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ABBIGLIAMENTO
Casco: Nolan 'N41'
Giacca: Tucano Urbano 'Pari'
Guanti: Tucano Urbano 'Long Softy'
Pantaloni: Giali 'J61'
Stivali: Oxtar 'Urban'

 

 

 · SYM CITYCOM.300 i
19/05/008
TEST SU STRADA
pag. 1/1

Dopo il debutto ad Eicma 2007 è ormai disponibile presso tutte le concessionarie proponendosi come nuovo protagonista dell'affollato segmento degli scooter da 250-300cc con ruote da 16 pollici.
Un segmento importante principalmente per il mercato italiano, ma orami strategico anche a livello europeo ed extraeuropeo, tanto che l'azienda taiwanese intende distribuirlo nei paesi più ricettivi a livello mondiale.
E già questo può essere considerato un successo, in particolare per Sanyang Italia, visto che l'idea di base, il progetto successivo ed il design, fino all'ottimizzazione della ciclistica su strada, sono frutto del distributore italiano e dei suoi partner fra cui Nova Design Europe, che ne ha firmato le linee con Pierangelo Andreoni.
Punto fermo iniziale è stato quello di unire le 'ruote alte' al vano bagagli più capiente della sua categoria e ad una valida protezione aerodinamica, senza dimenticare un prezzo competitivo.
Praticamente la somma dei desideri di gran parte degli scooteristi italiani!
Per capire se sono stati effettivamente realizzati ho avuto modo di provarlo brevemente su strada nel corso della presentazione stampa avvenuta a Bellagio, sul lago di Como, accompagnata purtroppo da un meteo non favorevole.

LINEA/DOTAZIONE
Ok, il design è italiano, ma in questo caso non sembra essere garanzia della massima originalità, visto che non è difficile rintracciare spunti di derivazione Yamaha X-City, anche se l'interpretazione appare più spigolosa e complessivamente meno armoniosa. Ma come sempre si tratta di giudizi del tutto personali, di sicuro è stato abbandonato il design tondeggiante con l'originale gruppo ottico anteriore sovrapposto, che caratterizza sia l'attuale Joymax 250 che i due prototipi visti all'Eicma del 2003.
Un prodotto 'importante' per immagine, ma anche per dimensioni, fra le più generose della sua classe, preludio ad un aumento di cilindrata fino a 400cc, annunciato nel corso della presentazione.
Le plastiche verniciate sono di qualità discreta, più modeste quelle nere, che assieme a qualche dettaglio e assemblaggio meno curati e a qualche vite a vista di troppo segnano un leggero gap rispetto alla concorrenza europea e giapponese più accreditata.
Tre le colorazioni disponibili: antracite, argento e nero.
Più curato invece a livello di dotazioni, a partire dal cruscotto completo di display digitale multifunzione, per continuare coi vani bagaglio e ad un doppio sistema antifurto.
Il cruscotto comprende tre elementi analogici circolari per contagiri, tachimetro e temperatura liquido di raffreddamento, abbinati al display digitale che ci informa sui chilometri percorsi (totali e parziali), sull'ora e sul livello carburante. Completano il tutto le spie per: indicatori di direzione, luci abbaglianti, cambio olio, check iniezione e riserva carburante. Manca però ogni riferimento sullo stato dell'impianto elettrico e l'impatto visivo non è dei più accattivanti.
Ampi e di buona visibilità gli specchi retrovisori, classici i comandi al manubrio che consentono di comandare anche le luci anabbaglianti ed il lampeggio.
Nel retroscudo troviamo il blocchetto d'avviamento, protetto da sportellino metallico, che consente anche lo sgancio della sella, sotto la quale troviamo un piccolo escamotage antifurto ben conosciuto dagli amanti del 'fai da te', un semplice tasto per scollegare l'avviamento.
Ancora più in basso troviamo il tappo, con serratura, per il rifornimento del serbatoio carburante, che offre una capacità di 10 litri riserva compresa.
Punto forte dello scooter è il vano sottosella, che contiene sicuramente una 24ore rigida, oppure un casco integrale, molto però dipende dalla taglia e dal modello di quest'ultimo, se si vuole essere sicuri di richiudere la sella. Il volume è comunque il più capiente della sua classe (ad esclusione dell'Aprilia Scarabeo 250, dotato però di ruota posteriore da 14") e si sarebbe anche potuto fare di meglio posizionando altrove la batteria.
Decisamente più modesto il vano retroscudo, accessibile solo con la chiave d'avviamento, che ospita la presa di corrente a 12volt, i fusibili e la finestrella per il controllo del liquido di raffreddamento.
Poco sopra allo sportello abbiamo un gancio per sostenere una borsa, peccato che sia privo di sicura e peccato anche che posteriormente manchi un pratico portapacchi.
Sono presenti entrambi i cavalletti, il laterale dotato di consenso per l'avviamento, ma non facile da utilizzare stando in sella ed il centrale che richiede un certo sforzo per il parcheggio.
Manca infine il freno di stazionamento.

