciolare tutti i gradi d'inclinazione sentendo il grip sull'asfalto.
La conduzione è neutra, ma con una certa tendenza ad allargare, man mano che il ritmo e le velocità salgono.
Dopo il necessario apprendistato la sensazione di 'guidare davvero' si impossesserà di chi arriva da scooter tradizionali, mentre il motociclista più esperto troverà il limite di piega nel cavalletto centrale, proprio quando l'adrenalina avrà cominciato a salire.
I freni sono potenti, diretti e modulabili, se utilizzati con perizia permettono di prolungare la frenata fin dentro la curva, con un moderato effetto raddrizzante.
Le sospensioni sono ottime compagne di guida rivelandosi sostenute quanto basta, con moderati trasferimenti di carico in accelerazione e frenata oltre ad incassare le asperità senza scomporre l'assetto del mezzo.
Ma la guida del Tmax non è certo solo sportiva, si può passeggiare con un filo di gas e affrontare impegnativi percorsi di montagna con disinvoltura, anche se non si è piloti provetti, basta tenere un ritmo consono alle proprie possibilità.
La protezione dall'aria è buona, praticamente solo le mani e parte del casco rimangono esposti e le vibrazioni sono pressoché assenti, permettendo lunghi tragitti con il minimo sforzo.
Il passeggero sta comodo, in prossimità del pilota, e asseconda facilmente la danza fra una curva e l'altra. La sua posizione piuttosto arretrata incide però sulla distribuzione dei pesi, incrementando la già citata tendenza ad allargare le traiettorie. Fra l'altro il maggior peso provoca lo schiacciamento della sospensione posteriore, non regolabile (!), rendendo frequenti le strisciate del cavalletto centrale sull'asfalto anche ai non 'piegatori', peccato.

AUTOSTRADA
Premesso che trovo l'autostrada l'opposto del piacere di guida, tutti sappiamo quanto il suo utilizzo risulti spesso inevitabile.
Il Tmax, con una velocità massima fra i 160 e i 170km/h indicati permette di viaggiare a tempo indefinito rispettando i limiti e anche di più dove possibile. I sorpassi sono agevolati da una buona riserva di potenza e anche in presenza di pendenze considerevoli il regime massimo cala di poco. Ha perso la palma del più veloce con i recenti concorrenti a due cilindri e viene anche insidiato dal prestante monocilindrico Piaggio, ma sappiate che le medie ne soffriranno ben poco.
La stabilità è infatti irreprensibile fino alla massima velocità, anche in presenza di malformazioni dell'asfalto: si ha la sensazione di viaggiare su un binario. Sensazione che permane anche affrontando i veloci curvoni autostradali, donando notevole sicurezza anche in caso di frenate improvvise o variazioni di traiettoria. Bisogna però tenere presente che questa stabilità, mal si coniuga con repentini cambi di direzione, meglio quindi anticipare l'ingresso in curva e, se il ritmo si fa più sportivo, coadiuvare l'azione spostando il peso del corpo all'interno. Un consiglio, non stringete eccessivamente il manubrio, lasciate che segua la strada, meglio stringere il tunnel con i piedi, vedrete che la curva 'verrà meglio, vale anche per gli altri scooter.
La protezione offerta dalla carenatura è di buon livello, salvo le turbolenze che si possono creare all'altezza del casco, ma c'è chi fa meglio. Data la natura del veicolo sconsiglio l'utilizzo di un parabrezza maggiorato che contribuisce ad amplificare l'effetto vela, anche se il Tmax non ne è particolarmente afflitto.
Frenare forte a 160km/h richiede una certa accortezza, soprattutto con un impianto tradizionale e senza alcun ausilio elettronico. L'impianto frenante se la cava bene e solo pinzando davvero forte la forcella subisce una leggera flessione, mentre occorre dosare con attenzione il posteriore, propenso al bloccaggio. Auspichiamo quindi una versione dotata di ABS, magari escludibile.
La posizione di guida è meno adatta di altre alle lunghe trasferte, dove si preferirebbe un manubrio leggermente più alto e arretrato, ma stiamo parlando di percorrenze di alcune centinaia di chilometri, quindi non proprio da tutti i giorni. Bene la sella che non accenna a cedimenti anche dopo molte ore. Nulla da segnalare sul fronte vibrazioni.
È proprio in autostrada che la posizione non 'soprelevata' del passeggero si rivela preziosa offrendo meno esposizione all'aria e quindi meno fatica e meno turbolenze. A sorpresa rispetto ad altri veicoli più sontuosi all'esame statico, il Tmax risulta più comodo per il passeggero in caso di lunghi trasferimenti ad alta velocità, abbiate solo la gentilezza di montare uno schienale.

