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ABBIGLIAMENTO
Casco: Givi '10,4G'
Giacca: Tucano Urbano 'Spring Hanorak
Guanti: Tucano Urbano 'Nero di Seppia'
Pantaloni: Spidi 'Tomkat'
Stivali: Oxtar 'Freespirit'

 

 

 · VESPA GTS 300 Super
08/05/008
TEST SU STRADA
pag. 1/1

Solo tre anni fa, più o meno in questo periodo veniva presentata GTS 250, il 140° modello Vespa e anche la più potente e veloce mai prodotta. GTS 300 Super è la 145^ versione e sposta ancora più in avanti il limite prestazionale del mondo Vespa grazie al nuovo motore da 278cc. Di questo passo la Vespa 500 presentata come pesce d'aprile, potrebbe presto diventare realtà ;-)
Del resto, anche se si fa un gran parlare di sicurezza, le prestazioni sono sempre un forte argomento di vendita. Nel caso della 300 Super però più della velocità massima, si è cercato il piacere di guida e l'affidabilità, grazie all'incremento della coppia e alla riduzione del regime di rotazione, una scelta che mi sento di condividere, soprattutto dopo averlo verificato su strada!

DESIGN/COSTRUZIONE
Inutile cercare sconvolgimenti, la struttura è infatti quella della GTS 250 a cui sono stati apportati piccoli interventi di stile, come è già accaduto per la S 125 nei confronti della LX 125.
Come già evidenziato nelle foto scoop di aprile, forse l'elemento più caratteristico è dato dalle feritoie sul fianco destro, che pur senza alcun motivo funzionale, richiamano quelle di raffreddamento presenti sui modelli d'epoca più prestazionali. Proprio per esaltare l'aspetto 'sportivo' troviamo la molla dell'ammortizzatore anteriore colorata di rosso, assieme alla 'S' di Sport nei loghi sulla carrozzeria. Sparisce poi la luce di posizione anteriore (che si integra nel faro) a favore di una griglia più estesa con lamelle cromate e sparisce anche il portapacchi posteriore sostituito da un maniglione anch'esso cromato.
Molto belli i cerchi verniciati in nero lucido con bordo in alluminio spazzolato che richiamano la cresta sul parafango, nera con finitura cromata. Più 'preziosa' anche la finitura metallizzata del carter trasmissione, mentre per la strumentazione abbiamo un ritorno all'analogico con l'adozione di quella del GTS 125, ma con fondo scuro.
Le colorazioni sono solo due: Nero Lucido e Montebianco con quest'ultima decisamente più appariscente e alla moda, ma anche il nero si lascia apprezzare, soprattutto grazie all'abbinamento con i cerchi.
In entrambi i casi l'effetto finale è inconfondibilmente Vespa: elegante, ricercato e con un tocco di 'sportività' che potrà piacere a molti.
La costruzione e le finiture sono di buona qualità, soprattutto per quanto riguarda la scocca in metallo, mentre alcuni accoppiamenti delle plastiche non sono 'perfettissimi'. Il dettaglio che mi è piaciuto meno è il maniglione posteriore, per via di due sporgenze saldate poco gradevoli, ma anche la piastra di supporto non è bellissima, al contrario i poggiapiedi estraibili per il passeggero sono un piccolo capolavoro.

