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PREGI
Costruzione
Comfort
Frenata
Motore
Sospensioni
Guida
Maneggevolezza
Stabilità
Sound

 

 

 

 

 


Il Tmax Club in pista

 

 

 

ABBIGLIAMENTO
Giacca: Spidi Jackal

 

 · Yamaha TMAX 500 ie '04
24/11/04
PROVA SU STRADA
pag. 2/2
Vedi anche: modello 2001/2003, Descrizione,

Ogni volta che ci avviciniamo al test di un veicolo particolarmente significativo cerchiamo di trovare un valore aggiunto alla recensione per rappresentare al meglio il veicolo. La prova della versione 2001-2003 era scritta da quattro tester diversi, questa volta invece abbiamo lavorato alla stesura di un unico punto di vista per lasciare spazio ad altre opinioni a cura dei lettori. La chicca di questa prova, con particolare riferimento a quella dinamica, è la collaborazione di Dario Ighina, fondatore del Tmax Club e redattore in forza a CyberScooter, che ci ha aiutato a sviscerare ogni sfumatura del bicilindrico giapponese. Circa 2.000 i chilometri percorsi dalla redazione, oltre 15.000 quelli 'accumulati' da Dario sul suo esemplare 2004.
Anche se sappiamo che siete incontentabili, speriamo di lasciarvi con ben pochi interrogativi al termine di questo articolo.

POSIZIONE IN SELLA
Tale e quale la versione precedente, quindi piuttosto eclettica, anche se va detto che lo schienalino, pur regolabile, risulta sempre troppo arretrato per offrire un appoggio efficace. Altezza e larghezza della sella limitano un po' l'accesso a chi non raggiunge il metro e settanta, mentre chi supera il metro e novanta può trovare qualche interferenza fra ginocchia e manubrio. Bene il passeggero, che ha una porzione di sella poco appariscente ma efficace, pedane ben disposte ed un maniglione meglio sagomato del precedente.
I movimenti da fermo richiedono sempre un certo impegno per via della resistenza offerta dal gruppo trasmissione, e del peso che in ordine di marcia supera i 220kg, quindi meglio operare a motore acceso.
Il cavalletto laterale è solido e facile d'azionare, mentre il centrale richiede un certo impegno fisico.

SOUND
Non abbiamo mai approfondito l'argomento perché in genere negli scooter il 'rombo' allo scarico non è molto coinvolgente, ma quello del Tmax 2004 è davvero accattivante. Appena più sordo ed evidente del modello precedente, appaga l'orecchio ad ogni accelerazione. Un piacere tutto motociclistico che le Aziende concorrenti non dovrebbero sottovalutare, del resto se Ducati ed Harley hanno brevettato il loro 'suono' un motivo ci sarà.

CITTÀ
I primi metri in sella sono tutti tesi a percepire le differenze con il modello precedente che conosciamo piuttosto bene. Le sospensioni sembrano leggermente più sostenute e subito dopo appare evidente una maggiore propensione a zigzagare nel traffico, richiedendo minore impegno nei cambi di direzione. Non ci saremmo aspettati un simile comportamento con una ruota posteriore più larga ed una forcella più massiccia, ma il risultato ci ha piacevolmente sorpreso.
Altra differenza pur meno evidente è un freno motore leggermente meno incisivo, forse preferibile per una fluidità di marcia ancora maggiore soprattutto nell'apri/chudi. Fluidità in minima parte imputabile all'alimentazione ad iniezione, vista l'estrema dolcezza della versione precedente. Anzi, un confronto diretto rivela una seppur minima ruvidità in più con l'iniezione, intorno ai 3-4.000 giri. Stiamo davvero 'pignolando' perché il confronto con i monocilindrici è improponibile, e neppure gli altri bicilindrici sono altrettanto dolci e reattivi. A questo risultato contribuisce sicuramente un gruppo trasmissione estremamente a punto. Abbiamo provato a sottoporlo a stress di ogni tipo, in svariate condizioni climatiche e non abbiamo riscontrato alcun difetto. Le vibrazioni, i 'muggiti' e gli slittamenti, riscontrabili in altri modelli, sono semplicemente sconosciuti.
Il risultato è che l’azione cittadina è divertente, nelle partenze ai semafori si dispone di uno scatto bruciante, che impegna anche le moto più prestanti.
Tornando alla ciclistica è evidente anche il migliore funzionamento del reparto freni a tre dischi. La forza frenante è disponibile anche senza tirare troppo le leve, l'incremento è direttamente proporzionale alla forza esercitata, e la potenza superiore a quella già valida della precedente versione. Il tutto coadiuvato da una forcella più solida e non più stressata dall'azione del disco singolo. Il freno posteriore è sempre un po' esuberante e se stimolato arriva al bloccaggio, quindi occhio, soprattutto col bagnato.
Proprio in caso di pioggia si percepisce una minore aderenza al fondo stradale, saranno le Dunlop radiali o la maggiore rigidità strutturale, ma soprattutto sul pavé e sui fondi viscidi si consiglia una guida circospetta.
Sicuramente meglio farà la versione ABS, che siamo ansiosi di testare, ma già con le Bridgestone il problema è meno evidente.
Il comfort invece non ne soffre, le sconnessioni del fondo stradale sono ben assorbite, anche grazie a particolari cuscinetti in gomma posti fra il manubrio e la piastra. Stiamo sempre parlando di un veicolo sport-tourer quindi l'assetto non si può dire 'burroso', ma le sospensioni a lunga escursione, con la posteriore sgravata dal peso del motore, lavorano piuttosto bene.

