Come dicevo all'inizio la presentazione
del Burgman 2006 è stata organizzata con
un'idea guida: 'la riscoperta
dei valori' e con un'ambientazione: la costa
occidentale del lago Maggiore.
Quasi come in una gita domenicale, abbiamo abbinato
il test del veicolo e le sessioni fotografiche ad
un vero e proprio percorso turistico alla scoperta
di angoli pittoreschi e di affascinanti laboratori
artigiani. Il percorso di 86 km, da Stresa a Cannobio
e ritorno è illustrato nella mappa allegata,
sotto la quale trovate anche i riferimenti per poterlo
ripercorrere, un suggerimento 'testato' per le prossime
uscite.
Va anche premesso che i limiti di velocità
imposti sulla strada costiera non superano mai i
60km/h, quindi, anche calcolando i 'canonici' 30km/h
di 'sforamento' non aspettatevi considerazioni sulle
prestazioni assolute o di tenuta sul veloce, ne
riparleremo più avanti con la prova su strada
completa.
POSIZIONE IN SELLA
Burgman 400 è rimasto uno dei pochi scooter
ad aver conservato un'impostazione di guida che
definirei 'comfort',
con sella bassa, busto leggermente reclinato all'indietro,
piedi allungati verso la pedana inclinata e braccia
distese ad abbracciare l'ampio manubrio. Una posizione
che personalmente trovo ideale per guidare in relax
anche per lunghi tragitti, ma che, grazie al baricentro
basso e alle doti della ciclistica consente
anche una guida spedita,
oltre le aspettative. L'ampia pedana consente di
cambiare posizione,
ad esempio con il busto eretto e le gambe a 45 gradi,
sempre comodamente appoggiati all'ampio schienale
(facilmente regolabile) e solo chi supera il metroenovanta
può avere interferenze con il retroscudo.
Anche se la sella è leggermente più
alta rispetto alle precedenti versioni, non si fa
nessuna fatica a toccare terra
con entrambi i piedi, pur non superando il
metroesessanta e parte del merito va anche alle
apposite 'svasature' della pedana.
Salire e scendere dal cavalletto centrale non richiede
uno sforzo particolare e il laterale è sempre
a portata di piede grazie alla piccola 'prolunga'.
Comandi e vani bagagli sono ben posizionati e gli
specchi retrovisori si distinguono per l'ampio
campo visivo. Piuttosto gratificante
la strumentazione: elegante, completa e di facile
lettura.
Il peso da fermo si fa sentire
e due quintali non vanno sottovalutati, soprattutto
se si è alle prime armi, ma è comunque
in linea con la concorrenza
monocilindrica da 400-500cc.
STRADE EXTRAURBANE
Come anticipato la prova non ha contemplato tratti
urbani ed autostradali, ma solo strade extraurbane,
con tratti pianeggianti rettilinei, curve a medio
raggio, tornanti strettissimi e ripidi sali-scendi:
un campionario di situazioni comunque probanti,
in attesa di un test più approfondito.
Sarà che il Burgman 400 è per me una
vecchia conoscenza, avendo guidato tutte le versioni
per svariate migliaia di chilometri, ma ogni volta
che ci risalgo ritrovo quell'equilibrio
complessivo che rende la guida facile e al
tempo stesso gratificante. La versione 2006 non
fa eccezione, anzi mette subito in mostra i miglioramenti
apportati.
La prima cosa che noto è l'estrema corrispondenza
fra l'apertura del gas e le reazioni del motore,
segno che l'andamento di coppia del propulsore è
ben rapportato con la trasmissione. Partire richiede
una ridotta rotazione dell'acceleratore e nessun
ritardo alla risposta, poi l'accelerazione rimane
costante con l'ago
del contagiri che passa dai 5000 ai 6000giri fino
a sfiorare i 100km/h. Chiedendo maggiore potenza
la progressione si fa più vivace,
senza strappi o vibrazioni, e si raggiungono presto
velocità 'off-limits'.
Lo scooter appare anche più 'solido'
grazie alla ruota anteriore di maggior diametro
e alla superiore sezione di gomma che poggia a terra.
Favorevole anche il responso delle sospensioni che
assorbono meglio che sui competitor le imperfezioni
dell'asfalto, offrendo un comfort di primo
livello, risultando al contempo sufficientemente
frenate, anche aumentando il ritmo.
Altro vantaggio è l'aumentata
luce a terra che consente pieghe più accentuate
prima che i cavalletti striscino sull'asfalto, limite
(43 gradi) che si riesce a raggiungere grazie alla
neutralità con cui il Burgman passa da una
curva all'altra e alla sicurezza trasmessa dalle
ottime Bridgestone Hoop.
