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SCHEDA
Cilindrata: 460 cc
Peso: 199 kg
Velocità: ND
Potenza kW: 27,5/6.750
Coppia Nm: 42/5.500
Norme: Euro 3
Prezzo: 5.499 Euro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ABBIGLIAMENTO
Casco: Project Lunar
Giacca:Mtech 'J. Viale'
Guanti: Tucano Urbano 'Long Softy'
Pantaloni:Tucano Urbano 'Super Light'

 

 

 

 · APRILIA ATLANTIC 500 SPRINT
28/02/05
TEST ANTEPRIMA
pag. 1/2
Vedi anche: Prova su strada,

Una bella presentazione, per uno scooter innovativo (più di quello che può apparire a prima vista), da parte di un'Aprilia tornata in splendida forma dopo l'acquisizione da parte del gruppo Piaggio di Roberto Colaninno.
Nell'inconsueta cornice di una Montecarlo orlata di neve si è tenuta la prima presentazione ufficiale del 'dopo Beggio', un evento importante che ha visto Leo Mercanti, Direttore Prodotto e Brand Aprilia fare gli onori di casa ad una folta schiera di giornalisti, non solo di settore.
È stata così chiarita la collocazione di Aprilia all'interno del gruppo toscano attraverso un concetto, quello di 'Active Driving', che riunisce piacere di guida, raffinatezza e originalità di progetto nell'immagine sportiva che da sempre contraddistingue il marchio veneto. Un concetto già ben visibile in SportCity 125/200 che si concretizza ulteriormente con Atlantic 500 Sprint.
In un mercato dove i maxiscooter si fanno sempre più maxi e forse meno scooter, a Noale si è avuto il coraggio di andare controtendenza, proponendo una sintesi fra i segmenti 250 e 500cc, coniugando compattezza e maneggevolezza dei primi, con prestazioni e comfort dei secondi, per una guidabilità da riferimento ad un prezzo molto invitante.

CONTESTO
È quello dei maxi monocilindrici da 400-500cc, il segmento più dinamico del momento, dove si gioca anche il prestigio e la capacità tecnologica delle Aziende.
Giustamente non si mette in concorrenza con altri prodotti Aprilia, visto che sostituisce il più opulento e turistico Atlantic 500, ruolo attualmente interpretato dall'originale e ben equipaggiato Scarabeo 500.
Poco proponibile anche il confronto con il più urbano Piaggio Beverly o il supersportivo Gilera Nexus. Più diretto il confronto col Piaggio X9 500, da sempre fra i più compatti nella categoria maxi, anche se meno a punto ciclisticamente, e con qualche annetto sulle spalle. Fra i competitor più recenti va segnalato il Malaguti SpiderMax, più voluminoso e costoso, ma con soluzioni ciclistiche all'avanguardia e il Kymco Xciting 500 di cui parleremo a breve su queste pagine. Meno prestanti e più costosi, ma con vani bagaglio più generosi e finiture più curate i giapponesi Suzuki Burgman e Yamaha Majesty da 400cc. Per chiudere il quadro ci permettiamo di scomodare lo Yamaha Tmax 500 che, pur ad un livello superiore per soluzioni costruttive e quotazione, ne condivide la destinazione d'uso: sportivi e compatti senza rinunciare ad eleganza e comfort.

LINEA/DOTAZIONE
Esteticamente riprende in toto l'Atlantic 125/250, da cui si differenzia nei fianchi posteriori accorciati per far posto al 'motorone' e nel manubrio, con piastra centrale in alluminio satinato, verniciato come la cornice della strumentazione. Ad un esame più attento si notano nuovi cerchioni di diametro maggiorato, oltre naturalmente a loghi e colorazioni personalizzate.
Come sapranno i più affezionati lettori, la serie 'piccola' dell'Atlantic ci è piaciuta sin dalla prima presentazione e riteniamo che quel pizzico di grinta in più offerta dal motore, che 'si fa spazio' nelle plastiche del retrotreno, gli abbia anche giovato.
Anche per le dotazioni si parte da quanto offerto nelle cilindrate minori, a cui si aggiunge l'utile antifurto elettronico, non il classico 'immobilizer', ma un modello completo di sensore di spostamento e avvisatore acustico, oltre alla predisposizione per il sistema di radio-interfono 'Radio Mob Control', per un valore complessivo, stimato da Aprilia, di 520 Euro. Non manca la presa da 12 volt nel sottosella illuminato.
Un confronto con l'Atlantic precedente non è però particolarmente favorevole, visto che rispetto a quest'ultimo si è 'perso' il computerino di bordo, l'hazard, lo schienale per il passeggero, l'apertura centralizzata di tutti i vani, l'asta per l'apertura della sella oltre alla diminuzione dello spazio per i bagagli, pur se entrambi piuttosto 'tormentati'.
Non hanno infatti entusiasmato la strumentazione datata, con lancette non illuminate, le quattro diverse serrature per accensione, vani bagaglio e serbatoio carburante, oltre al vano sottosella piuttosto irregolare, capace di ospitare un casco integrale e un demi-jet, ma non per una borsa 24ore.