STRADE EXTRAURBANE
Siamo nel territorio ideale per il Tmax 500, come e più che con la versione a carburatori. Non tanto per le prestazioni del motore, che risultano pressoché allineate. Nonostante l'incremento di potenza e coppia nei dati dichiarati, forse perché 'assorbiti' dalla più esigente normativa Euro 2, l'effetto nella guida è modesto.
Fatto tesoro di tutte le qualità dinamiche precedenti, questa nuova versione ha di fatto azzerato la tendenza ad allargare in curva, richiedendo minore impegno fisico e un più ampio margine di correzione nella conduzione più spigliata. Sensazione già avuta nel traffico e che si apprezza ancora di più nella danza fra le curve, in una bella strada di montagna. La discesa in piega è precisa e veloce, si può contare su di un appoggio generoso, che consente una percorrenza di curva davvero invidiabile. La gomma posteriore, dalla sezione maggiorata, garantisce anche una migliore trazione nelle accelerazioni in uscita di curva, avvicinando ancor più il Tmax alla guida di una moto.
In queste condizioni si arriva a sfruttare al meglio la frenata, ancora più potente e modulabile e la precisione della forcella, più 'sostenuta' e con steli maggiorati.
Complessivamente si può tenere un passo più spedito (molto spedito...), osando di più nell'ingresso in curva, con minore impegno fisico, ma con la stessa piacevolezza di guida e quel feeling sulla ruota anteriore che ci aveva ammaliato fin del modello a carburatori.
In caso di asfalto bagnato valgono le considerazioni fatte in ambito urbano, cioè prudenza. Abbiamo testato sia le Dunlop che le Bridgestone: le prime sono eccezionali con fondo caldo e asciutto, ideali per una conduzione sportiva, mentre le Bridgestone digeriscono meglio la pioggia pur comportandosi bene su fondo asciutto, risultando quindi più eclettiche. Stanno arrivando anche pneumatici Michelin e Pirelli, sempre radiali, vi faremo sapere.
Prendendoci la mano, il cavalletto centrale arriva presto a contatto con l'asfalto nelle pieghe, limitando un po' il piacere di guida.
Fino ad ora abbiamo privilegiato l'analisi di una guida sportiveggiante, come del resto auspicato dal cliente tipo, ma anche volendo fare del turismo più rilassato, il Tmax non mostra il fianco a critiche. Non si nota pressoché alcuna vibrazione, sia alle pedane che alla sella. La protezione aerodinamica è di buon livello, il reparto sospensioni efficace e la posizione di guida abbastanza comoda. Meglio sarebbe poter disporre di uno schienalino più avanzato e di un manubrio più rialzato, per rilassare la schiena nelle percorrenze più elevate, ma sarebbe ancora un Tmax?
La situazione del passeggero è ben congegnata, con un rapporto sella-pedane adatto a varie stature e con il vantaggio di viaggiare allo stesso livello del pilota e non troppo lontani.
Purtroppo l'ammortizzatore posteriore non regolabile condiziona la guida a due, soprattutto se gravata dal peso di ulteriori bagagli. L'assetto si sbilancia all'indietro e nelle pieghe il cavalletto centrale arriva più facilmente a contatto con l'asfalto, generando 'raschiate' poco rassicuranti, soprattutto per il trasportato. Speriamo che, se non Yamaha, almeno un produttore aftermarket offra un prodotto alternativo. Pare però che la particolare tipologia dell'ammortizzatore che lavora 'in trazione', determini un costo produttivo piuttosto elevato, fattore che ad oggi sembra aver scoraggiato le Aziende specializzate.

