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PREGI
Cambio: eclettico
Motore: possente
Protezione: totale
Ciclistica: a punto
Stabilità: elevata
Stabilità: inaspettata
Freni: potenti e ABS
Comfort: al top
Cruscotto: completo
Specchi: elettrici
Costruzione: curata
Bagagliai: enormi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ABBIGLIAMENTO
Casco: Nolan N 83
Casco:
Vemar Halley
Giacca:
Spidi Jackal
Guanti: Sparco Downtown

 

 

 

 · Suzuki Burgman 650 Executive
18/06/04
TEST SU STRADA
pag. 1/1
>>> Vedi anche: la prova del Burgman 650 'base'

Scooter, maxiscooter, iperscooter, moto automatiche, in poco più di un quinquennio il mondo dello scooter ha fatto un balzo tecnologico maggiore che nei precedenti 50 anni e il Burgman 650 Executive si può certo definire il prodotto più evoluto attualmente disponibile sul mercato. Non ce ne vogliano le altre Aziende, ma il livello tecnologico e prestazionale, nel suo complesso, è davvero notevole e volendo ripescare il tanto abusato discorso sulla moto automatica, ci sembra ne rappresenti una delle interpretazioni più riuscite.
Difficile definire ormai cos'è uno 'scooter' e cosa una 'moto': basti pensare che lo 'scooter' nasce agl'inizi del secolo scorso applicando un motore ad una sorta di monopattino con la sella, ma bisognerà aspettare il 1946, con il primo esemplare di Vespa, per vedere questa tipologia di veicoli imporsi sul mercato. Ma sarà l'Honda CN 250, seguito dal Suzuki Burgman 400 e dallo Yamaha Tmax 500 a sconvolgere l'idea di 'scooter', passando dal semplice veicolo per il trasporto urbano e le brevi scampagnate ad un veicolo più completo, comodo e prestazionale, arrivando a rivaleggiare con le classiche 'moto' da turismo, pur mantenendo, chi più, chi meno, quell'ecletticità da veicolo tuttofare che l'idea si scooter ancora pretende. Ma l'evoluzione non si ferma e la nuova generazione di 'cyber-scooter' (come ci piace etichettarli) visti allo scorso MotorShow di Tokyo non può che farci fremere nell'attesa.
Torniamo quindi al 'nostro' Burgman 650 Executive, arrivato in redazione nella sua lucida livrea nera, con soli 131km all'attivo e ancora quell'odore di nuovo: profumo per tutti gli appassionati.
Come ben saprà chi ci segue, del Burgman 650 abbiamo già pubblicato una delle più esaustive prove disponibili online, e altri solerti lettori hanno aggiunto le loro considerazioni, quindi perché tornare sull'argomento? Perché con l'inizio del 2004 è stata commercializzata la versione denominata Executive, che aggiunge alcuni elementi tecnico-funzionali che i 'moto-scooteristi' più esigenti non mancheranno di apprezzare.
Andando a rileggere la nostra prova precedente, sembra quasi che Suzuki abbia seguito i nostri consigli alla lettera, non sarà esattamente così, ma gl'interventi sul nuovo modello vanno a risolvere quei 'punti deboli' evidenziati dalla prima versione, con la bella notizia che il prezzo è rimasto praticamente invariato! O meglio l'Executive si attesta più o meno alla quotazione precedente, mentre il modello 'base' (si fa per dire...) scende a 8.390 Euro per la gioia dei futuri acquirenti e qualche mugugno da parte degli attuali proprietari.
Per non ripeterci, vi invitiamo a ritornare alla prova dello scorso anno (che abbiamo minimamente aggiornato), anzi vi consigliamo di tenerla aperta in un'altra pagina, per avere un quadro generale, mentre qui ci concentreremo sulle novità e il loro impatto nella conduzione su strada.

LINEA
Non che cambi molto, ma il nero si sa 'smagrisce' e questa colorazione ci è piaciuta più di quella 'silver' che rimane comunque disponibile.
A colpo d'occhio l'Executive si riconosce dal voluminoso poggiaschiena per il passeggero (opzionale nella versione 'base'), per la copertura cromata della marmitta e per i bilancieri, sempre cromati, al manubrio. Non mancano naturalmente le scritte 'Executive', sui fianchi e sul poggiaschiena oltre a quelle 'ABS' sul parafango anteriore, ma di questo parleremo più avanti.