DOTAZIONI
Lo scooter è bellissimo, il prezzo elevato, ma le dotazioni non mi sembrano all'altezza. Ben venga la strumentazione analogica che 'fa più sportivo', ma riciclare quella della Granturismo con contachilometri meccanico, senza parziale e con solo un minuscolo orologio digitale, sa un po' di 'risparmioso'.
Anche i comandi al manubrio, sono in plastica un po' leggera e non particolarmente ergonomici, con le leve freno forse troppo alte.
Nessuna variazione nei vani bagaglio: il vano retroscudo è modesto, anche se di forma regolare, si apre premendo la chiave d'accensione e contiene anche i ferri in dotazione (tre); il sottosella invece, a cui si accede sbloccando la sella con un pulsante nel retroscudo, offre uno spazio decisamente limitato e nessun tipo di rivestimento. Inutile cercare di farci entrare una valigia 24 ore o qualsiasi casco demi-jet, gli unici a poter essere alloggiati sono quelli appositamente realizzati e brandizzati Vespa. Mancano anche una presa di ricarica a 12 volt e il freno di stazionamento, abbiamo però entrambi i cavalletti, il solido centrale e il più scomodo latrale con ritorno a molla.
Il tappo del serbatoio è posizionato sotto la sella, come la tradizione Vespa pretende, ma non è la posizione più comoda.
È vero che non sono questi dettagli a determinare o meno il successo di uno scooter, in particolare se si chiama Vespa, ma se lo si vuole rendere davvero unico, allora qui c'è del margine di miglioramento.

CICLISTICA
Sulle quote ciclistiche c'è stato un piccolo 'giallo' nel senso che pur essendo in tutto e per tutto identica alla 250, i dati di lunghezza ed interasse dichiarati differivano da quelli di quest'ultima, si è così scoperto che quelli corretti sono i nuovi, rispettivamente 1.930 e 1.370mm, leggermente inferiori ai precedenti (1.940 e 1.395).
Ovviamente la prerogativa di questa, come di tutte le Vespa, è la scocca portante in lamiera d'acciaio, che sostituisce il telaio in tubi e funge al contempo da carrozzeria. Una soluzione unica nel panorama scooteristico e sicuramente più costosa a livello produttivo, ma che affonda nel dna del marchio e dovrebbe anche garantire una maggiore rigidità strutturale.
Le ruote sono da 12 pollici, una misura pressoché abbandonata fra gli scooter, ma un diametro elevato per la tradizione Vespa e che riesce a coniugare maneggevolezza con design.
Anche la sospensione anteriore monobraccio e monoammortizzatore è una soluzione che deriva dalla storia del marchio, ma non è solo coerente, è anche efficace e in frenata ha un effetto antiaffondamento che una forcella tradizionale non può offrire. Tradizionale la coppia di ammortizzatori posteriori regolabili e tradizionalissimo anche l'impianto frenante con leve separate per i dischi anteriori e posteriori, entrambi da 220mm di diametro.
Peccato non venga riproposta la versione dotata di ABS, come sulla GTS 250, che rimane l'unico scooter della gamma Piaggio ad offrire questa importante soluzione per la sicurezza attiva.
Tornando alle misure caratteristiche, la larghezza di 755mm è fra le più compatte, così come i 148kg sono fra i più contenuti in assoluto, mentre la sella posta a 790mm è nella media, ma consiglia pur sempre un'altezza vicina al metro e settanta.

PROPULSORE
È la vera novità di questo modello e rappresenta un'evoluzione del conosciuto e apprezzato Quasar montato sulla GTS 250 e su gran parte dei modelli del Gruppo Piaggio e anche della concorrenza.
La cilindrata esatta è di 278cc, quindi una crescita di 34cc, ottenuta variando sia l'alesaggio del cilindro che la corsa del pistone, che adesso misurano 75 e 63mm. Una scelta più dispendiosa rispetto alla semplice variazione del diametro di cilindro e pistone, ma ritenuta necessaria per ottenere l'erogazione che i tecnici Piaggio si erano prefissati: più coppia e quindi più spunto ai bassi e medi regimi, quelli maggiormente utilizzati nell'uso quotidiano.
Il dato di coppia massima passa quindi da 20,2 a 22,3 Nm e soprattutto lo fa ad un regime notevolmente più basso, da 6500 si scende a 5000 giri. Pressoché invariata invece la potenza massima, anzi leggermente ridimensionata, con 15,8kW al posto dei 16,2 dichiarati per il GTS 250.
Al di là dei numeri, quello che contraddistingue questo motore, come il 244cc che ha debuttato proprio sulla GTS 250, è il ridottissimo livello di attriti interni, di rumorosità e di vibrazioni, oltre ad intervalli di manutenzione poco frequenti (tagliando ogni 10.000km e cambio olio ogni 5.000).
Strutturalmente è un monocilindrico raffreddato a liquido, con la parte termica disposta orizzontalmente, distribuzione monoalbero a camme in testa con 4 valvole e alimentazione ad iniezione elettronica con scarico catalizzato. Ovviamente utilizza il cambio a variazione continua, è oscillante e rispetta le normative Euro 3, ma dai dati tecnici sono spariti tutti i riferimenti alle prestazioni: velocità, accelerazione e consumi, una 'moda' che si va diffondendo fra le case, anche se poco rispettosa nei confronti del cliente.

