Al test su strada del modello 2002
(500km) affianco le considerazioni maturate in poco più
di due anni e 20.000
km, con il modello 2001. Un mix d'informazioni
che speriamo accontenterà anche il più esigente.
Le premesse tecnologiche hanno alzato la posta in gioco
e le aspettative dinamiche sono di quelle adrenaliniche,
avviciniamoci quindi al nostro 'sport
tourer'.
POSIZIONE IN SELLA
La sella è piuttosto
alta e con i fianchi allargati, creando qualche problema
a chi non supera il metro e settanta, bene per gli altri.
Una volta seduti le braccia si allungano ad impugnare
un manubrio non troppo largo
e leggermente basso, una posizione di compromesso che
consente di viaggiare 'tourer' con le gambe e la schiena
allungate oppure 'sport' seduti più avanti con
le braccia raccolte e i piedi arretrati a stringere il
tunnel.
L'imbottitura della sella
è dura al punto giusto e lo schienalino è
regolabile per trovare la posizione ideale. Le gambe hanno
davvero la possibilità di distendersi, segno che
i progettisti Yamaha hanno pensato anche ai lunghi percorsi
autostradali e non solo ai tratti guidati.
Si avverte la sensazione di essere un po' appoggiati sulla
sella e non molto integrati nel veicolo.
Effettuando qualche manovra da fermo
si nota una certa resistenza del gruppo trasmissione,
soprattutto in retromarcia, ma si apprezza altresì
un baricentro estremamente basso.
Il passeggero, a differenza
della quasi totalità degli scooter, e come invece
avviene sulle moto, si trova alla stessa altezza del pilota,
può quindi cingerlo in vita durante i viaggi (a
seconda del passeggero, può essere piacevole...).
Siede su un'abbondante porzione di sella, e poggia i piedi
su pedane retrattili ben distanziate, reggendosi ad un
comodo maniglione in alluminio. Lo schienalino opzionale
è una buona soluzione per garantire una comodità
ancora maggiore, consigliato.
CITTÀ
Tenete un attimo a freno i bollenti spiriti e incamminiamoci
in città per saggiarne le capacità a districarsi
nel traffico.
Sin dai primi metri si avverte una sensazione che ha poco
a che vedere con gli altri scooter, il peso è molto
caricato sull'anteriore e
quindi i movimenti appaiono più impegnativi. Non
basta guardare la curva perché il Tmax ci caschi
dentro, ma va inserito, guidato,
come una moto. All'inizio può spiazzare, richiedendo
maggior impegno, ma non ci vuole molto ad abituarcisi,
con i vantaggi che constateremo su strade più congeniali.
Si apprezza l'ampio raggio di sterzo
e la ridotta larghezza che
gli permettono d'infilarsi laddove riesce a farlo il Majesty
250, con il vantaggio di una seduta più elevata.
Gli specchi sono piuttosto
sporgenti, ma passano sopra quelli delle auto e una volta
fatto l'occhio non disturbano più di tanto, attenti
però ai retrovisori dei furgoni...
Altro vantaggio nei confronti degli scooter tradizionali
è l'efficacia delle sospensioni,
a lunga escursione. Soprattutto la posteriore, sgravata
del peso del motore, lavora piuttosto bene, ammortizzando
anche sulle piccole asperità. Un filo più
rigida la forcella, che permette di percepire, anche in
città, quella sensazione di controllo sulla ruota
anteriore familiare ai motociclisti.
Il motore bicilindrico è
un altro pianeta, soprattutto per chi arriva da un monocilindrico
di cilindrata inferiore. Già all'avvio il borbottio,
sommesso ma corposo, risulta piuttosto invitante, tanto
che viene istintivo dare un paio di 'sgasate', ma attenzione
il cambio è sempre in presa!
Si parte con un filo di gas, senza che il regime di rotazione
schizzi verso l'alto, a schizzare è solo la velocità,
quindi occhio ai limiti e al traffico. In particolare
attenzione sul bagnato e sul pavè, visto che non
è difficile 'sgommare' aprendo il gas senza la
dovuta accortezza.
La corrispondenza fra rotazione della manopola e accelerazione
è millimetrica, non solo, funziona anche chiudendo
il gas, potendo contare su di un consistente freno
motore, che 'stacca' solo a bassissima velocità,
pur senza rendere brusco l'apri e chiudi.
'Nuove' sensazioni si susseguono con il reparto freni,
di tipo tradizionale e piuttosto pronto sin dalla prima
corsa delle leve. Anche questo è ereditato dalle
moto e richiederà un certo apprendistato, soprattutto
per dosare il disco posteriore, che può arrivare
al bloccaggio.