STRUMENTAZIONE
La strumentazione rimane invariata nel suo 'full digital', comunque visibile anche in pieno sole, naturalmente troviamo la spia di check dell'impianto ABS. Cercando il pelo nell'uovo si potrebbe desiderare un piccolo computer di bordo, e magari un navigatore satellitare, con un bel supporto, disponibile fra gli optional. A questo proposito ricordiamo anche l'impianto stereofonico con radio/CD, ben integrato, visto all'Eicma 2003, ma non ancora disponibile.

COMANDI
Anche i comandi al manubrio non cambiano, ma un tastino 'lilla' si aggiunge alla sommità dell'affollatissimo blocchetto sinistro: è il comando per l'apertura/chiusura degli specchi retrovisori, una chicca che rende più agevoli gli spostamenti nel traffico e anche di questo riparleremo.
Visto che questa versione del Burgman mira alla perfezione, come recita la cartella stampa, e che noi siamo dei 'vecchi brontoloni' avremmo gradito che il blocchetto d'accensione, permettesse si l'apertura del vano sottosella, ma anche con il motore acceso, incontentabili eh!?

VANI BAGAGLIO
Cosa pretendere di più? Ben poco onestamente, eppure gl'incontentabili si dotano di maxibauletto anche per gli spostamenti urbani, ma cosa ci metteranno mai dentro?! In questo caso però mettere il bauletto vuole dire rimuovere il poggiaschiena, a voi la scelta.
Sta di fatto che per quattro giorni di viaggio in due persone con tenda al seguito, ne abbiamo fatto tranquillamente a meno, sfruttando l'ampio tunnel centrale e bilanciando i pesi.

CICLISTICA
Tutto invariato ad esclusione del reparto freni che si avvale del sistema antibloccaggio ABS, a nostro avviso un toccasana in ogni frangente, soprattutto per un mezzo di questa stazza e prestazioni. L'avevamo invocato nel test precedente e Suzuki ci ha accontentato. Un impianto completo che lavora sulla terna di dischi, due davanti e uno dietro, comandati separatamente dalle due leve al manubrio. In generale preferiamo la frenata di tipo 'integrale' ma se assistita dall'ABS, quella 'tradizionale' risulta anche più eclettica.
Cresce di 6kg (schienale e ABS) il peso dichiarato, raggiungendo i 244kg a secco e ben 276 in ordine di marcia. Rimane leggermente sottodimensionato il serbatoio carburante da 15 litri e sempre rilevante lo sforzo richiesto per issarlo sul cavalletto centrale. Perfetti ed esenti da ogni scricchiolio plastiche ed accoppiamenti.

MOTORE
Anche qui non cambia apparentemente nulla, rimane però il propulsore più prestante del panorama 'scooter' ed anche più evoluto dal punto di vista della trasmissione primaria, grazie all'ancora unico sistema di cambio automatico elettronico, con tre diverse modalità d'utilizzo: dall'automatico alle 5 marce vere. Un sistema che ha già generato repliche su prototipi dei Produttori più accreditati e che vedremo probabilmente protagonista nei futuri top di gamma, ma che per Suzuki è già realtà.

POSIZIONE IN SELLA
Per il pilota rimane tutto invariato, quindi un'ottima posizione con un generoso schienale facilmente regolabile ed ampio spazio per le gambe. Per il passeggero si aggiunge il poggiaschiena di serie e qui un appunto va fatto: la serie Burgman ci ha abituato sin dal suo esordio a selle sovradimensionate e, anche in questo caso, lo spazio dedicato al passeggero, soprattutto in senso longitudinale è notevole. Se a sedercisi è una graziosa fanciulla si troverà infatti un po' spersa, con uno schienale piuttosto lontano ed 'appuntito', concessione (inevitabile?) al sollevamento della sella. Complessivamente rimane comunque una delle sedute più confortevoli, con ampie maniglie e comode pedane.