AUTOSTRADA
Nella guida autostradale, si estremizzano i concetti fin qui espressi, ovvero: le qualità ciclistiche si fanno più preziose con il crescere della velocità, che il bicilindrico da oltre 32kW sa offrire, mentre il comfort e la protezione aerodinamica, alla lunga, offrono il fianco a qualche appunto.
Limiti di velocità a parte (...), se vi piacciono i tratti guidati, con tante belle curve veloci, allora scoprirete che stabilità e maneggevolezza sono cresciute ulteriormente: si scende in piega con la sicurezza di una moto, e molto più rapidamente che con la versione 2003, la stabilità è assoluta e anche le rare oscillazioni che si potevano verificare precedentemente, nelle curve prese alla massima velocità, sono sparite, così come la tendenza ad allargare la traiettoria.
La ruota posteriore da 15" unita ad un assetto rivisitato e un po’ più rigido, trasmettono al pilota sensazioni di controllo totale, mai minato da fondi stradali con avvallamenti o sconnessioni. E così facendo il cavalletto centrale continua a soffrire...
La velocità massima va dai 170 ai 180km/h di tachimetro (parecchio ottimistici...), comunque superiore a quella del 'vecchio' modello, segno che il rendimento ai massimi regimi è migliorato.
Viaggiando a velocità elevate, la frenata si conferma corposa ed efficace pur senza richiedere uno sforzo eccessivo, a vantaggio di sensibilità e modulabilità. Certo non tutti avranno il coraggio di 'pinzare con forza' viaggiando spediti, con il rischio di arrivare al bloccaggio, specialmente del posteriore, per questo motivo aspettiamo con ansia la versione ABS, che dovrebbe consentire un significativo passo avanti in tutte le situazioni critiche.
Con la pioggia non è il caso di azzardare troppo, questa è una regola da osservare sempre, ancor più su veicoli caratterizzati da un assetto rigido e pneumatici a larga sezione.
Affrontare un lungo trasferimento sugli 'eterni' rettilinei della A1, magari ai 130km/h di legge, offre tutto il tempo per valutare ogni singolo spiffero e ogni cellula nell'imbottitura della sella. In questo frangente il Tmax non può competere con il maggiore comfort dei concorrenti bicilindrici, più orientati in senso turistico. La posizione leggermente inclinata del busto verso il manubrio con l'impossibilità di arretrare le gambe, non consente una distribuzione dei pesi ideale, che alla lunga grava sulla schiena, non sorretta dallo schienalino troppo arretrato. Assumere la classica posizione 'dello scooterista', con le gambe allungate, è possibile visto lo spazio a disposizione, ma richiede braccia lunghe per arrivare al manubrio. A questo si deve aggiungere qualche turbolenza trasmessa dal parabrezza alla sommità del casco, che consiglia l'uso di un integrale, e qualche corrente d'aria alle gambe. In compenso non filtra nessuna vibrazione e l'imbottitura della sella è sempre all'altezza.
Sono considerazioni di guida dopo centinaia di chilometri, perché sappiamo che molti lettori di CyberScooter non si tirano certo indietro, mentre nella gita domenicale, o anche in un week-end al mare vi sembrerà di stare in poltrona!
La situazione si ribalta per il passeggero, che viaggiando più o meno alla stessa altezza del pilota, viene protetto da quest'ultimo e dal parabrezza, in modo migliore che sui competitor con sontuose selle a 'due piani' e, se sorretto dal poggiaschiena opzionale, avrà ben poco di cui lamentarsi, anzi viaggerà più comodo del pilota anche alle alte velocità.

