>> HONDA
Per prezzo, link e dati tecnici vai alla SuperScheda >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 · HONDA SILVER WING 600 ABS
13/10/03
DESCRIZIONE
pag. 2/5
VEDI ANCHE: Anteprima, Test su strada, Test Fabio Scotti,

Sono passati tre anni dalla nostra Anteprima e dal piacevole stupore della sua presentazione all'Intermot 2000, nel frattempo l'allora supermaxi ha ceduto la leadership di cilindrata, all'ancora più mega Suzuki Burgman 650 e ora può essere 'riletto' come un veicolo maturo ed eclettico, uno scooter che strizza si l'occhio alle moto, ma a quelle gran turismo, offrendo tutti i vantaggi di un maxiscooter, abbinati a potenza e prestazioni davvero esuberanti.
Ancora ad Intermot, due anni dopo, ecco apparire la versione ABS, dotata di frenata assistita dal sistema antibloccaggio, una soluzione già adottata dal Jazz 250 e sempre più diffusa anche fra le moto, VFR in testa.
Il Silver Wing, in particolare se ABS, rappresenta a nostro avviso un veicolo importante nella recente storia dei maxiscooter, ed abbisognava di una prova adeguata. L'occasione si è presentata nel periodo estivo, con un Silver Wing 600 ABS argento, per un tour delle isole Croate ed un week-end in Maremma (di cui leggerete a breve nella sezione Turismo), oltre al classico tormentone urbano. Al momento della riconsegna il contachilometri ha maturato 4.937km e noi la convinzione di aver colto lo spirito del veicolo e anche le sue sfumature.
Le considerazioni espresse valgono nella quasi totalità anche per la versione senza ABS, dato che le differenze si limitano all'impianto frenante e ad un rinforzo della forcella anteriore, oltre a circa 10kg in più.

DESTINAZIONE D'USO
Che un mezzo a due ruote da 230kg e quasi 2 metri e 30 di lunghezza non sia l'ideale per 'svicolare' negli affollati centri urbani sembrerebbe evidente, eppure grazie all'azzeccata distribuzione dei pesi e ad un'ingombro laterale in linea con scooter di cilindrata inferiore, l'impresa risulta molto meno ardua di quanto ci si aspetterebbe, in particolare il confronto con una moto di pari stazza risulta vinto a mani basse dal SilverWing.
Naturalmente una bella statale medio veloce rappresenta il luogo ideale per apprezzare prestazioni e comfort di questo elegante gran turismo, così come le lunghe tratte autostradali, anche con passeggero e bagagli.
Diciamo che, fatta l'abitudine al peso non indifferente, non gli è preclusa praticamente nessuna destinazione, ci siamo addirittura avventurati su alcuni sterrati e la maneggevolezza, unita alla morbidezza delle sospensioni ha reso possibile... l'impossibile.

LINEA
Pur con la relativa soggettività di ogni osservazione a riguardo, risulta condiviso dai più il senso d'eleganza e ricercatezza emanato da questo scooter. Pur condividendo singoli elementi stilistici con altri modelli Honda, sia scooter che moto, la visione d'insieme mostra carattere ed originalità, con linee tese, ma non aggressive, a slanciare volumi considerevoli.
Particolari i gruppi ottici sia anteriori che posteriori, fra l'altro molto efficaci all'atto pratico. Se il lato sinistro offre l'immagine di uno scooter dalle proporzioni vitaminizzate, la possente marmitta sul lato destro lascia intendere che sotto alla carrozzeria pulsi qualcosa di più.
La sella con gli invitanti schienali regala morbidezza all'insieme e conferma l'indole turistica del veicolo. Molto belle e rifinite le piastre in alluminio con le pedane estraibili del passeggero e i maniglioni che confluiscono nel portapacchi-spoiler.
Una linea che si apprezza con il passare del tempo per armoniosità e rifiniture, contribuendo al prestigio del mezzo.