TEST SU STRADA
La conferenza di presentazione si è svolta in grande stile alla Triennale di Milano con la presenza di Roberto Colaninno e una folla di giornalisti che si è poi affollata a testare la novità per pochi chilometri nei dintorni. Meglio quindi aspettare un giorno per avere più tempo a disposizione, percorrere più chilometri in contesti più variegati e offrire una prova più approfondita, anche se forse meno puntuale.
L'approccio alla 300 Super è molto friendly, peso e dimensioni sembrano ancora più contenuti del dichiarato, il manubrio è ravvicinato, ma lo spazio per le gambe abbondante e mette subito tutti a proprio agio.
Il propulsore è estremamente silenzioso, sia di scarico che di meccanica e ha delle leggere 'pulsazioni' solo da fermo, poi spariscono e sembra quasi di guidare uno scooter elettrico.
La facilità con cui sale di giri e l'immediatezza di risposta alle richieste della manopola del gas, già elevate nel 250 sono state ulteriormente incrementate. Basta accelerare leggermente e si parte, l'aumento di regime richiesto dalla trasmissione è decisamente ridotto, sembra quasi un bicilindrico di ben altra cubatura, per quanto risponde alle sollecitazioni dell'acceleratore. In particolare dai 40 agli 80km/h ha una progressione notevolissima, ideale in uscita di curva, in salita o per velocizzare un sorpasso. La cartella stampa Piaggio lo definisce un 'bruciasemafori' e in effetti sia lo spunto da fermo che la ripresa dai regimi inferiori è da riferimento (anche se le sfide al semaforo fanno un po' sorridere).
Una spinta che porta a raggiungere rapidamente la velocità massima indicata di 130-135km/h, molto più che con il 244cc, anche se poi le velocità di punta sono praticamente allineate.
Chi si aspettava una velocità superiore rimarrà deluso, ma mi sento di condividere appieno questa scelta: Vespa è pensata per offrire la massima maneggevolezza e facilità di guida, non per viaggi autostradali a tutto gas (ci sono tanti modelli, anche Piaggio, ben più dotati in tal senso), dove peraltro pochi chilometri orari in più non avrebbero comunque fatto la differenza.
Il suo terreno ideale è la città dove peso e dimensioni compatte, ampio raggio di sterzo e una spinta sempre vigorosa del propulsore, le permettono di sgusciare nel traffico e infilarsi in ogni più piccolo varco per risalire le immancabili code ai semafori. Ed incredibile è anche il lavoro che riescono a svolgere le sospensioni (in particolare quella anteriore) sul pavé e sui fondi non troppo dissestati, molto meglio di tanti altri scooter apparentemente più dotati, e nonostante le ruote di piccolo diametro.
Anche i freni svolgono più che onestamente il loro lavoro, sono potenti, ma anche molto modulabili e il bloccaggio sull'asciutto arriva solo quando voluto; col bagnato o in situazioni d'emergenza si paga però l'assenza dell'ABS.
Ma se la città sarà il suo habitat settimanale, la domenica e nei week-end può essere un'ottima soluzione per del turismo intelligente e godereccio, alla ricerca di paesaggi, cultura e gastronomia, grazie al buon gusto che dovrebbe contraddistinguere il vespista 'doc'.
Un turismo anche veloce, ma che vede l'autostrada come estrema risorsa, visto il modesto riparo aerodinamica e le quote ciclistiche che non privilegiano la stabilità.
Ho avuto modo di testare due scooter con diverse 'gommature' una marcata Sava e una Pirelli e il comportamento su strada cambia leggermente, la prima necessita di un maggior riscaldamento per la massima aderenza, ma scende in piega in modo più neutro, mentre le Pirelli GTS hanno un grip superiore (e una durata inferiore) scendendo in piega più rapidamente, forse troppo per chi non ha molta esperienza (almeno da nuove).
Se nella guida disimpegnata offre confidenza a chiunque, quando si vuole forzare l'andatura in curve e controcurve richiede un po' d'esperienza in più: l'avantreno non è solido come su altri maxiscooter ed è più reattivo ai comandi del pilota. Un po' come le vecchie Vespa (fatte le debite proporzioni!), anche questa premia i piloti più dotati.
Come è intuibile la protezione aerodinamica e dalle intemperie è praticamente nulla al busto e modesta alle gambe, inoltre la compatta posizione di guida non sembra coniugarsi ai viaggi più impegnativi, ma i tanti vespisti giunti al Vespa World Days di Cefalù con mezzi di gran lunga meno confortevoli di questo, sembrano dimostrare che la volontà e la passione contano più del comfort.