CICLISTICA
Come accennavo, il progetto Citycom nasce con la prospettiva di crescere di cilindrata, tutta la ciclistica è quindi sovradimensionata, lo dichiarano i 184kg di peso a secco e le dimensioni: 2210mm di lunghezza e 785 di larghezza con un interasse di ben 1500mm, tutti valori al vertice della sua classe.
Il telaio è in tubi d'acciaio di sezione generosa, la forcella telescopica a perno avanzato con la possibilità di oscillare fino a 100mm, ma non se ne conosce il diametro degli steli e a detta del collaudatore dovrebbe essere a doppia piastra (ma non risulta in alcun dato tecnico). Gli ammortizzatori posteriori invece possono oscillare fino a 91mm e possono essere regolati su 5 posizioni.
Le ruote hanno il 'diametro d'obbligo' fissato dal mercato a 16 pollici, con pneumatici tubeless di marca Maxxis del diametro di 110/70 davanti e 140/70 dietro.
Classico l'impianto frenante a comandi separati che utilizza due dischi da 260mm e una coppia di pinze a doppio pistoncino. L'ABS non è disponibile.

PROPULSORE
Si tratta di un monocilindrico orizzontale in configurazione oscillante, raffreddato a liquido, alimentato ad iniezione elettronica con distribuzione monoalbero a quattro valvole e cambio a variazione continua.
Risponde alle normative Euro 3 e dovrebbe garantire una velocità massima dichiarata di 128km/h con un consumo, a 50km/h, superiore ai 40km/litro.
I 300cc promessi sono però piuttosto ottimistici, come accade per altri modelli concorrenti, la cilindrata reale arriva infatti solo a 262,8cc.
Non si tratta di una unità inedita, ma dell'evoluzione del propulsore montato sul Joymax 250 ad iniezione, attraverso la maggiorazione dell'alesaggio a 73mm e una leggera riduzione della corsa a 62,8mm.
A trarne maggior giovamento è la coppia massiima che passa da 21,6 a 6500giri a 23,5Nm a 5500, mentre la potenza massima scende da 15,8kW a 7750giri a 15,4 a 7000. Una scelta, quella di privilegiare la coppia, che condivido, e che è la stessa adottata da Piaggio con il nuovo Quasar da 278cc montato sulla Vespa 300 Super.
Come il 250 è un propulsore un po' esigente a livello di manutenzione, soprattutto per il cambio olio, che prevede la sostituzione ogni 3000km e uno stop per il tagliando ogni 6000.
Attenzione, non si tratta della base da cui nascerà il 400, che dovrebbe invece derivare dal massiccio 565cc già utilizzato nei Quad e presentato ad Eicma 2005.