AL LIMITE
Ebbene sì, abbiamo anche avuto l’occasione di provare il Tmax in pista. Valgono le considerazioni dei paragrafi precedenti, ma senza “inibizioni” legate alle regole della circolazione su strada. Gas sempre aperto e pieghe al limite con ginocchio a terra. E’ indispensabile provvedere allo smontaggio del cavalletto centrale ed è anche fortemente consigliabile sostituire le 'pance' delle carene poiché si grattano in modo orribile.
Si raggiungono angoli di piega davvero emozionanti, la compostezza del mezzo è caparbiamente mantenuta, e anche anticipando l'apertura del gas ancora in piega, il mezzo non si scompone, talvolta oscilla leggermente, ma senza nulla togliere al completamento della curva. Le frenate si fanno impegnative ma lo costanza della resa è mantenuta, solo dopo parecchi giri tirati si comincia ad accusare un allungo degli spazi di rallentamento. A secondo della pista, quello che manca è una maggior potenza del motore nei rettilinei, per tenere testa alle 'moto tradizionali' di cilindrata simile, ma nei tratti guidati non ha paura di nessuno.

CONSUMI E COSTI
Complessivamente, rispetto alla precedente versione, l'iniezione consente di risparmiare quasi un litro ad ogni pieno, con vantaggi anche in termini d'autonomia.
In città, con un’andatura decisa e continue accelerazioni i consumi si attestano sui 13-14 km/litro, al contrario una condotta più 'urbana' sposta le rilevazioni sui 16-17 km/litro. Su strade extraurbane, cercando di mantenere un’andatura non troppo veloce, il consumo raggiunge anche i 20-22 km/litro, addirittura 24 rispettando alla lettera i limiti di velocità! In autostrada, sempre rimanendo nei limiti, si percorrono mediamente più di 20 km/litro con un'autonomia variabile da 250 a 280 km. Se però si tiene sempre la manetta aperta, allora il consumo scende inesorabilmente a 10-11 km /litro.
I costi e tempi dei tagliandi sono allineati alla tabella di manutenzione del precedente modello che prevede tagliandi principali ogni 10.000 km, con cambio filtri ed olio, mentre ogni 20.000 si procede alla sostituzione dei medesimi più l’olio trasmissione e la non certo economica cinghia di trasmissione V-belt. Ogni 5.000 è richiesto solo il cambio dell’olio. Approssimativamente i tagliandi dei 10.000 vedono un esborso intorno ai 200 euro, mentre ai 20.000 si passano i 400. I dati sono acquisiti dal mercato grazie alla collaborazione di preziosi utenti.
Le pastiglie anteriori e posteriori hanno una vita media compresa tra i 15.000 ed i 30.000 km, ma molto dipende dalle abitudini di guida.
In conclusione non parliamo certo di tagliandi economici, ma allineati a quelli della 'solita' concorrenza bicilindrica, solo leggermente più ravvicinati. In compenso al termine dei due anni di legge, la garanzia Yamaha prevede un ulteriore anno offerto dall'importatore italiano che, pur con qualche limitazione, offre una tutela in più.

