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 SUZUKI SIXTEEN 150
04/07/2012
PROVA DINAMICA
pag. 2/2
Di CyberScooter: Fabrizio Villa
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<< Prova statica

Mai fermarsi ai dati tecnici dichiarati, alla data di progetto o tantomeno al look, solo una prova su strada sviscera veramente l'anima e le qualità di uno scooter.
Per questo ho percorso circa 500km suddivisi fra traffico cittadino, tangenziali, tratti guidati nei dintorni dei laghi di Como, di Garda e relativi trasferimenti autostradali.
Una convivenza piacevole che ha messo in luce un comportamento da 'piccola peste', ben più sportiveggiante di quanto suggerisca il look.


POSIZIONE IN SELLA
Sembra incredibile come alcuni scooter compatti a ruote alte, una volta in sella, sembrino più spaziosi di modelli comfort apparentemente più dotati.
È il caso di Sixteen, che può alloggiare comodamente piloti alti 190cm, senza alcuna interferenza fra ginocchia e manubrio o retroscudo, ma che può al contempo ospitare guidatori di 165cm, con la possibilità di poggiare entrambi i piedi a terra.
Il manubrio è compatto e non molto alto, la pedana non offre grandi possibilità di variare posizione ai piedi, mentre la sella, sufficientemente imbottita, ma svasata, consente di arretrare fino all'accenno di schienale che delimita lo spazio per il passeggero. Quest'ultimo può disporre di una porzione di sella più ridotta e anche un po' più rigida, di comode pedane ribaltabili con supporto in gomma e adeguati maniglioni incorporati al portabauletto.
Azionare il cavalletto centrale non richiede sforzi particolari, anche grazie al peso limitato a 143kg in ordine di marcia.
Purtroppo manca quello laterale, disponibile solo in opzione, che mi sento comunque di sconsigliare, considerando che utilizza l'inaffidabile 'ritorno a molla'.


 

 

 

 

 

CITTÀ
Velocità massima 50km/h. Ove indicato 30 o 70km/h.
Potrei definirlo uno scooter dallo scatto 'inevitabile', vista la taratura del CVT che rende l'accelerazione molto pronta, quasi a livello di un variatore aftermarket (a memoria più che nell'esemplare testato a Barcellona).
Soluzione che rende felici gli amanti dello sprint al semaforo, condizione in cui Sixteen ha ben pochi avversari di pari cilindrata. Di contro mostra una certa reattività alle minime rotazioni dell'acceleratore, che rende la guida meno rilassante che su altri scooter. E già qui si definisce il cliente ideale di questo scooter, che mette scatto e prestazioni al primo posto.
Accelerare dà soddisfazione, ma frenare in poco spazio è ancora più importante e Sixteen se la cava piuttosto bene anche in questo, nonostante il look un po' dimesso del suo impianto.
La soluzione combinata (la leva sinistra agisce sia sul freno posteriore che su quello anteriore), fa si che il trasferimento di carico sulla forcella sia meno brusco, permettendo ai freni di esprimersi al meglio, anche al posteriore. In caso di panic stop, fenomeni di bloccaggio non possono essere esclusi, soprattutto su fondo scivoloso, ma sono quasi esclusivamente limitati al posteriore, mentre davanti si potrebbe desiderare più mordente, solo avendo un sistema ABS a controllarlo (ma non è disponibile).
Altra dote irrinunciabile nel traffico cittadino è la maneggevolezza e Sixteen con un ampio raggio di sterzo e una ciclistica perfettamente equilibrata si muove fra le auto incolonnate con la massima disinvoltura.
Di qualità anche il reparto sospensioni, sufficientemente morbido per assorbire malformazioni e pavé, si irrigidisce progressivamente per sostenere adeguatamente lo scooter, arrendendosi solo sulle buche più profonde (valutazioni espresse con il doppio ammortizzatore settato sulla posizione più morbida).
Come tutti gli scooter di questo tipo, che amo definire 'naked', la protezione aerodinamica è limitata alla zona delle gambe, mentre busto, braccia e casco risultano totalmente esposti, anche se un piccolo aiuto potrebbe arrivare dal cupolino opzionale (da non confondersi con l'improponibile parabrezza gigante).
D'inverno un paragambe sarebbe consigliabile, magari abbinandolo a moffole al manubrio.
Complessivamente comunque il comfort non è la sua arma migliore, limitato anche da qualche vibrazione leggermente superiore alla media, generata dal motore settato per girare sempre 'allegro'.