TEST SU STRADA
I dintorni di Bellagio sono un'ottima zona per mettere alla prova la ciclistica di uno scooter nel misto stretto, meno per valutarne il comportamento nel traffico e soprattutto sul veloce, ma come premesse vanno anche considerati l'asfalto bagnato, il poco tempo a disposizione e soprattutto che gli scooter erano ancora in pieno rodaggio.
Ho comunque cercato di mettere un esemplare 'alla frusta' per capirne pregi e difetti più evidenti.
La cosa che appare evidente da subito è che, a dispetto del nome, Citycom è uno scooter con velleità più ampie del tragitto urbano, visto che peso, dimensioni abbondanti e solidità della ciclistica non sono caratteristiche peculiari per muoversi nel traffico. La maneggevolezza non è infatti la sua dote migliore, anche se il raggio di sterzo è comunque molto ampio e con un po' di esperienza si può fare inversione in poco spazio.
Altro aspetto evidente è l'altezza, la larghezza e la rigidità della sella, che impone un'altezza minima sicuramente superiore al metro e settanta, se si vogliono poggiare i piedi a terra con naturalezza.
Molto piacevole il sound di scarico con un borbottio corposo, anche se a livello di meccanica il motore non è fra i più silenziosi.
La spinta da fermo è discreta, ma il rapporto peso/potenza non è fra i più favorevoli, più interessante la ripresa e sicuramente migliore l'allungo, peccato non averlo potuto mettere alla prova in contesto autostradale.
Come detto la ciclistica è orientata alla stabilità, con un avantreno 'importante' che per scendere in piega richiede una guida decisa, vista anche una certa tendenza ad allargare in uscita di curva.
Uno scooter votato quindi al turismo extraurbano ed autostradale, dove può far valere anche una protezione aerodinamica e dagli agenti atmosferici piuttosto azzeccata, soprattutto a livello del busto, che si estende parzialmente anche alle mani, in genere immeritatamente trascurate.
Uno scooter finalmente anche non troppo rigido di sospensioni, in grado quindi di assorbire le malformazioni e le buche non troppo pronunciate e che per questo non mette in difficoltà grazie anche alla solidità dello sterzo.
La frenata si è dimostrata sincera e correttamente modulabile, soprattutto nella prima fase, anche se il retrotreno non è scevro da fenomeni di bloccaggio indesiderato.

COMPETITOR
Il segmento è fra i più affollati e combattuti, oltre a vantare campioni di vendite come Piaggio Beverly 250 e Yamaha X-City 250, quindi la mission di Citycom.300 non sarà sicuramente facile.
Il competitor più diretto è sicuramente il compatriota Kymco People S 300i, praticamente identico a livello di prezzo, offre tre freni a disco e un motore poco più potente, ma anche sottosella meno capiente e inferiore protezione aerodinamica.
Altro competitor pericoloso è il Piaggio Beverly 250 Tourer, superiore a livello di motore e guidabilità, paga pegno nello spazio bagagli, però offre il portapacchi di serie e costa solo poco di più.
Il Geopolis 250 di Peugeot è molto simile al Beverly, anche a livello di prezzo e quindi altrettanto pericoloso, con il vantaggio di essere disponibile con il più sicuro sistema ABS.
Lo Yamaha X-city 250 è invece decisamente più curato a livello costruttivo ed è anche più maneggevole, allineato a livello di prestazioni, ma meno dotato quanto a sottosella e costa anche parecchio di più.
Sullo stesso livello di prezzo dello Yamaha troviamo l'Aprilia Scarabeo 250, con un motore più brillante, finiture superiori e un sottosella più fruibile, grazie alla ruota posteriore da 14 pollici, ma decisamente meno protettivo.
Il Password 250 di Malaguti offre un motore allineato, peso e dimensioni più contenuti, ma sottosella meno capiente e protezione inferiore, ad un prezzo superiore.
L'Honda SH 300i è invece ad un altro livello per qualità costruttiva, prestazioni, maneggevolezza, leggerezza e compattezza, ma è anche meno protettivo ed ospitale, oltre ad essere più costoso, però è disponibile con un ottimo ABS.

CONCLUSIONI
La denominazione Citycom gli sta un po' stretta, visto che il suo ambito ideale sembra essere quello extraurbano, ancora meglio quando sarà dotato dell'annunciato motore da 400cc. In città vedo più a suo agio l'HD Evo, anche se Citycom ha dalla sua protezione aerodinamica e spazio bagagli decisamente superiori, così come per l'abitabilità a bordo per pilota e passeggero.
Ciclisticamente privilegia la stabillità alla maneggevolezza, nel traffico richiede quindi un po' di esperienza per zigzagare con naturalezza, in compenso freni e sospensioni risultano efficaci. Coerente con la ciclistica, il l propulsore sembra offrire il meglio di sé in allungo, complice anche il peso da spingere nello spunto da fermo.
Mi sarei aspettato qualcosa di più per originalità nel design, nella qualità delle plastiche e nella cura costruttiva, anche se poi recupera punti grazie al sottosella più capiente della sua categoria.
Il prezzo di listino è effettivamente contenuto, ma non così tanto rispetto alla concorrenza più agguerrita e sostanzialmente allineato a quanto ha da offrire.

Testo: Fabrizio Villa
Foto: Altocontrasto, originali Sym


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