Un grande dispiegamento di forze con
il vertice del Gruppo Piaggio al completo e numerosissimi
giornalisti, tematici e non, tutti convenuti a Roma per
lei: la nuova 'piccola' Vespa LX 125 e 150.
Sì perché non stiamo parlando di uno scooter
qualsiasi, ma di un vero e proprio mito, il sinonimo stesso
del concetto scooter. Bastano poche cifre: 17 milioni
di pezzi venduti in 5 continenti, 139 diversi modelli
e sessant'anni di storia per capire che l'attesa era di
quelle che travalicano le specifiche novità del
veicolo.
Un compito certo non facile, visto che ogni mito ha un
suo 'cerimoniale' che ogni rinnovamento invariabilmente
mette in discussione. Ma Piaggio ha comunicato in modo
chiaro il suo messaggio: "godetevela" e "strapazzatela"
sono infatti gli slogan della campagna pubblicitaria.
Ovvero: la Vespa è un mito, certo, ma da non lasciare
in bacheca, da usare e anche strausare nel traffico di
tutti i giorni. Naturalmente con lo stile e l'unicità
che solo Vespa può offrire.
Un punto di vista che ci è piaciuto molto, visto
che sia in redazione che fra i lettori/collaboratori di
CyberScooter non ci si tira certo indietro quando c'è
da usare e strausare, ne sono testimonianza i raid realizzati
con la precedente Vespa ET: Elefantentreffen 2001,
2002,
2003 uno
e due,
Eurovespa
2001, Danimarca
e Alsazia. Senza contare i test su 25.000,
35.000
e 50.000km
pubblicati, insomma prima che diventasse l'head line della
campagna Piaggio, qui già si strapazzava alla grande!
Ma vediamo come si presenta questa ultima rilettura del
concetto Vespa nato nel lontano 1946.
LINEA
Sostituisce la precedente ET e affianca la più
corposa GT, con una destinazione più urbana rispetto
a quest'ultima, mentre la classica PX rimane a listino
per gl'inguaribili nostalgici.
Inutile dire che l'elemento che più distingue Vespa
da ogni altro scooter è la scocca portante in acciaio
stampato, un impegno di gran lunga maggiore in fase di
progettazione e realizzazione, che ripaga con la particolare
solidità dell'insieme e soprattutto con accoppiamenti
perfetti, verniciature brillanti e un particolare feeling
tattile con la solida struttura metallica. Elementi particolarmente
distintivi oggi, in mondo sempre più 'fatto' di
plastica.
Se ET era stata considerata 'eretica' per le innovazioni
stilistiche che apportava, LX è invece un trionfo
di riferimenti incrociati alla PX, all'ET3 che spadroneggiava
negli anni sessanta, fino alla recente GT.
Pur con dimensioni contenute, si mostra 'importante' grazie
allo scudo maggiorato, il faro tondo, gli orgogliosi specchi
retrovisori in metallo e la ruota anteriore di maggior
diametro. Meno innovativo il retrotreno dove spicca il
faro sporgente e orgogliosamente cromato. Non c'è
che dire, il passo avanti, o 'indietro' nel senso di fedeltà
all'immagine Vespa, è sostanziale rispetto alla
versione che sostituisce e, raccogliendo pareri qua e
là, sembra essere piaciuta praticamente a tutti.
Belle anche le colorazioni,
ben sei per accontentare i gusti più disparati,
si parte dal Nero grafite utilizzato nel test, passando
per il Prugna daring plum e il Rosso dragon, tutte con
sella beige, mentre Bianco diamante, Grigio excalibur
e Azzurro aurora sono abbinate alla sella in pelle nera.
Ottime le finiture dove svettano gli accoppiamenti perfettamente
'a filo', inarrivabili per i concorrenti 'plasticosi'.
DOTAZIONI
Se va usata, deve anche essere versatile e con dotazioni
all'altezza della concorrenza, in questo senso è
piacevole trovare un sottosella
capace di ospitare un casco integrale, mentre per la valigetta
rigida si deve optare per il gancio in punta di sella
o il bauletto opzionale. Se la sella ha un'apposita serratura,
il bauletto nel retroscudo, abbastanza capiente, si comanda
con una semplice pressione del blocchetto d'avviamento,
anche a motore acceso. La pedana
non si può definire del tutto piatta per la presenza
del distintivo e ridotto tunnel centrale, ma si mostra
ampia e ospitale anche ad un eventuale bagaglio.
