Dopo averlo visto ai vari Saloni,
è finalmente arrivato il momento di testare
su strada Joymax, un 250 assolutamente interessante
per caratteristiche e dotazioni, che lo diventa
ancora di più considerando il prezzo a dir
poco accattivante. Una quotazione addirittura insufficiente
ad acquistare alcuni 125 italiani o giapponesi.
Non sappiamo se si tratti di una 'promozione sottocosto',
di certo Sym, anche
se da noi si sta ancora facendo conoscere, è
un marchio di cui sentiremo parlare sempre più
spasso nei prossimi anni e che, assieme a Hyundai
costituisce Sanyang Industry,
una 'global company' fondata nel 1954,
con sede a Taiwan e
stabilimenti in Cina
e Vietnam. Dal 2005
distribuisce direttamente i propri prodotti attraverso
la filiale Sanyang Italia,
con un centro stile interno e la gestione dei ricambi.
Un'azienda che punta a crescere velocemente e gli
sviluppi potrebbero essere prossimi, se al motore
da 565cc presentato ad Eicma lo scorso anno,
verrà cucito intorno un bel 'vestito'.
Tornando a Joymax 250, non si tratta di uno scooter
realizzato in economia, al contrario, in più
è comodo per due persone, senza risultare
troppo ingombrante per muoversi in città,
in grado quindi di soddisfare un'ampia fascia di
pubblico.
CONTESTO
Joymax 250 s'inserisce nel segmento 'comfort economici',
a meno di lui si trova solo il Linhai
Main Street 260, mentre Daelim SQ 250 e
Kymco Grand Dink 250 sono offerti a quotazioni allineate.
Salendo di poco s'incontra l'ancora valido Honda
Foresight mentre con Kymco
Xciting 250 ci si avvicina alle quotazioni
dei mezzi più venduti, con cui, a ben guardare,
Joymax ha tutti gli argomenti per confrontarsi.
Ad oggi (04/10/06)
tutti gli scooter citati sono omologati Euro 2,
Joymax compreso, quindi in attesa di rinnovo (o
pensionamento) entro l'anno, ma anche di ulteriori
e interessanti sconti.
LINEA
Il primo abbozzo si è visto a Milano
nel 2003, passando alla versione semi-definitiva
del 2004
ad Intermot, mentre l'ingresso nel mercato
italiano si ha solo lo scorso anno, in occasione
dell'apertura della filiale italiana. Una linea
che appare oggi appena un po' datata, ma discretamente
originale, caratterizzata dal doppio faro sovrapposto
anteriore e dal grande gruppo ottico posteriore
a led. Piuttosto proporzionati i volumi anteriori
e posteriori, con solo la banda cromata laterale
che 'appesantisce' un po', pur offrendo un'utile
protezione dai piccoli contatti quotidiani.
Curato e poco appariscente il carter motore, più
sporgente la marmitta, con un paracalore che, per
una volta, non si abbandona alle cromature.
Quattro le colorazioni:
nero, blu cobalto, antracite ed argento.
COSTRUZIONE
Sicuramente superiore alle aspettative, in realtà
è il prezzo che tende ad abbassarle, mentre
il giudizio sarebbe positivo anche con un listino
superiore. Le plastiche appaiono solide, ben verniciate
e con accoppiamenti 'europei' se non giapponesi,
segno che la collaborazione con Honda negli anni
sessanta e la vicinanza con il settore auto (Hyundai)
hanno lasciato il segno. Peccato per qualche vite
a vista, alcuni fori di troppo nella zona delle
pedane e i braccialetti a vista delle leve al manubrio.
STRUMENTAZIONE
Completezza ed immediatezza convivono nel mix analogico/digitale
che ritroviamo, un po' basso, oltre il manubrio.
Il tachimetro a doppia scala sulla sinistra ed il
contagiri a destra, affiancano lo strumento centrale
con il marchio Sym e gl'indicatori luminosi. Alle
tradizionali spie degli abbaglianti, della carica
batteria insufficiente, del cambio olio programmato
e della riserva carburante, troviamo quelle che
segnalano l'apertura sella,
i fendinebbia e il
cavalletto laterale aperto.
Subito sotto, il display digitale con indicazione
dell'ora, dei chilometri percorsi, totali e parziali
e la rappresentazione a segmenti del livello carburante
e della temperatura del liquido refrigerante. Completano
il tutto i tasti di regolazione e le spie degli
indicatori di direzione.
COMANDI
Poco da dire su leve e comandi al manubrio se non
che funzionano correttamente e che è rimasta
la possibilità di spegnere i fari. Sotto
al manubrio, in posizione non particolarmente comoda,
due pulsanti consentono l'attivazione dei fendinebbia
e delle quattro frecce intermittenti. A fianco il
blocchetto d'avviamento, che non incorpora l'immobilizer,
ma sfrutta uno sportello metallico
in funzione antifurto. Non manca il bloccasterzo,
mentre ruotando la chiave è possibile aprire,
senza sporcarsi le mani, il tappo del serbatoio
carburante (12litri) posto nel retroscudo. Peccato
che la chiave vada ad interferire con le ginocchia
di chi guida, come vedremo nel test su strada.
