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 · Honda Silver Wing 400 '08
by Luca Scarpat
20/04/009
>>> Vedi anche: 2^ puntata

Abbastanza strano il mio rapporto con gli scooter. Sono motociclista da sempre (adesso ho una Honda VFR 800) ma, non lo nego, ho apprezzato in tempi passati vari scooter di differente cilindrata e foggia. Dal mitico CN della Honda, passando a vari Majesty per finire con i bicilindrici TMax e Burgman 650: adesso ho l’Honda Silver Wing 400 (non il model year 2009) e qualche prima impressione la voglio raccontare, seppur dopo aver percorso solo 1.500 chilometri.

Moto e scooter, come sempre: quando ho solo lo scooter mi pento di non avere la moto; quando ho la moto invidio lo scooter per praticità, pulizia, divertimento, piacevolezza del variatore continuo (leggi cambio automatico se non vuoi fare troppi ragionamenti), efficacia in alcune situazioni di traffico. E così – cioè con queste malsane idee – nel novembre scorso vado alla ricerca di un Silver Wing 400 vecchio tipo (il nuovo l’avevo visto al Salone di Milano) sperando di risparmiare qualche cosa per un modello che comunque nelle caratteristiche di massa non cambiava di molto. (L’ho poi, ovviamente, trovato nuovo e superscontato).
Intanto diciamo pregi e difetti (secondo me) degli altri due bicilindrici che in passato ho avuto: TMax e Burgman 650.
Nel 2001 ho acquistato un bellissimo TMax a carburatori (quelli ancora con la strumentazione ridotta): 14.000 bellissimi chilometri con un mezzo – e le statistiche di vendita attuali lo confermano – davvero eccellente. Ricordo i tour in Austria e in Toscana, le sgroppate al mare, una gita con il CyberScooter Club (sì perché Fabrizio lo leggo sempre: è anche un collega) e un mezzo eccellente su tutti i fronti. Gli unici difetti (sempre secondo me) erano la frenata (ora c’è il doppio disco e anche l’ABS), l’altezza della sella (sono alto 177 cm) e la rumorosità di scarico che però da molti viene vista come un pregio tanto è vero che sono molti i TMax che montano scarichi after market, per me assolutamente inutili, da multare per il rumore e del tutto penalizzanti in tema di comfort. Mezzo comunque davvero bello (anche e ancora di più l’attuale modello malgrado il prezzo che si avvicina ai 10.000 Euro) che ho cambiato per l’altalenante voglia di scooter – moto – scooter che in quel caso mi ha fatto permutare il TMax con una Fazer 600.
Dal 2002 al 2004 viaggio solo in moto finché non entro in una concessionaria Suzuki per prendere un Burgman 650: comodo, comodissimo anche se pesante; un motore infinito (la chicca del cambio sequenziale mi pare un giocattolo comunque piacevole) ma... qualche difetto emerge subito; stazzarlo (si dice così?) su e giù dal cavalletto è un’operazione ciclopica ma, soprattutto, l’on off nell’apri – chiudi è davvero penalizzante quando si va a velocità tra i 50 e i 70 chilometri orari; faccio presente questo (presunto) difetto ma mi dicono che è così (credo però che nelle successive versioni sia stato eliminato questo difetto, lamentato anche da altri). Dopo 3.000 chilometri cambio questo Burgman con una piacevole Honda CBF 600 e... mi metto l’animo in pace (cioè con gli scooteroni) sino al novembre 2008.
Adesso ho questo Silver Wing 400 e devo dire di essere davvero soddisfatto (compatibilmente con la poca strada che ho fatto) anche perché questo modello coniuga felicemente il fatto di essere uno scooter (senza ambizioni ‘da moto’) con prestazioni e divertimenti sicuri e sufficienti per spostarsi in ogni dove. Il modello nuovo del Silver Wing 400 (le impressioni di guida si possono trovare anche su Cyberscooter) è per me molto bello sebbene sia meno originale del modello precedente: il doppio faro anteriore è ormai una caratteristica di altri (Yamaha, Suzuki, ecc.) e non sta certo male ma l’unico faro del vecchio modello, datato 2001, è ancora piacevole; sul piano della meccanica sembra che tra vecchio e nuovo modello non ci siano modifiche neppure per eliminare quel tanto vituperato rumore di frizione (sui siti monotematici del Silver Wing si trova di tutto su questo argomento) che, per la cronaca, il mio non ha ancora palesato (si tratta solo di rumore, così mi hanno assicurato, in officina, senza alcun malfunzionamento).

ESTETICA
Piacevole seppur datata; il sellone – elemento caratterizzante di tutti gli scooteroni – è molto comodo sia per il guidatore sia per il passeggero. Mi piace molto lo scarico (mantenetelo originale!) mentre la strumentazione è decisamente più bella nel nuovo modello del Silver Wing 400 (che non si chiama neppure più così).

FINITURE
Direi ottime, come sempre, e nello standard Honda (modelli costruiti in Giappone). Nessun rumore – almeno sino a oggi – di carrozzeria; pochissime le vibrazioni (il motore bicilindrico fa miracoli) e nessun trafilaggio. Profondo il fascio luminoso del fanale e comodi i comandi; nel ripostiglio di sinistra (sotto chiave) dello scudo anteriore c’è una presa da 12 volt molto comoda per chi volesse collegarsi con un navigatore.

CICLISTICA
I freni (con CBS) mi sembrano più che buoni: ammetto che sono un ‘fermone’ però la potenza frenante è più che sufficiente per marciare con sicurezza anche in coppia (l’ho provato poco in due, in verità). La forcella è un po’ morbida ma tutto l’insieme, in tema di tenuta di strada, mi sembra davvero ben impostato: lo scooter non è certo una moto da pista e quindi va preso per come è (anche se questo Silver Wing 400 ha comunque prestazioni davvero più che discrete; ne parleremo dopo).

MOTORE
Davvero eccellente: alla partenza il bicilindrico si attesta con un minimo un po’ alto (sui 1.300 giri ma non voglio abbassarlo) e il rumore di scarico è bello, pieno e cupo. Le prestazioni sono piacevolissime già alla partenza: non servono tanti giri per muoversi da fermo (neppure in coppia) e il tiro del 400 è davvero molto buono; ci si può poi muovere con un filo di gas (anche a meno di 50 chilometri orari) senza strappi. All’occorrenza la grinta (il mio Silver Wing 400 è completamente originale e così rimarrà) viene fuori con prestazioni davvero possenti; in autostrada la velocità codice (diciamo sui 140 chilometri orari di tachimetro) viene mantenuta con ampio margine di motore e in piena sicurezza. Sorpassi sicuri e marcia in montagna di piena soddisfazione.
Motore davvero ben riuscito e con consumi molto ridotti: i 22 chilometri con un litro sono nella norma (confermato anche sul sito del Silver Wing) e anche questo non guasta.

MANUTENZIONI
Sino a oggi ho fatto solo il tagliando dei 1.000 chilometri; non so quindi di altri costi anche se i tagliandi ogni 12.000 chilometri dovrebbero – di fatto – allungare un po’ le spese di intervento (pneumatici, pastiglie, ecc.)

Testo e foto by: Luca Scarpat

2^ PUNTATA >>>
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