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PREGI
Cambio: eclettico
Motore: possente
Protezione: totale
Ciclistica: a punto
Freni: potenti
Comfort: al top
Cruscotto: completo
Costruzione: curata
Bagagliai: enormi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ABBIGLIAMENTO
Giacca: Tucano Urbano 'Urbana'
 · Suzuki BURGMAN AN 650
09/01/03
TEST SU STRADA
pag. 3/6
VEDI ANCHE: Anterprima, Descrizione, Impressioni 'Altre', Città o viaggio, Ritorno allo scooter,

Dopo cotante premesse, non vedevo l'ora di mettere in moto per capire come se la cava 'on the road'.

POSIZIONE IN SELLA
Non si sale e non si scende, nel senso che la sella è ad una posizione intermedia, raggiungibile ai più, senza però sacrificare le gambe dei più alti. Naturalmente, come in quasi tutti gli scooter, ognuno potrà trovare la posizione preferita, tenendo le gambe ad angolo retto o allungandole, a scelta.
Per il busto invece la posizione è più motociclistica, nel senso turistico del termine, con il manubrio sufficientemente largo e rialzato, al fine di offrire il maggior comfort e controllo del gigante.
La sella è veramente ampia e comoda, con la parte anteriore che si restringe per facilitare, assieme alle pedane 'svasate', l'appoggio dei piedi a terra. Il morbido schienale è regolabile su più posizioni con una comoda leva, basta quindi a bulloni e chiavi inglesi.
Anche le leve dei freni sono regolabili a piacimento, peccato quindi che non lo sia anche l'ampio e perfettamente trasparente parabrezza, sarebbe stata un'ulteriore chicca nel paniere del big Burgman.
Davanti a noi l'ammiccante e sconfinato cruscotto, i numerosi vani bagaglio e gli affollati blocchetti comandi, con cui è il caso di iniziare a familiarizzare.
Con un po' di malizia, ed un buon colpo di reni, è possibile scendere dal cavalletto centrale stando in sella, mantenendo entrambi i piedi saldamente poggiati a terra.
A questo punto il passeggero può salire a bordo, poggiando il piede sinistro sulla pedana e scavalcando atleticamente l'enorme sezione di sella a lui (lei?) dedicata. Se dice di essere scomodo/a, cambiate passeggero! Lo spazio abbondante e conformato con pedane ampie e ben posizionate, offrono infatti una posizione invidiabile, anche se volendo, manca lo schienale, disponibile come accessorio, ma posizionato un po' troppo indietro.
Provando a fare qualche manovra da fermo a motore spento, oltre all'esperienza nel gestire mezzi di un certo peso, gioca un ruolo anche la forza fisica, soprattutto nelle retromarce: va tenuto presente nei parcheggi.

CAMBIO
Tirata la frizione, si inserisce la prima e si parte facendo coreograficamente slittare la ruota posteriore. No, non è proprio così, ma stiamo entrando in una condizione finora sconosciuta nella guida di una due ruote, quindi va fatta un'ampia premessa.
Tre le opzioni: Drive per la marcia normale, Power per una guida più reattiva e Manuale per usare le cinque marce in modo personale.
Premendo il tasto Power si passa a questa funzione da quella Drive e viceversa, mentre per passare al cambio Manuale occorre premere il tasto D-M.
Le varie opzioni possono essere inserite in ogni momento, sia da fermi che in movimento. Nel caso si decida per la funzione Manuale il software sceglie la marcia migliore in funzione della velocità a cui si sta viaggiando.
Si possono scalare le marce a piacimento, ma arrivando al semaforo semplicemente frenando, il cambio si posiziona automaticamente in prima.
La frizione si inserisce da sola per il tempo necessario e le cambiate sono piuttosto rapide, sia in salita che in scalata. Non è infatti necessario parzializzare il gas nel cambio marcia, con ovvi benefici in termini di rapidità.
Sono ammessi i fuorigiri in accelerazione, ma non è consentito scalare inserendo una marcia 'impossibile'.
La curiosità di guida era tale che sono partito subito con il cambio in Manuale, cercando di recuperare le sopite abitudini motociclistiche.
Le marce sono 'vere' e occorre ascoltare il sommesso rombo del propulsore (e/o verificare il contagiri) per inserire il rapporto adeguato, in compenso l'automatismo della frizione permette accelerazioni formidabili senza salti fra una marcia e l'altra. Meno intuitivo passare al rapporto inferiore, dove è anche possibile arrivare a scomporre l'assetto del veicolo in caso di scalate 'selvagge', magari in prossimità di una curva.
Venendo all'utilizzo medio nel corso della prova potrei suddividerlo, nel mio personalissimo caso, in: 70% Drive, 20% Power e 10% Manuale, questo perché, da convinto sostenitore del cambio a variazione continua e della guida sfruttando i bassi regimi e la coppia del propulsore, ho apprezzato la pastosità del rapporto più pacioso, ho sfruttato la funzione Power per i sorpassi e la guida 'sportiva' e utilizzato il Manuale (oltre che per la grande curiosità) solo nelle situazioni dove il freno motore fa la differenza e per viaggiare in souplesse con il rapporto più alto. Non ho infatti trovato particolari benefici utilizzando il Manuale nell'uso più sportivo, principalmente per la difficoltà di azzeccare il tastino giusto quando il ritmo si fa sincopato. Al di là di tutto, trovo il limite maggiore del sistema nell'ergonomicità dei comandi, piccoli e poco intuitivi. Altro elemento migliorabile è il rapporto fra il freno motore e la trazione, che rende l'apri e chiudi troppo brusco, specie alle basse velocità.
Manca l'appagante rito della frizione e del cambio a pedale, caro a tutti i motociclisti, ma ci sono ben altri vantaggi.
Ritengo infatti che il passo avanti compiuto da Suzuki con il SECVT, renda 'obsolete' le trasmissioni fin qui realizzate per tutti gli scooter top di gamma, fermi restando i citati affinamenti auspicabili.