CAMBIO
Ci abbiamo riprovato ad usare le marce in manuale, il gioco è sicuramente accattivante e introduce quella 'personalizzazione' di guida sicuramente gradita agli 'orfani' del cambio meccanico, ma la potenza e la coppia del motore si esprimono fin troppo bene anche nelle modalità Drive e Power, tanto che vantaggi reali nell'utilizzo in manuale non se ne notano molti. Come ben sa chi dispone di un cambio sequenziale sull'automobile, alla fine l'uso prevalente è sempre quello 'automatico'. Uno degli elementi poi, che complica l'utilizzo delle marce sono i tastini deputati 'Up' e 'Down': a nostro avviso troppo piccoli e distanti dalla manopola. È innegabile che con l'uso si prenda confidenza con la loro posizione, ma sono poche le persone di nostra conoscenza che hanno preso 'l'automatismo'. E allora a cosa serve questa trasmissione così innovativa? Innanzitutto offre la possibilità di scegliere, in base ai gusti e alle necessità, e questo non è poco, in più le modalità Drive e Power offrono veramente vantaggi quotidiani, utilizzandoli alternativamente dove e quando servono. Anzi, sarebbe forse interessante poter variare la soglia d'intervento della modalità Power per un'ulteriore personalizzazione, ma è proprio da incontentabili!
Quello che è sensibilmente migliorato rispetto all'esemplare provato lo scorso anno è l'apri e chiudi alle basse velocità: dove si notavano bruschi passaggi fra il freno motore e l'accelerazione, ora il passaggio è molto più morbido e rimane solo un leggero ritardo nella risposta all'azione dell'acceleratore.
Se volete una bella demo interattiva del funzionamento del cambio, potete fare un salto sul sito giapponese ed allenarvi:
http://www1.suzuki.co.jp/motor/skywave650lx/secvt.html

CITTÀ
Tuttora non rappresenta il suo territorio ideale, ma le cose sono molto migliorate grazie al comando elettrico degli specchi retrovisori. La sezione frontale è sempre importante, ma poter ruotare gli specchi in poco più di un secondo, permette, quando serve, di guadagnare oltre 20cm in larghezza, rimettendoli in posizione immediatamente dopo. Fra l'altro sono centimetri recuperati proprio all'incrocio con gli specchi delle auto, quindi preziosi. Ovviamente si perde il controllo di quanto accade alle nostre spalle, per questo si consiglia di farne un uso occasionale. Altro vantaggio è in fase di parcheggio, dove si risparmiano agli specchi possibili urti; inutile dire degli sguardi meravigliati dei passanti, quando si aziona in meccanismo!
L'apri e chiudi più morbido rende più piacevole anche muoversi in mezzo al traffico, cosa che, a dispetto delle dimensioni, riesce più facile di quanto s'immagini, anche grazie ad un raggio di sterzo estremamente contenuto (2,7 metri).
Ma il fattore forse più significativo è quello relativo alla sicurezza, garantito dalla frenata assistita ABS. Il sistema antibloccaggio funziona bene e tiene a bada un posteriore piuttosto esuberante, permettendo di sfruttare al massimo il potere frenante anche con fondo sdrucciolevole o incostante. Abbiamo insistito proprio su pavé, strisce pedonali e fondo bagnato e in tutte le situazioni ci è parso di guadagnare qualche metro rispetto alla frenata più 'circospetta' che avremmo attuato, ma in particolare non abbiamo mai avuto perdite di aderenza, mantenendo sempre il controllo dello scooter, e con oltre 270kg non è il caso di scherzare.
Quella che è rimasta è una certa rumorosità meccanica al minimo, che sparisce al primo colpetto di gas, ma che può indispettire i più esigenti.

STRADE EXTRAURBANE
Gran parte di quanto scritto in relazione alla città rimane valido nell'uso extraurbano, sia veloce che misto stretto, dove il 'Burgmanone' si lascia condurre con insospettabile agilità. La discesa in piega è sempre veloce e intuitiva, la sensazione d'appoggio fornita dai pneumatici notevole e volendo, si viaggia forte sfruttando l'opzione 'Power' oppure con un filo di gas in Drive o con una marcia lunga, contando sulla sostenuta coppia a tutti i regimi. In tutte le modalità si apprezza un sostanzioso freno motore, che si accentua in Power e ovviamente in manuale.