STRUMENTAZIONE
Non appariscente, come il resto del veicolo, raggruppa in elementi ovali tutto il necessario per un pilota esigente. Sulla sinistra il contagiri analogico, con linea rossa a 8.200 giri, al centro il tachimetro con fondo scala a 200km/h tondi tondi e la spia dell'antifurto immobilizer, mentre sulla destra un display digitale, invero un po' affollato, indica la quantità di carburante, la temperatura del liquido di raffreddamento, l'ora, il chilometraggio con due parziali e le spie di livello olio e liquido. Sotto ai tre elementi la serie di spie fra cui quella di verifica del circuito ABS, del freno a mano e di sostituzione della cinghia di trasmissione. In alto le spie degli indicatori di direzione. Volendo, manca un computerino di bordo che, da gadget, si può anche trasformare in elemento utile quando si viaggia.

COMANDI
I blocchetti sono di qualità, gli stessi utilizzati anche sulle moto più prestigiose. Sparita, purtroppo la possibilità di accendere o meno le luci anabbaglianti, si possono però spegnere, tenendo premuto il pulsante d'accensione a motore acceso.
Manopole e leve sono adatte a tutte le mani, lo sforzo richiesto non è elevato e la corsa è utile ad una buona modulabilità.
Gli specchi retrovisori, tradizionalmente posizionati al manubrio, offrono un'ampia visuale, anche in presenza del passeggero, senza mai intralciare nella guida.
Nella parte destra del retroscudo si trova l'utilissimo comando del freno a mano, che agisce su di un pistoncino della pinza posteriore.
Il blocchetto d'accensione, montato sulla base sterzante del manubrio, controlla anche il bloccasterzo, azionabile con la ruota in entrambe le direzioni. Peccato che dallo stesso blocchetto non sia possibile comandare l'apertura degli altri vani, rimandando ad altrettante serrature, ovviamente a chiave unificata.
Il tappo a chiave del serbatoio carburante (16 litri) si trova al centro del tunnel, protetto da uno sportellino, ed è di facile utilizzo anche stando in sella, comodo quando si viaggia a pieno carico.

VANI BAGAGLIO
Due sono nella plancia: quello a sinistra è profondo e può contenere una bottiglia d'acqua da 1,5 litri, oppure il necessario da tenere a portata di mano, oltre ad offrire la possibilità di ricaricare apparecchiature elettriche grazie alla presa di corrente; quello di destra è invece molto meno profondo e comodo per biglietto autostradale, chiavi e portafoglio. Il vano sinistro si chiude solo a chiave e non può essere chiuso 'a scatto', obbligando a spegnere il motore ogni volta si ha la necessità di accedervi, il destro invece si apre e chiude a pressione, peccato però che l'aggancio sia piuttosto aleatorio.
Per accedere al vano sottosella, occorre ancora togliere la chiave dal quadro e inserirla nella serratura sul lato sinistro della coda, a questo punto un ammortizzatore faciliterà l'apertura della sella mostrando un vano da 55 litri piuttosto regolare che ospita comodamente due caschi integrali e altro materiale, oppure una valigia 24ore. La moquette riveste solo la parte centrale del bagagliaio e nella parte posteriore è alloggiata la luce di cortesia, peccato che non sia di alcun aiuto con il vano occupato, meglio sarebbe alloggiarla sul fondo della sella.
Complessivamente quindi lo spazio disponibile è notevole, ma non altrettanto comodo e funzionale all'uso.
Altre possibilità sono offerte dal portapacchi posteriore in alluminio, molto solido, ma privo di appigli per fissare le cinghie. Necessita di una base per montare il bauletto e/o di un po' di studi per affrancare un borsone sportivo, come abbiamo fatto noi per il tour in Croazia.
Altra possibilità è quella di alloggiare una borsa apposita sul tunnel, oppure uno zaino se si necessita più spazio, sfruttando le solide piastre in alluminio delle pedane passeggero come aggancio.