AL LIMITE
Un mezzo come il Tmax chiede inevitabilmente qualche sana smanettata, tenendo presente che la strada non è una pista e noi non siamo Valentino Rossi...
Detto questo la 'moto' Tmax può dare grandi soddisfazioni agli amanti della bella guida, sul misto non troppo veloce.
Una volta raggiunto il sufficiente grado di confidenza, ci si può esibire in pieghe mai immaginate con la sicurezza di percepire distintamente l'appoggio dei pneumatici sull'asfalto. Una sensazione che solo le moto sportive sanno rendere e che il Tmax restituisce con quasi altrettanta sincerità. Quello che invece il Tmax non può offrire è la reattività di una moto, vista la già citata 'durezza' nel scendere in piega, oltre alla mancanza di una maggiore potenza in uscita di curva.
Nella guida sportiva è consigliato portarsi in punta di sella e stringere il tunnel centrale con i piedi, spostando moderatamente il corpo all'interno delle curve.
In questo tipo di guida il cavalletto centrale diventa però un ostacolo insormontabile e le continue 'grattate' ne consigliano l'asportazione. Come detto siamo ad un uso esasperato, e se non avete mai toccato con il cavalletto, non fatevene un cruccio, sappiate che il Tmax è ben lontano dal suo limite, con buona pace di... entrambi.
Ci stiamo però dimenticando che il Tmax non è un veicolo 'racing', ma uno sport tourer e in questo senso risulta una scelta assolutamente azzeccata, comodo e sicuro nelle gite e adrenalinico e prestante quando gli si chiede tutto.
Qualcosa però l'avremmo da chiedere a Yamaha, perché ci siamo veramente fatti ingolosire: un serbatoio (vero o fittizio) da stringere fra le gambe per sentirsi più inseriti nel mezzo e controllarlo meglio al limite, soprattutto in velocità. Del resto è una 'moto', come recita il catalogo Yamaha, si sale anche scavalcando la sella e quindi perché non fare ancora un passo...

FUORISTRADA
Non siamo impazziti, solo attratti dai luoghi incontaminati (nei limiti del possibile) e spesso ci si arriva solo su carrozzabili in pessimo stato, quindi abbiamo utilizzato il Tmax anche per lunghe tratte su belle strade alpine e in Corsica. Ebbene non se l'è cavata niente male anche su fondi difficili, grazie a potenza e dolcezza d'erogazione ben coadiuvate dall'efficacia delle sospensioni. La frenata tradizionale poi permette un controllo 'personalizzato' anche in condizioni di scarsa aderenza. Non è certo un enduro, ma nonostante il peso, concede qualche divagazione...

CONSUMI E COSTI
Il giocattolone non è particolarmente parco e dandoci dentro con la manetta si arrivano a fare anche 12km/litro, mentre turisticamente si possono anche superare i 20km/litro. Il nostro consumo medio nel corso dei 20.000 km si è attestato intorno ai 17km/litro, un po' meno nell'ambito urbano. Con i 14 litri del serbatoio si è quindi costretti a pieni piuttosto frequenti.
La spesa sostenuta per i tagliandi presso officine autorizzate Yamaha (e senza favoritismi) è stata tutto sommato adeguata:
Tagliando 1.000km: 30,99 euro
Tagliando 5.000km: 76,95 euro
Tagliando 10.000km: 88,77 euro
Tagliando 15.000km: 60 euro
Tagliando 20.000km: 406 euro