CITTÀ
Vado subito a ficcarmi nella situazione più critica, puntando al centro di Milano in una giornata lavorativa. Il bello è che tutto il peso del big Burgman sparisce non appena si raggiunge una velocità anche minima e l'ampio manubrio permette di destreggiarsi disinvoltamente nel traffico. Complicano invece le cose le dimensioni complessive, la marmitta sporgente e soprattutto le 'orecchie', pardon gli specchioni/frecce che hanno l'abilità di posizionarsi alla stessa altezza di quelli delgli autoveicoli, rendendo così difficile, e a volte impossibile, risalire le perenni code di 'sardomobilisti'. Con specchi tradizionali, avventurarsi nel traffico diventerebbe molto meno impegnativo, grazie all'ottimo bilanciamento del veicolo e rimarrebbe da fare i conti 'solo' con dimensioni e peso, in parcheggio.
Ho parlato tanto della trasmissione che quasi mi dimenticavo del motore! Invece c'è, oltroché se c'è, potente, ovattato, senza una vibrazione, muove i 270kg del Burgman con un filo di gas e permette accelerazioni in città 'da ritiro della patente', anche in Drive, condizione ideale, a mio parere, per affrontare lo stressante traffico urbano. Si apprezza un deciso freno motore, ma anche qualche 'rigidità' nell'apri e chiudi a bassissima velocità, più evidente in 'Power'.
Le sospensioni lavorano bene sulle asperità non troppo secche e il maggior comfort si ottiene regolando le molle posteriori nel precarico minore. Scordatevi di andare 'a pacco', anche in due, ma qualche rigidità su tombini e pavé, rimane.
Nessuna vibrazione assilla la solida carrozzeria, anche se un leggero fischio proviene dal reparto trasmissione.
I freni, di tipo tradizionale, sono sufficientemente potenti e modulabili per fermare il veicolo con autorevolezza, ma richiedono maggiore destrezza di un sistema integrale, specialmente in caso di frenate al limite dove il posteriore può arrivare al bloccaggio. Un sistema ABS sarebbe auspicabile, vista la mole del veicolo e... il prezzo dei ricambi nel caso di una banale scivolata.

