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 · SYM JOYMAX 250
04/10/06
DESCRIZIONE
pag. 1/1
Vedi anche: Prova su strada,

Dopo averlo visto ai vari Saloni, è finalmente arrivato il momento di testare su strada Joymax, un 250 assolutamente interessante per caratteristiche e dotazioni, che lo diventa ancora di più considerando il prezzo a dir poco accattivante. Una quotazione addirittura insufficiente ad acquistare alcuni 125 italiani o giapponesi. Non sappiamo se si tratti di una 'promozione sottocosto', di certo Sym, anche se da noi si sta ancora facendo conoscere, è un marchio di cui sentiremo parlare sempre più spasso nei prossimi anni e che, assieme a Hyundai costituisce Sanyang Industry, una 'global company' fondata nel 1954, con sede a Taiwan e stabilimenti in Cina e Vietnam. Dal 2005 distribuisce direttamente i propri prodotti attraverso la filiale Sanyang Italia, con un centro stile interno e la gestione dei ricambi.
Un'azienda che punta a crescere velocemente e gli sviluppi potrebbero essere prossimi, se al motore da 565cc presentato ad Eicma lo scorso anno, verrà cucito intorno un bel 'vestito'.
Tornando a Joymax 250, non si tratta di uno scooter realizzato in economia, al contrario, in più è comodo per due persone, senza risultare troppo ingombrante per muoversi in città, in grado quindi di soddisfare un'ampia fascia di pubblico.

CONTESTO
Joymax 250 s'inserisce nel segmento 'comfort economici', a meno di lui si trova solo il Linhai Main Street 260, mentre Daelim SQ 250 e Kymco Grand Dink 250 sono offerti a quotazioni allineate. Salendo di poco s'incontra l'ancora valido Honda Foresight mentre con Kymco Xciting 250 ci si avvicina alle quotazioni dei mezzi più venduti, con cui, a ben guardare, Joymax ha tutti gli argomenti per confrontarsi.
Ad oggi (04/10/06) tutti gli scooter citati sono omologati Euro 2, Joymax compreso, quindi in attesa di rinnovo (o pensionamento) entro l'anno, ma anche di ulteriori e interessanti sconti.

LINEA
Il primo abbozzo si è visto a Milano nel 2003, passando alla versione semi-definitiva del 2004 ad Intermot, mentre l'ingresso nel mercato italiano si ha solo lo scorso anno, in occasione dell'apertura della filiale italiana. Una linea che appare oggi appena un po' datata, ma discretamente originale, caratterizzata dal doppio faro sovrapposto anteriore e dal grande gruppo ottico posteriore a led. Piuttosto proporzionati i volumi anteriori e posteriori, con solo la banda cromata laterale che 'appesantisce' un po', pur offrendo un'utile protezione dai piccoli contatti quotidiani.
Curato e poco appariscente il carter motore, più sporgente la marmitta, con un paracalore che, per una volta, non si abbandona alle cromature.
Quattro le colorazioni: nero, blu cobalto, antracite ed argento.

COSTRUZIONE
Sicuramente superiore alle aspettative, in realtà è il prezzo che tende ad abbassarle, mentre il giudizio sarebbe positivo anche con un listino superiore. Le plastiche appaiono solide, ben verniciate e con accoppiamenti 'europei' se non giapponesi, segno che la collaborazione con Honda negli anni sessanta e la vicinanza con il settore auto (Hyundai) hanno lasciato il segno. Peccato per qualche vite a vista, alcuni fori di troppo nella zona delle pedane e i braccialetti a vista delle leve al manubrio.

STRUMENTAZIONE
Completezza ed immediatezza convivono nel mix analogico/digitale che ritroviamo, un po' basso, oltre il manubrio. Il tachimetro a doppia scala sulla sinistra ed il contagiri a destra, affiancano lo strumento centrale con il marchio Sym e gl'indicatori luminosi. Alle tradizionali spie degli abbaglianti, della carica batteria insufficiente, del cambio olio programmato e della riserva carburante, troviamo quelle che segnalano l'apertura sella, i fendinebbia e il cavalletto laterale aperto. Subito sotto, il display digitale con indicazione dell'ora, dei chilometri percorsi, totali e parziali e la rappresentazione a segmenti del livello carburante e della temperatura del liquido refrigerante. Completano il tutto i tasti di regolazione e le spie degli indicatori di direzione.

COMANDI
Poco da dire su leve e comandi al manubrio se non che funzionano correttamente e che è rimasta la possibilità di spegnere i fari. Sotto al manubrio, in posizione non particolarmente comoda, due pulsanti consentono l'attivazione dei fendinebbia e delle quattro frecce intermittenti. A fianco il blocchetto d'avviamento, che non incorpora l'immobilizer, ma sfrutta uno sportello metallico in funzione antifurto. Non manca il bloccasterzo, mentre ruotando la chiave è possibile aprire, senza sporcarsi le mani, il tappo del serbatoio carburante (12litri) posto nel retroscudo. Peccato che la chiave vada ad interferire con le ginocchia di chi guida, come vedremo nel test su strada.
Gli specchi retrovisori sono posizionati sulla carenatura, hanno lunghi bracci ed ampia superficie specchiata per offrire una buona visibilità, ma non intralciano troppo nel traffico e si possono richiudere, senza perdere la regolazione, per parcheggiare in luoghi angusti.