CICLISTICA
Potremmo definirla classica evoluta, nel senso che il motore è fissato saldamente al telaio in tubi d'acciaio, come gli altri bicilindrici giapponesi, ma in posizione piuttosto arretrata e la forcella anteriore è del tipo monopiastra, con ammortizzatori posteriori tradizionali. Il fatto che il peso del motore sia svincolato dalla ruota posteriore è sicuramente un vantaggio per la sospensione anche se la distribuzione dei pesi risulta comunque sbilanciata al posteriore, come negli scooter tradizionali.
Le sospensioni offrono una notevole escursione: 120mm per la forcella, a perno arretrato con steli da 41mm, e 115mm per la coppia di ammortizzatori regolabili su 5 posizioni, anche senza necessità di attrezzi. Il modello ABS si differenzia per essere dotato di una piastra antisvirgolamento fra gli steli della forcella, sotto al parafango.
Le ruote, in alluminio a tre razze, potremmo definirle 'medie' con un 14 pollici anteriore e un 13 dietro. I pneumatici, Bridgestone nel nostro caso, misurano rispettivamente 120/80 e 150/70.
Capitolo interessante quello relativo ai freni, la versione 'standard' monta un disco anteriore da 256 x 5mm con pinza a tre pistoncini e il posteriore da 220x 6mm con pinza a due pistoncini, il tutto gestito dal sistema integrale CBS. In pratica la leva sinistra comanda il disco posteriore e un pistoncino della pinza anteriore, tramite una valvola ripartitrice, mentre la leva destra agisce sui restanti due pistoncini anteriori. Si può quindi utilizzare di norma la sola leva sinistra, contando sulla destra per frenate più decise. Nonostante la valvola ripartitrice però questo sistema non è in grado di escludere la possibilità di bloccaggio di una o entrambe le ruote, come nella maggior parte dei veicoli a due ruote, per questo motivo Honda ha allestito la versione ABS, protagonista della nostra prova.
Oltre alla centralina, ai sensori e alle ruote foniche cambia anche il dimensionamento dei dischi: 276 x 6mm davanti e 240 x 6,5 dietro, offrendo al sistema antibloccaggio un impianto 'di base' più performante.
Senza entrare nei dettagli di funzionamento dell'ABS si può dire che la centralina monitora lo stato di rotazione delle ruote durante la frenata e qualora avverta l'avvicinamento al bloccaggio opera una riduzione della pressione frenante per sbloccare la ruota, mantenendo una pressione adeguata e successivamente ripristinando la pressione iniziale. Calcolate che l'azione viene ripetuta 5-6 volte ogni secondo e capirete perché l'ABS è ben più abile di qualunque pilota amatoriale e nella maggior parte dei casi anche di un professionista, soprattutto se si tratta di una frenata improvvisa e quindi non prevedibile, oppure su fondo scivoloso o incostante. Un sistema di autodiagnosi infine ne verifica il funzionamento ogni volta che si accende il veicolo, evidenziato dallo spegnimento dell'apposita spia.
Un significativo passo avanti verso la sicurezza con controindicazioni pressoché nulle.
Volendo dare dei numeri... la lunghezza è di 2.275mm, la larghezza di 770mm, l'interasse di 1.595mm e la sella a 740mm per un peso a secco di 229,6kg (218 per la versione 'standard'), valori elevati in assoluto, ma in linea con i contendenti bicilindrici. Più lungo ma più stretto e più leggero del Burgman 650, e superiore al Tmax in tutte le quote tranne l'altezza sella.
Il serbatoio carburante ospita fino a 16 litri compresi 3,5 di riserva, segnalati dal lampeggio dell'ultima tacca sul display digitale.
Il cavalletto laterale è di facile azionamento anche grazie alle svasature nella carenatura e offre un solido appoggio allo scooter in ogni occasione, lo possiamo affermare con una certa sicurezza visto che l'abbiamo usato per 5.000km. Deve essersi sparsa la 'voce' che siamo degli inguaribili 'strisciacavalletti' visto che il SilverWing è arrivato in redazione privo del centrale. Nessun problema comunque anche sui traghetti o in pendenza, grazie all'affidabile freno a mano. Abbiamo comunque verificato che il centrale si utilizza con uno sforzo tutto sommato contenuto e fra l'altro è molto difficile da strisciare al suolo anche dandoci dentro o a pieno carico, una sfida?
Che dire delle finiture del un top di gamma Honda, quasi sempre impeccabili come è lecito aspettarsi, anche se qualche eccezione è nota, come l'indisponibilità della base del parabrezza a rimanere nella sua sede, qualche filo che fa capolino sotto la copertura del manubrio, la fragilità dello sportello anteriore destro, oltre alla scomodità delle numerose serrature. Siamo incontentabili? Forse...