Gli specchi retrovisori sono posizionati sulla carenatura,
hanno lunghi bracci ed ampia superficie specchiata
per offrire una buona visibilità, ma non
intralciano troppo nel traffico e si possono richiudere,
senza perdere la regolazione, per parcheggiare in
luoghi angusti.
DOTAZIONI
Esempio unico fra gli scooter, la presenza dei fari
antinebbia nella carenatura anteriore, così
come un vano portalattine
nel tunnel centrale. Peccato che i primi siano regolati
decisamente male e pressoché inutilizzabili
i secondi, se non da fermo, a coperchio sollevato.
Altra soluzione unica, ma questa volta davvero utile,
le pedane del passeggero,
che si aprono facendo forza con i piedi sul perno
centrale: non ci si sporca le mani e si sale in
un attimo. Abbinata al tappo
serbatoio comandato a distanza, richiama
soluzioni ispirate al settore automobilistico.
I richiestissimi vani bagaglio sono sì numerosi,
ma non eccellono per capienza. Un piccolo
vano si affianca ai portalattine nel tunnel,
uno sportello a pressione sul lato destro del cruscotto
cela un pozzetto per
chiavi, cellulare e poco altro, mentre l'ampio sportello
nel retroscudo nasconde spazio utile, al massimo,
per un paio di guanti invernali.
In uno scooter con tante finezze, stupisce il trovare
una serratura sul fianco
posteriore per aprire la sella. Quest'ultima si
solleva e rimane in posizione grazie ad un piccolo
ammortizzatore, che al tempo stesso leva spazio
una volta chiuso. Altro spazio è 'sottratto'
dai pur utili vani laterali, mentre nella parte
centrale, moquettata, trova posto, al millimetro,
un casco integrale, non modulare. Rimane poi spazio
per un kit impermeabile compatto, ma non per una
valigia 24ore, in compenso il vano è illuminato,
e la lampadina si può anche spegnere con
un apposito interruttore.
Nella parte anteriore poi, due 'spuntoni' dovrebbero
consentire di agganciare due caschi all'esterno,
operazione però non facile, soprattutto coi
modelli integrali. Altro spazio per i bagagli si
ottiene abbinando una piastra al maniglione/portapacchi
posteriore o sfruttando la zona del tunnel retroscudo.
Nessun problema per azionare i cavalletti, visto
anche il peso contenuto dello scooter, con il laterale
che blocca l'accensione del motore e dispone di
spia segnaletica nel
cruscotto. Peccato comunque per la mancanza del
freno di stazionamento.
CICLISTICA
Si tratta di una classica soluzione scooteristic,
con motore oscillante, telaio tubolare e ruote da
13pollici. Per peso e dimensioni siamo a livello
dell'Honda
Forza, quindi fra i più 'sontuosi',
arriva infatti a 2.165mm
di lunghezza e 870mm
di larghezza con un passo di 1.495mm
e un peso di 173kg.
La sella è a 750mm,
non dovrebbe quindi creare problemi per poggiare
entrambi i piedi a terra.
Della forcella teleidraulica
a perno 'trascinato' non vengono resi noti né
il diametro né l'escursione, mentre al posteriore
non troviamo un monoammortizzatore come citato nei
dati tecnici, ma una tradizionale coppia di ammortizzatori
regolabili.
Le ruote da 13 pollici
calzano pneumatici tubeless Maxxis da 110/90 e 130/70,
rispettivamente davanti e dietro.
L'impianto frenante
è di tipo combinato
(la leva sinistra comanda un pistoncino anteriore
e la pinza posteriore, quella destra il restante
pistoncino anteriore) e si basa su un disco anteriore
da 240mm ed uno posteriore da 220, entrambi con
pinze a doppio pistoncino.
MOTORE
La differenza fra un 'assemblatore' e un 'produttore'
la fa sempre il motore e in questo caso si tratta
di un'unità interamente progettata e realizzata
da Sym.
Un monocilindrico inclinato in avanti, con trasmissione
CVT, monoalbero, raffreddamento a liquido e cilindrata
effettiva di 250,6cc. Il cilindro con trattamento
in ceramica e la testata a 4 valvole vengono alimentate
da un classico carburatore ed il propulsore è
attualmente omologato Euro2. Le prestazioni erogate
sono nella media di categoria con 15,4kW a 7.500giri
e 21,6Nm a 6.500giri dichiarati.
Nussuna dato ufficiale invece su velocità
e consumi, di cui parleremo nella prova su strada.
CONCLUSIONI STATICHE
Un prodotto 'tradizionale', ma che s'inserisce con
qualche elemento d'originalità nel comparto
degli scooter 'comfort', dove è in grado
di ben figurare anche al di là dell'accattivante
prezzo d'acquisto. Eccelle infatti per dotazioni,
mentre i vani bagaglio non entusiasmano. Aspettiamo
di vederlo all'opera nella prova dinamica, per tirare
le conclusioni.
Testo: Fabrizio
Villa
Foto: Monica
Il Grande
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