COMPETITOR
Abbiamo sempre considerato i bicilindrici un mondo a parte, sia per le raffinatezze costruttive che per l'inarrivabile piacevolezza d'erogazione ed infatti i confronti si concentrano sugli Honda e Suzuki che conoscete bene, ma questa volta non possiamo esimerci dal considerare anche un monocilindrico, il Gilera Nexus 500, da alcuni definito l'anti Tmax per le sue caratteristiche spiccatamente sportive. Abbiamo già pubblicato dei test anteprima, ma stiamo sviluppando una completa prova su strada che potrete leggere prossimamente. Il confronto è assolutamente proponibile visto che, nonostante ciclistica e propulsore risultino meno sofisticati, il Nexus raggiunge un ottimo equilibrio dinamico, in grado d'impensierire il Tmax e forse superarlo in prestazioni pure. Perde il confronto dal punto di vista del comfort, dell'ecletticità, della piacevolezza del propulsore e della qualità generale, valutazioni che vanno però ricondotte ad un prezzo di listino di ben 2.090 euro inferiore.
L'Honda Silver Wing 600 ha una destinazione tipicamente turistica, con posizione di guida e volumi per i bagagli adeguati, ma possiede anche un motore molto potente, soprattutto agli alti regimi, che sopravanza il Tmax con autorevolezza, peccato che la ciclistica non sia in grado di gestirne le performance sul veloce e richiami ad una condotta più marcatamente touring. Inaspettatamente facile da guidare in città e nel misto anche stretto, ha ampi margini di piega e se la cava meglio che sul veloce. Il prezzo di listino risulta leggermente inferiore, ma contrattando si spuntano prezzi molto più interessanti. Disponibile anche nella versione ABS.
Il Suzuki Burgman 650 appare monumentale al confronto del Tmax e infatti comfort, vani bagagli ed anche peso, sono ai vertici assoluti della categoria, in più dispone dell'esclusivo cambio sequenziale. In città e anche nel lento è piuttosto agile e sono solo dimensioni e peso a limitarlo. In compenso il motore è davvero possente ad ogni regime e sopravanza il Tmax, nei confronti del quale non possiede timori reverenziali neppure sul veloce guidato, dove sfoggia la massima solidità. Solo nel misto tirato la maggiore inerzia e una trasmissione meno efficace lo penalizzano un po'. Prezzo inferiore di 300 euro e costi di manutenzione leggermente ridotti, soprattutto per via della cinghia garantita a vita. La versione Executive è equipaggiata con ABS. Entrambe le quotazioni sono piuttosto 'trattabili' al dettaglio.
Un confronto con le motociclette vede il Tmax affiancato a bicilindrici sport touring come Honda CBF 500, Kawasaki ER-5 e Suzuki GS 500 valutando la sola cilindrata, oppure a Bmw R1150RS, Ducati ST3, Honda CBF 600, Honda VFR e Yamaha TDM 900 se valutiamo la destinazione d'uso, oppure anche Ducati Monster 620/800, Honda Deauville, Suzuki SV650 e Yamaha BT1100 in una valutazione più ampia. Impossibile fare valutazioni incrociate, ma un dato lo possiamo trarre, il Tmax è un veicolo davvero trasversale, in grado di confrontarsi con esigenze apparentemente molto diverse finendo per soddisfarne molte.

CONCLUSIONI DINAMICHE
Migliorare quello che era il riferimento per il mondo 'scooter' non era certo facile, ma questa prova ci ha convinto che, con interventi mirati e senza stravolgere un prodotto nato bene, si possono raggiungere livelli di equilibrio complessivo tali, da fare del Tmax un modello ormai a se stante. Rileggendo l'articolo siamo riusciti a trovare veramente poche pecche e se solo Yamaha si decidesse a dotare i propri scooter di ammortizzatori posteriori regolabili (vale anche per il Majesty 400) avremmo ben poco da recriminare.

CONCLUSIONI FINALI
Equilibrio, continuiamo a pensiamo che sia questo il vero segreto del Tmax, un po' come per la Honda VFR nel mondo moto, ma il bicilindrico di Iwata ha saputo farlo in modo trasversale superando i mondi, sempre più fittizi, della moto e dello scooter: divertendo i 'motociclisti' nella guida più impegnata, gratificando i 'modaioli' nelle soste in centro e donando un inatteso piacere di guida agli scooteristi quotidiani, anche nel traffico urbano.
Un risultato non certo facile, rincorso da schiere di esperti di marketing attraverso mode successive, dalla naufragata 'moto intelligente' fino all'attuale 'supermotard addomesticata'.
Molti stanno ancora aspettando la moto automatica e non si sono accorti che se ne vendono 10.000 l'anno, fin dal 2001, con il marchio dei tre diapason.
Se Yamaha saprà gestire questo vantaggio con un'evoluzione intelligente del veicolo, non necessariamente conservativa, potremmo trovarci fra qualche anno (un paio?) a scrivere che il Tmax si è migliorato ancora.
È vero, costa caro, e anche mantenerlo non è uno scherzo, ma come recitava pochi annui fa la pubblicità di una elegante cabriolet "si vive una volta sola..." e se 9.000 euro ve li potete permettere, crediamo che siano ben spesi..

Testo: Fabrizio Villa
Consulenza: Dario Ighina
Tester: Dario Ighina, Fabio Jacopini, Fabio Scotti, Fabrizio Villa
Tester nelle immagini: Fabio Scotti e il Tmax Club
Foto: Monica Il Grande


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DIFETTI
Manovrabilità
Spazio bagagli
Guida sul bagnato
Sospensione post. non regolabile
Cavalletto sporgente

 

 

 

 

 

 


Il Tmax Club in pista

 

 

 

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