>> MBK


 

 

 

 

SCHEDA
Cilindrata: 264 cc
Peso: 164 kg
Velocità: ND
Potenza: 15,2 kW
Norme: Euro 2
Prezzo: 4.490 F.P.

 

 

 

 

 

 

 

 

 · MBK KILIBRE 300
19/01/04
TEST Fabio Jacopini
pag. 4/5
Vedi anche: Anteprima , Descrizione, Test su strada, Prova Fabio Scotti

PREMESSA
L’ingresso sul mercato del Kilibre aveva suscitato un notevole interesse perché era stato presentato come uno scooter di nuova concezione, un c.d. SUV (Sport Utility Scooter), cioè un mezzo adatto a qualunque situazione e percorso.
Il mio test è stato effettuato dopo circa 10 mesi dal debutto e i dati di vendita non erano certo entusiasmanti, se si considerano le aspettative della casa produttrice. Ero, quindi, curioso di capire quali fossero le ragioni dello scarso successo nelle vendite.
Inoltre, il Kilibre era il primo scooter a poter sfoggiare una cilindrata senza dubbio anomala, quella dei 300 c.c., anche se in effetti la cilindrata reale era di 264 c.c.

ANALISI STATICA
Esprimere giudizi dal punto di vista estetico è quanto mai azzardato, considerato che si tratta di una valutazione eminentemente soggettiva. Personalmente ritengo che la linea sia decisamente accattivante e, senza dubbio, originale. Eravamo abituati a vedere scooter con ruote da 14” con una carenatura molto ridotta ed, invece, il Kilibre ci viene presentato con uno scudo anteriore di dimensioni significative. Se lo scopo era quello di aumentare la protettività del mezzo, l’obiettivo è stato senz’altro raggiunto. Le gambe, infatti, godono di una protezione quasi totale; il parabrezza di serie, poi, garantisce una completa copertura del busto e devia quasi tutta l’aria al di sopra del casco; carente è, invece, la protezione delle spalle e delle braccia.
Il fanale anteriore (o meglio i due fanali) è molto grande e garantisce di notte una adeguata illuminazione della strada. Le pedane del pilota sono ampie, ma la conformazione del mezzo non consente di distendere le gambe; molto belle ed efficaci le pedivelle per il passeggero che sono conglobate nella carena. La sella è lunga ed, ahimè, larga. Una volta saliti sul mezzo, infatti, ci si rende conto di quella che, per me, è la ragione dello scarso successo commerciale del mezzo. L’altezza della sella, unita alla sua larghezza, infatti, non consente la guida in sicurezza del mezzo a piloti che siano di altezza inferiore a 1,75 m. L’altezza ideale per guidare il Kilibre, secondo me, sarebbe addirittura di 1,80 m. Questo credo sia il vero grosso limite del mezzo.
Le dotazioni sono nella media; è presente l’utile gancio porta borse e la strumentazione comprende anche un utile computer di bordo che trasmette i dati relativi all’ora, temperatura, i km totali percorsi e due trip parziali che comunicano i km parziali eseguiti, il tempo di percorrenza effettivo e la velocità media. Il tachimetro montato sul mezzo in prova era talmente impreciso, che ritengo vi fosse un problema riferibile al solo mezzo testato. Di serie sia il cavalletto centrale che quello laterale; nessun problema a collocare il mezzo sul cavalletto centrale, manovra semplificata sia dal peso ridotto (poco più di 160 Kg), sia dall’ottimo lavoro di progettazione delle leve. Il cavalletto laterale è, poi, collocato in una posizione comoda per azionarlo.
Gli specchietti consentono una buona visione e sono collocati ad una notevole altezza e, ovviamente, non collidono con quelli delle auto nelle manovre nel traffico cittadino.
Gli spazi di carico, purtroppo, sono insufficienti, ma forse, con le ruote ‘alte’ non c’erano alternative, salvo quella di aumentare la lunghezza del mezzo. Il vano sottosella può contenere solo un casco integrale e nulla più, mentre nei due piccoli vani ricavati nel retroscudo possono essere collocati solo oggetti di piccole dimensioni; va segnalato che nel vano di destra è presente la presa per la ricarica del cellulare.

ANALISI DINAMICA
La posizione di guida è centrale ed eretta; le gambe non si possono distendere, ma la sensazione è di controllo totale del mezzo. Le braccia sono distese e nelle manovre di inversione di marcia in cui lo sterzo viene utilizzato nel massimo angolo è necessario allungare il braccio opposto alla direzione di sterzata. La visuale del traffico, data l’altezza del mezzo, è perfetta. Nelle manovre da fermo non vi sono problemi grazie al ridotto peso.
Il mezzo appare stabile sia nei percorsi cittadini, che nei percorsi autostradali.
Senza dubbio, comunque, è decisamente adatto all’uso cittadino sia per il peso ridotto, sia per la lunghezza limitata (appena oltre i 2 metri), sia per la larghezza contenuta; il mezzo si infila senza alcun problema tra una macchina e l’altra e le manovre a zigzag sono facilitate dal buon angolo di sterzata. Le sospensioni sono adeguate e danno una buona risposta sui percorsi cittadini sconnessi; buona, pure, l’impressione di comfort espressa dalla passeggera, come sempre molto esigente, che ha apprezzato pure gli ampi maniglioni sui quali agganciarsi, anche se avrebbe gradito trovare un poggiaschiena di serie. La guida col passeggero/a non presenta problemi sia a velocità sostenuta, sia a velocità cittadina e il mezzo si mantiene sempre stabile.
L’inserimento in curva è agevole, anche se l’anteriore non trasmette il feeling riscontrato su altri mezzi. Purtroppo è solo una sensazione personale che non è facile esprimere a parole. Non escludo che possa trattarsi di un problema ai pneumatici.
I freni sono potenti, forse anche troppo. Ho riscontrato, infatti, una fastidiosa tendenza al blocco della ruota posteriore anche alle basse velocità in caso di panic stop. In ogni caso, se si modulano a dovere le leve, il problema non si rileva e gli spazi d’arresto sono molto limitati.

MOTORE
Il propulsore è stato derivato da quello stracollaudato dello Skyliner e la limitata differenza di cilindrata non determina un aumento delle prestazioni complessive. E’ silenzioso e non trasmette vibrazioni nè ai bassi, nè agli alti regimi.

PRESTAZIONI
Ottima l’accelerazione, buona la ripresa, così come pure appare buona la velocità massima di tachimetro che, però, ritengo inutile riferire, perché, come detto, che il tachimetro del mezzo in prova appare manifestamente starato.
Il consumo di carburante è in linea con i mezzi da 250 cc.

IMPRESSIONI FINALI
E’ un mezzo adatto senza dubbio alla città ed agli spostamenti veloci a medio raggio. Il giudizio complessivo è positivo. Lo scarso successo commerciale, per me, non è dovuto alle carenze del mezzo, ma solamente allo scarso numero di utenti potenziali dai quali, considerata l’altezza del mezzo, può essere utilizzato

Testo: Fabio Jacopini
Foto: Monica Il Grande, ufficiali MBK

 

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NOTA BENE
È di questi giorni la notizia che i prodotti Mbk non saranno più distribuiti in Italia, quindi questa prova sembrerebbe rivolgersi solo ai possibili acquirenti di modelli usati, in realtà il giudizio è tranquillamente estendibile al gemello Yamaha Versity 300 che differisce esclusivamente nel marchio e nelle colorazioni.

 

 

 

 

 

 

 

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