STRADE EXTRAURBANE
Questa è invece la condizione ideale per il Burgmanone, soprattutto le statali medio/veloci e poco affollate, dove la piacevolezza del propulsore, il comfort e la protettività invitano a lunghi viaggi, da soli o in compagnia.
La posizione di guida è davvero comoda anche dopo tanti chilometri, la carenatura protegge completamente senza mai limitare la visuale e gli specchioni deviano gran parte dell'aria dalle mani. Fra l'altro la visione offerta dai retrovisori è davvero panoramica, anche se in posizione inusuale.
Il motore permette una guida spedita e morbida con accelerazioni e riprese anche decise, contando sulla poderosa coppia sempre disponibile ma, e qui viene il bello, se una strada invoglia ad una guida più coinvolgente, o semplicemente si vuole tirare un po', basta inserire Power e il motore girerà costantemente 1.000 giri più alto, rendendo tutto più veloce e reattivo, avvicinando una curva all'altra e rendendo i sorpassi, anche con poco spazio a disposizione, un gioco da regolare con il polso della mano destra.
L'ottima maneggevolezza consente di guidare con piacere anche nelle stradine più impervie e la facilità con cui il Burgman 650 scende in piega, permette di tenere un passo più che spedito nelle strade tutte curve. Anche in questo caso però riaprire il gas ad esempio dopo un tornante può risultare un po' brusco.
Quando la velocità sale la stabilità è sempre irreprensibile, senza che venga meno la rapidità con cui si può cambiare direzione.
Le gomme radiali Bridgestone mi sono piaciute molto, hanno una spalla che dà sempre sicurezza e permettono di sentire bene il mezzo. Questo è, naturalmente, consentito dal solido telaio che ospita rigidamente il propulsore e dalle sospensioni che 'lavorano' in buona sintonia. Volendo si possono irrigidire di una o due posizioni gli ammortizzatori posteriori, ottenendo una resa più efficace quando il passo si fa' più veloce.
Molto bene i freni che mantengono autorevolezza e modulabilità anche con l'aumentare della velocità. Occorre bilanciarne però l'intervento favorendo sempre l'anteriore. Ho infatti notato occasionali fenomeni di bloccaggio indesiderato al posteriore.
Maggiore accortezza va usata in caso di asfalto bagnato, sia con i freni che con l'acceleratore, data la notevole potenza scaricata a terra, sempre meglio viaggiare in Drive in questo caso.
Passando al passeggero, le cose non cambiano molto rispetto al comfort riservato al pilota e solo nei tratti più lunghi un poggiaschiena risulterebbe ben gradito, mentre i maniglioni offrono un solido appiglio anche nelle accelerazioni più brucianti. L'utilizzo delle marce, magari spigliato, richiede una maggiore attenzione da parte del nostro compagno/a per evitare un frequente contatto fra i caschi.

AUTOSTRADA
Non è quasi mai divertente, ma spesso risulta inevitabile e viaggiare più comodi possibile in questi casi, fa la differenza.
Il big Burgman, offre quanto di meglio attualmente disponibile in campo scooteristico, ma anche in quello motociclistico. In questa condizione i suoi unici concorrenti sono l'Honda Silver Wing e la BMW R850RT, con il primo quasi ugualmente prestante e veloce, ma meno stabile in velocità, mentre il secondo è più stabile e veloce, ma soffre di un cambio piuttosto ruvido e di una posizione di guida più obbligata, sorvolando sul prezzo.
La velocità massima indicata, viaggiando su di un'autostrada senza limiti come quella tedesca (dove ci rechiamo 'sempre' per le prove...) è stata di 187km/h, e mai inferiore a 178km/h. A questo ritmo ho percorso quasi 300 km senza rilevare il benché minimo affaticamento, grazie alla protezione totale della carenatura. Ho però notato una certa tendenza dell'avantreno ad oscillare oltre i 160 orari, sia sul dritto che in curva, particolarmente in presenza di scie e turbolenze. La cosa è fastidiosa ma non pericolosa perché il fenomeno non si amplifica, certo ne avrei fatto a meno. A questo proposito, interpellando alcuni proprietari del suddetto modello, alcuni si sono detti sorpresi di ciò e il buon Schiapputer si è preso la briga di strapazzare proprio uno di questi, il Burgman, non il proprietario! Ne leggerete le considerazioni più avanti.
Naturalmente nessuno vi obbliga a tenere la manopola del gas incollata al fine corsa, noi si fa' così per provare, ma in genere è meglio godersi la strada a ritmi più rilassati. Se però dovete fare Milano-Ancona, dove il traghetto per le vacanze non aspetta... il 'Paninone' vi accompagnerà senza battere ciglio, autovelox permettendo.
I freni sono sempre all'altezza della situazione, anche se pinzare in modo deciso a 180km/h non è proprio alla portata di tutti, quindi sono ancora a raccomandare a Suzuki un sistema ABS e/o integrale.
Se pensate di guidare a questi ritmi, il passeggero/a non gradirà sicuramente, anche se la posizione risulta comunque comoda, fatta eccezione per la pressione dell'aria, a cui la posizione più elevata della sella, comincia ad esporlo/a. Meglio quindi viaggiare ad andature intorno ai 140/150 orari fornendolo di poggiaschiena.