Già da questa prima presa di contatto urbano, lo
scooterista dovrà
riparametrare i suoi riferimenti, mentre il motociclista
ritroverà meccanismi automatizzati, tanto che qualcuno
ci ha confessato di aver istintivamente cercato d'inserire
una marcia!
STRADE EXTRAURBANE
Abbandonata la città su qualche bello stradone
si comincia a far lavorare l'acceleratore:
la spinta è regolarissima, con una progressione
continua fino alla massima velocità. Evidentemente
l'alimentazione a carburatori ha ancora molte cose da
dire, se ben accordata.
Solo nei primissimi metri lo spunto è volutamente
contenuto, altrimenti si sprecherebbero strisce nere di
pneumatico sull'asfalto, mettendo in difficoltà
non solo i neofiti.
Quanto promesso dalle caratteristiche tecniche del propulsore
è mantenuto con un'erogazione
di coppia sostanziosa fin dai regimi più
bassi, generando quel piacevole 'effetto fionda' accelerando
senza riguardo in uscita di curva. Allo stesso modo l'allungo
è meno incisivo, nei confronti della concorrenza
più dotata, ma sul misto si hanno ugualmente pochi
rivali.
Utile la possibilità di sfruttare il freno
motore in discesa, coadiuvando l'azione dell'impianto
frenante.
Arrivati in una zona di belle curve, non troppo veloci,
è ora di saggiare il tanto decantato comportamento
dinamico, Attenzione perché il test sarà
reciproco, anche il Tmax cercherà di capire chi
sta ai comandi. Questo sta a significare che il Tmax non
scivola da una curva all'altra come il fratellino Majesty,
ma pretende che ad interpretare la strada ci sia un pilota
conscio del proprio ruolo. Il lungo interasse
e la ricerca di una stabilità
irreprensibile sul veloce fa sì che il Tmax sia
un po' duro da inserire in piega,
ma una volta capito come prenderlo, vi ripagherà
con una precisione di guida e una sensazione di sicurezza
superiori anche a molte moto, per non parlare di scooter.
In particolare il feeling con le gomme
è assoluto e in piega sembra di sentir snocciolare
tutti i gradi d'inclinazione sentendo il grip sull'asfalto.
La conduzione è neutra, ma con una certa tendenza
ad allargare, man mano che il ritmo e le velocità
salgono.
Dopo il necessario apprendistato la sensazione di 'guidare
davvero' si impossesserà di chi arriva da
scooter tradizionali, mentre il motociclista più
esperto troverà il limite di piega nel cavalletto
centrale, proprio quando l'adrenalina avrà cominciato
a salire.
I freni sono potenti, diretti
e modulabili, se utilizzati con perizia permettono di
prolungare la frenata fin dentro la curva, con un moderato
effetto raddrizzante.
Le sospensioni sono ottime
compagne di guida rivelandosi sostenute quanto basta,
con moderati trasferimenti di carico in accelerazione
e frenata oltre ad incassare le asperità senza
scomporre l'assetto del mezzo.
Ma la guida del Tmax non è certo solo sportiva,
si può passeggiare
con un filo di gas e affrontare impegnativi percorsi di
montagna con disinvoltura, anche se non si è piloti
provetti, basta tenere un ritmo consono alle proprie possibilità.
La protezione dall'aria è
buona, praticamente solo le mani e parte del casco rimangono
esposti e le vibrazioni sono
pressoché assenti, permettendo lunghi tragitti
con il minimo sforzo.
Il passeggero sta comodo,
in prossimità del pilota, e asseconda facilmente
la danza fra una curva e l'altra. La sua posizione piuttosto
arretrata incide però sulla distribuzione dei pesi,
incrementando la già citata tendenza ad allargare
le traiettorie. Fra l'altro il maggior peso provoca lo
schiacciamento della sospensione
posteriore, non regolabile (!), rendendo frequenti
le strisciate del cavalletto centrale sull'asfalto anche
ai non 'piegatori', peccato.
AUTOSTRADA
Premesso che trovo l'autostrada l'opposto del piacere
di guida, tutti sappiamo quanto il suo utilizzo risulti
spesso inevitabile.
Il Tmax, con una velocità
massima fra i 160 e i 170km/h indicati permette
di viaggiare a tempo indefinito rispettando i limiti e
anche di più dove possibile. I sorpassi sono agevolati
da una buona riserva di potenza e anche in presenza di
pendenze considerevoli il regime massimo cala di poco.
Ha perso la palma del più veloce con i recenti
concorrenti a due cilindri e viene anche insidiato dal
prestante monocilindrico Piaggio, ma sappiate che le medie
ne soffriranno ben poco.
