La vita media per un
modello di scooter si è fatta sempre più
breve, addirittura si vedono aggiornamenti tecnico/stilistici
anche dopo un solo anno dal lancio dello stesso. In genere
si tratta di veicoli che per un motivo o per l'altro non
hanno incontrato i favori del mercato e si tenta così
di rilanciarli. Una prassi ormai diffusa, ma poco praticata
da Honda, che forte della sua posizione di leader di mercato,
garantisce una vita media dei suoi modelli, superiore
a quella della concorrenza. Foresight, con otto anni di
vita, è un vero e proprio veterano, solo Aprilia
Leonardo, Gilera Runner e Kymco Dink possono dire lo stesso.
Presentato nel 1997, in pieno boom del settore maxiscooter,
subisce un leggero aggiornamento nel 2000, per arrivare
praticamente immutato fino allo scorso anno.
Naturalmente non rappresenta più il modello di
punta Honda nei 'quarto di litro', superato sia dal più
'sportivo' Jazz
che dal più recente e tecnologico Forza.
Si pone quindi come 'entry level', grazie ad un prezzo
sceso sotto i 4.000 Euro, con la qualità e l'affidabilità
di un progetto longevo e ben riuscito.
A prima vista, il modello 2005 si riconosce per una nervatura
sullo scudo, il gruppo ottico anteriore sdoppiato e per
le maniglie posteriori in tinta con la carrozzeria, ma
la novità più importante è il motore
omologato Euro 2, quindi in regola con le attuali norme
antinquinamento.
LINEA
Ai tempi del lancio ci aveva favorevolmente impressionato
per l'equilibrio delle proporzioni abbinate all'originalità
di scudo e retrotreno. A distanza di otto anni ci sembra
ancora moderno ed intrigante, ma naturalmente i modesti
aggiornamenti non ne possono rinnovare l'appeal, che sa,
ovviamente, di già visto.
Come detto la principale novità estetica è
il doppio faro anteriore affiancato, sottolineato dalla
nervatura a 'V' sullo scudo, mentre al retrotreno le maniglie
in tinta con la carrozzeria risultano meno evidenti delle
precedenti.
Caratteristico il parabrezza solidale al manubrio (soluzione
riproposta recentemente da Yamaha Xmax 250), le frecce
anteriori sporgenti ed una predominanza di linee curve,
soprattutto al retrotreno.
Si nota poi il 'carenatissimo' cruscotto che avvolge comandi
e strumentazione, tutto di chiara ispirazione automobilistica.
Complessivamente un veicolo snello e compatto, pensato
per il contesto urbano, in cui si muove ancora con eleganza.
Non al massimo delle possibilità Honda la qualità
delle plastiche e degli accoppiamenti, con numerose viti
a vista, ma più che accettabile considerato anche
il prezzo concorrenziale.
Tre le colorazioni disponibili: Pearl Montana Blue, Interstellar
Black Metallic e il Force Silver Metallic delle foto.
DOTAZIONE
Da sempre una delle caratteristiche più apprezzate
nei maxiscooter, lo spazio per alloggiare i bagagli di
Foresight non delude. La sella, a due tonalità
e rivestita in morbida pelle, si apre lateralmente e scopre
un vano spazioso (40 litri), regolare e piuttosto sviluppato
in lunghezza, tanto da alloggiare anche una sacca da golf,
più tradizionalmente può ospitare un casco
integrale o due demi-jet, oltre al completo impermeabile
e/o altre cose, anche una valigia 24 ore, peccato che
non sia illuminato, rivestito e non disponga della presa
di alimentazione. Nel retroscudo troviamo due vani non
ampi, ma profondi, di cui uno con serratura. Le maniglie
del passeggero forniscono infine una base per il portapacchi,
opzionale.
Nel tunnel centrale troviamo uno sportello con serratura
per accedere al serbatoio del carburante da 12 litri.
Segnale di un progetto datato, sono proprio le numerose
serrature che nell'utilizzo quotidiano risultano abbastanza
scomode.