 

 

 

 

 

 

 

EXTRAURBANO
Velocità massima 90km/h. Ove indicato 70 o 110km/h.
Anche se è stato pensato prevalentemente per muoversi nel traffico, l'anima sportiva del marchio giapponese sembra aver preso il sopravvento, tanto che guidato in una strada di 'misto stretto' Sixteen riesce a divertire, nonostante la manciata di cavalli di cui dispone.
La ciclistica è veramente a punto, il telaio rigido, le sospensioni ben frenate e gli pneumatici di qualità lavorano bene, con l'impianto frenante che riesce a tenere sotto controllo anche i ritmi più sostenuti. Col vantaggio che pur 'piegando' senza riguardi, è veramente difficile strisciare cavalletti o quant'altro sull'asfalto (avendo l'accortezza di spostare leggermente il peso del corpo all'interno curva).
Al piacere di guida contribuisce un propulsore che offre sempre le massime prestazioni, grazie al CVT tarato in modo 'sportivo' che lo fa girare sempre al regime di coppia massima. In uscita di curva c'è così il necessario 'sostegno' nonostante potenza e coppia inevitabilmente limitati dalla ridotta cilindrata.
Se si esclude la protezione aerodinamica che è inevitabilmente modesta, l'impegno di guida metterà in secondo piano il giudizio sul comfort, sostenuto comunque da ad una posizione di guida corretta, alla sella ben imbottita e alle sospensioni né troppo rigide né troppo flaccide, di contro si segnalano solo vibrazioni percepibili, ma non fastidiose, a manubrio e pedana.


 

 

 

 

 

AUTOSTRADA
Velocità massima 130km/h, meno ove indicato e in caso di pioggia.
Gli scooter 'naked' hanno sicuramente tanti pregi, ne abbiamo parlato fino ad ora, ma l'autostrada è un po' fuori dalla loro natura, a meno che non si tratti di brevi tratti di tangenziale per raggiungere il posto di lavoro, o per avvicinarsi al percorso di una bella gita.
Il motivo è naturalmente la mancanza di protezione aerodinamica e dalle intemperie, che per chi usa lo scooter quotidianamente, sono 'dettagli' di una certa rilevanza.
In questo caso si aggiunge una cilindrata che offre prestazioni appena sufficienti a 'tenere' la corsia di destra (considerazione che vale anche per i concorrenti diretti).
Detto questo la ciclistica mantiene il suo rigore direzionale anche a velocità prossime a quella massima, che il GPS indica in 113km/h, equivalenti a circa 120 indicati al cruscotto.
Frenare forte dalla velocità massima richiede una certa pratica, ma l'impianto combinato anche in questo caso viene d'aiuto, nonostante si faccia sentire l'assenza dell'ABS in caso di fondo scivoloso.
Ovviamente sconsigliato il maxiparabrezza opzionale che scarica le turbolenze aerodinamiche direttamente sullo sterzo, peggio ancora se abbinato al bauletto, il cupolino opzionale invece potrebbe essere d'aiuto (dico potrebbe perché ovviamente andrebbe provato).