AUTOSTRADA
È stata teatro di 900 dei 1500km percorsi, l'Executive ha mostrato di gradire e noi pure. Si perché con un veicolo così potente e confortevole anche le lunghe tratte si fanno meno noiose e se capita un bel tratto guidato come quello della Cisa, ci si può anche divertire, in Power o con le marce, fino a strisciare i cavalletti, lasciando di stucco più di un motociclista. Anche in questo caso un netto miglioramento rispetto all'esemplare provato un anno fa: ogni accenno di oscillazione che avevamo riscontrato è sparito sia sul dritto che in piega e fra le scie dei veicoli. Ancora meglio in due (che nel nostro caso vuol dire meno di 120kg) dove la stabilità risulta irreprensibile anche in piega sui viadotti, a velocità che è meglio non specificare.
Non è necessario indurire eccessivamente gli ammortizzatori, ma l'operazione è così agevole (si fa con una mano) che si può variare ad ogni necessità.
La velocità massima indicata dal display è stata di 184km/h (in Germania, of course), ma va tenuto presente che il veicolo era ancora in rodaggio e forse qualcosa si può ancora spuntare, pur se il tachimetro ci è sembrato piuttosto ottimistico.
L'ABS offre una piacevole sensazione a livello psicologico, quando si viaggia ad alta velocità, sapendo di poter pinzare a tutta forza, e in sicurezza, davanti a un imprevisto. Più banalmente ci è capitato di arrivare al casello in frenata e di ringraziare l'ABS per aver tenuto in traiettoria l'anteriore sull'asfalto viscido, una distrazione che avrebbe potuto trasformarsi in una piccola scivolata, forse non dannosa per noi, ma per il portafogli sicuramente si!
La protezione per il pilota è ottima, grazie allo scudo e al parabrezza molto ampi, ma volendo fare gl'incontentabili, qualche turbolenza sul casco si avverte e poi lo schienale è duretto.
Passando al passeggero, fino a circa 160km/h tutto ok, oltre il dislivello creato dalla sella e la distanza dal pilota crea qualche vortice di troppo al casco e alle spalle. Per ovviare alla lontananza e 'acuminatezza' del poggiaschiena, abbiamo legato una borsa morbida davanti allo stesso, migliorando sensibilmente la situazione.

AL LIMITE
Valgono le considerazioni fatte a suo tempo, con tutti i miglioramenti segnalati fin qui. Nonostante la mole ed un orientamento tipicamente turistico il Big Burgman è un osso dura quando si decide di chiedergli tutto. Ciclistica, sospensioni e freni sono ben accordati con un motore che in Power toglie dalle curve con vigore 'motociclistico' e l'angolo di piega è 'interessante', almeno fino a che non si vuole esagerare, allora le grattate ai cavalletti e al sottoscudo sono frequenti sulla sinistra, molto più rare a destra. Quello che stupisce è la facilità con cui si guida veloce, senza risentire apparentemente del peso che riappare esclusivamente nelle 'esse' più serrate. L'ABS fa il so dovere anche quando si chiede il massimo, non avendo noi la presunzione di essere più sensibili della centralina elettronica, però non è onnipotente e riduce la sua efficacia al crescere dell'angolo di piega.