Anche il cruscotto non è un concentrato di tecnologia,
con i contachilometri, totale e parziale, di tipo meccanico
e il piccolo orologio digitale. In compenso la grafica
semplice rende l'indicatore carburante, il tachimetro
e il termometro del liquido refrigerante, di facile lettura.
Manca la spia della riserva, ma troviamo quelle relative
a pressione olio, frecce ed abbagliante.
Da segnalare la presenza del freno a mano che agisce direttamente
sulla leva sinistra, a dire il vero, in modo piuttosto
macchinoso.
Comodi e di agevole azionamento, entrambi i cavalletti.
CICLISTICA
La parte ciclistica è rimasta praticamente invariata,
dopo l'aggiunta del disco posteriore a partire dal 2000.
Classicamente, come la gran parte dei primi maxiscooter,
troviamo ruote da 12 pollici, a cinque razze, che montano
pneumatici tubeless 110/90 e 130/70. Le sospensioni vedono
una forcella a perno in asse da 33mm con escursione di
88,7mm ed un monoammortizzatore posteriore sul lato sinistro,
con 96,2mm d'escursione e la regolazione del precarico
su 7 posizioni.
La frenata di tipo combinato CBS, utilizza un disco anteriore
da 240mm con pinza a triplo pistoncino ed un posteriore
da 220mm con pinza a pistoncino singolo.
Le leve al manubrio sono monitorate da una valvola ripartitrice
per limitare i trasferimenti di carico e, nei limiti del
possibile, i bloccaggi indesiderati.
Le quote caratteristiche fanno già immaginare l'agilità
del veicolo, troviamo infatti un interasse di soli 1450mm,
per una lunghezza complessiva di 2070mm e 735mm di larghezza.
La sella si trova a 745mm d'altezza e il peso è
contenuto in 158,9kg.
PROPULSORE
Il monocilindrico orizzontale utilizzato ha avuto una
larga diffusione, avendo equipaggiato anche i primi Piaggio
X9 e risultando la 'base' di quelli montati su Jazz e
Forza.
Si tratta ovviamente di un quattro tempi raffreddato a
liquido, montato in funzione oscillante con la sospensione
posteriore. La distribuzione è monoalbero con due
valvole per cilindro ed alimentazione a carburatore.
Sviluppa una potenza leggermente inferiore ai vertici
della sua classe, ovvero 14,1kW a 7.000 giri e 21Nm a
5.500 giri di coppia, con una cilindrata esatta di 249,4cc.
Come detto, novità 2005 è la rispondenza
alla normativa Euro 2, attualmente in vigore.
Non vengono dichiarati valori di consumo, ma per esperienza
risultano piuttosto contenuti.
TEST SU STRADA
Si è trattato di una breve presa di contatto, più
che sufficiente a far riaffiorare i ricordi della prima
versione e a verificarne la validità attuale.
Quello che colpisce da subito è l'estrema confidenza
e la facilità di guida che sa infondere. La sella
piuttosto bassa, il ridotto raggio di sterzo, un peso
fra i più contenuti e la posizione di guida 'eretta',
forniscono un mix particolarmente apprezzato, soprattutto
nel traffico cittadino. A differenza di altri 250 più
corpulenti, Foresight si guida praticamente come un 150/200cc,
agile e leggero, potendo contare comunque su di un'erogazione
morbida, ma corposa. Non si tratta certo di un 'bruciasemafori',
anche perché lo stacco della trasmissione è
molto dolce e la progressione costante ed anche per questo
poco emozionante, ma le prestazioni sono più che
sufficienti, soprattutto se non si sta a 'pignolare' su
qualche decimo di secondo in più o in meno con
i competitor.
Non è neppure uno scooter sportivo, le sospensioni
sono tarate sul morbido e questo fa si che sia un buon
incassatore, anche sul micidiale pavé. La contropartita
è che sul veloce, specialmente il monoammortizzatore
posteriore, mostra un po' la corda, concedendo qualche
oscillazione, ma in linea con lo spirito dello scooter,
e del suo utente potenziale. Esistono comunque valide
soluzioni aftermarket.
