>> MALAGUTI


 

 

 

 

 

ABBIGLIAMENTO
Casco: CABERG 'Justissimo'

 

 

 

 · Malaguti MADISON K 400
05/03/03
PROVA DI FABIO J.
pag 6/7
>>> Vedi anche: Anteprima, Descrizione, Prova su strada, Prova di Fabio S., Prova di Roberto, Prova di Andrew,

PREMESSA
Finalmente dopo tanta attesa la Malaguti ci consegna l’ultima versione del Madison K400, il modello di punta della casa bolognese.
Il restyling ha interessato solo qualche dettaglio estetico (scudo anteriore) e tecnico (cruscotto), ma, soprattutto, un particolare funzionale, la posizione e la conformazione degli specchietti retrovisori che ora non sono più integrati nella carrozzeria, ma montati direttamente sul manubrio. Tale modifica è senza dubbio di rilievo perché la versione precedente aveva una larghezza eccessiva (addirittura 86 cm, il maxi più largo in commercio) e ciò penalizzava il mezzo nell’utilizzo cittadino, anche perché i retrovisori erano pure alla stessa altezza di quelli delle auto.
La larghezza fuori tutto del mezzo è ora di circa 77 cm, una misura che ricolloca il Madison nella media degli altri maxi e gli specchietti, collocati ora all’altezza di 120 cm, non rischiano più di collidere con quelli delle auto.
Il K400 fa parte della ristrettissima classe dei maxi di 400 cc, formata dal Suzuki Burgman 400 e dal poco diffuso Motor Union Maxi 400. Nell’aprile 2003 dovrebbe essere previsto l’ingresso sul mercato del Benelli Velvet Dusk 400, equipaggiato con la stesso motore del Madison, e, forse, di un modello prodotto dalla Kymco.
Il K400 si colloca come concorrente diretto del Burgman 400 nei confronti del quale si avvantaggia per il minor peso (177 Kg contro 193 Kg) e la minore lunghezza (2,030 m contro 2,25 m).
Malaguti con il K400 ha fatto una scelta decisamente coraggiosa; in contro tendenza con i suoi concorrenti, infatti, prima di proporre uno scooter da 500 cc, come previsto dai suoi piani aziendali, ha giocato la carta della cilindrata intermedia, carta che, IMHO, potrebbe rivelarsi vincente.

MOTORE
Il motore è il nuovissimo Franco Morini a 4 valvole, derivato, con opportuni miglioramenti, dal motore Suzuki del Burgman.
Questa cilindrata, IMHO (In My Honest Opinion n.d.r.), è l’ideale per uno scooter, perché consente di mantenere l’economicità d’uso del mezzo (consumo contenuto e bassi costi di manutenzione) e permette l’utilizzo extraurbano del mezzo, con prestazioni di tutto rispetto.
La rumorosità è contenuta e non si avvertono fastidiose vibrazioni anche ad alto numero di giri. La potenza di circa 23 kW a 7000 giri consente al K400 di raggiungere i 140 Km/h effettivi.

ANALISI ESTETICA
Il Madison è, IMHO, molto bello. La linea è moderna e molto originale, completamente diversa dagli altri scooter. L’importanza attribuita dalla Malaguti al fattore estetico è dimostrata dalla circostanza che in sede di progettazione tali esigenze avevano addirittura travalicato quelle funzionali ed era, così, nato il primo Madison con gli specchietti integrati nello scudo. Probabilmente ascoltando i rilievi mossi dai suoi clienti, infastiditi dall’eccessivo ingombro del mezzo, la casa bolognese ha rivisto la splendida linea del mezzo riposizionando gli specchietti al manubrio.
Gli indicatori di direzione rimangono integrati in due appendici dello scudo che ricordano la precedente conformazione degli specchietti e che conferiscono, insieme al gruppo ottico (della forma di due occhi con un’espressione dura e cattiva) un aspetto senza dubbio molto aggressivo. La linea del posteriore non è particolarmente originale, ma è molto filante.