Piacevole nel design la strumentazione,
che offre tachimetro, contachilometri (meccanico) e livello
carburante, oltre alle spie per luci, frecce, riserva
carburante e livello olio, non manca l'orologio digitale,
il led dell'antifurto e l'evocativo scudetto Piaggio su
fondo color panna.
Monta entrambi i cavalletti,
ma il laterale ha il poco affidabile 'rientro a molla'
ed è anche un po' corto, lasciando lo scooter piuttosto
inclinato. Non essendo dotato dell'inconfondibile cambio
al manubrio, richiederebbe un freno a mano.
Fin qui le dotazioni di serie, ma Vespa si distinguerà
anche per l'ampia gamma di accessori
con cui sarà possibile personalizzarla, partiamo
dai già disponibili: parabrezza grande, portapacchi
posteriore, anteriore e paracolpi laterali, tutti in tubo
cromato, bauletto da 32 litri con borsa interna, telo
coprigambe, antifurto elettronico, tappetino pedana, coprimanopole
e telo copriveicolo. In realtà ne arriveranno molti
altri fra cui selle in svariate tipologie di vera pelle,
cupolini e tanto altro. Arriverà anche un'ampia
e raffinata gamma di abbigliamento
coordinato, di cui per il momento abbiamo potuto visionare
il casco Vespa Soft Touch.
CICLISTICA
È basata sull'esclusiva scocca
in acciaio stampato con funzione portante che sostituisce
al contempo telaio e parte della carrozzeria. Una soluzione
che potremmo definire automobilistica, anche se lo spunto
iniziale deriva dall'esperienza aeronautica del progettista
Corradino d'Ascanio.
L'osservanza della tradizione si concede pochi aggiornamenti
tecnologici, principale testimonianza la ruota
anteriore da 11 pollici, mentre al retrotreno viene
confermata da 10", misure ormai abbandonate dalla
concorrenza, ma non va dimenticato che in gamma si può
anche scegliere la GT che monta ruote da 12". I pneumatici
tubeless sono da 110/70-11 e 120/70-10, quindi addio all'intercambiabilità
e alla ruota di scorta unificata.
Le sospensioni vedono l'inconfondibile
monobraccio abbinato ad un ammortizzatore a doppio effetto
per l'anteriore ed un monoammortizzatore al posteriore,
regolabile su 4 posizioni.
I freni vedono un disco da
200mm davanti e il classico tamburo dietro, comandati
in maniera tradizionale.
Le misure complessive sono
estremamente compatte: 1.800mm di lunghezza e 740 di larghezza
per un interasse di 1.280mm e un peso di 110kg per entrambe
le cilindrate. Altezza sella 785mm.
Il serbatoio carburante,
con tappo di rifornimento sotto la sella ha una capienza
di 8,6 litri.
PROPULSORI
Sono i 'Leader' raffreddati ad aria montati anche sul
Fly 125/150, hanno distribuzione monoalbero a camme in
testa SOHC a due valvole. La catalizzazione a due vie
e il sistema ad aria secondaria ne garantisce la rispondenza
alle normative Euro 2, attualmente
in vigore. Si tratta di unità robuste ed economiche,
non particolarmente prestanti, ma accreditate di consumi
limitati a 39 (125cc) e 36km/litro, alla velocità
costante di 60km orari.
Rispetto al classico propulsore due tempi si guadagna
in prestazioni e consumi, anche se alcuni, non noi, rimpiangono
il cambio a quattro marce al manubrio. In attesa di un
cambio sequenziale al manubrio, di cui si vocifera da
tempo, troviamo la classica e comoda frizione automatica
con variatore CVT.
SU STRADA
Ho provato prima il 125 e poi il 150 ritratto nelle
foto, purtroppo non sono in grado di fare confronti
con le versioni ET e GT, non avendo mai avuto l'occasione
di testarle.
La sella è ad
un'altezza abbordabile ai più e risulta ampia
e confortevole, le gambe si pongono ad angolo retto
sulla pedana e godono di ampio spazio di manovra
nel retroscudo, anche per i più alti. Il
manubrio s'impugna
con naturalezza e il busto assume una posizione
eretta, di massimo controllo del veicolo.
Il rombo ovviamente
non ha nulla in comune con quello del PX a due tempi,
ma è il classico borbottio sommesso dei quattro
tempi di cubatura ridotta.
Le prime impressioni alla guida sono di estrema
confidenza, grazie al peso di poco superiore ai
100kg e all'ottima maneggevolezza
che aiuta negl'inevitabili slalom fra le auto.