Mi sento però di fare un appunto ai freni,
passati dal sistema 'combinato' (delle precedenti
versioni) a quello 'tradizionale':
niente da dire sulla potenza frenante e sulla modulabilità
dei tre dischi, solo che in caso di frenate da 'panic
stop' è molto più facile arrivare
al bloccaggio, anche
di entrambe le ruote, in particolare su fondo bagnato.
Avrei di gran lunga preferito l'affiancamento dell'ABS
alla frenata combinata, oppure anche a quella tradizionale,
invece il sistema antibloccaggio non è stato
previsto, per non gravare sul prezzo finale dello
scooter. Cinquecento euro destinati alla sicurezza,
che gli utenti 'evoluti' a cui si rivolge uno scooter
di questa classe non dovrebbero considerare un ostacolo,
ma anzi, un'opportunità.
Altro appunto alla sospensione posteriore, che senza
il 'pomello' di regolazione presente sulle versioni
precedenti, risulta praticamente
impossibile da regolare, annullando parzialmente
un significativo vantaggio nei confronti del suo
avversario diretto.
Le 'critiche' però si fermano qui, anzi ai
pregi va aggiunta l'ottima
protettività dello scudo e del parabrezza,
eventualmente ampliabile con quello maggiorato,
a cui 'sfuggono' solo le mani.
A dispetto delle dimensioni la maneggevolezza va
annoverata fra i pregi
e già a bassissima velocità il peso
sembra sparire, mentre
slalom e i tornanti si affrontano con incredibile
naturalezza. Merito
anche della prontezza del motore, del baricentro
estremamente basso e dell'eccellente equilibrio
raggiunto dalla ciclistica. Equilibrio che non si
limita al passo di trotto, ma consente un passo
spedito, al limite dello sportivo, sempre
in un'ottica scooteristica, naturalmente.
Non avendo un passeggero,
non ho considerazioni circostanziate sulla sua sistemazione,
anche se la posizione 'soprelevata' e l'assenza
dello schienalino non dovrebbero aver giovato alla
sua comodità.
COMPETITOR
Il segmento dei 400cc è stato fino ad ora
ingiustamente trascurato anche se rappresenta la
cilindrata ideale per passare disinvoltamente dalla
città all'autostrada, a costi ancora contenuti
e infatti ultimamente si sta affollando.
Lo Yamaha
Majesty è l'avversario diretto:
uguale nel prezzo e molto simile per dotazioni e
qualità, è un po' lento allo spunto
ed in salita. L'Honda
Silver Wing è l'unico bicilindrico
di questa cubatura e ha anche il motore solidale
al telaio, ha due freni a disco anziché tre
(ma non è dal numero dei dischi che si giudica
la frenata), non si distacca gran che per dotazioni
e qualità, pesa di più, ma costa 200
Euro meno.
È notizia di oggi la presentazione alla stampa
del Piaggio X8 400
(assieme al Beverly 400), segno che anche i produttori
italiani hanno deciso di entrare in questo segmento,
dopo il tentativo di Malaguti, con il Madison.
ACCESSORI
I primi a cui si pensa sono schienale
passeggero e bauletto,
ovviamente sono disponibili, ma consiglio il primo,
visto che con il gigantesco sottosella a disposizione
è un peccato sbilanciare la ciclistica con
un voluminoso e pesante bauletto. Per i più
alti è disponibile il parabrezza
maggiorato, ma valutate che il bordo superiore
sia più basso rispetto agli occhi, per non
limitare la visibilità, soprattutto in caso
di pioggia.
A breve arriveranno anche alcune plastiche
verniciate del retroscudo (di gusto un po'
teutonico) e il navigatore
satellitare.
Un po' poco rispetto al fornitissimo catalogo giapponese.
CONCLUSIONI
Come sempre nelle presentazioni stampa si tratta
di considerazioni sulla base di un breve assaggio
su strada, tuttavia sufficiente ad apprezzare le
principali migliorie che Suzuki ha saputo apportare,
pur senza stravolgere l'apprezzato veicolo che arriva
a sostituire.
Miglioramenti orientati ad un concreto riscontro
su strada: così la potenza cresce ed è
anche meglio accordata alla trasmissione, la ciclistica
è più rigorosa pur sfruttando sospensioni
confortevoli e i vani bagagli crescono assieme alla
completezza della strumentazione e alla cura dei
particolari. Per questo stupiscono alcuni dettagli
come la difficile regolazione dell'ammortizzatore
posteriore, il posizionamento sempre troppo elevato
del passeggero e soprattutto l'assenza di una versione
ABS.
Si tratta comunque di uno scooter ai vertici della
sua classe e in grado di soddisfare un utilizzo
davvero a 360gradi, certo i concorrenti sono sempre
più numerosi, agguerriti e in grado di lottare
per le zone altre della classifica di vendita.
Testo: Fabrizio
Villa
Foto: Alex
Foto, Fabrizio
Villa, originali Suzuki
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