Fino a 20.000 km praticamente solo olio, filtri e materiale di consumo, mentre a 20.000 è stata sostituita la cinghia, i rulli, la candela e le pastiglie posteriori.
Non è stato necessario alcun intervento intermedio se non la sostituzione di entrambi i pneumatici a 15.000km spendendo 198 euro e della batteria a 18.000km, montandone una non originale per ben 100,1 euro, e pensare che quella originale costa ancora di più. Per quest'ultimo intervento posso però incolpare Yamaha solo relativamente, perché a periodi di uso intenso, hanno fatto seguito altri di rimessaggio forzato, per via dei test ai vari modelli di scooter che transitano dalla redazione.
L'unica anomalia riscontrata è stato uno sbacchettamento della ruota anteriore in rilascio intorno ai 60km/h, probabilmente per via di un pneumatico difettoso, visto che il resto era tutto ok, e che il problema si è risolto dopo la sostituzione dei pneumatici.
Fra la versione 2001 e quella 2002 ho notato ben poche differenze, solo l'eliminazione di alcuni difetti della prima serie:
non si sente più il rumore di fondo corsa della forcella
sono diminuiti gli scoppiettii della marmitta in rilascio dopo una bella 'tirata'
è migliorato lo sgancio della sella
al contrario ho notato un 'fischio' del reparto trasmissione non presente nel 'vecchio' modello.
Perché non ci è stato fornito un modello 2003, ce lo chiediamo anche noi, ma le differenze sono 'pignolismi' che trovate comunque segnalate qui da un gentile lettore.

CONCLUSIONI DINAMICHE
Appagante è una delle considerazioni che si fanno scendendo dal Tmax. Non è il più veloce o il più potente fra i 'mega scooter', ma l'impostazione motociclistica rende la sua guida particolarmente gratificante. La sensazione nello scendere in piega è tuttora ineguagliata e, anche se questo non significa necessariamente viaggiare più veloci, dà comunque più soddisfazione.
Fuori dall'ambito 'sportivo' si tratta di un ottimo mezzo per fare turismo, forte di una stabilità irreprensibile in ogni situazione e di un buon comfort, anche in due. Desidereremmo però un serbatoio più capiente ed una frenata assistita dal sistema ABS per gestire con maggior sicurezza le ottime performance del bicilindrico Yamaha.
Peso e dimensioni non sono un limite insuperabile per affrontare il traffico urbano, ma limitarci a questo sarebbe un sacrilegio.

CONCLUSIONI FINALI
A distanza di tre anni dalla sua presentazione si dimostra ancora un mezzo di raro equilibrio, per via del rapporto peso-potenza-guidabilità.
Capace di una guida coinvolgente e sempre sicura in ogni condizione, passa disinvoltamente dalle 'bagarre' sui passi appenninici alle contemplative passeggiate lungomare in due con bagagli, senza disdegnare neppure il traffico della città o le lunghe tirate autostradali.
Certo si potrebbe anche desiderare qualcosa in più: una strumentazione più completa, qualche vano in più per i bagagli, il freno a mano, l'ammortizzatore posteriore regolabile e un cavalletto che non striscia, possibilmente senza incremento di prezzo...
Se poi si riuscisse a guadagnare un pizzico di maneggevolezza senza compromettere la stabilità saremmo ad un passo dalla perfezione, ma di questo passo si comincerebbe a chiedere qualche cavallo in più, un doppio disco all'anteriore, ruote più grandi, un navigatore GPS e chi si fermerebbe più... rischiando di perdere la sintesi più invidiata al Tmax: la ragione dello scooter con l'emozione della moto.

Testo: Fabrizio Villa
Foto: Monica Il Grande, Francesco Roberti, Fabrizio Villa


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in arrivo


 

 

 

DIFETTI
Peso: elevato
Manovrabilità: impegnativa
Dotazione: migliorabile
Strumentazione: essenziale
Freno a mano: assente
Spazi bagagli: essenziale
Sospensione: post. non regolabile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ABBIGLIAMENTO
Casco: Nolan N100E
Casco:
Nolan N40
Giacca:
Spidi 'MID'
Giacca: Tucano Urbano 'Aemidius'
Guanti: Spidi 'AL3'
Guanti: Spidi 'Cyber'

 

 

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