Sia l'accelerazione
che la ripresa non
possono essere considerate di riferimento, ma in
città ci si muove disinvolti lasciando le
sfide ai semafori a chi guida scooter meno stilosi.
Un 'lancio' su un vialone a scorrimento veloce ha
però dimostrato che il passo delle autovetture
è alla sua portata e i 90km/h indicati arrivano
subito, siamo quindi ben distanti dal vecchio PX
e oltre c'è ancora qualcosa che permette
al 125 di arrivare a 100km/h
e al 150cc di superarli. La differenza principale
fra le due cilindrate è però la coppia
ai medi regimi che, patente permettendo,
fa preferire il 150cc.
La cornice di Roma è sicuramente di grande
effetto per le foto e richiama alla mente il famoso
film in cui Gregory Peck e Audrey Hepburn scorrazzavano
in Vespa, ma le attuali strade 'devastate' e i diffusi
'sanpietrini' non sono certo d'aiuto alle ruote
di piccolo diametro e a sospensioni dalla ridotta
escursione. Tutto sommato comunque Vespa LX se la
cava non tanto peggio di altri scooter con sospensioni
più sofisticate, grazie ad ammortizzatori
tarati sul morbido che riescono a filtrare le asperità
meno pronunciate, ma subiscono quelle più
profonde.
Anche i freni non rappresentano
lo stato dell'arte attualmente disponibile, certo
il passo avanti rispetta alla PX è enorme,
ma l'anteriore manca di mordente e il posteriore
non è esente da fenomeni di bloccaggio.
Sul pavé bagnato poi il mix ruote/freni,
non offre certo un gran feeling.
In compenso, grazie al telaio in lamiera, non si
percepiscono rumori o scricchiolii di alcun tipo,
con una piacevole sensazione di solidità
non sempre ritrovabile su scooter carrozzati in
plastica. Le vibrazioni del propulsore poi si avvertono
praticamente solo da fermi.
La protezione è
discreta per le gambe, ma va completata da un parabrezza,
da scegliersi possibilmente senza gli sporgenti
supporti metallici e che lasci libero il campo visuale.
Il passeggero, ferme
restando le considerazioni sul comfort determinato
dalla ciclistica, gode di una modesta porzione di
sella, pedane comode e un maniglione cromato a cui
reggersi.
CONFRONTI
Si sarebbe portati ad escludere ogni confronto proprio
per l'unicità della Vespa, e pensiamo che l'utente
tipo l'acquisterà molto probabilmente senza fare
alcun confronto. Volendo però di scooter confrontabili
per destinazione d'uso e fascia di prezzo se ne trovano,
anche in casa Piaggio, con i ben più economici
Fly 125/150. Valutando il
prezzo d'acquisto poi si arriva fino all'attuale leader
di categoria, quell'Honda
SH 125/150i che qualcuno, irriverente, definisce la
Vespa degli anni 2000.
CONCLUSIONI
Un prodotto esclusivo nella sua unicità storica
e concettuale, con quella scocca in acciaio stampato che
nessun competitor può vantare. I vantaggi tangibili
sono l'ottima solidità d'insieme, verniciature
brillanti, finiture e accoppiamenti di primo livello.
Lo svantaggio principale è invece quello economico,
determinato da costi di progettazione e realizzazione
più elevati rispetto al classico telaio in tubi
con carrozzeria in plastica. Questo elemento, unito al
particolare appeal del prodotto contribuiscono inevitabilmente
a far lievitare il prezzo, ma non lo consideriamo un limite,
anzi potrebbe anche rivelarsi un pregio distintivo.
Piaggio non ha però voluto accontentarsi dell'esclusività,
ma ha avuto il coraggio di volersi confrontare con l'uso
quotidiano e la concorrenza più accreditata e se
per funzionalità e vani bagaglio e i passi avanti
sono tangibili, qualche margine di miglioramento tecnologico
sarebbe comunque auspicabile, facendo riferimento a ruote,
sospensioni e freni.
Compito non facile sarà naturalmente quello di
coniugare aggiornamenti, mantenendo l'identità
Vespa, ma se la direzione è quella mostrata con
GT prima ed LX ora, pensiamo che si sia sulla buona strada.
Auguriamo quindi a Vespa di fare ancora tanta strada,
in tutto il mondo, come portabandiera di un stile italiano
inimitabile, ma al contempo anche di avanguardia tecnologica,
come assicurato dalla dirigenza Piaggio, anzi ulteriori
sviluppi in tal senso non dovrebbero tardare.
Testo: Fabrizio Villa
Foto: ZAC, Roma
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