La stabilità è
infatti irreprensibile fino alla massima velocità,
anche in presenza di malformazioni dell'asfalto: si ha
la sensazione di viaggiare su un binario. Sensazione che
permane anche affrontando i veloci curvoni autostradali,
donando notevole sicurezza anche in caso di frenate improvvise
o variazioni di traiettoria. Bisogna però tenere
presente che questa stabilità, mal si coniuga con
repentini cambi di direzione, meglio quindi anticipare
l'ingresso in curva e, se il ritmo si fa più sportivo,
coadiuvare l'azione spostando il peso del corpo all'interno.
Un consiglio, non stringete
eccessivamente il manubrio, lasciate che segua la strada,
meglio stringere il tunnel con i piedi, vedrete che la
curva 'verrà meglio, vale anche per gli altri scooter.
La protezione offerta dalla
carenatura è di buon livello, salvo le turbolenze
che si possono creare all'altezza del casco, ma c'è
chi fa meglio. Data la natura del veicolo sconsiglio l'utilizzo
di un parabrezza maggiorato che contribuisce ad amplificare
l'effetto vela, anche se il Tmax non ne è particolarmente
afflitto.
Frenare forte a 160km/h richiede
una certa accortezza, soprattutto con un impianto tradizionale
e senza alcun ausilio elettronico. L'impianto frenante
se la cava bene e solo pinzando davvero forte la forcella
subisce una leggera flessione, mentre occorre dosare con
attenzione il posteriore, propenso al bloccaggio. Auspichiamo
quindi una versione dotata di ABS,
magari escludibile.
La posizione di guida è
meno adatta di altre alle lunghe trasferte, dove si preferirebbe
un manubrio leggermente più alto e arretrato, ma
stiamo parlando di percorrenze di alcune centinaia di
chilometri, quindi non proprio da tutti i giorni. Bene
la sella che non accenna
a cedimenti anche dopo molte ore. Nulla da segnalare sul
fronte vibrazioni.
È proprio in autostrada che la posizione non 'soprelevata'
del passeggero si rivela
preziosa offrendo meno esposizione all'aria e quindi meno
fatica e meno turbolenze. A sorpresa rispetto ad altri
veicoli più sontuosi all'esame statico, il Tmax
risulta più comodo per il passeggero in caso di
lunghi trasferimenti ad alta velocità, abbiate
solo la gentilezza di montare uno schienale.
AL LIMITE
Un mezzo come il Tmax chiede inevitabilmente qualche sana
smanettata, tenendo presente che la strada non è
una pista e noi non siamo Valentino Rossi...
Detto questo la 'moto' Tmax può dare grandi soddisfazioni
agli amanti della bella guida, sul misto non troppo veloce.
Una volta raggiunto il sufficiente grado di confidenza,
ci si può esibire in pieghe
mai immaginate con la sicurezza di percepire distintamente
l'appoggio dei pneumatici
sull'asfalto. Una sensazione che solo le moto sportive
sanno rendere e che il Tmax restituisce con quasi altrettanta
sincerità. Quello che invece il Tmax non può
offrire è la reattività
di una moto, vista la già citata 'durezza' nel
scendere in piega, oltre alla mancanza di una maggiore
potenza in uscita di curva.
Nella guida sportiva è consigliato
portarsi in punta di sella e stringere il tunnel centrale
con i piedi, spostando moderatamente il corpo all'interno
delle curve.
In questo tipo di guida il cavalletto
centrale diventa però un ostacolo insormontabile
e le continue 'grattate' ne consigliano l'asportazione.
Come detto siamo ad un uso esasperato, e se non avete
mai toccato con il cavalletto, non fatevene un cruccio,
sappiate che il Tmax è ben lontano dal suo limite,
con buona pace di... entrambi.
Ci stiamo però dimenticando che il Tmax non è
un veicolo 'racing', ma uno sport tourer e in questo senso
risulta una scelta assolutamente azzeccata, comodo e sicuro
nelle gite e adrenalinico e prestante quando gli si chiede
tutto.
Qualcosa però l'avremmo da chiedere a Yamaha, perché
ci siamo veramente fatti ingolosire: un serbatoio
(vero o fittizio) da stringere fra le gambe per sentirsi
più inseriti nel mezzo e controllarlo meglio al
limite, soprattutto in velocità. Del resto è
una 'moto', come recita il catalogo Yamaha, si sale anche
scavalcando la sella e quindi perché non fare ancora
un passo...
FUORISTRADA
Non siamo impazziti, solo attratti dai luoghi incontaminati
(nei limiti del possibile) e spesso ci si arriva solo
su carrozzabili in pessimo stato, quindi abbiamo utilizzato
il Tmax anche per lunghe tratte su belle strade alpine
e in Corsica. Ebbene non se l'è cavata niente male
anche su fondi difficili, grazie a potenza e dolcezza
d'erogazione ben coadiuvate dall'efficacia delle sospensioni.
La frenata tradizionale poi permette un controllo 'personalizzato'
anche in condizioni di scarsa aderenza. Non è certo
un enduro, ma nonostante il peso, concede qualche divagazione...