ANALISI STATICA
Il parabrezza di serie è stretto e di dimensioni ridotte e, sia a bassa che ad alta velocità, non protegge adeguatamente le braccia e le spalle, mentre fino a circa 120 Km/h di tachimetro riesce a deviare la maggior parte dell’aria dal casco. Le gambe, invece, sono ben protette dall’ampio scudo.
Le pedane sono abbastanza ampie ed in comune con il passeggero al quale, però, non rimane molto spazio.
Il tappo benzina è collocato sulla parte terminale anteriore della sella e la pistola per il rifornimento deve essere posizionata trasversalmente allo scudo; si deve, quindi, compiere una manovra piuttosto scomoda e la posizione non consente di controllare l’effettivo riempimento del serbatoio.
Sullo scudo troviamo uno sportello nel quale collocare piccoli oggetti, ma la sua presenza non ha consentito l’installazione del comodo gancio porta borse.
Nel tunnel centrale è ricavato un altro piccolo vano per contenere gli attrezzi ed altri piccoli oggetti, quali il blocca disco.
Il vano sotto sella è abbastanza ampio e può contenere un casco integrale, anche modulare, e un casco jet, oltre ad altri piccoli oggetti; data la sua conformazione, però, non è pienamente sfruttabile e se oltre ai due caschi vi è la necessità di alloggiare altri oggetti (come ad esempio l’attrezzatura antipioggia) è necessario installare il bauletto.
La sella è ampia e comoda e la sua apertura viene attivata ruotando in senso antiorario la chiave dell’accensione. Non c’è la luce di cortesia e il sistema di chiusura è certamente perfettibile
I pneumatici di serie sono i noti Maxxis che, essendo molto duri, hanno sì una limitata usura, ma non garantiscono un’aderenza adeguata alle prestazioni del mezzo.
Di serie sono installati sia il cavalletto centrale che quello laterale, entrambi molto efficienti e facili da attivare.
Il mezzo è dotato di frenata integrale ed il sistema è risultato molto potente. Una pecca è, però, rappresentata dall’eccessiva distanza delle leve dalle manopole, tanto che un pilota con una mano piccola potrebbe avere delle difficoltà ad utilizzare correttamente l’impianto frenante. La distanza, inoltre, non consente di modulare correttamente l’impianto frenante.
Nel cruscotto troviamo un efficiente computer di bordo che, oltre alle usuali funzioni, segnala il pericolo di ghiaccio sull’asfalto.
Per ragioni non comprensibili, Malaguti ha ritenuto opportuno dotare il mezzo di uno starter manuale e ciò complica un po’ la vita del neofita che deve abituarsi al suo funzionamento. In ogni caso l’accensione è comunque efficiente anche alle basse temperature, nonostante la presenza di un alternatore che è probabilmente sotto dimensionato perché con le luci accese e la freccia inserita, non riesce a mantenere costante la luminosità del display digitale.

ANALISI DINAMICA
La posizione di guida è eretta e centrale, quasi motociclistica. La visione della strada è totale grazie alla sella alta 81 cm. Le braccia devono essere tenute leggermente angolate e non stese come gli altri maxi. Per assumere una posizione più comoda, è possibile stendere le gambe e posizionare i piedi in un apposito spazio ricavato nello scudo che è tutt’uno con la pedana.
Il K400 non è una piuma, ma il suo peso si avverte (neppure tanto) solo nelle manovre da fermo quando, scesi dal mezzo, si deve parcheggiare. In movimento lo scooter è di una leggerezza sorprendente e la maneggevolezza, agevolata anche dalle dimensioni tutto sommato contenute per un 400 cc..
Nell’uso cittadino non vi sono difficoltà di sorta nell’infilarsi tra una macchina e l’altra e a zigzagare, se è necessario grazie anche ad un ridotto diametro di sterzata. Il controllo del mezzo è sempre totale. L’inserimento in curva è naturale e il mezzo in pratica piega da solo. L’unico appunto alla ciclistica è rivolto alle sospensioni posteriori che sono un po’ rigide ed assorbono poco le asperità della strada.
Tale rigidità costituisce, però, un vantaggio nella guida extraurbana ed autostradale perché il mezzo rimane inchiodato al terreno, anche sui famigerati e impegnativi curvoni autostradali.
I freni, come detto, hanno le leve un po’ dure, ma grazie al sistema di frenata integrale, gli spazi di arresto sono ridotti e il mezzo non si scompone mai anche in caso di panic stop.

PRESTAZIONI
L’accelerazione è molto buona, migliore di quella del’attuale Burgman grazie anche al peso minore. La progressione del variatore è costante e non presenta incertezze.
Da 0 a 100 Km/h il K400 arriva con una facilità estrema e il tachimetro arriva a segnare fino 146/147 Km/h che corrispondono a circa 140 Km/h effettivi. La ripresa è buona, anche se non eccezionale.

IMPRESSIONI FINALI
E’ certamente un ottimo mezzo, l’ideale compromesso tra l’esigenza di una guida cittadina ed extraurbana. Il K400, infatti, si trova a suo agio sia in città grazie al peso non eccessivo, alla lunghezza contenuta ed al buon angolo di sterzata.
Fuori città, grazie alla potenza del motore, i sorpassi sono un gioco da ragazzi e nelle percorrenze autostradali è possibile tenere una media quasi automobilistica.
Insomma, definirei il K400 uno scooter totale e non mi meraviglierei di ritrovarlo ai vertici delle classifiche delle vendite del suo segmento.
jacops

Testo: Fabio Jacopini
Foto: Francesco Roberti, Fabrizio Villa
Tester: Francesco Roberti

<<< ANTEPRIMA
pag 1/7
<<< DESCRIZIONE
pag 2/7
<<< PROVA SU STRADA
pag 3/7
<<< PROVA DI FABIO S.
pag 4/7
<<< PROVA DI FRANCESCO
pag 5/7
PROVA DI ANDREW >>>
pag 7/7
PROVA DI
in arrivo


 

 

 

 

 

 

COPYRIGHT CyberScooter, tutti i diritti riservati, per informazioni e contatti clicca QUI>>>