ACESSORI
Sicuramente consigliato il cupolino, che devia il grosso dell'aria senza limitare a visibilità e quasi inevitabile il portapacchi con bauletto posteriore, che integra un ampio poggiaschiena per il passeggero. C'è anche la comoda borsa interna da tenere in considerazione. Se poi prevedete viaggi impegnativi, magari in coppia, il portapacchi anteriore può essere una buona soluzione e aiuta a bilanciare il peso.
In inverno perché rinunciare al telo coprigambe? Per proteggervi dai furti valutate poi l'antifurto meccanico e/o quello elettronico e per i piccoli urti quotidiani montate il tappetino pedana e i paracolpi laterali in tubo cromato (anche se fanno a pugni col look sportivo).
Il parabrezza grande che vedete in foto invece ve lo sconsiglio e per il telo copriveicolo tutto dipende dal vostro parcheggio abituale. Arriveranno poi delle grafiche adesive per ulteriori personalizzazioni.
Naturalmente non si può dimenticare l'ampia gamma di abbigliamento Vespa, dal capo tecnico a quello più sfizioso.

COMPETITOR
La buona notizia è che la GTS 250 rimane in produzione, allestimento ABS compreso, quella 'brutta' è che i due modelli potrebbero farsi concorrenza a vicenda, anche se la 250 appare più funzionale (strumentazione e portapacchi) e la 300 più prestazionale. Altri concorrenti sinceramente non ne vedo, tantomeno quello scooter cinese denominato Lambretta senza avere alcun legame con la storia dello scooter lombardo.

CONCLUSIONI
Era bello, ben costruito, con una valida ciclistica e un ottimo motore anche il 250, adesso però la cilindrata maggiorata dona riprese ed accelerazioni ancora più aggressive, e abbinata ai nuovi dettagli e finiture, creerà tanti pruriti a tutti i patiti del marchio Vespa.
Sottotono solo le dotazioni, parzialmente imbrigliate da design e tradizione, ma una maggiore esclusività anche in questo non guasterebbe.
Del resto Vespa non è più quel prodotto essenziale ed economico che ha motorizzato l'Italia del dopoguerra, si è ormai trasformato in un veicolo fashion per tutti coloro che desiderano distinguersi, anche con la migliore tecnologia disponibile, e questo il nuovo propulsore Quasar lo esprime al meglio.

Testo: Fabrizio Villa
Foto: Milagro, Piaggio, Fabrizio Villa


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