AL LIMITE
Al limite nostro o del mezzo? Già perché gli scooter fanno continui passi avanti, ma non sempre di pari passo con l'abilità del pilota. Un veicolo così veloce, potente e pesante non può essere condotto 'al limite' senza una certa esperienza e, anche se molto più accessibile di una moto sportiva, richiede comunque un approccio rispettoso.
Prendendo una bella strada curvilinea, abbondantemente conosciuta, ho cominciato a saggiarne le possibilità (reciproche). Dopo alcuni tentativi identifico l'opzione Power come la più redditizia e passo a testare la ciclistica.
Come detto il 'bestione' entra in curva con estrema facilità e le possiblità di piega sono davvero elevate, con il lontano limite del cavalletto sulla sinistra e nessuno sul lato destro, almeno nel mio caso, visto che altri hanno toccato con la pancia della carena! Residui del peso si avvertono nelle 'esse' dove il cambio d'inclinazione richiede un certo impegno.
Altro limite viene dalla trasmissione brusca della potenza in alcuni casi: dopo essere entrati in curva a gas chiuso, accelerando prima di raddrizzare lo scooter, si ha un leggero impuntamento e poi la potenza viene scaricata a terra bruscamente, ingenerando qualche possibile perdita di aderenza, e comunque una perturbazione nella linearità d'azione.
Le sospensioni lavorano ancora bene, ma è meglio irrigidire gli ammortizzatori posteriori. I freni tradizionali (e potenti) invece si prendono la rivincita, sempre che il pilota li sappia sfruttare a dovere, controllando l'esuberante posteriore. Molto bene anche le gomme che trasmettono piena sicurezza in ogni frangente.
Volendo viaggiare 'al limite' ad alta velocità ritorna d'attualità l'ondeggiamento dell'avantreno che sconsiglia di rivaleggiare con smanettoni a bordo di moto meglio assettate.
Ripeto che stiamo parlando di condizioni di utilizzo piuttosto estremo, per cui il mezzo non è stato sicuramente progettato.

CONSUMI E COSTI
Ma quanto consuma il 'bestione'? Dipende dall'uso, ma quasi mai poco, si passa dagli 11 km/litro sfruttando il motore al limite, fino ai 16/17 con una guida accorta, ma mediamente, nell'utilizzo extraurbano i 14,5 km/litro potrebbero essere presi come riferimento. Come sempre sono soggetti alla guida di ognuno. Certo che chi spende 9.000 euro, non starà sempre con l'occhio ai consumi.
Una voce importante invece potrebbe arrivare dagli ottimi pneumatici che hanno però un costo di 214 e 258 euro, anteriore e posteriore.
I tagliandi sono fissati ogni 6000 km, mentre la cinghia di trasmissione (504 euro) è garantita a vita (dello scooter). Il ricambio più economico è la candela: 6,6 euro, il più caro la marmitta: 922 euro.
Un mezzo non proprio per tutte le tasche, ma anche facendo i conti ai concorrenti c'è poco da stare allegri!

CONCLUSIONI DINAMICHE
Tanta sofisticazione ha trovato un effettivo riscontro su strada dove la guida è sempre piacevole e gratificante, con in più la possibilità di scegliere la trasmissione più adatta alla condizione della strada o del nostro umore.
La paura delle dimensioni e del peso si è dileguata appena presa velocità, anche se rimangono ostiche: guida nel traffico e manovre da fermo.
Di ottimo livello il comfort per pilota e passeggero. Il motore è davvero notevole erogando potenza e coppia in modo generoso ad ogni regime d'utilizzo. Le sospensioni sono di qualità e i freni potenti, forse troppo al retrotreno. Qualche appunto va fatto alla stabilità sul veloce e alla trasmissione, un po' brusca in alcuni frangenti, elementi su cui i tecnici Suzuki potranno lavorare per puntare all'eccellenza. Se poi riuscissero a limare anche peso e prezzo...

CONCLUSIONI FINALI
Se non avete limiti di budget, fate un uso massiccio dello scooter, più che altro fuori città, e volete lo stato dell'arte in campo scooteristico, attualmente mi sembra la scelta più azzeccata.
Se volete qualcosa in più in termini ciclistici potete pensare al Tmax, ma non ha le stesse prestazioni, comfort e spazio bagagli; il Silver Wing è più simile, ma meno a punto ciclisticamente e senza l'ecletticità del cambio, anche se la versione con ABS ha un punto in più in sicurezza.
La considerazione vale anche allargando il campo al settore moto, dove l'unico concorrente che ho identificato (con la medesima destinazione d'uso) si chiama BMW, ma costa oltre 5000 euro in più.

Non avete ancora deciso? Seguite le prossime puntate e avrete ulteriori punti di vista e informazioni, a fra poco.

Testo: Fabrizio Villa

Foto: Cristian, Fabrizio

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PROVA DI
in arrivo
PROVA DI
in arrivo
 

 

 


DIFETTI
Peso: elevato
Stabilità: migliorabile
Freno posteriore: tende al bloccaggio
Comandi: troppi e affollati
Prezzo: elevato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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