CONSUMI E COSTI
I valori segnalati a suo tempo sono sempre validi, solo in questa occasione il consumo medio è stato più elevato a causa dei lunghi tratti autostradali percorsi a velocità molto prossime alla massima e così facendo la media degli 11-12km/litro è inevitabile. In compenso passeggiando sui colli toscani, non senza un certo brio i 16,5 ci sono sembrati più che onesti. La media di questi 1500km si attesta su 13,7km/litro, ma ci sembra attendibile per eccesso, visto che strapazzando meno la manopola del gas i 14,5 di media sono più credibili, tenendo presente che in 'economi' si possono anche superare i 18 chilometri per litro. Con un serbatoio da soli 15 litri le soste rifornimento son quindi un po' troppo frequenti, soprattutto in autostrada.
Ai costi di manutenzione, in genere si pensa molto al momento dell'acquisto, salvo scoprirli strada facendo. Ovviamente il tutto è commisurato alla classe del veicolo e nel caso del Burgman 650 l'esclusività si conferma anche a livello di tagliandi... Però è da segnalare un'anomalia, in senso positivo, rispetto a tutti gli altri scooter ovvero, non è prevista la sostituzione della cinghia del variatore e delle relative massette. Nel secondo caso semplicemente perché non ci sono, nel primo perché la 'cinghia ibrida a secco' di derivazione automobilistica è garantita a vita (dello scooter). E questo si traduce in un bel vantaggio, anche economico, nei confronti della concorrenza dove la durata madia di queste componenti varia dai 12.000 ai 24.000 km.
Per il resto i tagliandi principali sono previsti ogni 12.000km con quelli intermedi ogni 6.000. Gli interventi più onerosi sono la sostituzione dei filtri aria e olio ogni 18.000, e la verifica del gioco punterie ogni 24.000. Variabile a seconda dello stile di guida la sostituzione delle pastiglie freno e dei pneumatici radiali. Questi ultimi, grazie alla diffusione anche su altri modelli, sono diminuiti parecchio di prezzo rispetto all'esordio, superando di poco i 300 euro la coppia (street price).

COMPETITOR
In campo 'scooter' il confronto è praticamente limitato al solo Honda Silver Wing 600 ABS che però, a fronte di un prezzo di listino poco superiore, non può fornire la stessa esclusività tecnologica, l'ergonomia dei vani bagaglio e la tenuta sul veloce. Quanto a prestazioni si equivalgono, con il Burgman in vantaggio ai bassi e medi regimi e il Silver Wing che si rifà agli alti. La maggiore compattezza del Silver è un vantaggio in città, ma gli specchi elettrici hanno reso il Burgman molto meno impacciato. In conclusione ci sembra che qualche freccia in più il Burgman la possegga.
Lo Yamaha Tmax 500 non è in realtà paragonabile avendo un'indole molto più sportiva e meno orientata al turismo.
Un serio competitor è invece la BMW R850RT, o meglio è il Burgman che arriva ad insidiarla molto da vicino: ha poco da invidiare quanto a comfort, vani bagagli, qualità e finiture e anche a livello di prestazioni si allontana di poco. In compenso il Burgman si avvantaggia nel traffico grazie ad ingombri e peso più contenuti e all'ecletticità della trasmissione. Entrambi sono equipaggiati con un sistema di frenata ABS ed entrambi sono veicoli di massimo pregio. La differenza sostanziale fra i due sta però nel prezzo con la teutonica 'appesantita' da circa 5.400 euro. Qualche maligno aggiungerà: si ma il Burgman non è una moto! Allora provatelo e poi ne riparliamo...

CONCLUSIONI FINALI
Rileggendo quanto scritto finora, sa un po' di sviolinata, ma ormai dovreste esserci abituati, quando uno scooter ci piace non facciamo nulla per nasconderlo e il Burgman 650, soprattutto in questa versione Executive è stato difficile da rendere a Suzuki... Gran parte dei, pochi, difetti segnalati nella prova precedente sono stati risolti, mantenendo invariato il prezzo (!) e ora l'unico vero punto debole rimane il peso, che però condivide con i competitor citati.
Riassumendo, un ottimo veicolo per fare turismo senza confini, nel massimo comfort, con una tenuta di strada di assoluto rigore e l'insostituibile frenata ABS. In città gli specchi retrovisori elettrici sono un toccasana e la trasmissione più morbida lo rende anche più piacevole.
Migliorabile l'autonomia e lo schienale del passeggero, ma quando ci si deve attaccare a dettagli come questi per trovare i 'difetti', vuol dire che l'Azienda in questione ha lavorato veramente bene.
Quando poi ci si mette a fare concorrenza anche al settore 'moto' allora è proprio il caso di dirlo: ma questi scooter dove vogliono arrivare?!

Testo: Fabrizio Villa
Tester: Fabio Scotti, Fabrizio Villa
Foto: Monica Il Grande

PROVA Burgman 650 'base' >>>
pagg. 6
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DIFETTI
Peso: elevato
Comandi: troppi e affollati
Apri&chiudi: rallentato
Autonomia: ridotta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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