CONSUMI E COSTI
Il giocattolone non è particolarmente parco e dandoci
dentro con la manetta si arrivano a fare anche 12km/litro,
mentre turisticamente si possono anche superare i 20km/litro.
Il nostro consumo medio nel corso dei 20.000 km si è
attestato intorno ai 17km/litro,
un po' meno nell'ambito urbano. Con i 14 litri del serbatoio
si è quindi costretti a pieni piuttosto frequenti.
La spesa sostenuta per i tagliandi presso officine autorizzate
Yamaha (e senza favoritismi)
è stata tutto sommato adeguata:
Tagliando 1.000km: 30,99 euro
Tagliando 5.000km: 76,95 euro
Tagliando 10.000km: 88,77 euro
Tagliando 15.000km: 60 euro
Tagliando 20.000km: 406 euro
Fino a 20.000 km praticamente solo olio, filtri e materiale
di consumo, mentre a 20.000 è stata sostituita
la cinghia, i rulli, la candela e le pastiglie posteriori.
Non è stato necessario alcun intervento intermedio
se non la sostituzione di entrambi
i pneumatici a 15.000km spendendo 198
euro e della batteria
a 18.000km, montandone una non originale per ben 100,1
euro, e pensare che quella originale costa ancora
di più. Per quest'ultimo intervento posso però
incolpare Yamaha solo relativamente, perché a periodi
di uso intenso, hanno fatto seguito altri di rimessaggio
forzato, per via dei test ai vari modelli di scooter che
transitano dalla redazione.
L'unica anomalia riscontrata è stato uno sbacchettamento
della ruota anteriore in rilascio intorno ai 60km/h, probabilmente
per via di un pneumatico difettoso, visto che il resto
era tutto ok, e che il problema si è risolto dopo
la sostituzione dei pneumatici.
Fra la versione 2001 e quella
2002 ho notato ben poche
differenze, solo l'eliminazione
di alcuni difetti della prima serie:
• non si sente più
il rumore di fondo corsa della forcella
• sono diminuiti gli
scoppiettii della marmitta in rilascio dopo una bella
'tirata'
• è migliorato
lo sgancio della sella
al contrario ho notato un 'fischio' del reparto trasmissione
non presente nel 'vecchio' modello.
Perché non ci è stato fornito un modello
2003, ce lo chiediamo anche noi, ma le differenze sono
'pignolismi' che trovate comunque segnalate
qui da un gentile lettore.
CONCLUSIONI DINAMICHE
Appagante è una delle considerazioni che si fanno
scendendo dal Tmax. Non è il più veloce
o il più potente fra i 'mega scooter', ma l'impostazione
motociclistica rende la sua guida particolarmente gratificante.
La sensazione nello scendere in piega è tuttora
ineguagliata e, anche se questo non significa necessariamente
viaggiare più veloci, dà comunque più
soddisfazione.
Fuori dall'ambito 'sportivo' si tratta di un ottimo mezzo
per fare turismo, forte di una stabilità irreprensibile
in ogni situazione e di un buon comfort, anche in due.
Desidereremmo però un serbatoio più capiente
ed una frenata assistita dal sistema ABS per gestire con
maggior sicurezza le ottime performance del bicilindrico
Yamaha.
Peso e dimensioni non sono un limite insuperabile per
affrontare il traffico urbano, ma limitarci a questo sarebbe
un sacrilegio.
CONCLUSIONI FINALI
A distanza di tre anni dalla sua presentazione si dimostra
ancora un mezzo di raro equilibrio, per via del rapporto
peso-potenza-guidabilità.
Capace di una guida coinvolgente e sempre sicura in ogni
condizione, passa disinvoltamente dalle 'bagarre' sui
passi appenninici alle contemplative passeggiate lungomare
in due con bagagli, senza disdegnare neppure il traffico
della città o le lunghe tirate autostradali.
Certo si potrebbe anche desiderare qualcosa in più:
una strumentazione più completa, qualche vano in
più per i bagagli, il freno a mano, l'ammortizzatore
posteriore regolabile e un cavalletto che non striscia,
possibilmente senza incremento di prezzo...
Se poi si riuscisse a guadagnare un pizzico di maneggevolezza
senza compromettere la stabilità saremmo ad un
passo dalla perfezione, ma di questo passo si comincerebbe
a chiedere qualche cavallo in più, un doppio disco
all'anteriore, ruote più grandi, un navigatore
GPS e chi si fermerebbe più... rischiando di perdere
la sintesi più invidiata al Tmax:
la ragione dello scooter con l'emozione della moto.
Testo: Fabrizio
Villa
Foto: Monica Il
Grande, Francesco
Roberti, Fabrizio
Villa
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