DOTAZIONI
Esempio unico fra gli scooter, la presenza dei fari antinebbia nella carenatura anteriore, così come un vano portalattine nel tunnel centrale. Peccato che i primi siano regolati decisamente male e pressoché inutilizzabili i secondi, se non da fermo, a coperchio sollevato.
Altra soluzione unica, ma questa volta davvero utile, le pedane del passeggero, che si aprono facendo forza con i piedi sul perno centrale: non ci si sporca le mani e si sale in un attimo. Abbinata al tappo serbatoio comandato a distanza, richiama soluzioni ispirate al settore automobilistico.
I richiestissimi vani bagaglio sono sì numerosi, ma non eccellono per capienza. Un piccolo vano si affianca ai portalattine nel tunnel, uno sportello a pressione sul lato destro del cruscotto cela un pozzetto per chiavi, cellulare e poco altro, mentre l'ampio sportello nel retroscudo nasconde spazio utile, al massimo, per un paio di guanti invernali.
In uno scooter con tante finezze, stupisce il trovare una serratura sul fianco posteriore per aprire la sella. Quest'ultima si solleva e rimane in posizione grazie ad un piccolo ammortizzatore, che al tempo stesso leva spazio una volta chiuso. Altro spazio è 'sottratto' dai pur utili vani laterali, mentre nella parte centrale, moquettata, trova posto, al millimetro, un casco integrale, non modulare. Rimane poi spazio per un kit impermeabile compatto, ma non per una valigia 24ore, in compenso il vano è illuminato, e la lampadina si può anche spegnere con un apposito interruttore.
Nella parte anteriore poi, due 'spuntoni' dovrebbero consentire di agganciare due caschi all'esterno, operazione però non facile, soprattutto coi modelli integrali. Altro spazio per i bagagli si ottiene abbinando una piastra al maniglione/portapacchi posteriore o sfruttando la zona del tunnel retroscudo.
Nessun problema per azionare i cavalletti, visto anche il peso contenuto dello scooter, con il laterale che blocca l'accensione del motore e dispone di spia segnaletica nel cruscotto. Peccato comunque per la mancanza del freno di stazionamento.

CICLISTICA
Si tratta di una classica soluzione scooteristic, con motore oscillante, telaio tubolare e ruote da 13pollici. Per peso e dimensioni siamo a livello dell'Honda Forza, quindi fra i più 'sontuosi', arriva infatti a 2.165mm di lunghezza e 870mm di larghezza con un passo di 1.495mm e un peso di 173kg. La sella è a 750mm, non dovrebbe quindi creare problemi per poggiare entrambi i piedi a terra.
Della forcella teleidraulica a perno 'trascinato' non vengono resi noti né il diametro né l'escursione, mentre al posteriore non troviamo un monoammortizzatore come citato nei dati tecnici, ma una tradizionale coppia di ammortizzatori regolabili.
Le ruote da 13 pollici calzano pneumatici tubeless Maxxis da 110/90 e 130/70, rispettivamente davanti e dietro.
L'impianto frenante è di tipo combinato (la leva sinistra comanda un pistoncino anteriore e la pinza posteriore, quella destra il restante pistoncino anteriore) e si basa su un disco anteriore da 240mm ed uno posteriore da 220, entrambi con pinze a doppio pistoncino.

MOTORE
La differenza fra un 'assemblatore' e un 'produttore' la fa sempre il motore e in questo caso si tratta di un'unità interamente progettata e realizzata da Sym.
Un monocilindrico inclinato in avanti, con trasmissione CVT, monoalbero, raffreddamento a liquido e cilindrata effettiva di 250,6cc. Il cilindro con trattamento in ceramica e la testata a 4 valvole vengono alimentate da un classico carburatore ed il propulsore è attualmente omologato Euro2. Le prestazioni erogate sono nella media di categoria con 15,4kW a 7.500giri e 21,6Nm a 6.500giri dichiarati.
Nussuna dato ufficiale invece su velocità e consumi, di cui parleremo nella prova su strada.

CONCLUSIONI STATICHE
Un prodotto 'tradizionale', ma che s'inserisce con qualche elemento d'originalità nel comparto degli scooter 'comfort', dove è in grado di ben figurare anche al di là dell'accattivante prezzo d'acquisto. Eccelle infatti per dotazioni, mentre i vani bagaglio non entusiasmano. Aspettiamo di vederlo all'opera nella prova dinamica, per tirare le conclusioni.

Testo: Fabrizio Villa
Foto: Monica Il Grande


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