CICLISTICA
Base di partenza è la versione 125/250 con l'utilizzo di un telaio ampiamente rinforzato, interasse, ruote e freni maggiorati, una forcella modificata e due ammortizzatori posteriori al posto di uno. Al contrario nel confronto con il vecchio 500 tutto appare ridimensionato, confermando gl'intenti del progetto Sprint sin dall'inizio.
Analiticamente troviamo: una forcella con steli da 35mm ed escursione di 105mm, due ammortizzatori a gas facilmente regolabili su 5 posizioni con 90mm d'escursione, ruote da 14 pollici con pneumatici tubeless 120/70 e 140/60, ant. e post. L'impianto frenante, di tipo integrale, utilizza la leva sinistra per comandare il disco posteriore da 220mm attraverso una pinza a doppio pistoncino e, attraverso una valvola ripartitrice, anche il disco anteriore da 260mm, attraverso un pistoncino della pinza flottante, mentre sui due restanti agisce la leva destra, da utilizzarsi nelle frenate più decise. Purtroppo manca il freno di stazionamento.
Come annunciato il peso si ferma a 199kg, la lunghezza arriva a 2.200mm, la larghezza a 815mm (al manubrio) e l'altezza a 1.370mm. L'interasse di 1.550mm segna un +70mm rispetto al 250 o -25 se paragonato al precedente 500cc.
La sella si trova a 780mm, il serbatoio carburante contiene 15 litri e come di consueto sono disponibili i cavalletti centrale e laterale, quest'ultimo con interruttore di sicurezza.

PROPULSORE
Un 'classico' su cui abbiamo speso fiumi di parole visto che è montato su tutta la concorrenza italica di pari cilindrata, stiamo parlando del Piaggio Master da 460cc, 4 valvole, albero a camme in testa e contralbero antivibrazioni, alimentazione ad iniezione e sensore per il blocco carburante in caso di caduta. Sviluppa una potenza di 27,5kW a 6.750giri con una coppia di 42Nm a 5.500giri, valori che si differenziano rispetto agli omologhi per una differente taratura: cala leggermente la potenza massima in favore di una curva di coppia più sostenuta.
È vincolato al telaio attraverso un'inedita doppia bielletta su silent-bloc radiali realizzata appositamente per il 500 Sprint e naturalmente risulta conforme alle normative antinquinamento Euro 2, attualmente in vigore.