 

 

 

 

 

 

CONSUMI E COSTI
Nella prova consumo gli scooter di piccola cilindrata sono i più svantaggiati perché, escludendo i tratti urbani, per il resto vengono fruttati quasi sempre a piena potenza. soprattutto in autostrada. Nonostante questo la media rilevata di 27,7km/litro è apprezzabile, pur se leggermente superiore a due competitor già provati - Honda SH (29,6km/lit) e Sym HD2 200 (28,04km/lit) - probabilmente imputabile alla taratura 'sportiva' del CVT (e/o alle condizioni delle prove difficilmente replicabili).
Un po' troppo frequente invece la periodicità dei tagliandi che dopo il classico appuntamento dei 1.000km prevede passaggi in officina ogni 4.000km (o 12 mesi) quando è previsto anche il cambio olio motore.
Ogni 16.000km si cambia la candela, ogni 2 anni il liquido refrigerante e il liquido freni, mentre ogni 4 anni si sostituisce il tubo carburante e i tubi freno.
Non sono previsti rigidamente invece il cambio di frizione, variatore e cinghia che vengono ispezionati in occasione dei tagliandi e sostituiti quando necessario.


 

 

CONCLUSIONI DINAMICHE
Limitarlo all'uso cittadino è un vero peccato perché la ciclistica di prim'ordine offre belle soddisfazioni nelle strade tutte curve. Qualità che si possono comunque apprezzare, parzialmente, anche nel traffico urbano, dove Sixteen si muove agile e scattante, frena bene e riesce ad assorbire una buona percentuale di malformazioni stradali.
Il motore è sempre pronto allo scatto, ma anche molto reattivo ai minimi movimenti dell'acceleratore, un pregio per gli utenti 'sportivi', meno per i 'gentleman' e anche per i consumi.
L'impianto frenante fa bene il suo lavoro, mette a proprio agio i neofiti e soddisfa anche i più veloci, però manca di ABS (come i concorrenti), quindi massima attenzione!
Minima la protezione aerodinamica e dagli agenti atmosferici, condizione che si amplifica in caso di utilizzo autostradale, come i competitor del resto.
In generale comunque il giudizio sul comfort è accetabile, grazie a posizione di guida, sella e sospensioni, con solo vibrazioni di poco superiori alla media.


 

 

CONCLUSIONI FINALI
All'analisi statica non conquista, sarà per il look poco originale, per qualità costruttive e dotazioni nella media o per prestazioni dichiarate poco sotto la media. Del resto l'anzianità del progetto richiederebbe una rinfrescata, anche se tutto sommato il distacco dai migliori concorrenti non è poi così significativo.
A livello dinamico invece Sixteen tira fuori la grinta, sia in ambito urbano, dove risulta scattante e maneggevolissimo, sia nell'extraurbano dove i più 'smaliziati' ne apprezzeranno il rigore ciclistico, il generoso angolo di 'piega' e il supporto delle sospensioni.
Le prestazioni del motore sono magnificate dalla taratura del CVT, anche se lo rendono parecchio reattivo alla manopola dell'acceleratore e con qualche lieve vibrazione oltre la media.
Positivo il giudizio sull'impianto frenante, di tipo combinato, almeno in attesa che l'ABS si diffonda anche in questa fascia di prezzo.
Come per gli altri scooter 'naked' l'autostrada non risulta il suo ambito preferito, così come la protezione dalle intemperie, anche se il comfort è comunque accettabile grazie a sella, sospensioni e posizione di guida.
A livello di costi, abbastanza bene i consumi, meno la frequenza eccessiva dei tagliandi.
Considerando un prezzo di vendita 'reale' piuttosto appetibile, mi sento di consigliarlo soprattutto a chi mette la 'bella guida' ai vertice dei propri parametri di scelta.

Testo: Fabrizio Villa
Foto: Roberto Gimmi

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ABBIGLIAMENTO
Casco:
GiVi
'10.6D Visor
Sottocasco:
Buff® 'Original'
Giacca:
Tucano Urbano 'Steve AB
Guanti:
Tucano Urbano
'Calamaro'
Pantaloni:
Tucano Urbano
'Panta 24'
Stivali:
Tucano Urbano
New Carabà
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