MOTORE
Per il SilverWing è stato realizzato un propulsore specifico con soluzioni piuttosto sofisticate. Si tratta di un bicilindrico affiancato con la parte termica disposta orizzontalmente e leggermente inclinata verso l'altro. La cilindrata di 582cc è data da una alesaggio di 72mm con una corsa di 71,5mm. La distribuzione è a quattro valvole per cilindro con doppio albero a camme. Due contralberi rotanti hanno il compito di contenere le vibrazioni, coadiuvati dal montaggio al telaio tramite silent block. L'alimentazione è ad iniezione elettronica con corpi farfallati da 32mm. Per il contenimento degli inquinanti, si usa l'iniezione d'aria secondaria, abbinata ad un catalizzatore a due vie, rientrando nelle norme Euro 1. Il raffreddamento è ad acqua con il radiatore disposto dietro alla ruota anteriore.
I dati di potenza e coppia sono assolutamente rilevanti, con 37kW a 7000 giri e 54Nm a 5500giri, anche se risultano inferiori a quelli del Suzuki che dispone di 50cc in più, ma superiori allo Yamaha che del resto sconta 83cc.
A trasmettere tutta questa potenza alla ruota posteriore ci pensa un classico sistema con cinghia a secco, all'interno del voluminoso carter sul lato sinistro dello scooter. La cinghia è ovviamente realizzata appositamente e Honda ne prevede una durata variabile fra 18.000 e 24.000km a seconda delle sollecitazioni. Una scelta differente rispetto alla concorrenza che ha adottato più sofisticati sistemi a catena in bagno d'olio o ad ingranaggi.
A proposito di manutenzione, i tagliandi sono programmati ogni 6.000km per i controlli e ogni 12.000 quelli più sostanziosi.
Per capire come mai i megascooter pesano così tanto basta pensare che il solo motore sfiora gli 80kg!

CONCLUSIONI STATICHE
Il SilverWing si dimostra un megascooter piuttosto eclettico, dalla linea elegante, con dotazioni e ciclistica mirate al comfort e alla disponibilità di spazi. Soluzioni avanzate come il motore solidale al telaio, l'alimentazione ad iniezione e la frenata integrale con sistema ABS si affiancano ad altre più usuali come la trasmissione finale a cinghia o le sospensioni. Finiture quasi impeccabili e un motore sofisticato, con dati di potenza e coppia sovradimensionati, lo rendono adatto anche al turismo più impegnativo.
Il prezzo è nella media della sua categoria, visto che la versione 'standard' costa 8.420 Euro, mentre il modello ABS sale a 8.970 Euro, a nostro avviso conviene fare un piccolo sacrificio e considerare la versione ABS. Si tratta certo di cifre elevate in assoluto, ma che permettono di 'portarsi a casa' un veicolo al top e utilizzabile veramente in ogni circostanza.
Naturalmente per sapere come va dovete aspettare la seconda puntata, con la prova su strada, a presto!

Testo e foto by Fabrizio Villa

<<< ANTEPRIMA
pag 1/5
TEST SU STRADA >>>
pag 3/5
TEST FABIO SCOTTI >>>
pag 4/5
...
...
...
...
...
...
...
...


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

COPYRIGHT CyberScooter, tutti i diritti riservati, per informazioni e contatti clicca QUI>>>