PROVA SU STRADA
Il momento della verità era molto atteso, nonostante un clima piuttosto rigido e tracce di neve ai lati della strada. Come sempre molto bello il percorso di un centinaio di chilometri predisposto dall'impeccabile Beppe Gualini con curve e controcurve ambientate in splendidi panorami e una puntata in autostrada per saggiarne le doti velocistiche.
Una volta in sella non si notano differenze rispetto ai 'fratellini' e per scendere dal cavalletto basta una spinta sul manubrio e con inaspettata leggerezza si è pronti a partire. Il peso dichiarato sembra piuttosto realistico e le differenze con il 250cc sono minime. La sella è comoda, lo schienalino nella giusta posizione e si tocca terra senza particolari problemi, anche grazie alla pedana rastremata.
Disinserito l'antifurto si è pronti a partire, le pulsazioni tipiche del monocilindrico arrivano particolarmente ovattate e partendo si nota anche che nell'apri e chiudi è sparita la tendenza del retrotreno a sollevarsi, tutto merito del nuovo ancoraggio del propulsore al telaio.
Stupisce da subito l'accoppiata maneggevolezza-potenza, non facile da ritrovare nella concorrenza, che grazie all'aumentato raggio di sterzo, unito alla maggiore potenza del motore, permette di destreggiarsi nel traffico meglio che con il 250. La nuova taratura del propulsore rende più dolce l'erogazione rendendo meno ruvidi i bassi regimi e quindi più piacevole l'utilizzo urbano. Non che manchi di potenza, tutt'altro, ma l'erogazione fluida e senza flessioni ne permette un dosaggio millimetrico, facilitando il controllo di qualche scodata di potenza (cercata...) fuori dai tornanti. In uscita di curva infatti i 27kW ci sono tutti, e spingono con un'autorevolezza invidiabile. Se a questo quadro aggiungiamo che l'ottima guidabilità, già offerta dal 250 non ha perso nulla, nonostante un inevitabile aggravio di peso al retrotreno, è facile capire che lo Sprint 500, oltre ad essere molto piacevole ed intuitivo da condurre, è anche un osso duro quando c'è d'affrontare qualche bel tratto tortuoso. Rapido negli inserimenti in curva, che permette di effettuare anche a freni parzialmente tirati, offre una bella sensibilità e ampi margini di correzione a metà curva per poi chiuderla ruotando l'acceleratore e sfruttando la coppia a disposizione.
E la frenata? Molti si staranno chiedendo se i due dischi sono in grado di tenere a bada tutta la potenza erogata, e la risposta è si. Ferma restando l'impostazione 'scooteristica', con una prima parte della corsa di entrambe le leve piuttosto progressiva, utilizzandole entrambe, la frenata c'è, sempre modulabile ma anche decisa, insomma non fa affatto rimpiangere la terna di dischi solitamente utilizzata con questo propulsore.
Un po' duretto il reparto sospensioni, soprattutto nella prima parte dell'escursione, mentre poi il comportamento è corretto, contribuendo all'ottimo controllo del veicolo. Anche regolando gli ammortizzatori sul morbido permane una certa sensibilità sulle piccole asperità, ma pensiamo che sia un tributo difficilmente aggirabile senza compromettere l'ottimo equilibrio dinamico. Anche la forcella da soli 35mm, mostra di cavarsela discretamente, con flessioni appena percepibili solo 'staccando' davvero al limite.
I pneumatici Michelin Gold Standard, nonostante la bassa temperatura hanno mostrato una discreta 'comunicativa', ma per pieghe al limite si può trovare di meglio. Piuttosto elevato l'angolo di piega prima che il cavalletto strisci sull'asfalto, situazione riservata ai piloti più smaliziati e ben più episodica anche rispetto a scooter d'indole più sportiva.
Dopo le belle strade costiere e collinose, una rapida puntata autostradale conferma che i 460cc fanno la differenza anche in velocità, agevolando i sorpassi e portando lo scooter a circa 170km/h indicati. Nonostante la presenza di camion e curve ad ampio raggio, prese senza troppo rispetto per l'acceleratore, lo Sprint 500 ci ha assecondato appieno, ben più del sovradimensionato predecessore, senza subire le scie degli altri veicoli e mostrando notevole stabilità.
E allora il concetto di 'Active Driving' non è solo una trovata del marketing: lo Sprint 500 sembra di averlo sempre guidato sin dai primi chilometri e la confidenza che infonde permette una guida spigliata e redditizia sia ai piloti più smaliziati che ai neofiti.
Senza scomodare soluzioni tecnologiche innovative, ma armonizzando al meglio quelle a disposizione, i tecnici Aprilia hanno sfoderato un veicolo che mostra un equilibrio ai vertici della sua categoria.
Affascinati dal piacere di guida, abbiamo lasciato per ultima la protezione dagli agenti atmosferci, che risulta nella media per gambe e busto, con un parabrezza non eccessivamente alto, eventualmente integrabile, per i più alti o per l'inverno, con la versione maggiorata, opzionale, dotata anche di paramani.

CONCLUSIONI
Se lo Sprint 500 è indicativo del nuovo corso Aprilia, crediamo che le premesse siano delle migliori. La guida è sicuramente il punto forte dell'Atlantic in versione 2005: a suo agio nel traffico cittadino come in autostrada e sempre pronto a divertire nel misto, con un propulsore potente e progressivo, così come i freni, il tutto tenuto a bada da sospensioni un po' durette, ma efficaci. Buona la posizione di guida per pilota e passeggero e anche la protezione aerodinamica, insomma una volta in movimento risulta pressoché impeccabile.
Molto elegante e piacevole esteticamente, non sfugge a qualche appunto a livello di dotazione, prevalentemente a causa del sottosella meno capiente della concorrenza, della strumentazione essenziale e delle scomode serrature. L'antifurto di serie è sicuramente una buona cosa, ma l'inserimento automatico dopo 40" lo rende troppo invadente.
Considerazioni che si ridimensionano davanti ad una quotazione di 5.290 Euro, inferiore di almeno 500-1.000 Euro rispetto ai competitor più diretti, e addirittura 1.200 rispetto al prezzo di lancio dell'Atlantic 500 nel 2001.
Grazie alle economie di scala i prezzi calano e con l'affinamento tecnologico il piacere di guida cresce, rendendo l'Atlantic 500 Sprint un veicolo davvero trasversale e di sicuro successo commerciale, se poi migliorassero le dotazioni...

Testo: Fabrizio Villa
Foto: Milagro, Fabrizio Villa


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