In velocità massima si vedono facilmente i 100-110km/h
per arrivare, con un po' più di lancio, fino a
125 o poco più.
Anche la frenata è in linea con la dolcezza complessiva
del veicolo: l'attacco non è particolarmente incisivo
ed occorre una certa energia per 'chiudere' bene la frenata.
A dire la verità ci aveva colpito più favorevolmente
il modello testato nel 2000, ma probabilmente era il confronto
con i competitor di allora a farlo primeggiare, mentre
ora è comunque nella media.
Di buon livello la protezione dagli agenti atmosferici,
in particolare del busto, grazie al parabrezza molto vicino
e con prese d'aria per ridurre le turbolenze sul casco.
Anche le frecce riescono a deviare un minimo l'aria dalle
mani, mentre lo scudo protegge proporzionalmente meno.
Per ultima la posizione di guida, che risulta piuttosto
moderna, con il busto diritto, le gambe ad angolo retto
e le braccia leggermente sollevate ad impugnare il manubrio.
Niente a che vedere con le posizioni 'custom' di alcuni
suoi 'coetanei'. Il morbido sellone è piuttosto
comodo, sia per il pilota, che gode anche di poggiaschiena,
pur non regolabile, che per il passeggero, anche se un
po' elevato. Quest'ultimo si appoggia a comode maniglie
e poggiapiedi ben posizionati, soffre solo per il vento
sul casco alla massima velocità.
ACCESSORI
Abbastanza nutrito il catalogo ufficiale che spazia dal
portapacchi allo schienalino, fino al bauletto. Troviamo
poi i deflettori per mani e gambe, il kit manopole riscaldate
e la protezione in plastica per la carenatura posteriore.
Esiste poi un telo copriscooter con il logo Foresight
e vari prodotti per la manutenzione. Vista la lunga presenza
sul mercato, gli accessori dedicati dalle Aziende di settore
non si contano.
CONTESTO
Dei concorrenti 'in casa' abbiamo detto, gli altri competitor
più 'pericolosi' sono: Aprilia
Atlantic 250, più potente e stabile, ma
con sospensioni più rigide ad un prezzo di poco
superiore; Kymco Grand Dink 250, ancora più economico,
ma non testato da CyberScooter; Malaguti
Madison 250, più potente, 'grintoso' ed
un poco più economico (non testato); Piaggio
X9 250 Evo, più potente e più costoso;
Suzuki
Burgman 250, 'il più' potente, capiente,
comodo ed anche costoso; Yamaha
Majesty 250, il concorrente 'storico', anch'esso
più potente e più capiente, a 600 Euro in
più; e da valutare anche il recente Xmax 250, in
attesa della nostra prova.
CONCLUSIONI
Il rapporto qualità-prezzo è sicuramente
l'elemento che mantiene attuale un progetto, pur datato,
come il Foresight. In realtà lo scooter è
molto comodo e maneggevole, ideale per girare in città
e nell'hinterland, anche in due, con un buon comfort.
Poi frena discretamente, anche grazie al CBS, ed è
molto protettivo. Dispone anche di vani capienti e numerosi,
peccato che altrettanto numerose siano le serrature. Completa,
anche se non propriamente hi-tech, la strumentazione,
mentre la linea mantiene in gran parte la sua appetibilità,
a riprova della validità del design.
Uno scooter per chi bada alla sostanza, prodotto nello
stabilimento di Atessa, con un marchio di garanzia come
Honda e un'affidabilità ormai a tutta prova.
Pensiamo che sia ancora in grado di dire la sua, almeno
fino a che il motore potrà adeguarsi alle normative
antinquinamento sempre più restrittive.
Testo: Fabrizio
Villa
Tester: Fabio
Scotti
Foto: Monica Il
Grande
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